Immagine presa dal web |
Dal mio punto di vista, infatti, posso spaziare sull'anfiteatro dei ghiacciai, vedere le vette più alte ancora lambite dai riflessi del tramonto e le ombre che salgono dalla vallata, mentre la grandiosità del paesaggio mi regala un ineffabile senso di pace.
Quando poi fa buio, se la notte è serena, stagliato contro il cielo stellato resta il profilo delle cime che coronano maestose il panorama e l'oscurità si colma di un mistero in cui le voci della natura riprendono a dominare incontrastate.
Mi arriva il canto del torrente dal fondo dei prati, come pure il soffio del vento insieme a qualche lontano latrato di cani, suoni che non spezzano l'incanto del silenzio circostante, ma - al contrario - lo sottolineano.
Qualche volta, rassicurata dall'ombra crescente, nel vicolo sotto casa tra vecchi tronchi e ciò che resta di una baita in rovina, arriva una volpe in cerca di cibo. Non viene proprio a notte fatta, ma un po' prima. Talora, nelle ultime sere di agosto, suonano le nove al campanilino del paese e, dopo qualche istante, lei compare puntuale inerpicandosi tra le pietre e girando all'intorno i suoi occhi fosforescenti.
Se poi alzo lo sguardo, si apre davanti a me una scura vallata in direzione del Gran Paradiso. Qui, una strada si addentra nel parco raggiungendo la piccola frazione dove iniziano i sentieri: un gruppetto di case e di baite che dal mio punto di osservazione non riesco a vedere, nascoste come sono dall'incrocio di due versanti fitti di abeti. Così, ogni volta, ho la sensazione di perdermi in un buio ricco di suggestioni e nella magìa del silenzio notturno.
E ad accrescere tali suggestioni, da diversi giorni laggiù in lontananza, proprio nel cuore di quel buio, è comparso un piccolo cerchio di lumi.
Non si tratta dei fari delle rare auto che occhieggiano qua e là in mezzo alla pineta secondo le curve della strada, ma proprio di luci fisse poco più in su. Che mai saranno?
Tutte le sere, quando prima di chiudere mi affaccio per qualche istante, controllo se per caso si vedano ancora. Non si scorgono subito, occorre aguzzare lo sguardo per vederle, ma ci sono: piccole e palpitanti nella loro distanza, troppo basse per provenire da rifugi o bivacchi e al tempo stesso troppo alte per appartenere a qualche casa o campeggio.
Ho osservato la zona anche in pieno giorno, ho percorso i sentieri vicini, ma nulla vi compare se non la montagna fitta di abeti.
Che mai saranno allora quelle luci? Segnali di un alpinista o viandante solitario? Finestre di qualche baita o tenda nascosta?
Chi mai osa violare l'intatta solitudine notturna della mia valle? E dico mia perchè - benchè dimori qui solo d'estate - mi sento profondamente legata a questi luoghi e attenta a che non se ne disperda l'incanto.
Così, dalla mia postazione lontana, ogni sera mi affaccio come ripetendo un rito, quasi fossi Giovanni Drogo che, dagli spalti della Fortezza Bastiani ai margini del deserto, spia con ansia l'arrivo dei Tartari; o immedesimandomi nel guardaboschi Bàrnabo, altro personaggio uscito dalla fantasia di Buzzati.
Ma il mistero rimane, un mistero che l'oscurità accentua fuori e dentro di me, ammantandosi di sogno e regalandomi ogni volta lo sgomento di antiche favole.
Allora, a questa breve descrizione della mia sera in montagna, mi piace associare le note ricche di suggestione di un musicista nuovo per questo blog.
Si tratta del compositore inglese Gustav Holst (1874 - 1934), autore di numerose opere di successo tra le quali la "St.Paul's Suite" e soprattutto "The Planets".
Quello che vi regalo oggi è il brano per violino e orchestra "A Song of the Night op.19, n.1", che mi è parso particolarmente adatto all'argomento del post non solo per il titolo, ma anche perchè nella sua varietà di temi musicali, ci fa spaziare tra grandiosità e romanticismo, sgomento e delicatezza, un po' come il fascino che ci regala la notte in montagna.
