Nicolas de Larmessin II (1638 -1694): "Allegoria di un fabbro". |
È la versatilità del compositore - come ricordavo la volta scorsa - che gli ha consentito di spaziare con grande ricchezza creativa tra opere teatrali, musica sacra, concerti e melodie per voce solista o oper coro, divenute veri e propri patrimoni dell'umanità.
Oggi allora, ho scelto un' "Aria con variazioni", ultimo movimento della "Suite n.5 in Mi maggiore HWV 430" per clavicembalo, anche se ho dato la preferenza alla morbidezza di una versione per pianoforte.
Si tratta di un pezzo molto celebre, adattato nel tempo a diversi strumenti solisti e intitolato "The Harmonious Blacksmith": "Il fabbro armonioso".
Si sa con certezza che il titolo non è stato dato dal musicista, tuttavia sulla sua origine sono state formulate varie ipotesi, anche se spesso prive di reale fondamento.
Forse deriva dal soprannome di un certo William Lintern, apprendista fabbro con una grande passione per la musica di Haendel.
O forse un caso aveva portato il compositore a ripararsi dalla pioggia vicino a una fucina, dove era rimasto colpito dal suono e dal ritmo del martello sull'incudine, e si sa che per un musicista - soprattutto se è dotato di orecchio assoluto - ogni rumore anche udito casualmente sa tradursi in note precise. Francamente non so se Haendel avesse questa capacità, immagino di sì ed è sempre una cosa affascinante. Ricordo una giovanissima pianista che, sentendo in piazza la campana della chiesa mi diceva: "È un do diesis!" e io dentro di me pensavo: "Beata te!".
Ma torniamo alla musica.
Il brano si compone di un'aria e cinque variazioni.
L'esecuzione, a mio avviso particolarmente scandita, mentre conferisce una giusta pacatezza alla parte iniziale, diventa poi più animata mettendo sapientemente in luce gli accenti ritmici che ci permettono di apprezzare il tema enunciato alternativamente dalla mano destra e dalla sinistra.
Mi pare che il pezzo si ponga sulla scia di quelle composizioni di contemporanei di Haendel quali Daquin, Rameau, Couperin, per non parlare di Vivaldi, che hanno riprodotto in note i più svariati suoni presenti sia in natura che altrove.
E proprio Couperin ha imitato il battere di un martello nel pezzo intitolato "Le Tic Toc choc ou les Maillottins" che - se volete - potete trovare qui.
Ma il ritmo e la vivacità del brano di Haendel mi fanno pensare anche a dei bambini che cantano o che giocano. C'è infatti a partire dall'aria iniziale un'atmosfera di allegria che può ricordare una filastrocca infantile.
Ciò non ne sminuisce affatto il pregio, ma ci induce a pensare che anche le composizioni più articolate nascano spesso da uno schema armonico di grande semplicità, come del resto le famosissime "Dodici variazioni per pianoforte K.265" di Mozart e tanto altro ancora.
Buon ascolto!
6 commenti:
Carissima Annamaria
Hai proprio ragione. Effettivamente questo brano di Haendel emana molta allegria.
Peccato che la nostra cara amica Sandra non lo possa ascoltare!!!
Un caro abbraccio. Stefano
Molto carino. Grande Haendel e bravo il pianista.
Grazie, cara Annamaria.
Buona domenica.
egle
Grazie, caro Stefano! Io spero che Sandra, nel Mistero in cui è entrata, possa ascoltare tutta la musica del mondo. Siamo noi che, per il momento, abbiamo perso la gioia della sua presenza...Ma la ritroveremo!
Grazie di cuore!!!
Vero che è bravo il pianista, Egle???
Ho fatto passare tante clip video e questa esecuzione mi ha convinto più di altre.
Buona serata e un abbraccio!!!
Brano DE-LI-ZIO-SO! Me lo sono segnato da riascoltare, magari mentre sego, buco e levigo qualche pezzo di legno prima di decorarlo... ad essere fabbro non ci arrivo, al limite falegname! 😂
Ah ah!!!! Anna, proprio bella questa!!! Un brano da ascoltare mentre si fanno lavori manuali, bricolage e via dicendo. Certo che tu sei speciale e ti confesso che invidio la tua abilità!
Grazie!!!
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