lunedì 6 luglio 2015

Il barocco che non ti aspetti

Luglio: cerco rifugio dal caldo di questi giorni nel cuore della frescura montana, tra il verde di prati e abetaie che mitigano il tocco ardente del sole. 
Ma la temperatura, alta anche qui nelle ore centrali della giornata, non m'incoraggia a lunghe passeggiate. 
La stanchezza che di tanto in tanto avverto m'induce infatti a camminare seguendo il ritmo calmo del respiro, soffermandomi senza fretta a osservare l'erba alta, i tornanti del sentiero in mezzo ai prati, scorci di panorama che ho visto tante volte, ma che vorrei mi apparissero nuovi perchè, in effetti, di volta in volta lo sono.  
In realtà - come spesso mi capita all'inizio di una vacanza - faccio un po' fatica a sentirmi dentro a questo panorama che pure amo. Mi occorrono alcuni giorni non solo per abituare il fisico all'altitudine, ma per acclimatare anche lo spirito, allontanando ogni tensione dell'anno trascorso e lasciando che il silenzio del paesaggio in cui mi muovo si faccia spazio anche in me, riesca a sorprendermi ancora.

Non seguo un itinerario prestabilito, ma lascio che la mia attenzione sia catturata di volta in volta da ciò che vedo, senza fretta: ho bisogno di recuperare calma, di affinare i sensi senza che i pensieri mi portino via dal presente, come spesso accade. Così, ogni tanto mi piace sostare in qualche angolo particolarmente attraente.
Talora, a catturarmi è la rustica semplicità di una baita piena di fiori, altre volte il profumo di sfalcio così diffuso in questo periodo in cui qui è ancora tempo di fienagione. Ma sempre, ad attirare il mio sguardo è l'incanto dei ghiacciai nel loro diverso riflettere la luce col passare delle ore, mentre il suono del torrente mi accompagna ora più vicino e impetuoso, ora più lontano e sommesso.
Ho bisogno di lentezza, di permettere che i ritmi del corpo e dello spirito tornino a coincidere e ad armonizzarsi. Del resto, penso che una vacanza debba servire proprio a questo.
E, come sempre, a creare le condizioni di tale armonia contribuisce anche la musica che - mi è già capitato di osservarlo - non spezza il silenzio, ma lo favorisce e lo prepara.

Allora, oggi desidero condividere con voi un brano che ha proprio il carattere di questa pacificante lentezza e che ho trovato durante una delle mie non infrequenti scorribande su youtube. 
E' qui che mi sono imbattuta in un compositore che - lo confesso - non avevo mai sentito nominare: Reynaldo Hahn (1874 - 1947).
Si tratta di un musicista di origine venezuelana ma naturalizzato francese, famoso per aver composto l'aria di svariate canzoni talora su testi di poeti impressionisti ma non solo, e poi opere, operette, balletti, musica da camera e alcune colonne sonore.
Quello che lo ha reso più famoso però è il repertorio delle canzoni - da "Chanson d'automne" sui versi di Paul Verlaine a "La biondina in gondoleta" in precedenza arrangiata, tra l'altro, anche da Beethoven - e, tra queste, il brano in assoluto più eseguito è "A Chloris".

Si tratta di un'intensa romanza nella quale Hahn ha musicato un testo del Seicento, ma la data di composizione del brano - 1913 - mi aveva indotto ad immaginare un'atmosfera segnata dalle suggestioni musicali del primo Novecento.
E' stata quindi per me una sorpresa scoprire invece una melodia dal fascino antico e talora un po' malinconico, quasi un adagio barocco. Infatti, ho poi constatato che del pezzo, oltre a quelle vocali, esistono svariate versioni solo strumentali - per pianoforte e violino solista, per quintetto di fiati e via dicendo - che esaltano proprio quest'aura riecheggiando il passato.
Così, tra le altre, ho scelto l'arrangiamento per corno inglese che mi è parso particolarmente efficace nel sottolineare l'attitudine contemplativa, il carattere di cantabilità del pezzo e il ritmo, elementi che donano alla composizione un sapore quasi bachiano. 
Del resto, proprio il ritmo, lento e pacatamente scandito sia nella ripetizione delle frasi musicali introduttive, sia nell'esposizione del tema della melodia, mi pare possa ricordare la famosissima "Aria" di Bach dalla "Suite orchestrale n.3 in Re maggiore BWV 1068" e accompagnarci sui sentieri di un riposante paesaggio interiore.

Buon ascolto!

 

6 commenti:

Luigi ha detto...

anch'io provo le tue stesse sensazione camminando per i boschi Annamaria: mi piace scoprire sempre posti nuovi e camminare in mezzo alla natura mi rilassa tantissimo!!!
Auguro anche a te una vacanza rilassante e rigenerante

Annamaria ha detto...

Grazie, Luigi! Ti auguro serene vacanze nella speranza che tu pssa sfuggire alle temperature torride di questi giorni.

amicusplato ha detto...

Una musica davvero riposante e adatta per stemperare questo clima rovente ;-)

Buone vacanze, tra le tue montagne, cara Annamaria :-)

Annamaria ha detto...

Grazie, Antonio, e buone vacanze anche a te nel segno della musica e nella speranza che il caldo dia tregua anche da te. In effetti, qui oggi va già meglio.
Un abbraccio!

Nella Crosiglia ha detto...

Mai sentito nominare questo autore , ma ben venga l'ho trovato perfetto...
Ti vedo nel meriggiare pallido e assorto tra i tuoi boschi, mentre io lotto con le tonsilliti, il caldo, la folla , i concerti, la musica, le interviste, le stramberie..eh..si questo è il periodo peggiore ma ci facciamo coraggio finchè reggono le ginocchia e qualche cosa d'altro...
Ti stringo come sempre amorevole amica mia!

Annamaria ha detto...

Mi spiace, cara NELLA, che tu debba lottare con caldo, mal di gola e impegni che, in queste condizioni, diventano più gravosi. Passerà anche questo periodo, ma sono certa che reggerai alla grande! Ti abbraccio forte!!!