tag:blogger.com,1999:blog-46084153111805906462024-03-18T20:10:37.771+01:00Gioire in Musica"Gioire in Musica" è un piccolo spazio per condividere lo splendore della musica classica e le emozioni che essa suscita in noi; ma anche un luogo in cui raccontare quanto ogni musica nata dal profondo si intrecci alla nostra esistenza nutrendo il cuore e infondendoci vita, sorriso e limpidezza di sguardi.Annamariahttp://www.blogger.com/profile/01938653774623124933noreply@blogger.comBlogger752125tag:blogger.com,1999:blog-4608415311180590646.post-35873465695046798382024-03-14T20:30:00.020+01:002024-03-14T20:38:06.839+01:00A proposito di divertimento<p><span style="font-family: verdana;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhuWFDnfcGu3lNElqvmFVcocUl02cLBYYVYfnBPVzofducqagXSrqGoxc5RdjhcXt_9I07agnMGTvm03FL7kZarGDQpWlbsJeMQuPZublsjY4bezqIlVOlK7SkQgbRWdQiXE-WUwSbD9LrVwxg5OLxKaWWr199bCc4xZzG9KxwCK2Eiig4ZFpf4qL4eEe5C/s1200/Divertimenti%20.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1200" height="292" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhuWFDnfcGu3lNElqvmFVcocUl02cLBYYVYfnBPVzofducqagXSrqGoxc5RdjhcXt_9I07agnMGTvm03FL7kZarGDQpWlbsJeMQuPZublsjY4bezqIlVOlK7SkQgbRWdQiXE-WUwSbD9LrVwxg5OLxKaWWr199bCc4xZzG9KxwCK2Eiig4ZFpf4qL4eEe5C/w292-h292/Divertimenti%20.jpg" width="292" /></a></span> <span style="font-family: verdana;">Il
web mi riserva sempre delle sorprese, e le mie frequenti scorribande su
youtube ogni </span><span style="font-family: verdana;">volta si rivelano ampiamente fruttuose. <br />Così, stante il fatto che nel pubblicare musica</span><span style="font-family: verdana;"> non seguo un ordine cronologico, ma
quello dell'umore, del tempo, della passione per tanti brani compresi
quelli che cerco di suonicchiare, oggi mi ritrovo </span><span style="font-family: verdana;">con vari pezzi di autori diversi - come dico spesso - <i>in gioiosa </i></span><span style="font-family: verdana;"><i>lista d'attesa.</i><br />Da Bach a Rachmaninov, da Vivaldi a Mozart e</span><span style="font-family: verdana;"> - perchè no? - ancora a Scarlatti, la provvista che mi attende è molto nutrita.</span></p><p><span style="font-family: verdana;">Bene.
Complice il ritorno di un sole già primaverile dopo le piogge
torrenziali dei giorni scorsi, oggi ho voglia di leggerezza. Così nella
mia riserva di pezzi ho scelto un bel <i>Divertimento</i> di </span><span style="font-family: verdana;"><b>Mozart</b>.<br />Sul significato di questo termine in ambito musicale credo di aver già fatto qualche cenno altrove</span><span style="font-family: verdana;">.
Si tratta di un genere molto in voga nel Settecento, composto da una
sequenza di movimenti diversi, spesso scritti per celebrare svariate
ricorrenze, talora eseguiti all'aperto o durante un banchetto e
improntati quindi a un clima di festosa leggerezza.</span></p><p><span style="font-family: verdana;">Una parola interessante <i>divertimento</i>, non solo nel suo significato di svago e </span><span style="font-family: verdana;">distrazione, ma soprattutto per la sua etimologia che - dal latino <i>divertere</i> o <i>de</i></span><span style="font-family: verdana;"><i>vertere</i> - indica un volgersi altrove, cambiando direzione o </span><span style="font-family: verdana;">argomento o atmosfera o tono. </span><span style="font-family: verdana;">E mi sembra proprio adatta a definire la successione di movimenti - </span><span style="font-family: verdana;">tra loro, appunto, diversi - </span><span style="font-family: verdana;">che compongono questo genere musicale</span><span style="font-family: verdana;"> come <i>Allegro, Andante, </i></span><span style="font-family: verdana;"><i>Adagio, </i></span><span style="font-family: verdana;"><i>Minuetto, Trio, Rondò, Presto,</i> solo per citarne alcuni.</span></p><p><span style="font-family: verdana;">Quando ancora andavo a scuola ma ero già - diciamo così - dall'altra parte della barricata, ogni tanto ai</span><span style="font-family: verdana;">
miei alunni che si lamentavano di una mattinata pesante dicevo che
passare da una lezione di italiano a una di matematica, poi a scienze, a
chimica o inglese, non era altro che...divertimento! Esattamente quel <i>de-vertere</i>, che distoglie l'attenzione da un argomento <i>volgendo la mente ad altro oggetto,</i> come recita nientemeno che la Treccani!</span><span style="font-family: verdana;"><br />A dire il vero, qualcuno di loro mi guardava male...e per certi aspetti lo posso capire. Però sapevano che il mio era un </span><span style="font-family: verdana;">modo di alleggerire la lezione col sorriso, anche se quella che poteva sembrare una battuta in realtà non lo era.</span></p><p><span style="font-family: verdana;">Bene. Chiedo scusa per la diversione e torno subito al brano che è lo splendido <i>"Allegro di molto"</i> dal <i>"Divertimento per archi n.2 in Si bemolle Maggiore </i></span><span style="font-family: verdana;"><i>K.137" </i>di un Mozart appena sedicenne. <br />Il brano esordisce fondendo una vivacità spumeggiante a quella gioiosa e giocosa </span><span style="font-family: verdana;">freschezza trasfusa dal compositore nelle prime sinfonie che aveva iniziato a </span><span style="font-family: verdana;">scrivere a otto anni!!! <br />Certo, questo è un pezzo d'intrattenimento dalla vena un po' salottiera e non vi</span><span style="font-family: verdana;"> possiamo cercare lo spessore drammatico o l'intensità di altre
successive creazioni. Tuttavia, quando si parla di un genio come Mozart,
per quanto nel suo itinerario musicale si possano ravvisare le fasi di
un cammino verso la maturità artistica, mi sembra sempre difficile
classificare i brani giovanili come frutto di un'ispirazione ancora
acerba. Ci sono pezzi scritti dal musicista a</span><span style="font-family: verdana;">ppena diciannovenne che possono essere considerati veri e propri capolavori: basti pensare, solo per fare qualche </span><span style="font-family: verdana;">esempio, ai<i> Concerti per violino K.218 e K.219</i>!<br />A volte la giovinezza, con le sue speranze e il suo sguardo rivolto al futuro, offre </span><span style="font-family: verdana;">ventate di leggerezza e cristalline trasparenze di straordinario splendore e, se </span><span style="font-family: verdana;">pure nel trascorrere del tempo l'ispirazione si approfondisce, queste restano come una sorta di luminoso prodigio.<span> <i><br /></i></span></span></p><p><span style="font-family: verdana;">Buon ascolto!</span></p><p><span style="font-family: verdana;">(La foto è presa dal web)</span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span><iframe frameborder="0" height="360" src="https://youtube.com/embed/c7ybThPNG_A?si=7IgY6GFZFsAAfhno" width="480"></iframe></p>Annamariahttp://www.blogger.com/profile/01938653774623124933noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-4608415311180590646.post-54807047853202788352024-03-08T18:00:00.017+01:002024-03-08T18:07:56.300+01:00Fantasticando un po'...<p><span style="font-family: verdana;"><span style="font-family: verdana;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjkDTKsluHbxgpvFX_8jGDq665Zbdn-gA_XE28OCR504-VpF1iwc6igOmHI765vJ9w88EWtmcGBNFGUaue_mI66-3F6j009yAix9N5fAlL0BDhGe3CpeEC-C0qCXsCE_Pxj3-3vQR31fpXHrAKq-AAGMxNwQ68dAhXgkF7qCIwrq367BuxJXn45VsveS1Yo/s1133/Scarlatti%20208%20.jpg%201.jpg%202.jpg%203.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1133" height="176" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjkDTKsluHbxgpvFX_8jGDq665Zbdn-gA_XE28OCR504-VpF1iwc6igOmHI765vJ9w88EWtmcGBNFGUaue_mI66-3F6j009yAix9N5fAlL0BDhGe3CpeEC-C0qCXsCE_Pxj3-3vQR31fpXHrAKq-AAGMxNwQ68dAhXgkF7qCIwrq367BuxJXn45VsveS1Yo/w278-h176/Scarlatti%20208%20.jpg%201.jpg%202.jpg%203.jpg" width="278" /></a></span></span><span style="font-family: verdana;">Come vedete, sono ancora in compagnia di <b>Domenico Scarlatti</b> ed è una settimana che giro intorno alle sue<b> </b><i>Sonate</i><b><i>,</i></b> anche se sarebbe più corretto dire che sono loro a girarmi in testa sovrapponendosi liberamente ai miei pensieri.</span><span style="font-family: verdana;"><br />Il fatto è che questo complesso di ben 555 </span><span style="font-family: verdana;">brani ha tale ricchezza e originalità sia sul piano dell'inventiva che su quello degli espedienti tecnici che, ogni volta che ne ascolto qualcuno, mi vengono in mente i riferimenti più disparati. </span></p><p><span style="font-family: verdana;">Il primo naturalmente è Bach e non solo per la contemporaneità dei due compositori, ma perchè nei pezzi<i> </i>scarlattiani risuona spesso l'eco delle fughe, delle progressioni o di quelle strutture polifoniche di cui il musicista </span><span style="font-family: verdana;">tedesco è stato indiscusso maestro. <br />Ma non è tutto. Se mi si consente un'affermazione azzardata, l'intero <i>corpus</i> delle<i> Sonate</i> mi ha</span><span style="font-family: verdana;"> fatto pensare a due celeberrimi lavori bachiani fatti di pezzi diversi ordinati in meravigliosa unità: il <i>Clavicembalo ben temperato</i> e le </span><span style="font-family: verdana;"><i>Variazioni Goldberg</i>. <br />Non oso andare oltre stabilendo paragoni più precisi perchè non ne ho le competenze e poi </span><span style="font-family: verdana;">perchè - come scrivevo sopra - forse l'idea è davvero un po' eccessiva: sia le <i>Goldberg </i>che il<i> Clavicembalo ben temperato,</i> infatti, presentano un impianto organico, una coesione e una simmetria pensate con programmazione matematica da un genio musicale unico al mondo. <br /></span></p><p><span style="font-family: verdana;">Tuttavia, per quanto la fantasia scarlattiana si sia sbrigliata più liberamente rispetto a Bach esprimendo spesso tutta la bizzarria del tardo-barocco, ascoltando le <i>Sonate</i> mi viene comunque spontaneo pensare anche qui a un complesso non privo di una sua organicità. E se poco appropriato potrebbe essere il riferimento alle <i>Goldberg</i>, forse più adatto può rivelarsi quello al<i> Clavicembalo ben temperato</i> che Bach aveva composto in precedenza a scopo didattico, come sarà poi delle <i>Sonate </i>del compositore napoletano, pubblicate - almeno in parte - </span><span style="font-family: verdana;">proprio come esercizi.</span></p><p><span style="font-family: verdana;">Ma il pensiero non va solo a Bach. Oltre a Zipoli che citavo la volta scorsa<i>,</i></span><span style="font-family: verdana;"><i> </i>l'ascolto mi suggerisce anche altri autori. </span><span style="font-family: verdana;">Così oggi, sempre di Scarlatti vi</span><span style="font-family: verdana;"> regalo ancora due pezzi a mio avviso interessanti.<br />Avevo pensato in un primo tempo di tornare a un vecchio amore: la mitica <i>Sonata </i></span><span style="font-family: verdana;"><i>K.27 </i>che ho già pubblicato tanti anni fa e che per me è tra le più affascinanti; ma proprio per questo merita un post a parte. Così, ho scelto due brani che, nonostante siano tecnicamente più facili, esigono però un'attenta interpretazione per fiorire in tutto il loro splendore.</span></p><p><span style="font-family: verdana;">Il primo è la <i>"Sonata in La Maggiore K.208" </i>che il compositore ha scritto, come le altre, durante il suo soggiorno in Spagna. I musicologi parlano di un'armonia dall'andamento talora inatteso che supera gli schemi della tradizione e </span><span style="font-family: verdana;">qualcuno </span><span style="font-family: verdana;">pensa proprio all'influsso della musica iberica. <br />Può anche darsi ma, ad essere sincera...io ci sento Vivaldi! </span><span style="font-family: verdana;"><br />Appena ho iniziato ad ascoltarla, mi è parso infatti di immergermi nella magica atmosfera d</span><span style="font-family: verdana;">i certi pezzi lenti vivaldiani. L'indicazione è <i>"Adagio e cantabile"</i> e se provate a immaginare questa melodia trascritta per archi, sentite un brano dove il basso ritma e scandisce le note con splendida misura, mentre il violino ci regala un'aria ricca di dolcezza ed eleganza. Naturalmente sto fantasticando perchè non mi pare esista una versione per archi. Ce ne sono invece per chitarra o arpa dalle quali emerge soprattutto la nitidezza della composizione. Ma anche così, per pianoforte solo, la trovo di una meraviglia assoluta. <br /></span></p><p><span style="font-family: verdana;">Diversa la<i> "Sonata in Do Maggiore K.95" </i>in apparenza lontana dallo stile scarlattiano e della quale esistono interpretazioni diametralmente opposte: alcune per clavicembalo a mio avviso troppo veloci, per quanto ritmate e ricche di abbellimenti; altre invece per pianoforte molto più lente, scorrevoli e oserei dire riposanti. Ho scelto così una di queste ultime le cui battute iniziali mi riportano nientemeno che a Mozart e ad Haydn: a Mozart per un'ombra di somiglianza con l'esordio della celebre <i>Aria di Papageno</i> dal<i> "Flauto magico"</i>;<i> </i>e ad Haydn per il ritmo ternario del tema che mi ricorda lo splendido <i><a href="https://www.youtube.com/watch?v=avyFczvC7cc&t=2s">Duetto di Adamo ed Eva</a> </i>dall'oratorio <i>"La Creazione".</i></span></p><p><span style="font-family: verdana;">Sto
fantasticando ancora certo, e non ho prove che tali riferimenti siano corretti se non il mio sgangherato orecchio musicale dove le melodie s'intrecciano a modo loro, seguendo percorsi un po' folli. Però mi piace pensare che sia così.</span></p><p><span style="font-family: verdana;">Buon ascolto!</span></p><p><span style="font-family: verdana;">(La foto è presa dal web) <br /></span></p><p><iframe frameborder="0" height="270" src="https://youtube.com/embed/jDxudVlDD4k?si=BN7QfpQpvi2BQ5Hc" width="480"></iframe></p><p><iframe frameborder="0" height="360" src="https://youtube.com/embed/vjjB1-Z3ARs?si=FT8_uwlPgRNKZSS3" width="480"></iframe></p>Annamariahttp://www.blogger.com/profile/01938653774623124933noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-4608415311180590646.post-33367714621863334162024-02-29T15:00:00.005+01:002024-02-29T15:07:14.736+01:00Misteriosi DJ<div class="separator"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgD5OcPW9QBRVQRuHV4uq_UM2rMi2VMD_fpkQyM4PHupo9QD2iKM-Np-zIjbLWbLUqXmfHQhN1CGktOzs1IR9YmXAGhwAx84rPhXUOL1ZRZE5CTagZhP5mQtx3SJOXdGPwoWwRbKKZr83I76eHt0XOxp0RAZ2e3jwCLwvybVSQ_Xmjb9T5u3EycDRCcnhiB/s1130/Danza%20Napoletana,%20la%20tarantellat.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="1130" height="211" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgD5OcPW9QBRVQRuHV4uq_UM2rMi2VMD_fpkQyM4PHupo9QD2iKM-Np-zIjbLWbLUqXmfHQhN1CGktOzs1IR9YmXAGhwAx84rPhXUOL1ZRZE5CTagZhP5mQtx3SJOXdGPwoWwRbKKZr83I76eHt0XOxp0RAZ2e3jwCLwvybVSQ_Xmjb9T5u3EycDRCcnhiB/w297-h211/Danza%20Napoletana,%20la%20tarantellat.jpg" width="297" /></a></div><p><span style="font-family: verdana;"></span></p><p><span style="font-family: verdana;">Siamo noi a scegliere una musica o è lei a scegliere noi? Siamo noi a orientarci consapevolmente verso un brano, un </span><span style="font-family: verdana;">compositore, uno stile, uno strumento? <br />O si tratta di un impulso che, dal profondo, ci guida </span><span style="font-family: verdana;">a </span><span style="font-family: verdana;">scoprire melodie e ritmi già presenti nel segreto del nostro cuore?</span></p><p><span style="font-family: verdana;">Come si originano i gusti musicali? Li portiamo in noi dalla nascita o ci arrivano invece dal contatto col mondo esterno, con la cultura, l'educazione all'ascolto insieme magari all'esperienza di suonare uno strumento? <br /></span></p><p></p><p><span style="font-family: verdana;">Probabilmente, sono vere entrambe le cose perchè certi gusti sono spesso frutto di un incontro tra la nostra interiorità e la realtà fuori di noi che - talora - va a svegliare inclinazioni che abbiamo già dentro </span><span style="font-family: verdana;">come fossero scritte nel DNA e nelle quali poi ci riconosciamo. <br />Certo, il mondo esterno è anche fonte di condizionamenti, ma ad essi spesso la musica sfugge. Ha infatti</span><span style="font-family: verdana;"> una vita tutta sua per cui si sedimenta in noi, s'intreccia alle nostre vicende e ci lavora l'anima a nostra insaputa per </span><span style="font-family: verdana;">affiorare un giorno - anche a distanza di anni - come una splendida perla da un fondale marino. <br />Non fosse così, non mi spiegherei il motivo di ciò che accade a me - e certo chissà a</span><span style="font-family: verdana;"> quanti altri! - quando ogni mattina, al mio risveglio, mi parte dentro una musica che non ho neppure pensato, quasi esistesse in noi un misterioso disc jockey che sceglie liberamente i suoni da regalarci per la giornata. Ovvio che, se stai imparando un brano, è più facile che affiori quello, ma non è detto: i nostri DJ sono spesso sorprendenti e imprevedibili.</span></p><p><span style="font-family: verdana;">Bene. Tutto questo per dire che il mio da qualche mattina mi dà la sveglia con <b>Domenico Scarlatti</b> (1685 - 1757), ed è proprio al compositore napoletano che oggi mi piace tornare perchè le sue <i>Sonate</i> sono una continua scoperta. Del resto, ne ha scritte la bellezza di 555 e c'è solo l'imbarazzo della scelta!