martedì 13 maggio 2014

Rose di maggio

Assistiamo, in questo periodo di primavera ormai inoltrata, alla fioritura delle rose. 
E anche se ci sono varietà che mantengono il loro splendore fino ai primi freddi, è sempre maggio il mese che vede la loro bellezza rifulgere al massimo grado. 
Sono fiori che - è risaputo - hanno spesso ispirato gli artisti: vari poeti, infatti, li hanno celebrati nel tempo, ma anche diversi pittori ne hanno fatto rivivere la leggiadria nelle loro opere.

E' a questo proposito che oggi desidero presentare un dipinto piuttosto singolare che, all'interno della produzione di uno degli artisti che amo di più, mi ha sempre colpito.
Si tratta di "Giardino di rose" di Paul Klee (1879 - 1940), olio su tela del 1920 conservato alla Stadtische Galerie im Lenbachhaus di Monaco di Baviera.

E' - a tutta prima - l'insieme delle tonalità calde del quadro a colpirmi: tinte che si accendono fino al fucsia come se il colore delle rose, con la sua intensità, debordasse andando a riflettersi su tutta la costruzione architettonica rappresentata nel dipinto.
Ed è ben strano il giardino che ci si presenta. In realtà è un incastro di geometrie e volumi, quadrati e triangoli, parallelepipedi e coni, un insieme di vuoto e pieno, concavo e convesso dove poi - solo poi - ravvisiamo un panorama fatto di case, torri, chiese, finestre, muri e tetti appuntiti, edifici d'altri tempi come appartenessero a un passato un po' fiabesco.

Chissà a che pensava Klee! A una città arrampicata in collina o ai contrafforti di un castello? O forse ad antiche miniature dalla prospettiva un po' incerta? Probabilmente a nulla di tutto ciò, se il paesaggio che si apre davanti ai nostri occhi in realtà si scompone mostrando il suo nucleo segreto costituito essenzialmente di geometrie. E anche le rose cui il dipinto si riferisce, scandite quasi con regolarità nello spazio del quadro, ci ricordano la semplicità dei disegni infantili fatti di aste e di cerchi. 
Un Klee - questo - che certo avverte l'influsso del Cubismo e, nel rappresentare una prospettiva scomposta, sembra avvicinarsi allo stile del suo contemporaneo Robert Delaunay.
Ma è anche la suggestione coloristica di un mondo forse di fiaba a divenire qui strumento dalle infinite possibilità espressive non tanto per riprodurre la realtà, ma per scandagliarne lo spessore nascosto.

"Fuga in rosso": Zentrum Paul Klee, Berna
Tuttavia, il fascino di Klee nasce per me non soltanto da quest'opera e dal suo itinerario artistico che lo vede esponente dell' Astrattismo e attivo in movimenti come "Il cavaliere azzurro", ma anche dalla sua passione per la musica, essendo stato figlio di musicisti e lui stesso violinista.

Nella sua vita, la pittura s'intreccia infatti alla musica in un legame variegato e complesso che qui mi limito solo ad accennare. Quest'ultima s'imprime nei suoi quadri attraverso colori che diventano una sorta di elemento danzante, fatto di sfumature e vibrazioni di tono tese a donare ritmo alla composizione. 
"Polifonia": Kunstmuseum , Basilea
Ciò risulta evidente in opere come "Fuga in rosso" dove il digradare della tonalità sembra rappresentare un dato ritmico, ma anche in altre composizioni come - per esempio - "Polifonia" in cui la sovrapposizione di tinte crea sfumature particolari, simili all'effetto di un coro polifonico dove le singole voci cantano simultaneamente melodie diverse. 
Proprio la simultaneità sembra interessare a Klee che, nel fondere i colori, stempera le tinte traendone esiti pacati, al contrario dei Futuristi che la traducevano in segni veloci, marcati e talora quasi violenti.

Ma la stessa caratteristica ritrovo anche in altre opere dell'artista per me davvero affascinanti, sia perchè il suo tratto è ancora leggero - mentre si appesantirà nel periodo più vicino alla morte - sia per il gioco di incastri capaci di creare un senso di profonda armonia.
"Pesci che giocano" : Fondazione Mazzotta, Milano
Parlo - per esempio - di "Pesci che giocano", dipinto nel quale la lezione del Cubismo, se perde da un lato parte della propria intensità plastica, dall'altro ci regala però lievi e sognanti geometrie giocate su valori di superficie e sottolineate dai colori pastello.
E anche in questo caso, mi pare che la pittura sappia rendere con grande efficacia  il movimento, rispecchiandone la simultaneità.
 
Ma per passare dall'armonia dei colori a quella dei suoni, considerato che nei suoi "Diari" Klee cita Mozart e Bach tra i propri autori preferiti, ho pensato di associare ai suoi dipinti un brano di Mozart che ricorda da vicino proprio lo stile delle composizioni bachiane.
Si tratta della "Fuga" dalla "Sonata per violino e pianoforte in La maggiore K.402", pezzo di particolare bellezza dove le note, come un disegno dai tratti lievi, vanno costruendo un'architettura polifonica sempre più complessa e tuttavia leggera. Il pianoforte infatti non si limita ad accompagnare il violino come accade altrove, ma i due strumenti dialogano da comprimari prima con delicatezza, poi con crescente intensità.
E' un Mozart, come dicevo, che ricorda da vicino Bach non solo per la struttura fugata del brano, ma anche perchè il tema, nelle sue note iniziali, riprende sia pure con ritmo diverso proprio l'esordio dell' "Invenzione a due voci in re minore BWV 775".