Il pezzo, dolce e sognante, solenne e al tempo stesso intimo, ci accompagna riecheggiando un po' il concerto per violino di Bruch - almeno così a me pare - ma in taluni passaggi anche Wagner.
Soavissimo l'intervento graduale dell'orchestra dietro il violino solista col quale intreccia poi un dialogo di struggente bellezza.
Un'aria ricca di luminose aperture e di crescente intensità che resta nel cuore e sembra dar voce anche a ciò che è ineffabile.
Buon ascolto!
16 commenti:
Il pezzo di Holst sembra risuonare nella tua valle dopo il tramonto, che descrivi così bene assieme con le tue sensazioni. Io credo alle luci, non in alto e sollevate da terra come le descrivi. Le vidi anch'io durante una vacanza ad Hammamet molti anni fa. La sera precedente le avevano viste altre persone in vacanza. Il giorno dopo, sul "Corriere della Sera" apparve un articolo che descriveva le stesse luci (ed anche una sagoma particolare) in Sicilia. Ufo! Nel vero senso della parola, ma a me piace pensare agli extraterrestri. Penso sia una grande presunzione pensare che siamo gli unici abitanti di questo sconfinato universo.
Grazie per questa fantastica condivisione.
Un abbraccio.
egle
Magiche visioni risvegliano le tue parole e le note che risuonano in sintonia con il brillio delle luci lontane.
Holst è splendido! E potrai risolvere il mistero delle luci la prossima estate ;)
sei veramente un anima contemplativa Annamaria: se poi aggiungiamo anche un gusto musicale sopraffino vengono a mancare le parole!!!
Un sorriso
Meravigliosa la mia Annamaria..Una favola , una favola misteriosa , ma tanto reale da poterla toccare persino..le ombre , le luci, il vero, il mistero, le case , le strade, i monti, la natura e tutto si insinua in quelle note meravigliose che hai scelto e non ci perdiamo con loro rimbalzando tra il cielo...Ti assicuro , non sono lumi , sono stelle!
Questa volta ti stringo fortissimo!
Grazie, cara Egle! Ti confesso che non ho pensato agli Ufo, le luci venivano dal cuore della pineta, ma mi resta sempre la suggestione del mistero....e sì, il pezzo di Holst sembra davvero risuonare nella notte della mia valle!
Ti abbraccio forte!!!
Grazie, cara Ambra, della TUA sintonia! Certe sere in montagna sono davvero magiche e la musica poi ne accresce il fascino senza spezzare il silenzio!!!
Un abbraccio di buona serata!!!
Oh Chiara, lascia che ti ringrazi qui pubblicamente, perchè se ho conosciuto la musica di Holst, è merito tuoooooooo!!!!!!
Bacione!!!
Luigi, che bello ritrovarti! ...dai non esagerare però! Tutto l'incanto nasce dalla natura e dalla musica. Io mi limito a fare da...ripetitore!
Un sorriso a te e grazie di cuore!!!
Sì, cara la mia NELLA, sa tutto di favola ed è tutto vero: la notte in montagna, il buio, le stelle, le luci, il bosco, le volpi.....E la musica di Holst se ne fa interprete assolutamente straordinaria!!!
Grazie, ricambio l'abbraccio da stritolo!!!
Post veramente suggestivo, carissima Annamaria :-)
Grazie :-)
Grazie a te, Antonio, di essere passato qui!
Ti auguro una buona domenica!!!
Fantastico...sembra di sognare distesi sotto un cielo stellato... la vastità, la grandezza che ci sovrasta...è tutto bellissimo, unico..e suggestivo...un'aria che, come dici tu, pare davvero far cogliere l'ineffabile.. Grazie come sempre mi hai regalato un momento magico. Un abbraccio e buona settimana a te Stefania
Grazie, Stefania!!! Davvero questa musica ci conduce in un'atmosfera talora intima e altrove grandiosa, proprio come sono gli spettacoli della natura soprattutto quando sono esaltati dal fascino della notte.
Un abbraccio di buon pomeriggio e buona settimana a te!!!
Sempre bello leggere i tuoi articoli, un abbraccio,silvia
Benvenuta qui, cara Silvia, e grazie del tuo apprezzamento!
Un abbraccio e a presto!!!
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