<br /></span></p><p><span style="font-family: verdana;">Le sto riascoltando da qualche tempo e ne osservo ancor più che in passato non solo la piacevolezza, ma insieme la varietà, la fantasia e la capacità di toccare registri molto diversi: un cristallo dalle tante sfaccettature, insomma. Si va dal piglio gioioso e giocoso di una danza dal sapore popolaresco alla lentezza di una meditazione nostalgica; da irrefrenabili rincorse di note ricche di trilli e abbellimenti a malinconiche pause di riflessione dal </span><span style="font-family: verdana;">clima di straordinaria modernità. <br />Più lo vado frequentando, più mi accorgo che - senza nulla togliere ai suoi </span><span style="font-family: verdana;">grandissimi contemporanei quali Bach, Vivaldi e Haendel - Scarlatti si distingue per un'originalità che, dal punto di vista tecnico, lo pone quasi in anticipo sui tempi. Ma parte di questa originalità credo derivi proprio dalla sua indole napoletana che - come scrivevo in passato - si riflette magnificamente nella musica, sia dove ha caratteri languidi e appassionati, sia dove ha un ritmo decisamente movimentato.<br /></span></p><p><span style="font-family: verdana;">Così oggi vi propongo la<i> "Sonata in Mi maggiore K.531" </i>in due differenti interpretazioni e con due diversi strumenti che - a mio avviso - </span><span style="font-family: verdana;">mettono in luce i molteplici aspetti del suo incanto. <br /></span><span style="font-family: verdana;">È</span><span style="font-family: verdana;"> un brano vivace che sprizza allegria e fa pensare a una danza. Il suo tempo</span><span style="font-family: verdana;"> ternario di 6/8 mi ha ricordato in un primo momento una <i>giga, </i>per esempio quella dalla <i>"Suite in sol minore"</i> di Domenico Zipoli - altro contemporaneo di Scarlatti - </span><span style="font-family: verdana;">che potete sentire <a href="https://www.youtube.com/watch?v=rP-1UpoYfxw">qui</a>.<br />Ma proseguendo nell'ascolto, in largo anticipo su quella più celebre di Rossini vi si coglie </span><span style="font-family: verdana;">anche il ritmo di una<i> tarantella, </i>soprattutto nelle terzine ripetute in modo </span><span style="font-family: verdana;">sempre più acceso dove dalla tonalità maggiore si passa in minore. <br />E mi ha fatto pensare a quanto tale ritmo abbia espresso in pieno la vivacità<span> dell'indole napoletana, rimanendo poi come elemento portante della sua tradizione musicale. <br /></span></span></p><p><span style="font-family: verdana;">La prima clip audio, corredata anche dallo spartito, presenta il brano eseguito al clavicembalo e devo confessare che, mentre di solito trovo il suo timbro troppo secco e metallico, qui mi piace molto per </span><span style="font-family: verdana;">la sua brillantezza fatta di suoni netti, precisi ed eleganti.<br />Diversissima la versione al pianoforte, non solo per l'uso di uno </span><span style="font-family: verdana;">strumento più morbido e duttile, ma soprattutto per la straordinaria interpretazione che ho trovato. Sì, lo so, l'atmosfera non è quella che si addice ad un pezzo barocco, ma - lasciatemelo dire - che interpretazione fantastica! Non per niente è Zhu Xiao-Mei, pianista cinese dalla storia molto tormentata - ne ho parlato anni fa <a href="https://annaclassica.blogspot.com/2018/11/perche-bach-ci-puo-salvare.html">qui -</a> e divenuta celebre per le sue registrazioni bachiane.</span></p><p><span style="font-family: verdana;">Forse i puristi grideranno allo scandalo davanti allo slancio impetuoso con cui esegue questo Scarlatti, accentuando i contrasti tra <i>forte</i> e <i>piano </i>così come tra passaggi lenti e più veloci e allungando le pause con indicibile dolcezza.</span><span style="font-family: verdana;"><br />Ma che meraviglia questo andamento turbinoso come un torrente in piena e insieme precisissimo: una</span><span style="font-family: verdana;"> padronanza di note e di ritmi che la pianista - prima ancora che nelle mani - certo possiede nel cuore, nella sua singolare fusione di vita e di musica!</span><br /></p><p> <span style="font-family: verdana;">Buon ascolto!</span></p><p><span style="font-family: verdana;">(Nella foto, presa dal web, <i>"Danza napoletana: la Tarantella" </i>di Thomas Uwins, 1830)</span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span><iframe frameborder="0" height="270" src="https://youtube.com/embed/JIEzsCVgsYw?si=JZ9WmTZDWKzsuH_V" width="480"></iframe></p><p> <iframe frameborder="0" height="360" src="https://youtube.com/embed/ndsXVrajLYY?si=EdUSJwPJ81VeV0xJ" width="480"></iframe></p>Annamariahttp://www.blogger.com/profile/01938653774623124933noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-4608415311180590646.post-37231075705055770452024-02-22T18:00:00.005+01:002024-02-22T18:05:00.589+01:00Specchi d'acqua - 2<p></p><p></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEglot58SallmpkM7rnvWJv6cUe8-Aim1aoXy7fpzqF7lfJd7R38zWeku9pWlci1fE9Gy3va4BOX8SGqORh15MQynifwVG96ErjwU2V5_RGQAqFeaq555nBV5EpQCYatZOYmsXh56oBswKKbMWARQmbb1JI17C3ADAmXr6fzGwk2VdhI1j0ud9aXzFlNH6mG/s576/Mare%20Philippe%20de%20Thaon%20Miniatura%20da%20Bestiario%20Copenaghen%20Kongelige%20Bibliotek%20.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="517" data-original-width="576" height="404" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEglot58SallmpkM7rnvWJv6cUe8-Aim1aoXy7fpzqF7lfJd7R38zWeku9pWlci1fE9Gy3va4BOX8SGqORh15MQynifwVG96ErjwU2V5_RGQAqFeaq555nBV5EpQCYatZOYmsXh56oBswKKbMWARQmbb1JI17C3ADAmXr6fzGwk2VdhI1j0ud9aXzFlNH6mG/w450-h404/Mare%20Philippe%20de%20Thaon%20Miniatura%20da%20Bestiario%20Copenaghen%20Kongelige%20Bibliotek%20.jpg" width="450" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Philippe de Thaon : <i>"Bestiario"</i><br /></td></tr></tbody></table><p><span style="font-family: verdana;"></span></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;">Faccio </span><span style="font-family: verdana;">seguito qui al post dello scorso gennaio nel quale parlavo </span><span style="font-family: verdana;">del mare nella celebre<i> "Nascita di Venere"</i>
del Botticelli, per tornare indietro nel tempo ad osservare il modo in cui l'arte ha raffigurato le onde e il loro moto nei vari specchi d'acqua. Così, mi piace proporre una breve carrellata di immagini.<br /></span></p><p><span style="font-family: verdana;">Le fonti sono mosaici, icone, miniature, antiche mappe e carte nautiche all'interno di testi di carattere profano o - più spesso - religioso, dall'epoca romana al Medioevo. Sono storie di viaggi a cominciare da quello di Marco Polo in Cina, o dai pellegrinaggi in Terra Santa, cronache di battaglie navali, talora illustrazioni della Divina Commedia; ma spesso anche narrazioni bibliche come la storia del diluvio o quella di Giona inghiottito dalla balena, o episodi evangelici come la tempesta sedata e la pesca miracolosa. Tra questi, particolare attenzione va al Battesimo di Cristo - e quindi al fiume Giordano - tema che ha avuto molta fortuna nel tempo e al quale </span><span style="font-family: verdana;">dedicherò magari in futuro un articolo a parte.</span></p><p><span style="font-family: verdana;">Materiale vastissimo quindi, dal quale ho scelto però poche immagini tra quelle che </span><span style="font-family: verdana;">mi hanno colpito per la loro originalità. Sono
raffigurazioni </span><span style="font-family: verdana;">spesso diverse tra loro anche per le differenti tecniche con cui sono
state realizzate, ma tutte affascinanti a volte per i tentativi di realismo, altrove per iconografie più fantasiose e un po'
elementari che - tuttavia - in certi casi assumono caratteri vagamente
avveneristici e di sorprendente </span><span style="font-family: verdana;">modernità. </span></p><p><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhdUG43S6dpyEBQSoUiLpUsTG96yhIaEums2-m4QdUOriJxb_mBS8jOP_f4puW_gLGJeUjXWfVeYMLSUDsl4aW83R3rmkT-uwzQrgoGnoaRl3JKeCoiwzIjbdEoIj7_SNAq55kXPQeKBs1bG01fmlgzwiF54NAwt8FlNZy1kH_9MYQ557sMSEwEshDA4fuF/s560/Mare%20delfino.jpg%201.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="474" data-original-width="560" height="407" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhdUG43S6dpyEBQSoUiLpUsTG96yhIaEums2-m4QdUOriJxb_mBS8jOP_f4puW_gLGJeUjXWfVeYMLSUDsl4aW83R3rmkT-uwzQrgoGnoaRl3JKeCoiwzIjbdEoIj7_SNAq55kXPQeKBs1bG01fmlgzwiF54NAwt8FlNZy1kH_9MYQ557sMSEwEshDA4fuF/w481-h407/Mare%20delfino.jpg%201.jpg" width="481" /></a><span style="font-family: verdana;"><br /> </span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;"> <br /></span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;">Lo dimostra il mosaico riportato qui </span><span style="font-family: verdana;">sopra, dettaglio della <i>"Chiamata di Pietro e Andrea"</i> e parte della decorazione musiva della basilica di </span><span style="font-family: verdana;">Sant'Apollinare Nuovo a Ravenna. </span><span style="font-family: verdana;">Siamo nel VI secolo d.C., eppure quel delfino che solca le onde ricurve, insieme alle </span><span style="font-family: verdana;">tessere che le rappresentano nelle loro varie sfumature di verde, è davvero di grande modernità. Non ne conoscessimo l'epoca, potremmo scambiarlo per un manufatto dei nostri giorni.</span></p><p><span style="font-family: verdana;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_TTO-ueVHFWzJOHpIBZYCxcbMC3S4vASaa7HhjPM8OdqmnqqFkeZ8Qq3ZDEOtkCWtU4rxscV5msNhtu_1ccaV7B_J68Z4ZvEE2sD84CEU8nAMBh-boHo3buWwJ0BPb3Ezg9Um5KIcs9B6gOiwMSp3Y2q42lTtMZSFvhADiKs03Rk_hAXCsaJgtnkQxC-U/s767/Mare%20.jpg%201.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="510" data-original-width="767" height="214" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_TTO-ueVHFWzJOHpIBZYCxcbMC3S4vASaa7HhjPM8OdqmnqqFkeZ8Qq3ZDEOtkCWtU4rxscV5msNhtu_1ccaV7B_J68Z4ZvEE2sD84CEU8nAMBh-boHo3buWwJ0BPb3Ezg9Um5KIcs9B6gOiwMSp3Y2q42lTtMZSFvhADiKs03Rk_hAXCsaJgtnkQxC-U/w322-h214/Mare%20.jpg%201.jpg" width="322" /></a></span><span style="font-family: verdana;">Un'immagine in parte differente troviamo invece qui a lato nel mare del <i>"Viaggio dei Magi", </i>mosaico della volta del Battistero di San Giovanni a Firenze, realizzato dal cosiddetto Maestro della Maddalena </span><span style="font-family: verdana;">intorno </span><span style="font-family: verdana;">alla fine del 1200. <br />Anche qui, lo specchio d'acqua è formato da una serie ripetuta di onde </span><span style="font-family: verdana;">ricurve ad indicarne il movimento, in mezzo alle quali possiamo scorgere diversi pesci. Tuttavia l'effetto è ben diverso.<br /></span></p><p><span style="font-family: verdana;">Ma la rappresentazione del mare è legata </span><span style="font-family: verdana;">anche ad altri aspetti. <br />Nel mondo antico e medioevale era infatti considerato uno spazio misterioso da </span><span style="font-family: verdana;">guardare con timore, mentre la sua graduale esplorazione
ne darà poi </span><span style="font-family: verdana;">immagini via via più </span><span style="font-family: verdana;">concrete e meno legate alle paure, ai simboli o alla fantasia. Resta comunque per parecchio tempo il luogo del pericolo, popolato da pesci ma </span><span style="font-family: verdana;">anche da mostri, come possiamo osservare nella prima foto grande in alto,</span><span style="font-family: verdana;"> tratta dal </span><span style="font-family: verdana;"><i>"Bestiario"</i> di Philippe de Thaon (XII sec.), conservato alla Kongelige Bibliotek di Copenaghen. </span></p><p></p><p><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj5iy0WYuWzS1o5hUqhTzik0RdyN7Rh39fZ0d32UiHE1AY13aRmUkSDqORrbWH0ef0TyUBcJ9nNwUyS5nZr5uHY_H1IR_pnTZ5jRL8ag1Wu6Ka1w9o-KuB4CAzb0ymbt2E4kfDg5Uf0CvgMJRZeMjZ2vrGA4u9pqS83-V4F54e7OSJ9JJjfE0DQmZpz7RGF/s1024/Mare%20Balena-gigante-Miscellanea-teologica-di-Peraldo-XIII-secolo-British-Library%20.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="899" data-original-width="1024" height="254" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj5iy0WYuWzS1o5hUqhTzik0RdyN7Rh39fZ0d32UiHE1AY13aRmUkSDqORrbWH0ef0TyUBcJ9nNwUyS5nZr5uHY_H1IR_pnTZ5jRL8ag1Wu6Ka1w9o-KuB4CAzb0ymbt2E4kfDg5Uf0CvgMJRZeMjZ2vrGA4u9pqS83-V4F54e7OSJ9JJjfE0DQmZpz7RGF/w290-h254/Mare%20Balena-gigante-Miscellanea-teologica-di-Peraldo-XIII-secolo-British-Library%20.jpg" width="290" /></a><span style="font-family: verdana;">Lì, vediamo un mare verde in cui l</span><span style="font-family: verdana;">e onde sono semplici righe ondulate inframmezzate da pesci; ma ai
lati si ergono due enormi draghi </span><span style="font-family: verdana;">alati, minacciosi e aggressivi, grandi quasi come l'imbarcazione.</span></p><p><span style="font-family: verdana;">Questa foto più piccola a lato, intitolata <i>"Balena gigante",</i></span><span style="font-family: verdana;"> è invece parte della </span><span style="font-family: verdana;"><i>Miscellanea teologica di Peraldo (XIII </i>sec.) conservata alla <i>British Library </i>di Londra<i>. </i>Ma ricorrono anche qui più o meno gli stessi caratteri, a cominciare dalla evidente sproporzione tra l'enorme pesce e la barca.</span><br /></p><p></p><p><span style="font-family: verdana;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><span style="font-family: verdana;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg77qS-TygoKbEHCVwZOINKMqxoz0K-b5kcp0QygSR3MPrKkcGvbAL54H_IUCuJb5YVn1ntsYk9l5fUw8rQDZ6OeF5tm_tC0x-pUtZ86UlP88R3EO8qZ3ODaaszsjoy-lSlvE3xepzBvqOGa2fqAMgtFnI6Dyb1RISy0-HZmt02bD4s_zKpn6FCMoeyQL5s/s2271/Mare%20Aquileia.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2125" data-original-width="2271" height="270" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg77qS-TygoKbEHCVwZOINKMqxoz0K-b5kcp0QygSR3MPrKkcGvbAL54H_IUCuJb5YVn1ntsYk9l5fUw8rQDZ6OeF5tm_tC0x-pUtZ86UlP88R3EO8qZ3ODaaszsjoy-lSlvE3xepzBvqOGa2fqAMgtFnI6Dyb1RISy0-HZmt02bD4s_zKpn6FCMoeyQL5s/w290-h270/Mare%20Aquileia.jpg" width="290" /></a></div>Un mare calmo dalle onde simili a righe orizzontali, ma sempre </span><span style="font-family: verdana;">popolato di pericoli è quello rappresentato dal mosaico pavimentale di Aquileia, capolavoro di arte </span><span style="font-family: verdana;">paleocristiana del IV sec. d.C. <br />Qui, in un bellissimo e celebre dettaglio, è </span><span style="font-family: verdana;">raffigurato</span><span style="font-family: verdana;"> Giona mentre viene gettato nelle fauci non di una balena, ma di una sorta di serpente marino dalle spire sinuose. </span></div><p></p><p><span style="font-family: verdana;">Un animale ben diverso, ma - almeno nella fantasia di chi lo ha dipinto - più simile a una balena se non altro per le sue dimensioni, è rappresentato invece nella miniatura sottostante della metà del sec.XV.<br /></span><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiehMLz1bCgKi2rnboYdTBm2SCzPrYYu3EKOHsJjZvqqN1QXelh1mbcanEf9XgkL-KChMKaYXfzJ9lhr5JO9vCgRJz0QqOzQDpJfmzD4pBgi-OIm7iNnXT7aZjU1OM3lhVL_sAla9QK7A6Dze4QbuF_LgKiqFOC8qEt15SVcNJwKwwdkvDmtUsnHae0kg94/s912/Mare%20mostri%20.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="912" data-original-width="699" height="356" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiehMLz1bCgKi2rnboYdTBm2SCzPrYYu3EKOHsJjZvqqN1QXelh1mbcanEf9XgkL-KChMKaYXfzJ9lhr5JO9vCgRJz0QqOzQDpJfmzD4pBgi-OIm7iNnXT7aZjU1OM3lhVL_sAla9QK7A6Dze4QbuF_LgKiqFOC8qEt15SVcNJwKwwdkvDmtUsnHae0kg94/w272-h356/Mare%20mostri%20.jpg" width="272" /></a><span style="font-family: verdana;">Di particolare interesse è qui il modo in cui sono state realizzate le onde: piccole montagnette aguzze e stilizzate, in cima a ciascuna delle quali è possibile scorgere una breve arricciatura a rappresentare la spuma. Tratti simili e veloci, per certi aspetti un po' elementari, ma per altri ancora una volta modernissimi.</span></p><p><span style="font-family: verdana;">Ma tale iconografia mi sembra ancora più </span><span style="font-family: verdana;">chiara nella foto successiva: </span><span style="font-family: verdana;">una miniatura del XV secolo, tratta dal<i> </i></span><span style="font-family: verdana;"><i>"Factorum et </i></span><span style="font-family: verdana;"><i>dictorum memorabilium Libri IX"</i> di
Valerio Massimo, conservato presso la </span><span style="font-family: verdana;">Bibliothèque de l'Arsenal a Parigi. <br />Il testo dello scrittore latino vissuto tra il I sec.</span><span style="font-family: verdana;"> a.C. e il I sec.d.C., ha avuto infatti immensa
fortuna e diffusione nel Medioevo, ad opera di numerosi amanuensi che lo
