Mi capita spesso di viaggiare in treno, devo averlo già detto in passato, talora su regionali veloci ma più di frequente su locali, in mezzo alla gente che ogni giorno va e torna dal lavoro.
Nonostante anch'io, tanti anni fa, abbia sperimentato i disagi della vita da pendolare, spostarmi in treno mi è sempre piaciuto e mi piace ancora. E' per me una pausa di distensione: sistemo le mie cose, mi rilasso e guardo fuori dal finestrino lasciando vagare indisturbati i pensieri, come una nave che molla gli ormeggi e si lascia portare dalle onde.
A volte però, mi capita di osservare anche i miei compagni di viaggio ed è sempre uno scenario interessante, soprattutto la sera al ritorno dalla grande città.
Molti discutono dell'andamento della giornata, di problemi di lavoro oppure sono impegnati al computer; altri sono assorti nella lettura di un libro, soprattutto le donne, e sempre queste si scambiano consigli vari: i negozi, la spesa, la meta esotica delle prossime ferie. Qualcuno tenta di dormire.
Dimenticavo, il cellulare! Nel rumore di sottofondo del convoglio, mi arrivano brani di conversazioni, appuntamenti per il dopo cena, ma anche sfoghi personali da cui emergono sprazzi di privati universi.
Mi piace sentirmi immersa in questa vita, in un viaggio che per poco tempo mi accomuna all'esistenza di tanta gente: un contesto di cui colgo la bellezza e pure la provvisorietà, la sostanziale estraneità ma pure l'intreccio. E mi affascina. Crediamo di andare e siamo tutti portati, ognuno col suo carico di affanni e di speranze e le nostre vite lì - a contatto di gomito - senza saperlo s'incastrano come tessere di un puzzle, ciascuna col suo incanto un po' disfatto, ciascuna col suo mistero.
E se è la provvisorietà a caratterizzare questi rapporti, mi accorgo però che essa non si risolve solo in algida solitudine come la raffigura Hopper nel suo "Scompartimento C - Carrozza 293" riportato nel riquadro, immagine certo non priva di fascino e signorilità, ma pervasa di silenziosa freddezza.
Al contrario, i viaggi in treno mi restituiscono comunque il senso di una relazione, il palpito di una vita dal molteplice respiro che mi raggiunge attraverso gli sguardi, le parole o la stanchezza dei miei occasionali compagni, ed entra nella mia nutrendola. Squarci di esistenza che prendono forma nel cono di luce della mia fantasia e si intrecciano al mio andare, inevitabilmente.
Un andare che per tutti è attesa - ciascuno in cammino verso la propria meta - ma già compiutamente vita anche nell'attesa stessa, magari arricchita da una musica che ci canta dentro regalando spessore e miracolo all'attimo fuggente.
Mi piace allora concludere queste brevi annotazioni con un pezzo di Chopin: la famosissima "Fantasie Impromptu in do diesis minore op. 66" che - come il treno nella sua corsa - ci porta via in un vortice tempestoso e movimentato di note dove il pianoforte, con la sua fresca irruenza, diventa quasi orchestra.
Ma nella parte centrale, il brano si fa luminoso e delicato per accompagnarci in un percorso di sognante contemplazione, un cerchio di musica in cui lasciar vagare i pensieri.
Siamo portati così da una dolcissima melodia che si snoda uguale e pur sempre nuova nelle sue sfumature, colonna sonora di sublime bellezza, mentre uno sguardo va alla campagna fuori dal finestrino, uno ai compagni di viaggio, uno dentro di noi, immersi in un mistero che ha lo splendore di un angolo di quotidianità.
Buon ascolto!
14 commenti:
Poesia semplice e quotidiana. L'umano colto nelle piccole cose e nei piccoli mondi!
Bel post.
Buona giornata.
Annamaria, hai descritto con splendide parole quello che anch'io provo quando viaggio in treno, e ultimamente lo faccio spesso perché vado in Toscana, prima col freccia rossa e poi con un locale.
E condivido anche le tue parole su Hopper che è stato il pittore della solitudine, peraltro grandioso.
