giovedì 13 ottobre 2011

"Classico ribelle" : lo sguardo di un poeta

"Quelli che non sentono questo Amore
trascinarli come un fiume,
quelli che non bevono l'alba
come una tazza di acqua sorgiva
o non fanno provvista per il tramonto,
quelli che non vogliono cambiare,
lasciateli dormire!"

Sono state queste parole del poeta persiano Jalal'al Din Rumi
a venirmi in mente nei giorni scorsi dopo aver letto "Classico ribelle", terzo libro del Maestro Giovanni Allevi uscito da circa un mese per l'editrice Rizzoli, facendo seguito a "La musica in testa" e "In viaggio con la Strega" pubblicati nel 2008.
Quelli di Rumi sono gli occhi incantati della poesia insieme alla volontà di assecondare il fluire della vita verso il cambiamento, ma anche Allevi ha qui lo sguardo di un poeta, mosso da amore per la realtà che gli sta intorno e dal desiderio di afferrarne il mistero attraverso l'arte.
"Classico ribelle" infatti presenta una scrittura nitida che nasce sempre da un moto del cuore, dal percepire che "dietro l'apparente semplicità delle cose c'è una grande profondità" perchè "il divino è ovunque, basta togliere di mezzo l'abitudine" (pag.49).

Il libro si compone di capitoli brevi, snelli, anche quando il linguaggio si fa denso di riflessioni filosofiche e musicologiche.
Ma sbaglierebbe chi pensasse a una lettura da terminare in fretta. Al contrario, perchè se ne possa cogliere tutto lo spessore il testo va centellinato con calma, sia che il compositore chiarisca il suo pensiero sulla musica contemporanea anche in rapporto alle critiche di cui è stato oggetto, sia che annoti episodi autobiografici, squarci di vita raccontati con semplicità e freschezza.

Interessante il discorso sulla possibilità di una musica "classica contemporanea" che, senza azzerare la tradizione, riempia però le forme classiche di contenuti del presente.
Ciò non significa misconoscere il genio dei grandi del passato che Allevi stesso - in più di un'intervista - ha dichiarato di adorare, ma accoglierne la lezione osando il nuovo, come ciascuno di essi a suo tempo ha fatto, nella prospettiva di chi compone musica immerso nei ritmi dell'attualità.

E questa immersione a tutto tondo nella vita del presente, mi pare significativa anche per un altro verso: l'autenticità da cui il libro è pervaso.

Autenticità con cui il compositore ricolloca al centro l'individuo, ribellandosi all'idea che il successo sia mera questione di numeri - come la società vorrebbe farci credere - e affermando che esso si fonda sulla capacità di raggiungere il cuore delle singole persone suscitando emozioni.
Autenticità nel ricondurre il bisogno viscerale di comporre musica ad un irrefrenabile grido di amore per il mondo, talmente intenso da tradursi in sofferenza anche fisica, quando accade che esso non sia corrisposto.
Autenticità nel trovare il coraggio di mettersi in gioco dando spazio all'anima.

Un incoraggiamento alla speranza, dunque, soprattutto per le nuove generazioni che Allevi esorta alla fiducia di poter concretizzare i sogni e alle quali - citando Turoldo - insegna lo stupore dinanzi al fluire del tempo ogni giorno sempre nuovo e inedito.

E per passare dalle parole alle note,
un Allevi non recentissimo, ma sempre ricco di intensità. Dal cd "Joy" (2006), "Vento d'Europa" è un brano inquieto come un fiume in piena, malinconico e irruente come le luci ed ombre di un'anima appassionata, e ben rispecchia una delle più significative affermazioni del libro:
"La musica va afferrata per strada, ma solo un cuore a pezzi può sentirla.
E' qui la scintilla divina!".


Buona lettura e buon ascolto!
(il brano termina due minuti prima della fine della clip audio, ma è comunque riportato integralmente)

14 commenti:

Chiara ha detto...

Bello bello bello!!! Un giorno andremo al concerto di Allevi?
Bacini!

Annamaria ha detto...

Sarebbe proprio bello andarci insieme, carissima Flautista!