hanno anche arricchito di splendide </span><span style="font-family: verdana;">miniature proprio come quelle che vedete. </span></p><p></p><p><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhclEg5jUuCx7pOMErvqrj_Egav1JGM6RsUejgE5rEa2aOvmggzQYBE2BA2sQzWHOkvcvQtfPtBy7NunkKScU8BtmPfWrEeBNSX98cSlunWnKwT-GHnEMqfbModEblLk1BrnrOguLfiFbsKRmi52sVm2qgKd2LCSR_saEd2YpLYEInjrBToFeXOrRTf1ODe/s992/Mare%20mostri%201%20.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="992" data-original-width="837" height="323" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhclEg5jUuCx7pOMErvqrj_Egav1JGM6RsUejgE5rEa2aOvmggzQYBE2BA2sQzWHOkvcvQtfPtBy7NunkKScU8BtmPfWrEeBNSX98cSlunWnKwT-GHnEMqfbModEblLk1BrnrOguLfiFbsKRmi52sVm2qgKd2LCSR_saEd2YpLYEInjrBToFeXOrRTf1ODe/w272-h323/Mare%20mostri%201%20.jpg" width="272" /></a><span style="font-family: verdana;">Qui il copista ha voluto rappresentare un m</span><span style="font-family: verdana;">are agitato che risulta efficacissimo. Infatti, quelle onde alte e insieme larghe, disposte in successione alternata, a mio avviso rendono magnificamente l'idea del beccheggio della navicella, ancor più della miniatura precedente dove sono più fitte ma al tempo stesso molto schematiche.</span></p><p><span style="font-family: verdana;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjqVGUVd0DgnstsFyRiOxnJpYel80KwDa_4oaxnINcoti23OD7vSpjcZPg7bOFWlopPpxnY4urwv0ITX7mmmYqZp5ZqomqIyjmKg7pTAPti2PcrShbxkd1CTvg-ZNSVJHCFNosXaKsy-gTBWTS-fMSFrOQTwPJOuKj3sFJsKRvxqUGq3GwwTm6hVnoV-aDt/s640/Mare%20meloria.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="480" data-original-width="640" height="203" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjqVGUVd0DgnstsFyRiOxnJpYel80KwDa_4oaxnINcoti23OD7vSpjcZPg7bOFWlopPpxnY4urwv0ITX7mmmYqZp5ZqomqIyjmKg7pTAPti2PcrShbxkd1CTvg-ZNSVJHCFNosXaKsy-gTBWTS-fMSFrOQTwPJOuKj3sFJsKRvxqUGq3GwwTm6hVnoV-aDt/w271-h203/Mare%20meloria.jpg" width="271" /></a></span><span style="font-family: verdana;">Un mare agitato e fantasioso dunque, in un'iconografia che ricorre spesso, come nella miniatura sottostante che - all'interno di altri testi - raffigura onde e navi durante la battaglia della Meloria tra le antiche Repubbliche marinare di Pisa e Genova.</span><br /></p><p><span style="font-family: verdana;">Infine, per passare alla musica, ho scelto di associare a queste immagini il celebre terzo movimento, <i>"Allegretto"</i>, dalla <i>"Sonata per pianoforte in re minore n.17 op.31"</i> detta <i>"La tempesta" di </i><b>Ludwig van Beethoven </b>(</span><span style="font-family: verdana;"> 1770 - 1827). <br />Il brano, </span><span style="font-family: verdana;">nel tempo ternario di 3/8 in cui le terzine si susseguono con ritmo ora tranquillo, ora più affannoso quasi quella del compositore fosse una corsa, </span><span style="font-family: verdana;">dà l'impressione di una sorta di moto perpetuo. </span><span style="font-family: verdana;">Ma tale ritmo, creato dalla successione degli arpeggi, mi suggerisce anche il movimento ondeggiante di un'imbarcazione sul mare e, dove la musica va facendoci più tempestosa e cupa, l'appressarsi di un </span><span style="font-family: verdana;">pericolo dal cielo o dal profondo. <br />Diciamo la verità: forse Beethoven nel concepire la Sonata non pensava affatto a questo, ma pare fosse stato</span><span style="font-family: verdana;"> ispirato dalla visione di un cavallo al galoppo. Inoltre, il termine <i>tempesta,</i> nella sua ampiezza, potrebbe indicare anche un evento interiore, </span><span style="font-family: verdana;">una particolare fase compositiva portatrice di novità, chissà mai!<br />A me però piace associare queste note ricche di una grande varietà di arpeggi, </span><span style="font-family: verdana;">all'altrettanto vario andar per mare: uno specchio d'acqua ora calmo, ora intensamente agitato, ora scuro come un abisso che nasconde dei pericoli, ora per qualche istante luminoso. Del resto, la tonalità del brano è un malinconico <i>re minore</i> con qualche breve apertura qua e là in maggiore, come quando da un cielo coperto di nuvole filtrano i riflessi del sole sulle onde e, per un attimo, tutto s'illumina.<br /></span></p><p></p><p></p><p></p><p></p><p></p><p><span style="font-family: verdana;">Buon ascolto!</span></p><p><span style="font-family: verdana;">(Le foto sono prese dal web) </span><br /></p><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjOl7zxUqyVkQPEdvPXR7rklkwgMr32_5yis4QTR6QAQgt3IwomeIRwnHg277I5_h5JAo_Qiad0LgCGa_J-cwv0cis2qEG_nXObYE_VLdVLYGFSr0EWiUPgu-7s05MGeaovWOGGjiR3qYMmyg4brVF2pOMzRIVbkMvbmxq6EjIbB634p1PH3s15y5Eoi-SD/s234/Mare%20Maestro%20Talbot%20.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><br /></a></div><iframe frameborder="0" height="360" src="https://youtube.com/embed/ZYdv5jk09XQ?si=2aysRbLZEQBHonK6" style="background-image: url(https://i.ytimg.com/vi/ZYdv5jk09XQ/hqdefault.jpg);" width="480"></iframe><br /><br />Annamariahttp://www.blogger.com/profile/01938653774623124933noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-4608415311180590646.post-85548314167116343442024-02-15T11:00:00.005+01:002024-02-15T11:02:09.598+01:00Quando la vita si traduce in note...<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiynaH_057vYmvRS7rp5_cbHqWMUvt9fSeBlhiOPROLmJ41Tqs3U7sjAMwQgTwTUp0TxTcgQumTxGMb807R8JMVlWpOyCXinl_1D-y-bmeW290kSjrjm-V2OT7d9B5kXmrBD9OYFL0LkEkXiLkrGepl_pB4XwTMXr1QRMuGv0Ou-ZXqVNh7Mc9S7jCRCc_2/s882/Allevi%20sanremo%201.jpg%201.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="587" data-original-width="882" height="196" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiynaH_057vYmvRS7rp5_cbHqWMUvt9fSeBlhiOPROLmJ41Tqs3U7sjAMwQgTwTUp0TxTcgQumTxGMb807R8JMVlWpOyCXinl_1D-y-bmeW290kSjrjm-V2OT7d9B5kXmrBD9OYFL0LkEkXiLkrGepl_pB4XwTMXr1QRMuGv0Ou-ZXqVNh7Mc9S7jCRCc_2/w294-h196/Allevi%20sanremo%201.jpg%201.jpg" width="294" /></a></div><p><span style="font-family: verdana;">So che tanti, sul web, hanno parlato a lungo - e spesso meglio di quanto sappia fare io - del </span><span style="font-family: verdana;">monologo di <b>Giovanni Allevi</b> alla sua prima apparizione pubblica al festival di Sanremo, dopo la grave malattia che lo ha colpito. </span></p><p><span style="font-family: verdana;">Anch'io ho apprezzato la lezione di vita fatta di coraggio, gratitudine e speranza che il compositore ha regalato a tutti, a cominciare dai pazienti con i quali ha condiviso la sofferenza di questi lunghi mesi. Il suo è stato un messaggio toccante per la </span><span style="font-family: verdana;">ricchezza umana di una verità senza maschere. <br />Non intendo ora riportarne il contenuto già commentato più volte da altri, e </span><span style="font-family: verdana;">confesso </span><span style="font-family: verdana;">che
è un terreno su cui mi muovo con qualche tremore, perchè </span><span style="font-family: verdana;">addentrarsi nel dolore altrui significa talora violare uno spazio sacro. <br />Tuttavia, non voglio passare sotto silenzio alcuni passaggi molto </span><span style="font-family: verdana;">significativi dell'intervento del compositore durante la conferenza stampa che ha preceduto la serata del festival e che potete ascoltare <a href="https://www.youtube.com/watch?v=pXRbPAY-67Y">qui.</a><br /></span></p><p><span style="font-family: verdana;">Con riferimento all'esperienza di profonda fragilità creata dalla malattia, </span><span style="font-family: verdana;">Allevi ha parlato del cammino interiore percorso, perchè proprio nel cuore di tale fragilità ha potuto scoprire una più autentica visione del mondo.</span><span style="font-family: verdana;"> Un discorso fatto nella concreta consapevolezza di non poter progettare un futuro a lunga scadenza, ma solo </span><span style="font-family: verdana;"><i>- </i>per usare parole sue <i>-</i> </span><span style="font-family: verdana;"><i>un presente </i></span><span style="font-family: verdana;"><i>allargato </i></span><span style="font-family: verdana;">da vivere tuttavia giorno per giorno con intensità, gioia e speranza. </span></p><p><span style="font-family: verdana;">Mi ha colpito la sua commozione a fior di sorriso, quel parlare</span><span style="font-family: verdana;"> </span><span style="font-family: verdana;">con grinta e al tempo stesso</span><span style="font-family: verdana;"> disarmante semplicità </span><span style="font-family: verdana;">di </span><span style="font-family: verdana;">cose </span><span style="font-family: verdana;">essenziali come la vita e la morte.</span><span style="font-family: verdana;"> Ho apprezzato molto la sottolineatura del ruolo della riflessone filosofica in un cammino così</span><span style="font-family: verdana;"> arduo. Ma essenziale per il compositore è stata naturalmente la musica che - come ha sottolineato - ha dato senso alla </span><span style="font-family: verdana;">sua sofferenza trasformando in note dentro di lui i tratti più dirompenti di una simile prova: dalle paure all'ansia del domani, al timore che le </span><span style="font-family: verdana;">terapie potessero non funzionare, fino alla morsa del dolore fisico.</span></p><p><span style="font-family: verdana;">E mi viene spontaneo chiedermi a quali suoni e a quali strumenti abbia affidato l'espressione di tale </span><span style="font-family: verdana;">sofferenza: al timbro grave del violoncello o</span><span style="font-family: verdana;"> alle ottave più basse del pianoforte?... E quale tonalità avrà scelto? Lo struggente <i>fa</i></span><span style="font-family: verdana;"><i> minore</i> del suo <i>Concerto per violino</i>, o un luminoso <i>do maggiore</i> per aprirsi </span><span style="font-family: verdana;">caparbiamente alla speranza?... Chissà! Ma torno alle sue parole: </span></p><p><span style="font-family: verdana;"><i>"Che bello che la musica e l'arte siano l'occasione per trasformare la fragilità umana in una forza, una forza avvolgente!"<br /></i></span></p><p><span style="font-family: verdana;">Che bello, sì! Certo, saper tradurre la vita in note è prerogativa - se non di tutti - di tanti compositori che hanno rispecchiato nei loro brani passioni ed esperienze </span><span style="font-family: verdana;">vissute. Gli esempi non si contano. Ma tale riflessione, espressa da chi ha provato in maniera lacerante la </span><span style="font-family: verdana;">precarietà esistenziale, mi pare un'ulteriore conferma di quanto la musica sappia accendere </span><span style="font-family: verdana;">una </span><span style="font-family: verdana;">luce proprio all'interno della fragilità stessa, </span><span style="font-family: verdana;">consentendo il passaggio liberatorio dal buio dell'angoscia alla rinascita del cuore. </span><br /></p><p><span style="font-family: verdana;">Così, alle parole del musicista mi piace associare il suo <i>"Back to life"</i>, brano tra i più </span><span style="font-family: verdana;">amati dal pubblico, tratto dall'album <i>"Joy"</i> del 2006. <br />Torno quindi molto indietro nel tempo, non per sminuire la speranza </span><span style="font-family: verdana;">delineata dal più recente <i>"Tomorrow", </i>ma perchè mi pare che <i>"Back to life",</i> dai passaggi più assorti a quelli più intensi, </span><span style="font-family: verdana;">ci offra due percezioni. Da un lato permette di intuire la profondità di quell'iceberg di pensieri che</span><span style="font-family: verdana;"> talora ci portiamo dentro e di cui in questi giorni Allevi ha svelato la punta; dall'altro, ci regala lo stupore del ritorno alla vita che possiamo avvertire prima timido e un po' esitante in alcune pause, poi sempre più animato e sicuro.<br /></span></p><p><span style="font-family: verdana;">Un brano pensoso, fatto di garbo e delicatezza come lo stile con cui il compositore ha sempre parlato della propria condizione esistenziale: note che proprio per lui possono suonare oggi di straordinaria attualità nel suo ritorno alla vita, </span><span style="font-family: verdana;">consapevole dei sorprendenti doni della malattia. <br />E mi vengono in mente le parole di Fëdor Dostoevskij: <i>"Nel dolore la verità si fa più </i></span><span style="font-family: verdana;"><i>chiara",</i> quasi che dal tunnel della sofferenza possa affiorare ancora più intensa e libera l'espressione della nostra autenticità.</span></p><span style="font-size: small;"></span><p><span style="font-family: verdana;">Buon ascolto!</span></p><p><span style="font-family: verdana;">(La foto è presa dal web) <br /></span></p><p><iframe frameborder="0" height="360" src="https://youtube.com/embed/TFIBFd3gKHE?si=7fusTSYVh4v6-naV" style="background-image: url(https://i.ytimg.com/vi/TFIBFd3gKHE/hqdefault.jpg);" width="480"></iframe></p><p></p>Annamariahttp://www.blogger.com/profile/01938653774623124933noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-4608415311180590646.post-71143657287757177732024-02-06T15:00:00.001+01:002024-02-06T15:20:37.444+01:00Vertigini<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiOwqtrmw4anJ4y_VRYrE63xvhN37KtP-rN4m5n-70z0OP2EM8DbfUEwQQiFLv_9iCqnbWCVUOGiMltT3oVylTWwoCybCaqtwxPP_GAR5MqTSR22zg2pgdmWyTjvQBtB2rR3SaqYDrU90DQTOaPM686911Cp7UbFxATGJfdVXALDrpRxlRLvd1eVAXefT_c/s2992/Lucca%20San%20Michele.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2992" data-original-width="2992" height="281" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiOwqtrmw4anJ4y_VRYrE63xvhN37KtP-rN4m5n-70z0OP2EM8DbfUEwQQiFLv_9iCqnbWCVUOGiMltT3oVylTWwoCybCaqtwxPP_GAR5MqTSR22zg2pgdmWyTjvQBtB2rR3SaqYDrU90DQTOaPM686911Cp7UbFxATGJfdVXALDrpRxlRLvd1eVAXefT_c/w281-h281/Lucca%20San%20Michele.jpg" width="281" /></a><p></p><p></p><p><span style="font-family: verdana;">È</span><span style="font-family: verdana;"> stato durante la ricerca affannosa di foto per il mio calendario toscano - ormai fatto in casa - che in computer mi sono imbattuta in questa immagine scattata durante uno dei miei </span><span style="font-family: verdana;">viaggi. <br />Siamo a Lucca, città in cui mi reco sempre </span><span style="font-family: verdana;">volentieri per lo splendore delle sue opere d'arte e la bellezza del centro </span><span style="font-family: verdana;">storico circondato da mura.<br />Ma ad attirarmi è anche il fascino dello stile </span><span style="font-family: verdana;">romanico pisano con marmi e decorazioni simili a ricami che possiamo ammirare, oltre che nel Duomo, nella chiesa di San Michele in Foro </span><span style="font-family: verdana;">della quale qui vedete alcuni miei scatti. <br />Se ingrandite l'immagine della facciata infatti, </span><span style="font-family: verdana;">potete cogliere la ricchezza e la varietà di ornamenti - opera di maestranze lucchesi e pisane - nelle colonnine tortili tutte diverse, nei capitelli e nelle tarsie marmoree che rappresentano figure immaginarie e animali in lotta fra loro. <br /></span></p><p><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjI6Q0kAmAtu1zaI6wHfmMJIx8sgZCo0S-83WY8f1NAC9dTNm1wS0bX-93WLWMVi1dPzoyjEywXtdaj3pMMji0g48Zz7AknbmUkzZ3-oZu_GABZV-uIoEcOziH12RTK68oYF1YEsk73YNYwgelMgs2fo7xZ4tFxnGnV2PRJgcNofp1mGzWH7iITdm1KgrCA/s2468/CAM04904%20(3).jpg%201.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1872" data-original-width="2468" height="350" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjI6Q0kAmAtu1zaI6wHfmMJIx8sgZCo0S-83WY8f1NAC9dTNm1wS0bX-93WLWMVi1dPzoyjEywXtdaj3pMMji0g48Zz7AknbmUkzZ3-oZu_GABZV-uIoEcOziH12RTK68oYF1YEsk73YNYwgelMgs2fo7xZ4tFxnGnV2PRJgcNofp1mGzWH7iITdm1KgrCA/w463-h350/CAM04904%20(3).jpg%201.jpg" width="463" /></a><span style="font-family: verdana;"> <br /></span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span><br /></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;">Tuttavia, il motivo per cui riporto queste foto è un altro: è la scoperta di quella scaletta aerea sul retro della facciata, che conduce alla statua di San </span><span style="font-family: verdana;">Michele troneggiante in cima e affiancata da due angeli. </span><span style="font-family: verdana;">È</span><span style="font-family: verdana;"> una splendida immagine di leggerezza, come se la luminosa muratura stagliata nell'azzurro non avesse peso. <br />Ma ricordo la mia sorpresa la prima volta che l'ho vista, perchè - al di là di qualunque </span><span style="font-family: verdana;">considerazione architettonica - mi aveva fatto un effetto paralizzante. Mi ci ero subito vista sopra: incerta, tremante, pencolante, impacciata, </span><span style="font-family: verdana;">soprattutto perchè da un lato non c'è corrimano ma il vuoto!...</span></p><p><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhP_7teNSPHYUGJAZnFF0YWt6GvZBydn_YbCuqrhI4bMTvAVw_lLxhdyoSlQb3_lt5Hsw5xKwK0VDKK1jU5lSV85L7cdMQsHiHM_pDsf44HcyU9qHe23Leef83KW3HlC_YfiX24yZ1zJHiG_s_TZgUXLE9FzjGB3bHwEs_w66PodkgpSNTEI_ShchVyYTM5/s2010/Lucca%20San%20Michele.jpg%203.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2010" data-original-width="1775" height="342" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhP_7teNSPHYUGJAZnFF0YWt6GvZBydn_YbCuqrhI4bMTvAVw_lLxhdyoSlQb3_lt5Hsw5xKwK0VDKK1jU5lSV85L7cdMQsHiHM_pDsf44HcyU9qHe23Leef83KW3HlC_YfiX24yZ1zJHiG_s_TZgUXLE9FzjGB3bHwEs_w66PodkgpSNTEI_ShchVyYTM5/w302-h342/Lucca%20San%20Michele.jpg%203.jpg" width="302" /></a><span style="font-family: verdana;">Parliamoci chiaro: da sempre vado in montagna, prendo senza problemi funivie o seggiovie e mi piace affacciarmi da </span><span style="font-family: verdana;">balconate anche molto alte sul panorama.<br />Però in passato, due o tre volte ho avuto le vertigini e so con quale sensazione </span><span style="font-family: verdana;">viscerale ci afferrino fino a bloccarci, rendendoci incapaci </span><span style="font-family: verdana;">di muoverci, nè avanti, nè </span><span style="font-family: verdana;">indietro. <br />Così, quella scaletta obliqua in bilico tra <span>terra e cielo mi è rimasta impressa </span></span><span style="font-family: verdana;">con il fascino delle cose che ci fanno paura, ma insieme oscuramente ci attraggono.