Si chiama "mimosa pudìca" o più comunemente "mimosa sensitiva" ed è una piantina originaria dell'America meridionale ma diffusa in gran parte del globo, soprattutto nelle aree tropicali.
Si caratterizza per le foglioline lunghe e appiattite di forma ovale, delicate come quelle delle felci, e per i fiori tondeggianti di color lilla che si aprono a primavera inoltrata.
Deve il suo nome alla particolarità che la contraddistingue: durante le ore notturne, o in caso di contatto, il fogliame si chiude ripiegandosi su se stesso.
No, non mi sono improvvisata esperta di botanica, ma conosco bene questa piantina che ogni tanto mi portavano a scuola i miei alunni di Istituto agrario.
Me la mettevano sulla cattedra:
"Prof, guardi! Provi a toccarla!"
Io allungavo un dito e in effetti la piantina richiudeva le foglie con dolce ritrosìa. Era un movimento delicatissimo che mi faceva pensare per analogia alla posa delle Madonne di alcune celebri Annunciazioni - di Simone Martini o dell'Angelico, per esempio - dove sorpresa, sgomento e timidezza adolescenziale di Maria si fondono in quell'istintivo ritrarsi segnato dalla curva del suo corpo.
Mi è tornato in mente tutto ciò oggi che è la festa della donna.
Così, insieme alla solarità del giallo di quelle tradizionali, dedico questa varietà di mimosa forse meno appariscente e più umbratile a tutte le donne del mondo: giovani e meno giovani, adulte o bambine, a coloro che abitano con noi o solo nel nostro ricordo.
A tutte, un fiore e una musica, un brano di Chopin tra i più delicati che il compositore abbia mai scritto : il "Notturno n.20 in do diesis minore", pezzo tra l'altro reso famoso dal film "Il pianista".
Lo esegue la giovanissima Aimi Kobayashi.
Buon ascolto!
Si caratterizza per le foglioline lunghe e appiattite di forma ovale, delicate come quelle delle felci, e per i fiori tondeggianti di color lilla che si aprono a primavera inoltrata.
Deve il suo nome alla particolarità che la contraddistingue: durante le ore notturne, o in caso di contatto, il fogliame si chiude ripiegandosi su se stesso.
No, non mi sono improvvisata esperta di botanica, ma conosco bene questa piantina che ogni tanto mi portavano a scuola i miei alunni di Istituto agrario.
Me la mettevano sulla cattedra:
"Prof, guardi! Provi a toccarla!"
Io allungavo un dito e in effetti la piantina richiudeva le foglie con dolce ritrosìa. Era un movimento delicatissimo che mi faceva pensare per analogia alla posa delle Madonne di alcune celebri Annunciazioni - di Simone Martini o dell'Angelico, per esempio - dove sorpresa, sgomento e timidezza adolescenziale di Maria si fondono in quell'istintivo ritrarsi segnato dalla curva del suo corpo.
Mi è tornato in mente tutto ciò oggi che è la festa della donna.
Così, insieme alla solarità del giallo di quelle tradizionali, dedico questa varietà di mimosa forse meno appariscente e più umbratile a tutte le donne del mondo: giovani e meno giovani, adulte o bambine, a coloro che abitano con noi o solo nel nostro ricordo.
A tutte, un fiore e una musica, un brano di Chopin tra i più delicati che il compositore abbia mai scritto : il "Notturno n.20 in do diesis minore", pezzo tra l'altro reso famoso dal film "Il pianista".
Lo esegue la giovanissima Aimi Kobayashi.
Buon ascolto!
6 commenti:
Grazie Annamaria.
Buona giornata!
Grazie a te Stella!
:-)))
Grazie cara per la musica dono e per questi dolci ricordi. Un volta ho ricevuto anch'io una piccola mimosa simile da mia figlia. Purtroppo non sopportava il nostro clima malgrado le mie coccole.
Un caro saluto e baci
Grazie Caterina di essere passata di qui anche oggi, a condividere piccole e grandi cose.
Buona serata!
Commovente la tua descrizione e il tuo racconto su questa "mimosa pudica".
Ciao Ambra!
Sono contenta che ti piaccia. E' un piccolo rasserenante ricordo che mi porto dentro!
A presto!
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