mercoledì 4 marzo 2015

Trasparenza

Capita di osservare talora nel comportamento altrui - ma a volte anche in noi stessi - un'accattivante immediatezza molto simile alla spontaneità, che tuttavia si rivela poi superficiale e priva di spessore.
Si tratta in realtà di quella sbadataggine che spinge, in certe situazioni, a dire la prima parola che ci passa per la testa o fare la prima cosa che ci viene in mente così, senza pensarci troppo.

Ma c'è - al contrario - un'immediatezza affascinante come un miracolo, nella quale si percepisce che parole, azioni, gesti della persona che abbiamo davanti sono una cosa sola in profonda unità con tutto il suo essere. 
Discorsi e comportamenti sgorgano allora come acqua sorgiva che affiora limpida e altrettanto limpida scorre poi tra i ritmi della quotidianità; e non importa che si tratti - a volte - anche di minime cose, ma tutto è luminosamente e splendidamente vero.
E' un atteggiamento di semplicità, una sorridente effusione del profondo, una vera e propria trasparenza del cuore simile a quella dei bambini quando ancora non si sono conformati al mondo degli adulti. Immediatezza, del resto, significa proprio assenza di artificio perchè ciò che siamo arrivi agli altri in modo diretto, non mediato da qualsivoglia condizionamento, difesa o paura. 
Siamo noi e siamo liberi.

Tuttavia non sempre ciò accade e a volte è una vera conquista far sì che le parole non siano buttate là distrattamente o il sorriso non sia una maschera, un elegante schermo dal giudizio degli altri, ma un moto del cuore capace di vera comunicazione. Dico un sorriso, ma vale per qualunque altro gesto, e capita a tanti - penso - che una trasparenza facile in certe situazioni, diventi problematica in altre.
Tutti abbiamo sperimentato però che l'assenza di artificio si fa strada in noi man mano che riusciamo a ritrovarci, riconducendo ad unità ciò che facciamo con ciò che siamo. In tal modo, anche i ruoli che ci si trova a ricoprire nei vari settori della vita e nelle diverse relazioni, non andranno ad appesantirci come corazze o costumi di scena, ma lasceranno trasparire la luce di una comunicazione autentica.

Credo che la musica - come del resto tutte le arti - abbia molto a che fare con quel processo che porta a risvegliare tale autenticità facendo affiorare in superficie il nucleo più profondo di noi stessi, come in un mare così trasparente da consentirci di vederne il fondale. 
Leggendo un testo poetico o contemplando una gemmazione di colori in un dipinto, accade che si ridesti in noi una vita che non pensavamo di avere, ma talora il linguaggio delle note ha una sua particolare immediatezza capace di coinvolgerci e toccarci ancora più a fondo.

Mi è capitato spesso di osservare quanta autenticità sappiano offrire per esempio i vari interpreti, siano essi direttori, solisti o singoli orchestrali, quale intensità comunicativa abbiano i loro gesti e il loro modo di vivere la musica insieme alle emozioni che essa regala. 
Ma se ciò è vero per compositori ed esecutori, vale anche per noi che ascoltiamo, e sempre - se alla musica affidiamo il cuore - saremo condotti a scoprire di noi aspetti che non conosciamo e una sensibilità che forse non immaginiamo neppure di possedere.

Così, oggi mi piace proporvi un brano di Franz Schubert (1797 - 1828) che mi pare particolarmente adatto a far emergere da noi questa trasparenza. 
Si tratta del primo movimento, "Allegro", dalla "Sinfonia n.5 in Si bemolle maggiore D 485", un pezzo che ci prende subito con la sua concitata scorrevolezza, i suoi passaggi delicati o segnati da crescente energia e la sua atmosfera di gioiosa attesa.
Non c'è introduzione, se si eccettuano i brevi accordi iniziali dei fiati, e il brano si apre con un tema nitido e cantabile, di classica bellezza, che si ripete e riecheggia con grazia ed equilibrio quasi mozartiani.
La melodia - ricca di vivacità e insieme di straordinaria leggerezza - ci accompagna consentendoci di entrare in essa come in un fiume limpido e di lasciarci portare dalla sua freschezza primaverile fino a seguirla come se già ci appartenesse, ad appropriarcene come se la musica stessa nascesse da noi.

E' questo - credo - il segreto che in fondo ci rivela a noi stessi e fa sgorgare la nostra musica, il canto nascosto che ci abita. 
Un canto che - per ciascuno di noi - non è necessariamente fatto di note, ma di parole, emozioni, gesti, sguardi, di tutto un vivere in sintonia profonda con ciò che siamo e capace di rifletterlo in luminosa trasparenza.

Buon ascolto!

10 commenti:

Ambra ha detto...

Non si può sempre vivere in profondità di sentimenti e di pensiero. La superficialità - purché sia occasionale - serve ad alleggerirci.
E' bello quel tuo "canto nascosto che ci abita", è proprio così, ognuno di noi ha la poesia in se stesso, che sgorga quando uno stimolo la fa lievitare.

Annamaria ha detto...

Certo, Ambra, la leggerezza serve sempre!
Vere le tue parole: ognuno di noi ha in se stesso una poesia nascosta e basta la sollecitazione giusta per farcela scoprire.
Grazie e buona serata!!!

Anonimo ha detto...

La musica ha il potere di ridarci la forza di lasciar andare, la forza di dimenticare, la forza di vivere,
di continuar a lottare, la forza di sorridere anche quando non hai voglia di farlo, o farlo anche in modo distratto... Perchè la vera battaglia ma non è su gli altri, ma su te stesso.
Felice giovedì.
Paolo

eglissima egle ha detto...

Io penso che la leggerezza possa essere anche profondità: nelle comunicazioni, nell'anima, nell'arte, nella musica. E, secondo me, il brano che hai postato suggerisce proprio questo.
Grazie, Annamaria cara!
Un abbraccio.
egle

Annamaria ha detto...

Benvenuto qui, Paolo, e grazie del tuo commento!
Hai pienamente ragione e condivido quanto hai scritto: la vera battaglia è su noi stessi e la musica è una grande forza!!!
Buona serata!!!

Annamaria ha detto...

Grazie Egle, di questa tua condivisione!
Un abbraccio!!!

Anonimo ha detto...

Che meraviglia di post! solo a leggerlo mi ha aperto il cuore!!!
la musica è per te qualcosa di diverso, penetrante e coinvolgente
I tuoi post traspirano l'armonia della musica e le parole toccano il cuore..
rimango sempre senza parole di fronte a ciò che così profondamente percepisci e descrivi..
la musica educa a vivere, a cambiare, ti avvicina a Dio, ti da forza...
grazie
luisa

Annamaria ha detto...

Grazie, Luisa! Ma tutti possiamo giungere a lasciarci toccare dalla musica e a percepirne l'intensità profonda. Basta ascoltare e ascoltare, lasciandoci coinvolgere e aprendole il cuore senza difese.
Grazie delle tue bellissime parole e buona serata!!!

Nella Crosiglia ha detto...

Bella Annamaria mia, quanta verità nel tuo scritto...
La musica spesso ci scava così profondamente da farci nascere realtà inaspettate, da farci scoprire una sorta di complicità, semplicità, simbiosi, che non pensavamo di possedere..
E' un peccato essere abituati a metterci varie maschere anche durante la giornata, un'occasione sprecata!
Abbraccio stritolante!

Annamaria ha detto...

Vero, cara la mia NELLA, la musica ci fa scoprire noi stessi e, se ad essa ci abbandoniamo, ci regala una grande autenticità.
Un abbraccione serale!!!