</span></p><p><span style="font-family: verdana;">In realtà, a ben guardare i gradini non sono tanto piccoli e neppure ripidi, ma è quel vuoto a destra senza riparo a farmi pensare che, invece di appoggiarmi al corrimano salendo ben diritta e godendo dell'ampio panorama, finirei per appiattirmi senza rimedio contro il muro in </span><span style="font-family: verdana;">attesa di soccorsi! <br />Mio marito, nella sua concretezza, sullo sfondo brontola: <i>"Ma che scrivi a fare?... Mica devi salire tu su quella</i></span><span style="font-family: verdana;"><i> scaletta!"</i> </span><span style="font-family: verdana;">Però poi ride perchè sa che quanto sto dicendo sulle mie vertigini non è invenzione, ma pura verità! <br /></span></p><p><span style="font-family: verdana;">Ma da una scala...alla musica - lo sappiamo tutti - il passo è breve, così a questa vertiginosa immagine di marmo bianco ho pensato di associare un brano di <b>Domenico Scarlatti </b>(1685 - 1757). A lui mi hanno condotto le minutissime decorazioni della facciata di San Michele simili a ricami, come lo sono tante delle sonate del compositore nella loro ornamentazione di scale, trilli e abbellimenti. Bene, una sonata dunque, ma quale?</span></p><p><span style="font-family: verdana;">Inizialmente, avevo pensato a quella<i> </i>in sol minore K.30 soprannominata <i>"Fuga</i> <i>del gatto" </i>per il suo andamento che sembra imitare proprio l'incedere di un felino.<i> </i>Del resto, chi meglio dei gatti che amano camminare sopra i tetti saltando con agilità da un cornicione all'altro, potrebbe avventurarsi senza timore su quell'aerea scaletta? Poi però </span><span style="font-family: verdana;">il brano, benchè sia una fuga molto efficace dove le varie voci sembrano proprio dei passi, mi è parso un po' troppo tranquillo e uguale nella sua struttura tutta a terzine.</span></p><p><span style="font-family: verdana;">Così, di pezzo in pezzo, sono approdata alla <i>"Sonata in mi minore K.98" </i>che - per quanto non abbia alcun titolo nè riferimento ai gatti - in alcuni </span><span style="font-family: verdana;">passaggi può rifletterne le movenze ora </span><span style="font-family: verdana;">lente e guardinghe, ora più scattanti e veloci. <br />Ci sono punti in cui se ne coglie addirittura il passo felpato, lento ma scandito e <span>ritmato </span></span><span style="font-family: verdana;">da una nota all'inizio </span><span style="font-family: verdana;">delle varie sestine. La sentite?...e nello spartito la vedete?<br />Allo stesso modo, i numerosi trilli che poi costellano il brano possono far pensare a piccole fermate, </span><span style="font-family: verdana;">brividi che durano un attimo o brevi pause di tremore in un vertiginoso andirivieni di suoni. <br /></span></p><p><span style="font-family: verdana;">Buon ascolto!</span><br /></p><p><iframe frameborder="0" height="270" src="https://youtube.com/embed/Ue9oJUGEV6A?si=8WLfIPgZfIy0lDM1" width="480"></iframe></p><p></p>Annamariahttp://www.blogger.com/profile/01938653774623124933noreply@blogger.com10tag:blogger.com,1999:blog-4608415311180590646.post-22036952429042464372024-01-29T16:30:00.007+01:002024-01-29T16:31:12.767+01:00Glenn!!!<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhMDxVNgNHnLzFbp7I7TJLLaJGmhuEUsEo8_5hj19yl1Dtj15TGmPWIWruwmHYgD53nnMZyiRPd9h-UtbU0GMXfFVSsQOuNsnHpsA9KFw8STUOk_Db9PJNqbvKIAc3CQ3wm9U4j90GbIvFMqW8DsUYVj9jj8Z1rhlSdPoOJq4b7xMwkyq6CM3_0N99va6Yq/s599/Glenn-Gould.jpg%201.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="464" data-original-width="599" height="221" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhMDxVNgNHnLzFbp7I7TJLLaJGmhuEUsEo8_5hj19yl1Dtj15TGmPWIWruwmHYgD53nnMZyiRPd9h-UtbU0GMXfFVSsQOuNsnHpsA9KFw8STUOk_Db9PJNqbvKIAc3CQ3wm9U4j90GbIvFMqW8DsUYVj9jj8Z1rhlSdPoOJq4b7xMwkyq6CM3_0N99va6Yq/w285-h221/Glenn-Gould.jpg%201.jpg" width="285" /></a></div><p><span style="font-family: verdana;">Mi perdonerà <b>Glenn Gould</b> - dall'alto del paradiso dei musicisti dove certo si trova - per la confidenza che mi prendo di </span><span style="font-family: verdana;">chiamarlo per nome. <br />Ma quando un talento, una dedizione, </span><span style="font-family: verdana;">uno stile sono così assoluti e travolgenti da parlare alla nostra vita, forse possiamo </span><span style="font-family: verdana;">permetterci questa familiarità. <br />Se infatti una passione diventa contagiosa, se</span><span style="font-family: verdana;"> un modo come il suo di entrare nella musica restituendocene l'essenza arriva a toccarci e riempirci di entusiasmo, allora l'interprete non è più un estraneo, ma una persona che col nostro cuore intrattiene una straordinaria vicinanza. E poco importa che non sia più con noi da oltre quarant'anni, perchè vive in ciò che ha suonato, come sono vivi tanti compositori del passato a cominciare da Bach del quale Gould ha lasciato celeberrime registrazioni. <br /></span></p><p><span style="font-family: verdana;">Ma perchè dico questo? Perchè ho ritrovato su youtube un breve ma famosissimo filmato che ogni volta mi </span><span style="font-family: verdana;">entusiasma. Così oggi lo condivido qui. <br />Il video ci presenta il giovane Glenn mentre prova la <i>"Sinfonia"</i> che apre la <i>"Partita n.2 in do </i></span><span style="font-family: verdana;"><i>minore BWV 826"</i> di <b>Johann Sebastian Bach</b>.<b> <br /></b></span><span style="font-family: verdana;">Siamo nel 1958, il pianista ha 26 anni ed è ripreso all'interno del proprio cottage in Canada.</span><span style="font-family: verdana;"> È in veste da </span><span style="font-family: verdana;">camera, la tazza della colazione sul pianoforte, e sta studiando. </span><span style="font-family: verdana;"><b> </b>Incuriosiscono
sempre gli aspetti della vita privata e della quotidianità di un genio,
ma ciò che il filmato ci offre va oltre la superficie per aprire
squarci </span><span style="font-family: verdana;">più profondi.</span></p><p><span style="font-family: verdana;">A colpirmi qui non è solo l'ambiente casalingo con i libri affastellati in uno scaffale, gli alberi mossi dal vento fuori dalla finestra e il cane. Stupisce</span><span style="font-family: verdana;"> certo l'incredibile velocità delle sue mani, frutto di una </span><span style="font-family: verdana;">raffinatissima tecnica, </span><span style="font-family: verdana;">ma ad affascinarmi è soprattutto la </span><span style="font-family: verdana;">grinta di Gould, una grinta splendida e impressionante che ci parla del </span><span style="font-family: verdana;">suo rapporto viscerale con le note. <br />Note che canta con voce piena e calda, come ha sempre fatto anche durante le </span><span style="font-family: verdana;">registrazioni quasi fosse sospinto da un insopprimibile moto dell'anima. <br />E cantando segna il tempo, sottolineando con forza e - oserei dire - con </span><span style="font-family: verdana;">spregiudicatezza il ritmo incalzante del pezzo bachiano.</span></p><p><span style="font-family: verdana;">La <i>"Sinfonia" </i>della <i>Partita in do minore</i> - termine che qui sta per brano introduttivo e non per composizione orchestrale come sarà poi - comprende due parti: un <i>Grave adagio </i>dalla costruzione polifonica simile a un corale e un<i> Andante</i></span><span style="font-family: verdana;"> prima lento e scandito, poi vivacissimo nel suo andamento fugato.</span><span style="font-family: verdana;"><br />Gould entra nel pezzo bachiano facendolo suo tanto da cantarlo sia mentre suona che quando si al</span><span style="font-family: verdana;">za </span><span style="font-family: verdana;">dal pianoforte, senza che il filo della musica in lui s'interrompa ma continuando a ritmarlo per conto proprio</span><span style="font-family: verdana;">. E si esercita - lo sentite - soffermandosi più volte sullo stesso passaggio, precisamente quello che apre la fuga, correggendosi con grinta quasi feroce e concentrazione</span><span style="font-family: verdana;"> assoluta come se tutto il suo essere vivesse in quelle note.</span></p><p><span style="font-family: verdana;">Suona risoluto e travolgente, ma al tempo stesso rigoroso e nitido negli <i>staccati</i>, lontano da</span><span style="font-family: verdana;"> interpretazioni pseudoromantiche, nella volontà di far </span><span style="font-family: verdana;">emergere la struttura contrappuntistica dalla purezza esecutiva. <br />Un Bach, il suo, rarefatto e proprio per questo ancor più espressivo, come </span><span style="font-family: verdana;">dimostrerà il confronto tra le due letture delle <i>Variazioni Goldberg</i>, nel 1955 e poi nel 1981. Se infatti la prima è una vibrante prova di virtuosismo, la seconda, più lenta e ricca di pause, è una ricerca di essenzialità.</span></p><p><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhbI8flFQr00RbUg1T60Mov85sf1hQ2MBrseSQ1RPIu1xPPp5faORLrE8Rww_EaRWvdltB6emJ4fwK9oWMx5of0XLrGL8C7Nr06Gn0TSjt7ozBXJ7jrcJ8B6GUUGjQwrHDn68CfwvoCPnFK3Gik7qXA6C8_-Y5bqx-LUF6KBtvPjKn8pd7VMZEcR3ksgLBW/s599/Gould%20cane%20472px-YoungGould.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="599" data-original-width="472" height="355" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhbI8flFQr00RbUg1T60Mov85sf1hQ2MBrseSQ1RPIu1xPPp5faORLrE8Rww_EaRWvdltB6emJ4fwK9oWMx5of0XLrGL8C7Nr06Gn0TSjt7ozBXJ7jrcJ8B6GUUGjQwrHDn68CfwvoCPnFK3Gik7qXA6C8_-Y5bqx-LUF6KBtvPjKn8pd7VMZEcR3ksgLBW/w280-h355/Gould%20cane%20472px-YoungGould.jpg" width="280" /></a><span style="font-family: verdana;">Ma mi piace anche l'ombra di sorriso che - nel filmato - per un attimo compare sul viso di Glenn mentre scandisce con delicatezza le prime note </span><span style="font-family: verdana;">dell'<i>Andante</i>. <br />Un sorriso che vediamo più aperto nella bellissima foto qui a </span><span style="font-family: verdana;">lato che lo ritrae ancora tredicenne: un ragazzino gioioso, la destra sui tasti e accanto lo splendido cane che sembra avere </span><span style="font-family: verdana;">per lui un gesto </span><span style="font-family: verdana;">protettivo.</span></p><p><span style="font-family: verdana;">Tuttavia, tale gioia col passare del tempo cederà il <span>passo </span></span><span style="font-family: verdana;">alla </span><span style="font-family: verdana;">malinconia. La foto in alto ci restituisce infatti lo sguardo già</span><span style="font-family: verdana;"> </span><span style="font-family: verdana;">pensieroso di un </span><span style="font-family: verdana;">giovane destinato a diventare un adulto ipocondriaco, che terrà lontano il pubblico </span><span style="font-family: verdana;">sospendendo l'attività concertistica a soli 32 anni, e </span><span style="font-family: verdana;">avrà abitudini un po' maniacali come quella di suonare su di una sedia così bassa che nessun musicista</span><span style="font-family: verdana;"> forse userebbe mai. </span></p><p><span style="font-family: verdana;">Eppure, anche quelle che ai comuni mortali possono sembrare solo stravaganze avevano un loro senso finalizzato alla musica, a cominciare dalla gestualità talora enfatica con la quale Gould sottolineava il riverbero della singola nota o l'intensità di una pausa o di una ripresa. Lo si può osservare in</span> <a href="https://www.youtube.com/watch?v=Mia9woisQZo&t=32s" style="font-family: verdana;">questo video</a> <span style="font-family: verdana;">dove la mano sinistra sembra accompagnare e commentare con potente intensità espressiva lo splendore del pezzo </span><span style="font-family: verdana;">che sta suonando: una Fuga dal secondo libro del <i>Clavicembalo ben temperato</i>. <br />Quella di Glenn è insomma l'arte di un genio ineguagliabile, un interprete che della propria </span><span style="font-family: verdana;">storia con la musica - in particolare quella di Bach - ha fatto un cammino di progressiva interiorizzazione, una sorta di ascesi di un tale spessore che forse riusciamo appena ad intuire.</span></p><p></p><p><span style="font-family: verdana;">Buona visione e buon ascolto!</span></p><p><span style="font-family: verdana;">(Le foto sono prese dal web) </span><br /></p><p><iframe frameborder="0" height="270" src="https://youtube.com/embed/truCQS7YlQI?si=y4VEZZV1vD5reu5r" width="480"></iframe></p><p> <iframe frameborder="0" height="360" src="https://youtube.com/embed/Q7HhP92k7s8?si=dWIdGcC_fK4wkh5d" width="480"></iframe></p>Annamariahttp://www.blogger.com/profile/01938653774623124933noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-4608415311180590646.post-30514962057310751092024-01-22T15:30:00.000+01:002024-01-22T15:42:07.191+01:00Specchi d'acqua - 1 <p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEheIHwbwo3DD6rB-KXmXNxfOGt6w_YinTk7Tp3nAmu-wES2up0N_dufJbP8fNbyKaTLKnfeq_ffSG_IRdxiGFIqDlshn3wTEwdgscafPBXHFi82YjYcDGFO-2OUykSVnJq2JWKFlnQ2cHRY26sJ7aZsqFGUrh2Flib6WtK0pm37vL_KBZfzV_EldEOJ81u1/s606/Mare%20El_nacimiento_de_Venus,_i.jpg%203.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="428" data-original-width="606" height="342" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEheIHwbwo3DD6rB-KXmXNxfOGt6w_YinTk7Tp3nAmu-wES2up0N_dufJbP8fNbyKaTLKnfeq_ffSG_IRdxiGFIqDlshn3wTEwdgscafPBXHFi82YjYcDGFO-2OUykSVnJq2JWKFlnQ2cHRY26sJ7aZsqFGUrh2Flib6WtK0pm37vL_KBZfzV_EldEOJ81u1/w483-h342/Mare%20El_nacimiento_de_Venus,_i.jpg%203.jpg" width="483" /></a></div><br /><p></p><p> </p><p> </p><p> </p><p> </p><p> </p><p> </p><p> </p><p> </p><p> </p><p> </p><p><span style="font-family: verdana;">Nasce da lontano la suggestione che mi porta oggi a inaugurare una serie di post sull'acqua: dal mare ai fiumi e ai ruscelli, dalle tempeste alla pioggia o alle immagini </span><span style="font-family: verdana;">riprodotte dai pittori, cantate dai poeti e spesso celebrate in note. Da Petrarca a D'Annunzio, da Ungaretti a Neruda - solo per citarne alcuni - l'acqua </span><span style="font-family: verdana;">è stata più volte descritta per la sua trasparenza, il suono, la forza rigenerante o distruttiva e insieme per la sua capacità di segnare momenti forti della nostra esistenza. Così pure, le note o i colori che ne hanno fissato l'incanto - da Vivaldi a Ravel o da Giotto a Monet - ci riempiono spesso di stupore.</span></p><p><span style="font-family: verdana;">Quello dell'acqua nell'arte figurativa o in musica è un tema già ampiamente trattato, ma qui mi piace portare qualche esempio che esuli almeno in parte da quelli citati altrove, cercando invece il suo fascino in un </span><span style="font-family: verdana;">semplice dettaglio o il vibrare delle onde in un brano nato magari con altri intenti.<br />Così, oggi vi propongo un dipinto celeberrimo in uno dei </span><span style="font-family: verdana;">suoi particolari più leggiadri. Lo avrete già riconosciuto: è la <i>"Nascita di Venere" </i>di <b>Sandro Botticelli </b>(1445 - 1510) conservato a Firenze, presso la Galleria degli Uffizi. <br /></span></p><p><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgfF9F4EdkoyJ0gxv5-HLpTwK6I6WznzTsskNRAM_RLM6-XGuEj1SoVKsm5fNNhM1NbsHDEIWUEkO_qfKQo5WlVSnctZjlKZVsYExtoIGQcLZWvZ2VSIuqCITv4LSHyezRz-bM-bXvL_jcaGH4uF3PI75myFrFJ_s6rgDex6OaMETmN6necOeqpcfFq45L-/s2500/Mare%20El_nacimiento_de_Venus,_i.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1560" data-original-width="2500" height="302" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgfF9F4EdkoyJ0gxv5-HLpTwK6I6WznzTsskNRAM_RLM6-XGuEj1SoVKsm5fNNhM1NbsHDEIWUEkO_qfKQo5WlVSnctZjlKZVsYExtoIGQcLZWvZ2VSIuqCITv4LSHyezRz-bM-bXvL_jcaGH4uF3PI75myFrFJ_s6rgDex6OaMETmN6necOeqpcfFq45L-/w483-h302/Mare%20El_nacimiento_de_Venus,_i.jpg" width="483" /></a><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;">Al di là della figura della dea che l'artista ha dipinto a modello dell'antica statuaria greca ma con linee morbide e di più raffinata leggerezza, il mito della sua nascita dalle acque, cantato in seguito anche dal Foscolo, mi conduce a quel mare che qui non fa semplicemente da sfondo all'opera, ma è elemento essenziale sul quale si apre e si dipana tutta la scena. <br /></span></p><p><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhCnd-8e2g0YmulPLeHBmKC8xgZpdOLE-FYbhnWjDRqVbvjy1yO8_-_6QxOMbcqBwk4OvpIzQta4O9uegXsIziFI57bRP_O-q-Q9qRLgW56cQ_bzNcsaTsnHLsMRC54L4DO0vv2UwgyzxIVFVZrZ2_byQJesiu4JjR3u-OYAfberl0PWU_I0HyXM74ST-li/s2000/Mare%20botticelli-nascita-di-venere-dettaglio-4.webp" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2000" data-original-width="968" height="530" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhCnd-8e2g0YmulPLeHBmKC8xgZpdOLE-FYbhnWjDRqVbvjy1yO8_-_6QxOMbcqBwk4OvpIzQta4O9uegXsIziFI57bRP_O-q-Q9qRLgW56cQ_bzNcsaTsnHLsMRC54L4DO0vv2UwgyzxIVFVZrZ2_byQJesiu4JjR3u-OYAfberl0PWU_I0HyXM74ST-li/w257-h530/Mare%20botticelli-nascita-di-venere-dettaglio-4.webp" width="257" /></a><span style="font-family: verdana;">E come si presenta? Osserviamolo: è una distesa incantevole e calma, se non fosse per quelle ondine increspate dal vento in una vibrazione che si propaga into</span><span style="font-family: verdana;">r</span><span style="font-family: verdana;">no </span><span style="font-family: verdana;">rendendo più chiara e trasparente la superficie. <br />È il soffio di Zefiro ad animare tutta la </span><span style="font-family: verdana;">composizione. Dalla chiome di Venere - che ricordano</span><span style="font-family: verdana;"><i> i capei d'oro a l'aura sparsi </i>di petrarchesca memoria -</span><span style="font-family: verdana;"> fino ai panneggi delle figure laterali, il vento crea infatti un dolcissimo movimento di linee che tuttavia non altera la compostezza </span><span style="font-family: verdana;">dell'insieme. <br />Guardiamo per esempio con quale assoluta grazia e levità scendono i </span><span style="font-family: verdana;">fiori, quasi stessero planando sull'acqua con una leggiadrìa che ci riporta ancora al Petrarca e alla <i>pioggia di fior </i>da<i> "Chiare, fresche, </i></span><span style="font-family: verdana;"><i>dolci acque"</i>!