Buon ascolto! 

12 commenti:

Pia ha detto...

Splendido quello che hai scritto su Klee, magnifico artista in tutti i sensi.
Ti abbraccio carissima.

Ambra ha detto...

Klee non è fra i miei artisti preferiti, ma certo leggendo il tuo grandioso omaggio a lui e alla sua opera, come si può non circondarlo del tuo stesso entusiasmo? Strano questo artista geometrico fino all'aridità e fiabesco come in un mondo irreale.

Annamaria ha detto...

Ciao Pia, e grazie del tuo apprezzamento! I miei sono solo pochi cenni, ci sarebbero mille altre cose da dire di Klee e tu, da esperta, lo sai benissimo. Mentre scrivevo, pensavo che solo "Pesci che giocano" meriterebbe un post tutto suo.
Perchè non lo fai tu???...
Un abbraccio di buona giornata!!!

Annamaria ha detto...

Cara Ambra, il mio omaggio a Klee non è "grandioso". Ho detto solo poche cose che mi hanno colpito in rapporto alla musica.
Sì, come scrivi, è un artista geometrico, ma io non sento aridità in questo. Trovo invece leggerezza ed armonia, anche se non in tutto.
Grazie e buona giornata!!!

Pia ha detto...

Cara Annamaria, hai ragione devo scrivere qualcosa su di lui, promesso lo farò. Grazie e baci.

Annamaria ha detto...

Brava Pia!!!!!

Anonimo ha detto...

Paul Klee, uno dei miei pittori preferiti. E l'azzardato connubio con Mozart è fantastico. Complimenti, Annamaria!
A me le rose riportano a "Le Roman de la Rose", a Ronsard: "Fillette allons voir si la rose" e a canzoni recenti come quella di Aznavour "L'important ç'est la rose"... dove la rosa è il simbolo del femminile.
Grazie, cara, per questo bellissimo spunto.
Un abbraccio.
egle

Annamaria ha detto...

Ciao Egle e grazie dei riferimenti culturali sulla rosa.
Quanto a Mozart sì, quello con Klee è forse connubio un po' azzardato. Ma sono felice che ti sia piaciuto ugualmente. In un primo tempo avevo pensato di associare un brano più recente, ma poi ho sentito quella Fuga di Mozart che somiglia a Bach, così delicata anche nella sovrapposizione delle voci, leggera come i disegni di Klee e....me ne sono innamorata.
Un abbraccio!!!

Nella Crosiglia ha detto...

Come sai sempre con perfetta armonia unire i tuoi dipinti preferiti e le tue soavi musiche...
Entusiasmante!
Ti adoro.....

Annamaria ha detto...

Grazie NELLA! Sono felice che questo abbinamento piaccia! Quel brano di Mozart ha davvero una pulizia formale e un'architettura entusiasmante!!!
Bacioneeeee!!!

amicusplato ha detto...

Il quadro come un spartito musicale. Così Klee intendeva il rapporto tra pittura e musica.

Lo attirava la polifonia, come hai perfettamente notato, carissima Annamaria, per la simultanea struttura delle parti, come è proprio un quadro pittorico; il quadro ha però per Klee un valore aggiunto, perché la rappresentazione è spaziale, e quindi immediatamente fruibile, mentre il brano musicale è temporale, ha bisogno del tempo che scorre (anche se Boulez avrebbe qualcosa da dire al riguardo..).

Bach e Mozart poi sono più moderni dei romantici e post-romantici, perché per Klee le composizioni di Bach sono sorrette da ritmo e contrappunto, che sono sì astrazioni matematiche, ma anche strutture portanti della musica; come in un quadro, le strutture geometriche e i rapporti numerici.

Tutte cose che tu, Annamaria hai voluto, per ripetere le tue parole, semplicemente "accennare" nel tuo eccellente post, e che hai poi arricchito con la mirabile e appropriatissima Fuga del Concerto K. 402 per violino e pianoforte di Mozart (un Mozart bachiano!).

Per questo mi sono permesso di aggiungere qualcosa, su di un tema così interessante.

Di certo possiamo dire questo: Klee, come hai fatto notare, è stato, oltre che un genio della pittura, un violinista di grandissimo talento. Basti dire che a soli undici anni faceva già parte dell'orchestra di Berna...

Decine e decine dei suoi quadri sono dedicati a temi musicali. Nei suoi Diari (lo hai ricordato) sono frequenti i riferimenti alla musica, a Bach, a Mozart, ai moderni.

Tutto questo ci dice che per lui, come hai ben evidenziato, pittura e musica non viaggiavano su binari paralleli.

Ciao!



Annamaria ha detto...

Grazie mille, Antonio, di questa tua integrazione che illustra con la chiarezza e la competenza che ti contraddistinguono quanto io ho solo accennato.
Sì, i dipinti dedicati da Klee alla musica sono parecchi e il discorso sul rapporto tra il pittore e la musica è ampio e complesso da meritare quasi una tesi di laurea!
Sono felice poi che l'abbinamento con quel Mozart così bachiano ti sia piaciuto. Del resto parliamo di autori che sono...pilastri di cemento armato che superano il tempo.
Ancora grazie e buona domenica!!!