E per me sarebbe "specialissimo" poter condividere CON TE un'esperienza simile!
Bacini!

Cri (guanti neri) ha detto...

Grazie Annamaria. Un abbraccio

Annamaria ha detto...

Benvenuta Cri!
E grazie a te per essere passata di qui!

Carla, i colori...pensieri della mia mente. ha detto...

quando la sera tu ritorni a casa..non ho neanche voglia di parlare..no non guardarmi con quella tenerezza come fossi un bambino che rimane deluso.
..Vedrai vedrai...vedrai che cambierà...ecc ecc.
mamma mia che pelle d'oca!
___

Splendida musica per un Allevi in formissima...ma lui lo è sempre. Folle al punto giusto da non passare inosservato per tutto ciò che propone. (I folli sono si possono ignorare, perchè portano sempre innovazione)
Grazie per questa splendida poesia musicale e complimenti a te Annamaria, per l' efficace introduzione
ops...mentre sto scrivendo la musica continua...mi sa che tengo questo sottofondo musicale stasera...è piacevolissimo e rilassante.
Ciaoo e dolce notte.

Ambra ha detto...

Sento forte la malinconia di questo brano. In questo momento forse corrisponde alla mia.
Questa frase la riporto perché mi ha colpito l'anima:
"Autenticità nel ricondurre il bisogno viscerale di comporre musica ad un irrefrenabile grido di amore per il mondo ..."

Annamaria ha detto...

Carla carissima,
suggestive le parole della canzone di Tenco che hai ricordato,sulla speranza del cambiamento...

Hai proprio ragione: "i folli non si possono ignorare perchè portano innovazione" e Allevi è uno di questi.
Grazie!!!

Annamaria ha detto...

Sì, Ambra, la matrice della musica di Allevi sta proprio nella frase che ti ha colpito.
E se leggerai il libro, coglierai pienamente il suo significato fin dal primo capitolo.
Grazie!!!

Sandra M. ha detto...

Poesia e musica si intrecciano e si intricano in modo perfetto. Non mi sono ancora procurata i libi di Allevi, devo proprio farlo.

Annamaria ha detto...

Comprali, Sandra!
Sono libri in cui si coniugano leggerezza e profondità insieme a uno sguardo pieno di passione per la vita.
Grazie!

Anonimo ha detto...

ciao a tutti sono marina, riprendo il tuo pensiero sull'autenticità di cui parli nel post riferendolo al testo che commenti.. si parla tanto del presunto essere "personaggio" di Giovanni Allevi,alla sua maestria nel presentarsi al pubblico, con tanto di poco credibili titubanze. Ora per chi legga questo libro è impossibile pensare che l'autore sia un abile venditore della propria immagine. Certi pensieri e certe emozioni si possono solo ascoltare , non inventare. E credo che Allevi ascolti il suo cuore più spesso di come i suoi tanti critici siano disposti a credere... continua il tuo lavoro annamaria... è prezioso per tutti noi

Anonimo ha detto...

Ciao Annamaria!
Bello l'accostamento fra le parole di Rumi e quelle di Giovanni: entrambe ci indicano sempre un approccio non banale all'esistenza, tenendo conto della ricchezza di sfumature contrastanti che permeano tanto la musica quanto la vita stessa. E che dire della scelta del brano: io "vento d'Europa" la adoro!!!!
Ti abbraccio fortissimo e ti rinnovo tutta la mia stima e il mio affetto,

Martha Bartalini

Annamaria ha detto...

Grazie Marina!
Sono convinta anch'io che basta leggere senza pregiudizi e con semplicità le parole di Allevi (sia in questo che nei testi precedenti) per comprendere che NON è un personaggio costruito.
Del resto, solo una persona vera che lascia parlare il cuore può essere così comunicativa!
Grazie del tuo incoraggiamento!

Annamaria ha detto...

Ciao, Martha e bentornata qui!
Molto interessante ciò che dici: credo che abbiamo bisogno tutti di questo "approccio non banale all'esistenza", come hai scritto tu.
Sì, "Vento d'Europa" è un brano straordinario.
Grazie di tutto, ti abbraccio forte anch'io!!!