<br />Un'immagine che - se può ricordare alcuni testi poetici del passato - riflette però i canoni di bellezza ideale della fine del Quattrocento, periodo in cui il Botticelli realizza il quadro. E a tali canoni</span><span style="font-family: verdana;"> non </span><span style="font-family: verdana;">sfugge la rappresentazione del mare.</span></p><span style="font-family: verdana;">Ma in quali particolari elementi consiste la novità? E come venivano raffigurati i vari corsi d'acqua nelle<span> </span></span><span style="font-family: verdana;">opere dei secoli </span><span style="font-family: verdana;">precedenti? </span><br /><p><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIZg2P3ARssYFErFW1p-QMhPNGHVuv0P8LbAnfIOqiBnNHwPnGOLPi_vb5auHQG8yyrVUC1zeKX3hpOw-m2LRC9iqKs4XykZZWQ2WU43m73EIWpCbNBSU0IHUdHcSqKCHtjDT5boJjGiTBvwbkNqUM7RXhgkD2uGqqgIjYtP1n0BPjzS3A_WJGzDQrPop4/s591/Mare%20El_nacimiento_de_Venus,_i.jpg%202.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="392" data-original-width="591" height="173" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIZg2P3ARssYFErFW1p-QMhPNGHVuv0P8LbAnfIOqiBnNHwPnGOLPi_vb5auHQG8yyrVUC1zeKX3hpOw-m2LRC9iqKs4XykZZWQ2WU43m73EIWpCbNBSU0IHUdHcSqKCHtjDT5boJjGiTBvwbkNqUM7RXhgkD2uGqqgIjYtP1n0BPjzS3A_WJGzDQrPop4/w260-h173/Mare%20El_nacimiento_de_Venus,_i.jpg%202.jpg" width="260" /></a><span style="font-family: verdana;">Sia che fossero di argomento sacro come i </span><span style="font-family: verdana;">numerosi dipinti sul tema del <i>"Battesimo di</i> <i>Cristo"</i>, o profano come per esempio la <i>"Veduta di città sul mare"</i> e il <i>"Castello sul lago</i>" di Ambrogio Lorenzetti, l'acqua veniva spesso rappresentata da una serie di linee ricurve sovrapposte </span><span style="font-family: verdana;">ad </span><span style="font-family: verdana;">imitare il moto delle onde. <br />E se torniamo indietro nel tempo ad anni in cui</span><span style="font-family: verdana;"> </span><span style="font-family: verdana;">l'impostazione prospettica era ancora incerta, troviamo raffigurazioni di un realismo a dire il vero un po' arcaico. </span></p><p><span style="font-family: verdana;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEin1n9bHw249Mbz9601_OMJXpRabHMFlceWzo5i3UgbcPnu4T_oK3N03C5UTPH_hWsgWE9pG50ElsMmdK9l6jBwWw_oAKJPAgcPSA-tDLw5XLDilRPm_LL54My53qmvqNQBp3X1cxiRn320ossveK8kJZVgUDsosGordA3MNCnGfS4ntS0JLpWPtee-UjpL/s1120/Mare%20Lodi%20san%20francesco%20battesimo%20.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1120" data-original-width="700" height="416" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEin1n9bHw249Mbz9601_OMJXpRabHMFlceWzo5i3UgbcPnu4T_oK3N03C5UTPH_hWsgWE9pG50ElsMmdK9l6jBwWw_oAKJPAgcPSA-tDLw5XLDilRPm_LL54My53qmvqNQBp3X1cxiRn320ossveK8kJZVgUDsosGordA3MNCnGfS4ntS0JLpWPtee-UjpL/w260-h416/Mare%20Lodi%20san%20francesco%20battesimo%20.jpg" width="260" /></a></span></div><p><span style="font-family: verdana;">Ve ne riporto solo un esempio qui a lato come termine di confronto: si tratta del <i>"Battesimo di Cristo"</i> realizzato dal cosiddetto Maestro di San Bassiano all'inizio del Quattrocento e conservato a Lodi nella </span><span style="font-family: verdana;">Chiesa di San Francesco. <br />Solo un'ottantina d'anni separa quest'opera da quella</span><span style="font-family: verdana;"> del Botticelli, ma in realtà sia sul piano prospettico che per altri caratteri c'è un abisso. Basta osservare il modo con cui l'autore ha reso l'acqua del fiume Giordano e i pesci al suo interno.<br /></span></p><p></p><span style="font-family: verdana;">La <i>"Nascita di Venere"</i> è tutt'altra cosa. Qui, se realistica è la proporzione del mare fino alla linea dell</span><span style="font-family: verdana;">'orizzonte, e altrettanto è la presenza dei giunchi verso la riva, quasi stilizzata è invece la resa delle spume: brevi tocchi essenziali, veloci guizzi di luce, bagliori più o meno fitti o marcati a rendere la superficie ora cupa, ora scintillante. Così pure, i colori tenui e le calibratissime sfumature tra il verde chiaro e il rosa dei fiori, dell'acqua e del cielo, ci regalano un'immagine di ampio respiro e inarrivabile bellezza.</span><p><span style="font-family: verdana;">Una visione incantevole dove il lieve fremito delle onde mosse da un </span><span style="font-family: verdana;">vento leggero può</span><span style="font-family: verdana;"> ricordare il dantesco <i>tremolar della marina,</i></span><span style="font-family: verdana;"> </span><span style="font-family: verdana;"><i> </i>anche se questa </span><span style="font-family: verdana;">del Botticelli non sembra un'alba nè siamo in Purgatorio. <br />Ma l'acqua rimanda anche a un significato di </span><span style="font-family: verdana;">purificazione perchè </span><span style="font-family: verdana;"> - come alcuni studiosi hanno affermato - </span><span style="font-family: verdana;">lo schema dell'opera può far pensare a una sorta di trasposizione profana del tema del <i>Battesimo di Cristo</i>. E sembra quasi stabilire una </span><span style="font-family: verdana;">corrispondenza fra </span><span style="font-family: verdana;">l'idea cristiana della purificazione nell'acqua battesimale e </span><span style="font-family: verdana;">il mito classico della nascita dal mare di una Venere non più simbolo di amore sensuale, ma ideale di bellezza spirituale secondo il pensiero neoplatonico dell'epoca. </span></p><span style="font-family: verdana;">E con quale musica celebrare allora il mirabile specchio d'acqua botticelliano? <br />Ci ho pensato a lungo. </span><span style="font-family: verdana;">A tutta prima, la mia scelta era caduta su Monteverdi: che cosa meglio di un </span><span style="font-family: verdana;">madrigale come <i>"Ecco mormorar l'onde" </i>o <i>"Zefiro torna" </i>?<i> </i>Poi non so, qualcosa non mi convinceva non nella bellezza dei brani in sè, ma per ciò che stavo cercando. Così, muovendomi nel grande mare della musica, sono approdata a <b>Mozart </b>con un pezzo che sto ascoltando da giorni e che mi è rimasto dentro.</span><p><span style="font-family: verdana;">Si tratta dell' <i>"Andantino con espressione"</i> dalla <i>"Sonata n.9 in Re maggiore K.311" </i>che qui trovate interpretato da Mitsuko Uchida, per la quale in questo periodo ho </span><span style="font-family: verdana;">tradito alcuni miei miti come Andr</span><span style="font-family: verdana;">á</span><span style="font-family: verdana;">ss Schiff e Maria Jo</span><span style="vertical-align: inherit;"><span style="vertical-align: inherit;"><span style="font-family: verdana; font-size: small;">ã</span></span></span><span style="font-family: verdana;">o Pires. <br />È un pezzo di grande delicatezza che, pur essendo nato con </span><span style="font-family: verdana;">intenti diversi rispetto alla descrizione di un corso d'acqua, a mio avviso può rispecchiarne comunque alcuni caratteri. Vi sono infatti trilli, acciaccature e passaggi sempre più ricchi di abbellimenti attraverso i quali è possibile ritrovare ora la vibrazione delle onde sulla </span><span style="font-family: verdana;">superficie dell'acqua, ora l'atmosfera di intatta bellezza del dipinto.<br />Il brano si apre subito con una melodia dolcissima e pacata composta da due temi </span><span style="font-family: verdana;">e ripresa altre volte in modo progressivamente più ornato e impreziosito. Splendido il secondo tema che si dipana sostenuto dalle quartine della mano sinistra con </span><span style="font-family: verdana;">un fugace passaggio in minore, com'è tipico della serenità mozartiana che non ignora qualche sprazzo di lieve malinconia. <br />Facile sul piano tecnico, il pezzo richiede tuttavia un'interpretazione molto attenta </span><span style="font-family: verdana;">alle dinamiche per dare alle note quell'espressione che l'indicazione agogica </span><span style="font-family: verdana;">richiede.<br />Ultima notazione: l' <i>Andantino</i> mi ha preso non solo per la sua bellezza, non solo perch</span><span style="font-family: verdana;">è l'ho pure suonicchiato, ma anche per un preciso riferimento. Nella conclusione di alcune frasi musicali, riprende infatti l'analoga conclusione del <i>piano assai</i> dei violini nel <i>Rondò</i> del <i>"Concerto per violino in Re maggiore n.4</i> <i>K.218"</i> che Mozart aveva </span><span style="font-family: verdana;">composto due anni prima della Sonata. </span><br /><span style="font-family: verdana;">Un concerto che è sempre stato uno dei miei preferiti fin dai tempi del liceo. <br />E come non riconoscerlo subito?...</span><br /></p><p></p><p><span style="font-family: verdana;">Buon ascolto! </span></p><p><span style="font-family: verdana;">(Le foto sono prese dal web)</span><br /></p><p></p><p></p><p></p><p></p><p></p><p><iframe frameborder="0" height="360" src="https://youtube.com/embed/1uflHaoq1e8?si=EKwXUlVNBH_y_7Rp" width="480"></iframe></p>Annamariahttp://www.blogger.com/profile/01938653774623124933noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-4608415311180590646.post-79678860529144321812024-01-13T18:30:00.002+01:002024-01-19T17:18:05.798+01:00Dirompente...<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhrxkP5w6VsCbLimavqUkmZva6G39x5dvDpPiT-4dCbfLakYUSWCEAwYXc51u9g8vNwLlDEyZnDKH4Ao223Y6htsy5cLtDji689s2Yf3ZROtCmYlwurvd6BV4L3YbFLGYjGN2O_YQZm3DWRxNXylT-wlDjOKaAEglbShP180c1gG6Fr6BgoGKO7igq8D6Fi/s722/Mare%20Giotto%20cometa%20.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="581" data-original-width="722" height="352" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhrxkP5w6VsCbLimavqUkmZva6G39x5dvDpPiT-4dCbfLakYUSWCEAwYXc51u9g8vNwLlDEyZnDKH4Ao223Y6htsy5cLtDji689s2Yf3ZROtCmYlwurvd6BV4L3YbFLGYjGN2O_YQZm3DWRxNXylT-wlDjOKaAEglbShP180c1gG6Fr6BgoGKO7igq8D6Fi/w436-h352/Mare%20Giotto%20cometa%20.jpg" width="436" /></a></div><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;"><br /></span></p><p><span style="font-family: verdana;">Immagino che in tanti abbiate riconosciuto subito, in questa immagine, un particolare della splendida <i>"Adorazione dei Magi" </i>di <b>Giotto</b> (1267 - 1337), nel ciclo di affreschi </span><span style="font-family: verdana;">della Cappella degli Scrovegni a Padova.<br />È la cometa che sovrasta la capanna dove i Re venuti dall'Oriente </span><span style="font-family: verdana;">portano doni al piccolo Gesù. Probabilmente, l'artista vi ha voluto raffigurare la celebre cometa di Halley della quale aveva visto il passaggio, anche se gli studiosi non ne sono totalmente certi. Tuttavia non è su questo argomento che intendo soffermarmi, ma proprio sul dettaglio pittorico.</span></p><p><span style="font-family: verdana;">Osserviamolo: è u</span><span style="font-family: verdana;">n'immagine
che fonde in modo straordinario semplicità ed efficacia e in pochi
tratti - ora indefiniti, ora progressivamente più marcati - non solo </span><span style="font-family: verdana;">rende splendidamente un'idea, ma ci riempie di emozione. E se non ne conoscessimo l'autore nè il periodo in cui è stata realizzata, </span><span style="font-family: verdana;"><span>potremmo forse </span></span><span style="font-family: verdana;">scambiarla per un'opera moderna o contemporanea.<br />Certo, la grandezza di Giotto sta anche nella sua modernità fatta di pennellate </span><span style="font-family: verdana;">essenziali, capaci in pochi tocchi di dar vita, espressione, sentimenti alle figure </span><span style="font-family: verdana;">umane e a tutta la compagine naturalistica che rappresenta. Ma c'è di più.</span></p><p><span style="font-family: verdana;">Qui non vediamo un astro dalla luminosità contenuta e tranquilla come in altre </span><span style="font-family: verdana;">raffigurazioni pittoriche, ma una meteora </span><span style="font-family: verdana;">
dirompente a somiglianza di un oggetto che sta esplodendo. </span><span style="font-family: verdana;">Il modo in cui è dipinta la
coda della stella non sembra forse imprimerle </span><span style="font-family: verdana;">velocità? E il cuore della cometa, animato da un fuoco interno e da quei </span><span style="font-family: verdana;">raggi di luce che si irradiano intorno, non rappresenta una sorta di deflagrazione?<br />Osservare oggi questo particolare colpisce perchè, se è splendido sul piano pittorico, </span><span style="font-family: verdana;">può diventare inquietante</span><span style="font-family: verdana;"> per la terribile attualità di altre deflagrazioni </span><span style="font-family: verdana;">che stanno devastando proprio la stessa parte di mondo in cui il dipinto è ambientato. Tuttavia, al di là di tale riferimento, la bellezza del dettaglio giottesco sta nel fatto </span><span style="font-family: verdana;">che la forza esplosiva de</span><span style="font-family: verdana;">lla stella è in realtà un ardente palpito di vita quasi che, attraverso di essa, l'artista abbia voluto rappresentare la sorpresa del creato e la sua corsa gioiosa a celebrare l'evento dirompente della nascita di Gesù. <br /></span></p><p><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhdAw8pCLmvlJBuIacLJSsQ0w_8sL4OVVXMzmBXNPbHZEEEGPH0m3j7UVxUUkAXDqulFb9yCZsm1h4DBrzFvWxdFYwqJ9rCtJ3_m5-4tbqVbFvMKRSqd8pEtXj5j25t5bprtV8_OQtvFL9AmcALqYHwqScvXaULO30RNJ4YZQUjKUgnRsHkucU8a3gAWdWI/s1008/Giotto._Adoration_of_the_Magi%20.jpg%201.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1008" data-original-width="1000" height="252" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhdAw8pCLmvlJBuIacLJSsQ0w_8sL4OVVXMzmBXNPbHZEEEGPH0m3j7UVxUUkAXDqulFb9yCZsm1h4DBrzFvWxdFYwqJ9rCtJ3_m5-4tbqVbFvMKRSqd8pEtXj5j25t5bprtV8_OQtvFL9AmcALqYHwqScvXaULO30RNJ4YZQUjKUgnRsHkucU8a3gAWdWI/w249-h252/Giotto._Adoration_of_the_Magi%20.jpg%201.jpg" width="249" /></a><span style="font-family: verdana;">Nell'insieme dell'affresco, la qualità del particolare può forse sfuggire, ma il suo ingrandimento ci rivela quanto Giotto abbia fatto della cometa non un ornamento puramente accessorio, ma un segno forte a indicare Colui che è sceso nel mondo a salvarlo dal male.<br /></span></p><p><span style="font-family: verdana;">Così, ho scelto di associare a questa immagine un brano del musicista estone <b>Arvo Pärt</b> intitolato proprio <i>"Da </i></span><span style="font-family: verdana;"><i>pacem, Domine"</i>. <br />Si tratta di un antico testo liturgico le cui parole</span><span style="font-family: verdana;"> - "</span><span style="font-family: verdana;"><span lang="la"><i>Da pacem, Domine, in diebus nostris, quia non est alius qui pugnet pro nobis nisi tu Deus noster" - </i>fanno riferimento a vari passi </span></span><span style="font-family: verdana;">biblici. <br />Il pezzo è stato scritto dal compositore nel 2004 su iniziativa di Jordi Savall, </span><span style="font-family: verdana;"><span lang="la">per ricordare le vittime degli attentati terroristici a Madrid dello stesso anno; ma è una preghiera che sottintende la sofferenza dell'intera </span></span><span style="font-family: verdana;">umanità, nella convinzione che l'unica vera protezione è quella di Dio. </span><br /><span style="font-family: verdana;">Il brano corale a quattro voci è costruito sulle note di un'antica antifona </span><span style="font-family: verdana;"><span lang="la">gregoriana, e se ciò da un lato è cosa insolita nello stile di Pärt, dall'altro dona al mottetto cadenze tipiche della musica rinascimentale.</span></span></p><p><span style="font-family: verdana;"><span lang="la">Tuttavia, a mio modesto avviso, anche altre reminiscenze fanno la bellezza di </span></span><span style="font-family: verdana;">questo canto. Il suo procedere lento, segnato da note ripetute e ritmate - quasi un grido che sembra racchiudere tutto il dolore del mondo</span><span style="font-family: verdana;"><span lang="la"> - nel suo andamento in minore con qualche cenno di apertura in maggiore, mi suggerisce due riferimenti: l'intensità dell'esordio </span></span><span style="font-family: verdana;">del <i>"Requiem</i>" di Mozart e l'atmosfera sublime di certi inni </span><span style="font-family: verdana;">ortodossi.