mercoledì 5 ottobre 2011

"Cortesàni"

Ci sono passioni che ci entrano nel cuore da adulti e altre invece che nutriamo fin dai tempi dell'adolescenza, se non addirittura dell'infanzia.

Trovo che, a volte, queste ultime si rivelino più autentiche, perchè fiorite su di un terreno ancora intatto e se magari, nel tempo, le circostanze della vita ci hanno portato ad abbandonarle, poi si risvegliano con rinnovato vigore, come qualcosa che ci appartiene dal profondo e vive intrecciata ai nostri primi sguardi di amore sul mondo.


Così è la mia passione per i canti di montagna, della quale ho scritto già in passato e che affonda le radici nella mia adolescenza.
Una passione che si ridesta più viva ogniqualvolta scopro un coro, una melodia capaci di illuminarci dentro.

Il canto che ho scelto oggi intitolato "Cortesàni" - ancora di Bepi De Marzi come altri già postati tempo fa - s'ispira a un paesetto veneto ("Cortesàni" appunto) ed è un piccolo gioiello di poesia in note e in parole. Due brevi strofe, riportate qui di seguito, che sull'onda del vento tratteggiano la tristezza dell'inverno, ma anche la speranza della primavera col suo ritorno alla vita.
L'interpretazione del coro I Crodaioli col suo ritmo lento, ricco di sfumature ben modulate, conferisce poi al canto una soavità religiosa, quasi la solennità di un antico corale
.

Buon ascolto!


"Dopo Cortesàni
sul prà del tempo fermo,

no canta più l'amore,
la se gà fermà l'inverno,

no torna primavera,

nei prà ze sempre sera,

e il vento cava 'l core,

è l' vento del dolore.

Vento nelle mani,

o vento tra i capelli,

ho visto gli occhi chiari

come l'acqua dei ruscelli,

ritorna primavera

e canta nella sera,

ritorna dentro i fiori

nel tempo degli amori.
Dopo Cortesàni, dopo Cortesàni..."


10 commenti:

Sandra M. ha detto...

La maggior parte dei cori di montagna sono struggenti. Hanno il ritmo cadenzato e regolare del passo del montanaro, un respiro ampio e profondo . Emozionano.

Annamaria ha detto...

Che bella cosa hai detto, Sandra!
Proprio vero: certo canti hanno il respiro ampio e profondo, il passo regolare del montanaro.
E la lentezza della contemplazione.

Grazie di tutto, a cominciare dal bellissimo incontro di oggi!!!!!

Sandra M. ha detto...

Buongiorno carissima, buona domenica. Mi sono accorta di non avere il tuo indirizzo mail e qui da te non lo vedo....Il mio lo trovi nel mio profilo, se mi scrivi ti mando una foto.

Annamaria ha detto...

Bellissima foto, Sandra!
Già ricevuto tutto, grazie!!!!

Caterina ha detto...

I canti di montagna piacciono molto anche a me. Si sente l'aria pura ascoltando il coro. Potrei dire che il canto é maestoso. Sento di essere li sopra:))fra di loro.
Un forte abbraccio e buona serata

Carla, i colori...pensieri della mia mente. ha detto...

ciaoo AnnaMaria...eccomi qui nel tuo accogliente spazio.
E' stato bello conoscerti... il tuo sorriso così radioso ed il tuo dolce sguardo mi hanno trasmesso tanta serenità.
Ti ringrazio ancora tanto per la tua preziosa "guida" per il mio rientro.
Ho assaporato con calma questo canto di montagna che sembra accarezzare la lentezza del giorno...già...la lentezza del giorno...ma quando mai riusciamo a goderci il giorno con la lentezza proprio di queste note.
Buona serata AnnaMaria.ciaooooo e grazie

Annamaria ha detto...

Oh Caterina, grazie di questa tua partecipazione fatta col cuore!!!
Sì, il canto è maestoso!
Un abbraccio anche a te e buona settimana!

Ambra ha detto...

Non ho parole da aggiungere a quanto ha scritto Sandra. L'emozione è la stessa. Solo il canto del montanaro non è solo struggente, ma anche doloroso o forse struggente perché doloroso.

Annamaria ha detto...

Grazie Carla di essere passata di qui!
Spero che ieri sera il tuo rientro sia andato bene.
Sono stata felice di conoscerti di persona e scoprire, oltre alle tue doti artistiche che già conoscevo, la spontaneità e la simpatia che ti contraddistinguono.
Spero che ci possiamo incontrare presto!
Un grande abbraccio e GRAZIE di tutto!!!!!

Annamaria ha detto...

Oh Ambra!
Ma stasera siamo proprio tutte collegate!
Grazie di aver ascoltato "Cortesàni". In effetti c'è dolore nella storia che sta all'origine di questo canto: è la paura che il paese - una piccolissima frazione - sia destinata a scomparire per la costruzione di una strada.
Ma poi c'è anche la speranza e soprattutto ci sono le parole di De Marzi che trasfigurano tutto...

Grazie!