giovedì 5 maggio 2011

"Le sole notizie che ho" : quando la musica rompe gli argini.

Maggio è iniziato e la primavera ormai inoltrata ci regala luminosi pomeriggi di sole già caldo così come giornate a volte ancora ventose e plumbee, quasi autunnali, se non fosse per il verde rigoglioso che esplode sui viali e nei giardini.

Eppure anche nel cielo nuovo che ogni mattina prepara atmosfere magari inaspettate, c'è un fascino segreto che possiamo leggere se solo riusciamo a sfuggire alla nebbia dell'abitudine e lasciarci sedurre dalla freschezza del non ancora vissuto.
Talora basta dimenticarci per un momento di noi stessi e fare una sorta di vuoto dentro perchè la vita ci pervada come acqua che scorre libera, consentendoci di cogliere la bellezza anche del grigiore o di un cielo carico di nuvole. 

E ancora una volta, ad affinare questa sensibilità suggerendoci una prospettiva diversa sulle cose, può essere la musica che, con la sua misteriosa comunicativa, parla infiniti differenti linguaggi e talora - prima ancora che dell'ascoltatore - sembra quasi impadronirsi dell'anima del compositore governandola a suo piacimento.
E' proprio a tale proposito che oggi, tornando alla contemporaneità, voglio proporre all'ascolto "Le sole notizie che ho" dal cd "Composizioni" (2003) di Giovanni Allevi.

E’ un Allevi complesso e tormentato quello che emerge da questo brano, forse ancora alla ricerca di una cifra comunicativa più semplice, tuttavia notevolissimo per tecnica e profondità. Un pezzo intenso e arpeggiato, intriso di malinconica irruenza e pervaso da un inquieto senso di attesa, ma purtroppo raramente eseguito nei concerti live mentre - a mio modesto avviso - meriterebbe maggiore rilievo.
Nonostante la sua struttura rispetti uno schema consueto e – come altri brani di Allevi e di tanti compositori anche del passato – si apra enunciando chiaramente un tema e ripetendolo con successivi arricchimenti, qui nella parte centrale sembra a un tratto che gli arpeggi abbiano il sopravvento.
La melodia infatti, all'inizio animata e tesa ma nitidamente individuabile, (se ridotta all’essenziale, quasi uno studio o un esercizio dal rigore bachiano), viene poi progressivamente sovrastata dagli arpeggi fino a divenire onda che dilaga impetuosa. 
E le note, prima gocce d'acqua che si susseguono veloci ad una ad una, divengono poi un torrente di fronte al quale il compositore sembra non porre più argini perché l’ispirazione fluisca liberamente in tutta la sua intensità. 
Una cascata di suoni ora giocati sulle ottave più alte del pianoforte, ora in discesa verso i bassi più profondi che si dilatano come ondate di piena, ricchi di una tensione che, a tratti, richiama l’impeto di Rachmaninov.
Un brano che sembra concepito davanti al mare in tempesta o guardando un vetro rigato di pioggia dove le gocce s’inseguono vorticose, come se l’acqua, nel suo inarrestabile fluire, fosse metafora della Musica alla quale il compositore si abbandona lasciandosene pervadere totalmente.

Buon ascolto !
 

8 commenti:

Chiara ha detto...

Sai che mi scarico tutti i brani che ci proponi?
Complimenti, perchè sono proprio bellissimi! Bacini, cara Annamaria!

Annamaria ha detto...

...Vero che son belli????
Prendi pure quello che vuoi.
Bacioni, cara Flautista!

Gianna ha detto...

Cara Annamaria perchè non continui a scrivere poesie?
Mi piace molto il tuo stile di scrittura, a parte la musica.

Annamaria ha detto...

Cara Stella....
te lo spiegherò quando ci vedremo!!!
Grazie e a presto!

Sandra M. ha detto...

Quanto mi piace il pianoforte!
Ho iniziato a far scorrere le dita qualche anno fa ma è TAAAAANTO difficile alla mia età.
___
Ciao Annamaria. Mi son detta
"santa paletta, ci incotreremo a Bologan tra due settimane e non so nulla" !
Eccomi.

Annamaria ha detto...

Grazie Sandra di esserci: qui e a Bologna!
Il pianoforte è meraviglioso e difficilissimo! Non sai quanto ti capisco...ma ti darà anche gioia immensa!
A presto!

Ambra ha detto...

Quanto è vero quello che dici nel tuo post! Sia a proposito del "vuoto dentro" che nella descrizione della potenza della musica che dalle gocce d'acqua prorompe in torrente.
Visto che sono qui ti auguro anche buon weekend.

Annamaria ha detto...

Buon weekend anche a te, Ambra, e grazie!!!