<br />Il pezzo è stato rielaborato in differenti versioni: per coro a cappella, coro e </span><span style="font-family: verdana;">orchestra d'archi così </span><span style="font-family: verdana;"><span lang="la">come per violoncelli, sassofoni e flauti dolci. Qui ho scelto l'interpretazione del <i>Bundesjugendchor </i>- Coro Federale della Gioventù che raccoglie cantori da tutti gli stati federali tedeschi - che mi è parsa particolarmente toccante. </span></span></p><p><span style="font-family: verdana;">Buon ascolto!</span></p><p><span style="font-family: verdana;">(La foto è presa dal web)<br /></span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span><iframe frameborder="0" height="270" src="https://youtube.com/embed/eg3xt51vrhg?si=oPKhTBsAYtPyBac_" width="480"></iframe></p><p></p>Annamariahttp://www.blogger.com/profile/01938653774623124933noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-4608415311180590646.post-3306034373732368812024-01-06T17:30:00.010+01:002024-01-19T17:16:55.187+01:00Los Reyes siguen la estrella... <p><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjIevJiWJ1OkbmQCPQBPvuAUEPShPs8FQlPr4q0V3Qnxh4GaCEJJLmErTJjXqEZPC6jO2PPdE1TIBjyLBW-0AhpWKPwcYPTEEMfY_up28sLC5fbQzUTuCNkb0Sw1aUzgLlYQMQfSc7CqWqg9Q-qgrJM3bgi9airzg7PKy-N6vKhTd3FL1xWxm9Dm4MpPgrh/s1024/Zanobi-Strozzi-Viaggio-del-mago-Baldassarre%20jpg%201.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="962" data-original-width="1024" height="455" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjIevJiWJ1OkbmQCPQBPvuAUEPShPs8FQlPr4q0V3Qnxh4GaCEJJLmErTJjXqEZPC6jO2PPdE1TIBjyLBW-0AhpWKPwcYPTEEMfY_up28sLC5fbQzUTuCNkb0Sw1aUzgLlYQMQfSc7CqWqg9Q-qgrJM3bgi9airzg7PKy-N6vKhTd3FL1xWxm9Dm4MpPgrh/w484-h455/Zanobi-Strozzi-Viaggio-del-mago-Baldassarre%20jpg%201.jpg" width="484" /></a><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;">S</span><span style="font-family: verdana;">ono grata all'amico lettore Arrigo Lupo per la scoperta del brano di oggi. Come si vede infatti dai commenti della volta scorsa, è stato lui a segnalarmi il pezzo: un bellissimo corale per l'Epifania di <b>Francisco Guerrero</b> (1528 - 1599), autore di polifonia sacra tra i più rappresentativi nella Spagna rinascimentale. A dire il vero, pensavo di sentirlo e tenermelo ormai in serbo per il futuro, ma mi è piaciuto tanto che sono già qui a farvelo ascoltare!</span></p><p><span style="font-family: verdana;">Si tratta del brano a quattro voci intitolato <i>"Los Reyes siguen la estrella" </i>dalle <i>"Canciones y villanescas espirituales" </i>del 1589: un corale raffinato e suggestivo, ma di non facile esecuzione. Le varie voci infatti non sempre aprono insieme la stessa frase musicale, ma - come sentirete - si muovono talora in modo indipendente. Tuttavia, se ciò da un lato può costituire una difficoltà, dall'altro arricchisce la bellezza di questo canto con un andamento - tra l'altro - in linea col significato della strofa iniziale:</span></p><p><i><span style="font-family: verdana;">"I Re seguono la stella; / la stella segue il Signore; / e il Signore di loro e di lei / segue e cerca il peccatore."<br /></span></i></p><p><span style="font-family: verdana;">Anche il testo, infatti, ci parla di una serie di movimenti in cui ognuno cerca qualcosa, in un cammino di salita e di discesa. I Magi seguono la stella che a sua volta segue il Signore; tuttavia il re del cielo non se ne sta assiso su di un trono, ma scende nel mondo in cerca del peccatore: un moto bellissimo espresso nel corale con un tempo quasi di danza (3/4) insieme alla complessità di alcuni intrecci vocali. </span></p><p><span style="font-family: verdana;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEivrLSVCGgSdlm3zmOgHfH2hjx5t6gLSRYWyagE-HhfXptutJBTIC6c53DsCA-M2NTrk7qX95a3i8Udw5z3h6WUmLvn_Hc8Kv7fEx9gHXsvbg4TlViB6Pu26ws3vrMwb_S1FyaPawdG5_Qa4qPd9mWImBspRO3NayOa6I2FL3dypoZj-SEvHsoMBjbyrLj4/s650/Zanobi-Strozzi-Viaggio-del-mago-Baldassarre%20jpg%201.jpg%204.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="533" data-original-width="650" height="242" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEivrLSVCGgSdlm3zmOgHfH2hjx5t6gLSRYWyagE-HhfXptutJBTIC6c53DsCA-M2NTrk7qX95a3i8Udw5z3h6WUmLvn_Hc8Kv7fEx9gHXsvbg4TlViB6Pu26ws3vrMwb_S1FyaPawdG5_Qa4qPd9mWImBspRO3NayOa6I2FL3dypoZj-SEvHsoMBjbyrLj4/w296-h242/Zanobi-Strozzi-Viaggio-del-mago-Baldassarre%20jpg%201.jpg%204.jpg" width="296" /></a></span><span style="font-family: verdana;">Si parla dunque dei Magi venuti dall'Oriente a cercare il Bambino per rendergli omaggio secondo una tradizione che - dal Medioevo al Rinascimento ma anche più avanti - è stata oggetto di tante </span><span style="font-family: verdana;">celebri raffigurazioni pittoriche. </span><br /><span style="font-family: verdana;">Da Giotto a Michelino da Besozzo, da </span><span style="font-family: verdana;">Gentile da Fabriano a Benozzo Gozzoli, dal Mantegna a Leonardo e in seguito ad altri artisti del Seicento, l' <i>Adorazione dei Magi</i> è stato un tema di grande fascino nel rappresentare i tre saggi che portano doni, ma spesso anche il corteo che li accompagna.</span></p><p><span style="font-family: verdana;">Così oggi, cedendo proprio a tale fascino, mi piace pubblicare una tavola di <b>Zanobi Strozzi</b> (1412 - 1468) intitolata <i>"Il corteo dei Re Magi"</i>, ma conosciuta anche come<i> "Il viaggio di Re Mago Baldassarre verso la Terra Santa"</i> e conservata al Museo delle Belle Arti di Strasburgo.</span></p><p><span style="font-family: verdana;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhm6CHchsZB-epzAViOF78yUzL8mrkAWrImTgimKnojpBmOu1ox00tqQ1KC_4hLe0bg4uqGFHheUyWCKTC6lK75JtKuuniJD4JzR2tz3jse_TDWuTdivRwiPGEikrCw43IsEGY1_WIILLlVGG-jcvu4qhrnrccDxlMGVyB_xw7rcTLn5KnLajyw0Fw4PbdB/s448/Zanobi-Strozzi-Viaggio-del-mago-Baldassarre%20jpg%201.jpg%203.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="350" data-original-width="448" height="234" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhm6CHchsZB-epzAViOF78yUzL8mrkAWrImTgimKnojpBmOu1ox00tqQ1KC_4hLe0bg4uqGFHheUyWCKTC6lK75JtKuuniJD4JzR2tz3jse_TDWuTdivRwiPGEikrCw43IsEGY1_WIILLlVGG-jcvu4qhrnrccDxlMGVyB_xw7rcTLn5KnLajyw0Fw4PbdB/w299-h234/Zanobi-Strozzi-Viaggio-del-mago-Baldassarre%20jpg%201.jpg%203.jpg" width="299" /></a></span><span style="font-family: verdana;">Per quanto operi in pieno Quattrocento, insieme a qualche elemento iconografico nuovo troviamo nell'artista molti aspetti </span><span style="font-family: verdana;">ancora tipici del Gotico internazionale. <br />Se infatti da un lato la descrizione </span><span style="font-family: verdana;">presenta già in parte caratteri realistici nel creare una profondità prospettica tra i vari piani, dall'altro ciò che Zanobi Strozzi dipinge è un mondo fantasioso e fiabesco, a somiglianza di certe immagini del Beato Angelico col quale peraltro aveva lavorato. Lo vediamo per esempio nella raffigurazione delle montagne, bizzarre e sproporzionate rispetto agli edifici o alle figure umane, o degli alberi talora troppo alti in rapporto al resto.</span></p><p><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYEum9M5YFTLmudLz2SFrtu1EHLMS48rhhzI3uAiALKvgsUzVrBDRIzu6FGiMNoL_OoUz3l0zlN8RbDrpgZiT01-xo5pagfUN9OJ_G5yIIFB_5ji3_opWNYmDtaP3ZsoAT3iI8pqFKazdYdvh6piITHNwOYn4EIMlGsVW1XAFSnxc_U13pS9LCcath0dfP/s867/Zanobi-Strozzi-Viaggio-del-mago-Baldassarre%20jpg%201.jpg%202.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="867" data-original-width="590" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYEum9M5YFTLmudLz2SFrtu1EHLMS48rhhzI3uAiALKvgsUzVrBDRIzu6FGiMNoL_OoUz3l0zlN8RbDrpgZiT01-xo5pagfUN9OJ_G5yIIFB_5ji3_opWNYmDtaP3ZsoAT3iI8pqFKazdYdvh6piITHNwOYn4EIMlGsVW1XAFSnxc_U13pS9LCcath0dfP/w273-h400/Zanobi-Strozzi-Viaggio-del-mago-Baldassarre%20jpg%201.jpg%202.jpg" width="273" /></a><span style="font-family: verdana;">Ma è stato proprio questo aspetto di fiaba a prendermi subito, sia per l'abbigliamento del fastoso corteo nella vivacità dei suoi contrasti coloristici, che per quel cielo limpido e smaltato come un blu di lapislazzuli che va pian piano </span><span style="font-family: verdana;">schiarendosi vicino al profilo delle colline. <br />O per l'architettura dei castelli sullo </span><span style="font-family: verdana;">sfondo, ricchi di torri e pinnacoli che sembrano presi dalle miniature fiamminghe o da qualche opera dell' Angelico. </span></p><p><span style="font-family: verdana;">Un mondo bellissimo e luminoso nel quale talune disarmonie prospettiche sono compensate dallo splendore di certi dettagli che indicano il gusto descrittivo del pittore. Guardiamo per esempio il piccolo ponte semicircolare che s'inarca sopra un rio, o i vari animali disseminati qua e là nel paesaggio, così come l'attenta riproduzione di copricapi, mantelli e finiture in cui si nota la cura del particolare tipica di un miniatore quale in effetti Zanobi Strozzi è stato.<br /></span></p><p><span style="font-family: verdana;">Un mondo cortese quello raffigurato dall' artista in un viaggio della fantasia che contrasta un po' con l'esperienza fatta, circa un secolo dopo, dal compositore Francisco Guerrero. Questi davvero si è recato a Gerusalemme in un pellegrinaggio che è stato però piuttosto avventuroso e che ha poi raccontato in un libro.</span></p><p><span style="font-family: verdana;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhLu9YTo0No9AOqndlUqlGiYE_3Gy01X0yNo8SaMFzj1Mv7g5kIeauRxejrqRI8TFtV292_CNR2tT89TQFbryFQjjRaj0-J1uVUsConMVBPjtGZkuYD5JoObD9O0VyS5HqVYwwtF5IJeNhQqZ8TVxNc5Dz5b7MjIFG8hiYMUzBqustgZRRcuIjIU-PnEiz-/s1500/Zanobi%20Strozzi-17-L'adorazione%20dei%20Magi%20-%20Pinacoteca%20Vaticana.webp" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="817" data-original-width="1500" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhLu9YTo0No9AOqndlUqlGiYE_3Gy01X0yNo8SaMFzj1Mv7g5kIeauRxejrqRI8TFtV292_CNR2tT89TQFbryFQjjRaj0-J1uVUsConMVBPjtGZkuYD5JoObD9O0VyS5HqVYwwtF5IJeNhQqZ8TVxNc5Dz5b7MjIFG8hiYMUzBqustgZRRcuIjIU-PnEiz-/w332-h180/Zanobi%20Strozzi-17-L'adorazione%20dei%20Magi%20-%20Pinacoteca%20Vaticana.webp" width="332" /></a></span><span style="font-family: verdana;">E la stella?...vi chiederete.<br />A ben guardare nella tavola di Zanobi </span><span style="font-family: verdana;">Strozzi non c'è, ma compare in un altro suo dipinto che vi riporto qui a lato, intitolato <i>"Adorazione dei Magi"</i> e conservato presso la Pinacoteca </span><span style="font-family: verdana;">Vaticana.<br />La vedete?...Risplende in alto a sinistra </span><span style="font-family: verdana;">proprio sopra la Sacra Famiglia, piccola ma luminosa come un sole! </span><br /></p><p> <span style="font-family: verdana;">Buon ascolto!</span></p><p><span style="font-family: verdana;">(Le foto sono prese dal web) </span><br /></p><p> <iframe frameborder="0" height="270" src="https://youtube.com/embed/yMhZO5pUrRY?si=y7BQ7m5X6uMjvrmq" style="background-image: url(https://i.ytimg.com/vi/yMhZO5pUrRY/hqdefault.jpg);" width="480"></iframe></p>Annamariahttp://www.blogger.com/profile/01938653774623124933noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-4608415311180590646.post-37731004557784716292024-01-01T16:00:00.000+01:002024-01-01T16:02:55.207+01:00"If music be the food of love"<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEikpymOFjXuBSWOUc4zyb6HNx9qJ_7wMCP59a-8ASogrVmpAQCvSSY0I4qGwbnUbwIjC-pMNUXYWXdRut9Nvof_75OG36cbBMWcygCzyyT2ADvv0O1r8x1tppXijyi2m94osucaRIhBYg77p9fag-zV3wuoJF16KRBlYQqfLPqw99sNAVANTS5qRenLo9Fi/s1182/Caravaggio_-_I_Musici.jpg%201.jpg%202.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="899" data-original-width="1182" height="351" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEikpymOFjXuBSWOUc4zyb6HNx9qJ_7wMCP59a-8ASogrVmpAQCvSSY0I4qGwbnUbwIjC-pMNUXYWXdRut9Nvof_75OG36cbBMWcygCzyyT2ADvv0O1r8x1tppXijyi2m94osucaRIhBYg77p9fag-zV3wuoJF16KRBlYQqfLPqw99sNAVANTS5qRenLo9Fi/w461-h351/Caravaggio_-_I_Musici.jpg%201.jpg%202.jpg" width="461" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-family: times;">Caravaggio (1571 - 1610) : <i>"I Musici"</i> - Metropolitan Museum of Art, New York.</span></td><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-family: times;"> </span></td><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-family: times;"> </span><br /></td></tr></tbody></table><p><span style="font-family: verdana;">Mi piace inaugurare l'anno nuovo celebrando la musica con le parole riportate qui di seguito, che poi potrete ascoltare </span><span style="font-family: verdana;">sulle note di<b> Henry Purcell</b> (1659 - 1695). Si tratta di un testo teatrale di Henry Heveningham (1651 - 1700) al quale il </span><span style="font-family: verdana;">compositore inglese ha dato vita in un brano vocale di grande raffinatezza intitolato<i> "If music be the food of love, Z.379C"</i>.</span></p><p><span style="font-family: verdana;"><i>"Se la musica è cibo dell'amore<br />canta fino a che io sia pieno di gioia<br />perchè allora muovi la mia anima che ascolta<br />a piaceri che non possono mai saziare.</i></span><br /><span style="font-family: verdana;"><i>I tuoi occhi, la tua grazia, la tua lingua proclamano<br /> che tu sei musica in ogni parte.</i><br /></span><br /><span style="font-family: verdana;"><i>I piaceri invadono l'occhio e l'orecchio <br /> e i sentimenti che provo sono così violenti che feriscono<br /> e tutti i miei sensi festeggiano<br /> in un banchetto di suono.<br /> Certo morirò per il tuo fascino<br /> se n<span>on mi salvi tra le tue braccia!"</span></i></span><span style="font-family: verdana;"><i></i></span></p><p><span style="font-family: verdana;">La musica vi è celebrata come cibo dell'amore, nel suo potere più che mai toccante<span> </span>di</span><span style="font-family: verdana;"> ispirare, commuovere, trasfigurare l'interiorità dell'essere umano suscitando una vera e propria fioritura d'anima.</span><span style="font-family: verdana;"> Essa nutre infatti l'amore con una ricchezza che alimenta sempre nuovo desiderio e</span><span style="font-family: verdana;"> un'intensa passione, come si può desumere dalle espressioni <i>"piaceri che non possono mai </i></span><span style="font-family: verdana;"><i>saziare"</i> e <i>"banchetto di suono"</i>. <br />Sono parole ispirate a un importante precedente letterario: infatti, la parte </span><span style="font-family: verdana;">iniziale del testo di
Heveningham riprende l'esordio del monologo del Duca Orsino ne <i>"La Dodicesima notte"</i> di William Shakespeare (1564 - 1616), col quale il nobile</span><span style="font-family: verdana;"> si rivolge proprio ai musicisti presenti sul <span>palco:<br /></span></span></p><p><span style="font-family: verdana;"><i>"Se la musica è l’alimento dell’amore, seguitate a suonare,</i><i> datemene senza </i></span><span style="font-family: verdana;"><i>risparmio, così che, ormai sazio, il mio appetito se ne ammali, e muoia. <br />Ancora una volta quella melodia! Aveva una cadenza languida. Giungeva al mi</i></span><span style="font-family: verdana;"><i>o orecchio come la dolce brezza
che spira su una sponda di violette, rubandone il profumo e diffondendolo
