sabato 6 luglio 2013

Spensieratezza

Ci sono circostanze, luoghi, momenti della nostra vita anche apparentemente di poco conto che, per tutta una serie di motivi, si sono stampati nella memoria e nel nostro cuore.

Possono essere legati a un lavoro, a un viaggio, a un incontro o a normali incombenze quotidiane che - per quanto magari poco considerevoli in sè - in realtà, hanno rivestito per noi un' importanza significativa. 
Mai, del resto, la quotidianità è banale, ma nei suoi ritmi ricorrenti ci parla, tanto che certi piccoli eventi o abitudini della giornata possono diventare fari che punteggiano di luce la nostra strada, capaci anche a distanza di tempo di regalarci suggestioni positive.  

Questo accade a me, da qualche anno a questa parte, quando vado al mercato e in particolare a quello ortofrutticolo.
Amo moltissimo le bancarelle che espongono frutta e verdura con quella varietà, vivacità, e fantasmagoria di colori che tutti conosciamo.
Ma non è sempre stato così. Non mi piace la confusione e di conseguenza non ho mai trovato particolarmente entusiasmanti i mercati. Inoltre, per un po' di tempo gli orari di lavoro mi hanno impedito di andarci o mi consentivano di arrivare quando già tutti stavano sbaraccando.

Poi una volta, nel mio giorno libero, mi ero recata in una citta vicina dove mi toccava andar per uffici. 
Era la fine di maggio e incombevano tutti gli impegni che preludono alla conclusione dell'anno scolastico. E insieme a questi, una serie di altri adempimenti burocratici legati alle classiche scadenze fiscali del periodo e a problemi di casa mia. Così, nel mio cosiddetto giorno libero ero sempre in giro: il circuito era banca-posta-anagrafe-posta-banca e - se andava male -  pure agenzia delle entrate. 
Insomma, un periodo pieno di impegni e tensioni che non mi consentiva ancora di abbandonarmi al pensiero delle vacanze.

Ma per andare in uno di quegli uffici, quel giorno avevo dovuto attraversare la piazza del mercato.
Le bancarelle di frutta e verdura mi erano venute incontro quasi di sorpresa, avvolgendomi con la loro sovrabbondanza di colori e sfumature, di tentazioni saporose e di suggestioni pittoriche. 
Era stata quasi una riscoperta! Non erano infatti le cassette allineate coi loro prodotti geometricamente ordinati che troviamo nei supermercati, ma montagne di meloni e di albicocche, cascate di ciliegie e di pesche insieme a zucchine, peperoni ed erbette varie che debordavano dalle bancarelle in una sorta di discesa libera che ne esaltava la magnificenza. Insomma, un vero piacere per gli occhi!

Eppure non era solo questo. 
Era che quelle ciliegie e quelle pesche con la loro fantasmagorica vivacità, mi parlavano di vacanza e di estate, di pause di sollievo e distensione, di una liberatoria spensieratezza che in quel momento non potevo permettermi, ma che in qualche modo m'inducevano a sperare!
Questo coglievo guardandole di fretta e tuttavia lasciandomi raggiungere dal loro splendore, perchè ciò che mi comunicavano era una viva, gioiosa e palpitante percezione di leggerezza! 
Anche per me sarebbe arrivato infine il momento in cui - invece che per uffici - avrei potuto aggirarmi spensierata tra quei colori e quei profumi indugiando a mio piacimento! Me lo dicevano a chiare lettere pesche nettarine e fragoloni, ananas e melanzane, mentre con segreta gioia promettevo a me stessa: 
"Il primo giorno di vacanza, giuro che vengo qui!". 

Certo, prima avrei compilato documenti e dichiarazioni, corretto compiti e preparato relazioni finali, ma con quella frutta negli occhi e nel cuore, capace di nutrirmi anche se non l'avevo comprata!
Il mercato di quel giorno era stato il mio anticipo di vacanza, semplicissimo momento di vita quotidiana eppure anche luogo di piacevolezza da covare dentro di me e a cui riandare con la fantasia!!!
D'allora, le bancarelle di frutta e verdura mi hanno sempre ricordato quel momento, sia che si trovino fuori dal negozio di una grande città, sia nella piazzetta di un piccolo borgo. E andare al mercato è diventato gioia e sollievo.

Anche nel mio recente viaggio a Santiago de Compostela, uno dei luoghi che mi ha maggiormente affascinato è stato proprio il mercato: uno spazio ricavato in tre chiesette romaniche sconsacrate, delle quali è ancora evidente la struttura originaria. Anche qui, frutta e verdura in quantità, fiori e pesce freschissimo del vicino oceano insieme a un'atmosfera popolaresca d'altri tempi.
San Giacomo mi perdoni, ma non me ne sarei andata più! 

E a commento di questi piccoli ricordi, un brano davvero ricco di spensieratezza che ci porta via sull'onda del suo fascino.
Si tratta della "Sonata per archi n.6 in Re maggiore" di Gioacchino Rossini nel suo primo movimento "Allegro spiritoso".  
Trovo in queste note una grande luminosità che restituisce respiro. E mi pare che - come in altre Sonate del compositore pesarese - il ritmo scorrevole e l'eleganza della melodìa creino un clima di leggerezza capace di regalarci un'attitudine gioiosa verso la vita.

Buon ascolto!

 

4 commenti:

Chiara ha detto...

Questo post fa venir voglia di darsi una sistemata e uscire da casa!

Annamaria ha detto...

Forza, allora, Chiara!!!
Un abbraccio domenicale e grazie!

Anonimo ha detto...

Anche per me le vacanze sono rappresentate dai colori e anche da quelli della frutta che, oltre che buona, è bella, regala allegria. Se non sbaglio è Arcimboldo che ha dipinto ritratti con la frutta.
Bèh, allora siamo alla frutta. Buona estate ad Annamaria e a chi legge qui.
egle

Annamaria ha detto...

Sì, Egle, proprio l'Arcimboldo.
Buona estate anche a te carissima, e grazie!