"Et j'entends siffler le train..." cantava una canzone di quando, matricola, impiegavo otto ore di treno per raggiungere Milano. E non capivo poi, quando in vacanza in famiglia, i versi di questa canzone mi appannassero gli occhi di lacrime. Nostalgia della famiglia... soprattutto del mio dolce papà che fuggiva dalla stazione, dopo avermi accompagnato per la pertenza, poco prima che il treno partisse per non mostrarmi la sua tristezza.
Anch'io amavo viaggiare in treno. I miei viaggi sono stati sempre piuttosto lunghi. Pochi anni fa mi trasferii all'estero continuando a lavorare a Milano e ogni settimana, tra andata e ritorno percorrevo ottocento kilometri. Eppure consideravo vacanza quel percorso guardando i paesaggi colorati della Provenza o chiacchierando, in qualche lingua a me nota, con turisti non europei.
L'improvviso di Chopin, un pezzo che adoro, penso vada bene per i Frecciarossa...Lasciamo ai pendolari "Et j'entends siffler le train...".
Grazie Annamaria.Al prossimo viaggio insieme.
Ti abbraccio.
egle
Massimo, grazie del tuo apprezzamento!
Buona serata!
Grazie, Ambra, della tua condivisione.
Viaggiare in treno mi ha sempre affascinato, fin da quando frequentavo l'università.
A presto!
Egle, grazie di averci raccontato la tua esperienza di viaggi segnata da una grande ricchezza di sentimenti.
Al prossimo viaggio insieme!!!
Abbraccioni!!!
....bellissimo il quadro di hopper. Appena l'ho visto mi ha emozionato. Mi sono sentita proiettata di fronte alla signora, mi sono ritrovata seduta di fronte a lei. Che bello!!!!
Chopin....magia...una coltre di pura emozione mi ha avvolto.
I doni che ricevo da te sono sempre grandi, ma stasera......
Ti abbraccio forte Annamaria.
p.s. Milano codogno andata e ritorno....5 anni di viaggi indimenticabili.....
Domenica
E' vero, Domenica!
Quanto a viaggi in treno, anche tu hai dei ricordi non indifferenti!
Sì, Chopin è una magìa, un brano di una bellezza assoluta! E mi piace anche l'interpretazione di Yundi Li.
Grazie di essere passata di qui, ti abbraccio forte anch'io!
oh, mi sono immaginato in treno con questo sottofondo musicale :) buon fine settimana
Allora hai fatto un bel viaggio, Darjo, grazie!
Buon fine settimana anche a te!
E con queste note bellissime di Chopin posso dirti che ho sempre provato le tue stesse sensazioni quando viaggio od ho viaggiato in treno per mio conto. Si perchè io per 25 anni ho fatto il capotreno e di viaggi sulle due rotaie me ne intendo :) Il treno è affascinate, lo è in sè anche come mezzo di trasporto, ma la cosa principale ti permette di interagire con chi ti viaggia accanto e nello stesso tempo con il paesaggio, creando un mix affascinante di spunti per conversare:)
Ciao e complimenti per questo blog che verrò a visitare nuovamente
Lorenzo
Ciao, Lorenzo e benvenuto qui!
Il tuo commento è perfettamente in sintonia con quanto ho scritto. Sì, i viaggi in treno regalano proprio un "mix affascinante di spunti" tra persone e paesaggio.
Grazie e buona domenica!
Ho viaggiato quotidianamente in treno tra Modena e Piacenza una ventina d'anni fa per sei mesi: ero commissario in un concorso magistrale. E come te mi soffermavo a fare mille congetture ,ad osservare la varia umanità che mi circondava...mi piaceva. E mi piace il treno. Adesso che sono tanto di moda quegli aggeggini per la musica (Mp3...mi pare) questo pezzo in cuffia mi sembra proprio azzeccato...non ne sbagli uno.
Grazie, Sandra di aver condiviso la tua esperienza. I viaggi in treno regalano interessanti suggestioni.
E sono felice che l'abbinamento con la musica ti sia piaciuto.
A presto!
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