attorno." </i></span></p><p><span style="font-family: verdana;">Sia nel primo che nel secondo testo - nonostante alcune differenze - si descrive l'esperienza inebriante di coloro che si accostano alla musica lasciandosene coinvolgere, permettendo alle note di aprire brecce e suscitare altra vita, quasi che i suoni siano parte di un atto creatore che sta all'origine di sentimenti più profondi.</span><span style="font-family: verdana;"><br />Tale intreccio fra amore e musica è reso da Purcell con un brano </span><span style="font-family: verdana;">composto in tre versioni differenti, delle quali ho scelto la terza </span><span style="font-family: verdana;">dove note e parole si coniugano in perfetta armonia. Una splendida scrittura per voce solista e basso continuo, qui interpretata da Emma Kirby e fatta di progressiva</span><span style="font-family: verdana;"> complessità e raffinati ornamenti che - ora</span><span style="font-family: verdana;"> più dolcemente, ora più intensamente - vanno ad ammaliare </span><span style="font-family: verdana;">l'anima di chi se ne lascia catturare.<br /><br />Buon ascolto e auguri di <span style="color: red;">Buon Anno</span> nel sorriso della musica! </span></p><p><span style="font-family: verdana;">(La foto è presa dal web)</span><br /></p><p><iframe frameborder="0" height="360" src="https://youtube.com/embed/F6YPFtZ9sqY?si=C4x4qmYOX-M0Su0S" style="background-image: url(https://i.ytimg.com/vi/F6YPFtZ9sqY/hqdefault.jpg);" width="480"></iframe><br /></p>Annamariahttp://www.blogger.com/profile/01938653774623124933noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-4608415311180590646.post-50114458070888233552023-12-25T07:00:00.002+01:002023-12-25T07:01:02.760+01:00Buon Natale!!!<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgBo0l8GD7XsBCK1bW0zfeP0Wu9U0EVHnM2xi3Z9oYheOir6N-VwSX2xBd1BxaOedGrR5_HvlAo8_T5mLvVwDt5G0W62rdq9Za1n-3jn-mEHotHxmQ0hFZm_mI2PFB64tu3mTYcy7ihlwFgRV0dudQ3ZLUBK53wKkU6R_bpoj0bcHMURwJ0i9uKMRTdVZ_P/s738/Giorgione_%20Adoration_of_the_Shepherds%20.jpg%201.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="724" data-original-width="738" height="442" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgBo0l8GD7XsBCK1bW0zfeP0Wu9U0EVHnM2xi3Z9oYheOir6N-VwSX2xBd1BxaOedGrR5_HvlAo8_T5mLvVwDt5G0W62rdq9Za1n-3jn-mEHotHxmQ0hFZm_mI2PFB64tu3mTYcy7ihlwFgRV0dudQ3ZLUBK53wKkU6R_bpoj0bcHMURwJ0i9uKMRTdVZ_P/w450-h442/Giorgione_%20Adoration_of_the_Shepherds%20.jpg%201.jpg" width="450" /></a></div><br /> <p></p><br /><p></p><p> </p><p> </p><p> </p><p> </p><p> </p><p> </p><p> </p><p> </p><p> </p><p><br /></p><p><span style="font-family: verdana;"><b> </b></span></p><p><span style="font-family: verdana;"><b>Giorgione </b>(1478 - 1510) : <i>"Adorazione dei pastori" </i>(particolare) <i>-</i><i> </i>National Gallery of Art - Washington.</span><br /></p><p> <iframe frameborder="0" height="270" src="https://youtube.com/embed/xuog35ZBBfM?si=YgV-uIY-mO_xH2x0" width="480"></iframe></p><p><b><span style="font-family: verdana;">Georg Friedrich Haendel </span></b><span style="font-family: verdana;">(1685 - 1759): <i>"And the Glory of the Lord" </i>dal <i>"Messiah HWV 56"</i>.</span> <br /></p>Annamariahttp://www.blogger.com/profile/01938653774623124933noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-4608415311180590646.post-15982135459953792722023-12-17T11:00:00.000+01:002023-12-17T11:01:48.676+01:00Le mie città - 12<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhFl-CJrzOwobVaeicJ1GzFdXg6vDsOFMEz0IUPKGmCSBCM4uAM6AF49CENaByoCkboN3NDLJzT-tiQmm6gD4Y20Z0AO5VybeN8mEJCNQYwJ2DCjhyphenhyphenysIy4G_7wrS6W3A4UnA0q5ol-z7a-wggbZE9Jffo49pddVYlSkUbJZi7RSwsQyjRP2xSyChEtXuFU/s2048/Roma%20.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1356" data-original-width="2048" height="323" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhFl-CJrzOwobVaeicJ1GzFdXg6vDsOFMEz0IUPKGmCSBCM4uAM6AF49CENaByoCkboN3NDLJzT-tiQmm6gD4Y20Z0AO5VybeN8mEJCNQYwJ2DCjhyphenhyphenysIy4G_7wrS6W3A4UnA0q5ol-z7a-wggbZE9Jffo49pddVYlSkUbJZi7RSwsQyjRP2xSyChEtXuFU/w487-h323/Roma%20.jpg" width="487" /></a><p></p><br /><p></p><p> </p><p> </p><p> </p><br /><p></p><p> </p><p> </p><p> </p><p> </p><p> </p><p><span style="font-family: verdana;">Alla fine di questa breve serie sulle città che sento più significative nel mio cammino, non può mancare Roma che ho visitato per la prima volta da adolescente. Lo so, non si può ridurre un luogo così ricco di storia, arte, fede e tante svariate vicende a un articoletto di poche righe; ma quella che desidero celebrare è la Roma filtrata dai </span><span style="font-family: verdana;">miei occhi di ragazzina perchè vi ha lasciato un'impronta indelebile.<br />Non avevo ancora sedici anni la prima volta che mi ci sono recata: un viaggio di</span><span style="font-family: verdana;"> gruppo di cinque giorni organizzato dalla mia parrocchia appositamente per i giovani, durante le vacanze di Natale: un'occasione di amicizia, riflessione e </span><span style="font-family: verdana;">apprendimento al seguito di ottimi maestri che ci facevano da guida. <br />Un viaggio cui se ne sarebbero aggiunti molti altri.</span></p><p><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjncsBEMCTPz5iRgXDTeC7Z2vRixvp8MKGuRcVf-whPPqf77KU2HXWtu72YWdqWGEhNPJjTAgqQ3a9Szl9yW4A2Ko0RwLjrmo_1GE9UnVQySoi3q-N-v4apm6KipyWSZWUFWyV61kx9eZwrtMwDj8jpcJqRQJKQvMiz30cwj4kyn5bxIXdn2bDG5iuLDuAz/s1024/Roma%20Fontane_b.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1024" data-original-width="696" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjncsBEMCTPz5iRgXDTeC7Z2vRixvp8MKGuRcVf-whPPqf77KU2HXWtu72YWdqWGEhNPJjTAgqQ3a9Szl9yW4A2Ko0RwLjrmo_1GE9UnVQySoi3q-N-v4apm6KipyWSZWUFWyV61kx9eZwrtMwDj8jpcJqRQJKQvMiz30cwj4kyn5bxIXdn2bDG5iuLDuAz/s320/Roma%20Fontane_b.jpg" width="218" /></a><span style="font-family: verdana;">Davanti ai miei occhi si era dispiegata una Roma fastosa e scenografica, nelle </span><span style="font-family: verdana;">piazze, nelle fontane, nei gruppi scultorei, nella multiforme ricchezza artistica e nella bellezza di </span><span style="font-family: verdana;">tanti angoli riposti davanti ai quali fioriva lo stupore. Una città spesso spazzata dal vento che rendeva più nitido il profilo delle tante cupole stagliate </span><span style="font-family: verdana;">nel suo cielo e più suggestivi i tramonti al </span><span style="font-family: verdana;">Parco degli Acquedotti. Ma interessante anche il colore locale, dalle </span><span style="font-family: verdana;">bancarelle natalizie di piazza Navona ai presepi sulla scalinata di Trinità del Monti. <br />Il primo anno, cuore della visita era stata la </span><span style="font-family: verdana;">città romana e paleocristiana, con i Fori Imperiali, le grandi </span><span style="font-family: verdana;">basiliche e le catacombe. Ma il secondo anno - quello del quale ho un più vivo ricordo</span><span style="font-family: verdana;"> - il programma comprendeva la Roma rinascimentale e barocca: un meraviglioso itinerario tra le opere di Michelangelo, </span><span style="font-family: verdana;">Bernini, Borromini e Caravaggio.</span></p><p><span style="font-family: verdana;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhAI3XNcI-fMcA8msh0zjPL_NXoShkctSaVI2bs_IpflsxvPPz0oajnBuIxxT2J3OpyfVR0fsMArpccXYFt4NSdHA0xf4T6sfcxL7sG5LxQCAOMjVHzNDS0Vr4JxQ-Il1FI2tJyezm9W3leU8S86dj1YjZXwFcAmnHLPpO_ECR9TQtahDcoCbOSN3ETEW7x/s900/Roma%20Apollo-e-Dafne-Bernini-analisi.jpg%201.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="900" data-original-width="468" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhAI3XNcI-fMcA8msh0zjPL_NXoShkctSaVI2bs_IpflsxvPPz0oajnBuIxxT2J3OpyfVR0fsMArpccXYFt4NSdHA0xf4T6sfcxL7sG5LxQCAOMjVHzNDS0Vr4JxQ-Il1FI2tJyezm9W3leU8S86dj1YjZXwFcAmnHLPpO_ECR9TQtahDcoCbOSN3ETEW7x/w221-h426/Roma%20Apollo-e-Dafne-Bernini-analisi.jpg%201.jpg" width="221" /></a></span></div><p><span style="font-family: verdana;">Come dimenticare la lezione affascinante e appassionata che il nostro </span><span style="font-family: verdana;">insegnante di lettere del liceo - sì, a questi viaggi partecipava anche lui! - ci aveva fatto alla Galleria Borghese, di fronte al capolavoro del Bernini che rappresenta "<i>Apollo e </i></span><span style="font-family: verdana;"><i>Dafne"</i> ? <br />E poi di fronte all' <i>"Estasi di Santa Teresa" </i>in Santa </span><span style="font-family: verdana;">Maria della Vittoria e a quella della <i>"Beata Ludovica </i></span><span style="font-family: verdana;"><i>Albertoni"</i> in San Francesco a Ripa? </span><br /><span style="font-family: verdana;">O nella chiesa di Sant'Agostino davanti alla <i>"Madonna </i><span><i>dei </i></span></span><span style="font-family: verdana;"><i>pellegrini" </i>del Caravaggio? O ancora contemplando <i>"San Matteo e l'angelo"</i> in San Luigi dei </span><span style="font-family: verdana;">Francesi? <br />Esperienze indelebili in luoghi che, negli anni, avrei poi </span><span style="font-family: verdana;">ripercorso più volte cercando di risvegliare in me, ma anche in altri, quel fuoco che mi era stato regalato </span><span style="font-family: verdana;">allora, da ragazzina.<br />Roma, infatti, è stata la scoperta della Bellezza con la </span><span style="font-family: verdana;">maiuscola: non solo studiata sui libri, ma gustata dal vivo, </span><span style="font-family: verdana;">nutrita dallo stupore e dal contatto bruciante con la passione altrui. </span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiarISEx06V-QepUcSWIsT8puLNEZpIH_VfPZYB5ZZJwoGMH8NFL5WQGkkgG9Vs7t-uXytZNI6Sm19VcskbRG2_zJLxwIVcNr8B16Y7_xAlOMF5M0xSO7Ja_Z0WkuKDdeYlFKT32Sna7Mh_3AePkZFk70Y8Vl7vtbs0_HgQ6-QXje9nMZxWXh2IfDPdKDTJ/s1600/estasi%20.jpg%201.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="299" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiarISEx06V-QepUcSWIsT8puLNEZpIH_VfPZYB5ZZJwoGMH8NFL5WQGkkgG9Vs7t-uXytZNI6Sm19VcskbRG2_zJLxwIVcNr8B16Y7_xAlOMF5M0xSO7Ja_Z0WkuKDdeYlFKT32Sna7Mh_3AePkZFk70Y8Vl7vtbs0_HgQ6-QXje9nMZxWXh2IfDPdKDTJ/w224-h299/estasi%20.jpg%201.jpg" width="224" /></a></div><span style="font-family: verdana;">Una scoperta non disgiunta da quel movimento interiore col quale si inizia a </span><span style="font-family: verdana;">guardare in se stessi, intuendo i tratti della propria personalità in un'età e in un contesto in cui innamoramenti, amicizie, studio, arte, tutto si f</span><span style="font-family: verdana;">onde in un unico appassionato moto dell'anima.</span><p><span style="font-family: verdana;">Già iniziavo ad amare la musica e il primo viaggio - oltre a Bach -</span><span style="font-family: verdana;"> aveva avuto in me la colonna </span><span style="font-family: verdana;">sonora del <i>"Largo"</i> di Haendel che stavo ascoltando proprio in quel periodo. <br />E sempre di Haendel, a sorprendermi, erano state le note del <i>"Messiah",</i> la prima volta in cui eravamo</span><span style="font-family: verdana;"> entrati in Santa Maria in Aracoeli, in un'atmosfera di sacralità che aveva riempito tutti di meraviglia.</span><span style="font-family: verdana;"> Ma anche altri compositori mi avrebbero </span><span style="font-family: verdana;">suggestionato nel mio cammino ad esplorare il cuore della città.</span> <br /></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhARvtxNT5sXpzBUmG2BYIIkpZnsoR6RsJGyB0nCn6CJcknXQSJPUIr_K5pt0yCUJJgGNM4fDVtRT9p76LYoQLoOl13QHXdat8OIhdKBPKblE0U6LJWZ50u8a1yeOOwyIEiVIgR6xo4z5MDHkmkUKd-2VkdqvcYNNI_ZDP_i926W_vjujrNPntsDrVWdPlt/s1024/Roma_dall_Alto_1.JPG" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="769" data-original-width="1024" height="368" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhARvtxNT5sXpzBUmG2BYIIkpZnsoR6RsJGyB0nCn6CJcknXQSJPUIr_K5pt0yCUJJgGNM4fDVtRT9p76LYoQLoOl13QHXdat8OIhdKBPKblE0U6LJWZ50u8a1yeOOwyIEiVIgR6xo4z5MDHkmkUKd-2VkdqvcYNNI_ZDP_i926W_vjujrNPntsDrVWdPlt/w488-h368/Roma_dall_Alto_1.JPG" width="488" /></a></div><br /><p></p><p> </p><p> </p><p> </p><p> </p><p> </p><p> </p><p> </p><p> </p><p><br /></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;">La gi</span><span style="font-family: verdana;">ravamo molto spesso a piedi, talora </span><span style="font-family: verdana;">non tutti ma solo un manipolo di fedelissimi dietro la ferrea guida e il passo da alpinista del nostro insegnante. E a sera, mentre i romani alle nove ancora cenavano, noi eravamo di nuovo a spasso per una Roma quasi vuota, allegramente padroni della </span><span style="font-family: verdana;">città. </span><span style="font-family: verdana;">Ma oltre ai momenti di ascolto, di riflessione e all'arte, c'era anche il divertimento: dopo averci sfinito a furia di camminare...il nostro prof. ci portava a mangiare il gelato da Giolitti! E non mancavano mai </span><span style="font-family: verdana;">occasioni di baldoria.</span></p><p><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipcpSSxCiHLYS711AroGgXAcOuXtt57_nYN6CwzSjTzhmgxlz2iF2AdSvp7iKfv0xvYK-4BwR8WG_TzJAa-hy-j-j2PKUTPC4oOVeSBcu9l-INwWP5jRh6x3fow7a3zygLMTPUux0vUBMccVZHNX-pSPl1Rg6NJbmNFRiOHVp06BJy03vGbA6hLBuCUQMl/s787/Roma%20-236885_640-2.jpg%201.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="563" data-original-width="787" height="208" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipcpSSxCiHLYS711AroGgXAcOuXtt57_nYN6CwzSjTzhmgxlz2iF2AdSvp7iKfv0xvYK-4BwR8WG_TzJAa-hy-j-j2PKUTPC4oOVeSBcu9l-INwWP5jRh6x3fow7a3zygLMTPUux0vUBMccVZHNX-pSPl1Rg6NJbmNFRiOHVp06BJy03vGbA6hLBuCUQMl/w291-h208/Roma%20-236885_640-2.jpg%201.jpg" width="291" /></a><span style="font-family: verdana;"> Una sera, in piazza san Pietro avevamo fatto</span><span style="font-family: verdana;"> un girotondo! Mi sembra che non ci fossero ancora transenne e non ci era parso vero che </span><span style="font-family: verdana;">lo spazio fosse tutto nostro. <br />Quella volta eravamo in ottanta (!)... e </span><span style="font-family: verdana;">avevamo formato due cerchi concentrici che si muovevano l'uno in senso contrario all'altro. Danzavamo cantando una famosa filastrocca: <i>"La fuente de Tororò".</i> Ve la ricordate ? La sanno anche i bambini. Ebbene, quella! Rigorosamente in portoghese! In mezzo al cerchio un solista canta, poi sceglie la damigella, ballano insieme mentre tutti battono le mani, infine al centro rimane lei e </span><span style="font-family: verdana;">il gioco riprende. </span><br /><span style="font-family: verdana;">Solo che, dopo neanche un quarto d'ora...era arrivata la polizia a farci sloggiare! Si era alla vigilia del Sessantotto e un assembramento così chiassoso </span><span style="font-family: verdana;">sotto le finestre del Papa aveva creato qualche sospetto.</span></p><p><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_uUJpi4nFG6D0zYjtJ-_dVlyEdDICabYfo3CMbwzx6LEgTj5t55AhnDn3XAQQuNdTZaZ1KQ2uuUlsdFTOmoo8GFSW2Pr5Czznke39VsM_fxv__XQ2ewgdgcT8-Y_Jd86g9jZn3q8zLU39qcnnKGKeV16dTtAnS0jzo4IKklJDbVVb-6hYr_q2WNbR2haM/s695/Roma%201.webp" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="695" data-original-width="500" height="327" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_uUJpi4nFG6D0zYjtJ-_dVlyEdDICabYfo3CMbwzx6LEgTj5t55AhnDn3XAQQuNdTZaZ1KQ2uuUlsdFTOmoo8GFSW2Pr5Czznke39VsM_fxv__XQ2ewgdgcT8-Y_Jd86g9jZn3q8zLU39qcnnKGKeV16dTtAnS0jzo4IKklJDbVVb-6hYr_q2WNbR2haM/w236-h327/Roma%201.webp" width="236" /></a><span style="font-family: verdana;">Insomma, la <i>mia</i> Roma è stata questa: gioia di imparare e insieme di tuffarmi nella piacevolezza del vivere; contatto con il respiro di una città dai mille volti e una bellezza che oltrepassa i secoli per parlarci ancora. </span><span style="font-family: verdana;"><br />Quanto stupore davanti alla <i>"Pietà"</i> di Michelangelo in San Pietro, </span><span style="font-family: verdana;">o ammirando - naso all'insù - la lanterna di Sant'Ivo alla Sapienza con la sua originalissima </span><span style="font-family: verdana;">struttura a spirale! <br />Quale incanto ci avevano regalato i marmi </span><span style="font-family: verdana;">sinuosi e movimentati<span> dei gruppi scultorei così come la pietra degli edifici più antichi! E tra le tante statue viste, non poteva mancare quella di Stefano Maderno che rappresenta <i>"Santa Cecilia", </i>nell'omonima chiesa in Trastevere.<br /></span></span></p><p><span style="font-family: verdana;"><span>Grande suggestione mi veniva dalla nascita di nuove percezioni e in questo anche la musica aveva avuto un ruolo essenziale. In quel periodo, oltre ai pezzi che ho già ricordato, stavo ascoltando il <i>"Concerto n.1 in sol minore op.26 per violino e orchestra" </i>di <b>Max Bruch </b>(1838 - </span></span><span style="font-family: verdana;">1920) e alcuni momenti del viaggio sono rimasti segnati in me attraverso le sue note. <br /></span><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_YscluxzCcPMQHZM1zNApBpeZOsZc1tbsMgT7BIaOD8mhqCf-Zt4yFHVEhwAQgDcS2anIzao8li0QendW8oGhHOWkRD9ZNHhPBwRHhLfAvKwi0tm6BaVpvjCrbuHr-ZkrKdLJRicrcK8G9Xdi0YOgk2errEW_Py4K14x5Q4DU0YaJWLiw6QsG4ihs2CM8/s1024/Roma%202.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1024" data-original-width="686" height="299" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_YscluxzCcPMQHZM1zNApBpeZOsZc1tbsMgT7BIaOD8mhqCf-Zt4yFHVEhwAQgDcS2anIzao8li0QendW8oGhHOWkRD9ZNHhPBwRHhLfAvKwi0tm6BaVpvjCrbuHr-ZkrKdLJRicrcK8G9Xdi0YOgk2errEW_Py4K14x5Q4DU0YaJWLiw6QsG4ihs2CM8/w199-h299/Roma%202.jpg" width="199" /></a><span style="font-family: verdana;">Si tratta di una composizione d'impronta tardoromantica - forse la più celebre del </span><span style="font-family: verdana;"><span>musicista tedesco - della quale tanti anni fa ho pubblicato il primo tempo, </span></span><span style="font-family: verdana;">ricordando, tra l'altro, proprio questa mia esperienza romana.<br />È tumultuoso e insieme dolce il brano iniziale:</span><span style="font-family: verdana;"><span> un <i>"Allegro moderato" </i>che fa da introduzione al successivo <i>"Adagio", </i>alternando passaggi orchestrali di grande intensità a melodie delicate che si ripetono come se la contemplazione della bellezza non dovesse aver mai </span></span><span style="font-family: verdana;">fine. <br />Così, sono andata a rileggere il post di undici anni fa e mi </span><span style="font-family: verdana;"><span>perdonerete se oggi ripubblico la stessa musica e se, per illustrare ciò che ha suscitato in me, </span></span><span style="font-family: verdana;"><span>invece di cercare parole nuove </span></span><span style="font-family: verdana;">riprendo quelle che avevo scritto allora. Ma non saprei esprimermi diversamente. E</span><span style="font-family: verdana;">ccole : </span></p><p><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjhDTRaMnkDZK3W-V4VZb-RTX2bD1i6GeASYlLc-MZpQXO8DCyCTrcSAdYJ8w746m2BM8y62P4ukbE4Y9FtbPpN__wNG_8QVzp_yV4k0_jB_aRcR744k5yVlQTNwpMDhsMGWJjuNZ_jDiIH1OGC9lsfdQuTsei7qVirnewh6RYTGaqyCFj44itEut2_pX2I/s980/Roma%20%20jpg.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="980" data-original-width="750" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjhDTRaMnkDZK3W-V4VZb-RTX2bD1i6GeASYlLc-MZpQXO8DCyCTrcSAdYJ8w746m2BM8y62P4ukbE4Y9FtbPpN__wNG_8QVzp_yV4k0_jB_aRcR744k5yVlQTNwpMDhsMGWJjuNZ_jDiIH1OGC9lsfdQuTsei7qVirnewh6RYTGaqyCFj44itEut2_pX2I/w203-h265/Roma%20%20jpg.jpg" width="203" /></a><i><span style="font-family: verdana;">"</span></i><i><span style="font-family: verdana;">Mi rivedo ancora mentre - nella magnificenza di una piazza, col vento sul viso -</span><span style="font-family: verdana;"> le sue note mi risuonavano in cuore con
un'ebbrezza che era quasi una percezione d'infinito. Gli accordi che mi
riecheggiavano dentro, infatti, con la loro intensità, nel contesto di
quella Roma incantata e grandiosa avevano toccato corde tanto profonde
da farmi percepire l'alitare di una vita segreta e sconfinata al di là
delle apparenze.</span><span style="font-family: verdana;"> Ed era stata per me una nascita interiore</span><span style="font-family: verdana;">, un autentico afflato di primavera.</span></i></p><p><i><span style="font-family: verdana;"></span></i><i><span style="font-family: verdana;">Ma
anche al di là della mia piccola esperienza, sta davvero in un respiro
di giovinezza lo splendore di questo concerto, un respiro che si va
delineando non solo nella delicata melodia del violino e nel suo
sviluppo dai toni struggenti, ma anche nel ritmo dei bassi, quasi
battiti di un cuore pulsante sui quali lo strumento solista inanella le
sue variazioni.<br />E da ultimo, nell'irruente e grandiosa apertura
orchestrale verso la fine: un'onda intensamente romantica prima che il
brano - che in realtà non ha conclusione - sfumi dolcemente nel
successivo<span> </span></span><span style="font-family: verdana;">Adagio</span><span style="font-family: verdana;">."</span></i></p><p></p><p></p><p><span style="font-family: verdana;">Buon ascolto!</span></p><p><span style="font-family: verdana;">Le foto, tutte prese dal web, rappresentano nell'ordine:</span></p><p><span style="font-family: verdana;">1) Acquedotto Claudio 2) Fontanone dell'Acqua Paola 3)<i> "Apollo e Dafne" </i>del Bernini 4) <i>"Estasi di Santa Teresa</i>" del Bernini 5) Veduta aerea di Roma 6) Piazza San Pietro 7)<i> "Pietà"</i> di Michelangelo 8) Lanterna di Sant'Ivo alla Sapienza del Borromini 9) Veduta aerea di Piazza del Campidoglio.<br /></span></p><p></p><p></p><p></p><p></p><p></p><p></p><p></p><p><iframe frameborder="0" height="360" src="https://youtube.com/embed/2uAmJFitVCY?si=WA5jnRg8wiJfKsnT" style="background-image: url(https://i.ytimg.com/vi/2uAmJFitVCY/hqdefault.jpg);" width="480"></iframe></p>Annamariahttp://www.blogger.com/profile/01938653774623124933noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-4608415311180590646.post-49581144527598503582023-12-08T11:00:00.002+01:002023-12-08T11:14:11.013+01:00Il silenzio di Maria<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEifOvhLSytjOXJirjDJO8LXe9rDH78HJv_cgagLzMzSNKIl84za2_lWcTtQi_7asBeU9iwYFvurK1_7QzJuh_IROuSxeu-eBToi5f8dr_qtN63oVC1-pLbM9hHo_XVYMOzEWRX-hwG6tdwpMUQKzB1jI7P0EFzgIN-14wFw6dE1_cMsjE1b9XKZ_jLfcXTf/s1074/D%20Matteo%20di%20Giovanni%20giusto%202%20jpg.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1074" data-original-width="749" height="393" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEifOvhLSytjOXJirjDJO8LXe9rDH78HJv_cgagLzMzSNKIl84za2_lWcTtQi_7asBeU9iwYFvurK1_7QzJuh_IROuSxeu-eBToi5f8dr_qtN63oVC1-pLbM9hHo_XVYMOzEWRX-hwG6tdwpMUQKzB1jI7P0EFzgIN-14wFw6dE1_cMsjE1b9XKZ_jLfcXTf/w274-h393/D%20Matteo%20di%20Giovanni%20giusto%202%20jpg.jpg" width="274" /></a></div><p><span style="font-family: verdana;">Non tutti i periodi sono uguali, e possono esserci momenti in cui la nostra ricettività subisce cambiamenti e </span><span style="font-family: verdana;">oscillazioni. <br />Dopo oltre 700 brani pubblicati nel blog in quest</span><span style="font-family: verdana;">i anni</span><span style="font-family: verdana;">, ci sono giorni in cui - nonostante la musica scritta nel tempo sia un mare infinito - non mi è sempre facile tro</span><span style="font-family: verdana;">vare un pezzo nuovo che mi susciti un scatto di stupore immediato </span><span style="font-family: verdana;">tale da </span><span style="font-family: verdana;">renderlo <i>mio</i>. <br />Di conseguenza, capita a volte che la mia <span>ricerca</span></span><span style="font-family: verdana;"> si faccia più difficile, dato che non pubblico mai un pezzo solo perchè è bello o universalmente celebrato. Deve prima toccarmi col suo splendore, giungendo a dissipare l'opacità che talora mi porto dentro.</span></p><p><span style="font-family: verdana;">Per contro, ci sono periodi in cui la musica mi parla invece con viva intensità e sono parecchi i pezzi che, </span><span style="font-family: verdana;">già di prima mattina, </span><span style="font-family: verdana;"> mi si affacciano alla mente e al cuore - come ho scritto altre volte <i>- "in gioiosa lista </i></span><span style="font-family: verdana;"><i>d'attesa" </i>chiedendo con insistenza di essere pubblicati. <br />È proprio il caso del brano e del dipinto di oggi che avevo pensato di tenere in serbo</span><span style="font-family: verdana;"> per Natale, ma - perdonate</span><span style="font-family: verdana;">mi! - non ce l'ho fatta. A prendermi è stata prima l'immagine che vedete sopra e poi la musica di Rheinberger: due universi lontani nel tempo, ma che mi piace accostare qui.</span></p><p><span style="font-family: verdana;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsdRnmpZFlrhWJmobuUxpv3FX2yKEOnFfLIowiXfQql4cERnQ51KuJrofykjBnb-pCsMbjSoZfboAGFCUo2isQGpaQ-KdND5rj74ph1u1fmx16PlrN8QXBNlp2AV-km5J7ouojQdo2OY3p6DncV4oCMRglE5kFgHRwqxtgOPF_MnGxa0sooD9sLRSpJGNm/s1024/D%20Matteo%20di%20Giovanni%20giusto%20.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1024" data-original-width="673" height="381" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsdRnmpZFlrhWJmobuUxpv3FX2yKEOnFfLIowiXfQql4cERnQ51KuJrofykjBnb-pCsMbjSoZfboAGFCUo2isQGpaQ-KdND5rj74ph1u1fmx16PlrN8QXBNlp2AV-km5J7ouojQdo2OY3p6DncV4oCMRglE5kFgHRwqxtgOPF_MnGxa0sooD9sLRSpJGNm/w251-h381/D%20Matteo%20di%20Giovanni%20giusto%20.jpg" width="251" /></a></span></div><p><span style="font-family: verdana;">L'immagine è un particolare della tavola riportata a lato: la </span><span style="font-family: verdana;"><i>"Madonna col Bambino, San Girolamo, Santa Caterina d'Alessandria e Angeli" </i></span><span style="font-family: verdana;">del senese <b>Matteo di Giovanni di Bartolo </b>(1430 - 1495), </span><span style="font-family: verdana;">conservata presso la National </span><span style="font-family: verdana;">Gallery of Art di Washington.<br />Nonostante sia stata realizzata intorno al 1470</span><span style="font-family: verdana;"> e l'artista mostri altrove capacità prospettiche già rinascimentali, qui il fondo oro e la dolcezza sinuosa delle linee rivelano la sua appartenenza all'antica tradizione pittorica senese. Raffinatezza ed eleganza, infatti, sono i caratteri predominanti dell'opera che possiamo cogliere sia nella sottigliezza del tratto che nella finezza di tanti particolari.</span></p><p><span style="font-family: verdana;">È stato il viso della Vergine ad affascinarmi subito per la soavità del </span><span style="font-family: verdana;">suo profilo nitido e luminoso, dell'ovale appena sfumato e de</span><span style="font-family: verdana;">gli occhi dal taglio sottile in un' espressione di muto raccoglimento: quello di una giovane donna che contempla </span><span style="font-family: verdana;">il Figlio, assorta e delicatamente compresa in se stessa. <br />Ma splendido è anche il copricapo: un velo impalpabile - quasi un pizzo che le </span><span style="font-family: verdana;">incornicia la fronte - e il manto scuro, elegantissimo, di una consistenza che sembra avere la morbidezza del velluto. Un'immagine di rara preziosità, come preziosa è l'aureola che appena intravvediamo e che rivela la conoscenza da parte dell'artista delle opere di alcuni miniatori a lui contemporanei.</span></p><p><span style="font-family: verdana;">Un'immagine che può indurci a ricordare anche la molteplicità di musiche dedicate nel tempo alla Vergine. Così, tra i numerosissimi brani e inni molti dei quali universalmente conosciuti, ho deciso di pubblicare la toccante <i>"Ave Maria"</i> di <b>Joseph Gabriel Rheinberger </b>(1839 - 1901), tratta dalla <i>"Messa in Si bemolle </i></span><span style="font-family: verdana;"><i>maggiore op.172"</i>. <br />Anche in questo caso, è stato un irrefrenabile impulso del cuore a guidare la mia </span><span style="font-family: verdana;">scelta. Appena l'ho ascoltata infatti, come per il dipinto di Matteo di Giovanni sono stata sorpresa dalla sua bellezza, uno splendore polifonico che l'esecuzione del coro finlandese<i> "Valchia" -</i> a mio avviso - sa valorizzare.</span><span style="font-family: verdana;"> <br /></span></p><p><span style="font-family: verdana;">Certo, diversi secoli separano l'opera del musicista da quella del pittore. Tuttavia, s</span><span style="font-family: verdana;">e da un lato il canto affidato alle voci maschili mostra un carattere di robustezza, dall'altro non viene meno la loro grande trasparenza. Inoltre, le modulazioni e le dinamiche del brano si snodano seguendo il significato del </span><span style="font-family: verdana;">testo, ora venato da qualche ombra nell'intensità dell'invocazione, ora ricco di luminose aperture. <br />Ma è soprattutto la delicatezza estrema di alcuni <i>pianissimo</i> in cui le voci digradano </span><span style="font-family: verdana;">fino a spegnersi, a comunicarmi una soavità simile a quella con cui è raffigurata Maria nel dipinto: una giovane donna avvolta nel silenzio, un'immagine da contemplare a lungo in questi giorni che precedono il Natale. <br /></span></p><p><span style="font-family: verdana;">Buon ascolto!</span><br /></p><p></p><p></p><p></p><p></p><p><iframe frameborder="0" height="270" src="https://youtube.com/embed/O2Zsxctqdy4?si=TQRrhdIIJqY47ZoB" width="480"></iframe></p>Annamariahttp://www.blogger.com/profile/01938653774623124933noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-4608415311180590646.post-59007865573633048072023-11-30T14:00:00.000+01:002023-11-30T14:04:59.942+01:00Jogging mit...<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhY2T-q_bCN0GRQEelV2ud5FgJj8VWt0C2F_MtzAFjH5GQYqXYjXEQgawQZvzkewzqMLQ007AEBlC9tPzdtn9e4plu23tloishabPv1jJIGiDIoQBMK9dPz5awbXaSFo78Fb9Mz0iRRLrslSY0TR403KMqFLulrzLk0Uxhoig6bi05wjZvM2IJOEyqJ78Ya/s1000/Jogging_.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="886" data-original-width="1000" height="232" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhY2T-q_bCN0GRQEelV2ud5FgJj8VWt0C2F_MtzAFjH5GQYqXYjXEQgawQZvzkewzqMLQ007AEBlC9tPzdtn9e4plu23tloishabPv1jJIGiDIoQBMK9dPz5awbXaSFo78Fb9Mz0iRRLrslSY0TR403KMqFLulrzLk0Uxhoig6bi05wjZvM2IJOEyqJ78Ya/w263-h232/Jogging_.jpg" width="263" /></a></div><p><span style="font-family: verdana;">Sapevo da tempo che esistono raccolte di musiche rilassanti per favorire la meditazione, il sonno, la concentrazione, lo studio, ma anche per respirare </span><span style="font-family: verdana;">meglio o ridurre lo stress. Youtube, a questo proposito, offre esempi in quantità.<br />Sono a volte brani classici opportunamente<span> </span></span><span style="font-family: verdana;">scelti o altri che riproducono i suoni della natura, dallo scorrere dell'acqua fino al vento o al </span><span style="font-family: verdana;">cinguettìo degli uccelli.</span></p><p><span style="font-family: verdana;">Non sapevo invece che esistessero pezzi </span><span style="font-family: verdana;">selezionati appositamente tra quelli dei più celebri compositori per ritmare il passo di chi pratica jogging!</span></p><p><span style="font-family: verdana;"><i>Oh bella...ti sei data allo sport??? </i>Non proprio, però capisco bene il piacere di muoversi col sottofondo di una colonna sonora perchè, per quanto non sia una <i>runner</i>, anche solo camminando come faccio spesso, mi canticchio un brano per conto mio. È una sorta di riflesso involontario che si attiva quando esco di casa: appena fuori, automaticamente qualcosa in un </span><span style="font-family: verdana;">angoletto del mio cervello clicca <i>play</i> e parte una musica. Ne avevo già parlato qua e là, perciò non mi dilungo.</span></p><p><span style="font-family: verdana;">Ho trovato interessante che esistano album già predisposti a tale scopo. </span><span style="font-family: verdana;">Indovinate qual è il primo autore nel quale mi sono imbattuta???...<br />Ma Bach naturalmente con una scelta di brani che vanno dai Brandeburghesi alle </span><span style="font-family: verdana;">Suites orchestrali! Lo stavo pubblicando, ma poi, se mi è piaciuto il titolo <i>"Jogging </i></span><span style="font-family: verdana;"><i>con Bach: correre al ritmo del barocco"</i>, non mi ha convinto la foto di copertina. <br />Il nostro amico Giovanni Sebastiano, in lunga livrea rossa e pantaloni corti, corre </span><span style="font-family: verdana;">sulla riva di un fiume - e già sarebbe stato meglio un ruscello! - con un'espressione svagata e un po' beota - non beata, proprio beota! - nella quale francamente non lo riconosco. Sorride felice, certo, ma di una felicità stereotipata da spot pubblicitario </span><span style="font-family: verdana;">che non sono riuscita ad apprezzare. <br />Se proprio siete curiosi, andate su youtube a cercarlo.</span></p><p><span style="font-family: verdana;">Allora ho ripiegato - si fa per dire! - su <b>Mozart</b>! La foto che vedete, infatti, ne </span><span style="font-family: verdana;">presenta un compostissimo ritratto accanto a una giovane donna in corsa. <br />Ma poi, fosse raffigurato anche in veste da <i>runner</i> - diciamocelo - a lui si perdonerebbe facilmente qualche bizzarrìa, qualche </span><span style="font-family: verdana;">marachella da </span><span style="font-family: verdana;">bambino prodigio, non è così? E allora vada per Mozart!</span></p><p><span style="font-family: verdana;">Musica per <i>jogging</i>, dunque! Perciò deve avere il giusto ritmo: non troppo concitato per non scaravoltarsi in velocità, e neppure troppo lento altrimenti la cosa non ha più senso. Così, ho ascoltato i brani del CD, ma benchè quasi tutte le indicazioni fossero <i>Rondò</i>, <i>Allegretto, Presto</i>, non mi hanno convinto. Pezzi bellissimi, certo, ma non corrispondenti al mio passo, alla pulsazione interiore, alla voglia di guardarmi intorno mentre cammino e alla distensione che cerco. Così ho fatto di testa mia. </span></p><p><span style="font-family: verdana;">Diciamo che ho giocato in casa perchè il brano scelto è tra quelli che ho tentato di suonicchiare di recente, nonostante i miei limiti da eterna principiante. Ma a dire il vero ha anche un andamento che rispecchia quello della sottoscritta quando cammina di buon passo, ma poi s'incanta a guardarsi intorno. Insomma, <i>a corserelle </i></span><span style="font-family: verdana;"><i>e fermatine. </i><br />Si tratta del primo movimento - <i>"Allegro"</i> - della <i>"Sonata n.13 per pianoforte in Si </i></span><span style="font-family: verdana;"><i>bemolle Maggiore K.333",</i> pezzo di una serena trasparenza che resta inalterata anche nel</span><span style="font-family: verdana;">le parti in minore, e </span><span style="font-family: verdana;">che potete ascoltare eseguito dalla </span><span style="font-family: verdana;">bravissima Ying Li. <br />Un'interpretazione affascinante per la leggerezza del tocco che fa emergere la gioia presente in queste note, con un ritmo veloce e </span><span style="font-family: verdana;">tuttavia </span><span style="font-family: verdana;">meno meccanico di altri pur bravi pianisti.</span><span style="font-family: verdana;"> Ne deriva un'esecuzione morbida e sognante, resa da Ying Li ora sfumando piano o </span><span style="font-family: verdana;">al contrario sottolineando certi passaggi, o rallentandoli lievemente pur nel rispetto del tempo di 4/4. Proprio i 4/4 infatti - al contrario di una misura ternaria più adatta a una danza - ritmano meglio il mio andare mentre la musica mi fiorisce </span><span style="font-family: verdana;">dentro.</span></p><p><span style="font-family: verdana;">Così, l'interpretazione della pianista si armonizza non solo col mio passo, ma anche con quello sguardo interiore sulle cose che si att</span><span style="font-family: verdana;">iva in me - e chissà in quanti altri - ogni volta che ci si mette in cammino.<i><br /></i></span></p><p><span style="font-family: verdana;">Buon ascolto!</span></p><p><span style="font-family: verdana;">(La foto è presa dal web)</span><br /></p><p> <iframe frameborder="0" height="270" src="https://youtube.com/embed/wPPT4D4rV2g?si=Gh5GJjH1X2dVMAV2" width="480"></iframe></p>Annamariahttp://www.blogger.com/profile/01938653774623124933noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-4608415311180590646.post-25644307905828766772023-11-22T11:00:00.000+01:002023-11-22T11:01:29.917+01:00La speranza di Gounod<p></p><p><span style="font-family: verdana;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8Tbj28urnHUcvgFZgQJV1sWU4qHeKa70Y4_aqZQgQInvYOe0ZYPpTFSF3pkHonhk2N991pxtkDVfORaoH8ADIgquAFPrKbdAVNpAGQ2yu2bd1vucqpIeWY0swsWhBHDOEcuQT6Ua6Vuq2QFD_HFVLuPQXlRjKW7tnQ2ojFTM2K0wJ4_Odu8FZ-9CEB4Fl/s800/Santa_Cecilia_%20Pietro%20da%20Cortona%20National_Gallery.jpg%201.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="606" height="365" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8Tbj28urnHUcvgFZgQJV1sWU4qHeKa70Y4_aqZQgQInvYOe0ZYPpTFSF3pkHonhk2N991pxtkDVfORaoH8ADIgquAFPrKbdAVNpAGQ2yu2bd1vucqpIeWY0swsWhBHDOEcuQT6Ua6Vuq2QFD_HFVLuPQXlRjKW7tnQ2ojFTM2K0wJ4_Odu8FZ-9CEB4Fl/w276-h365/Santa_Cecilia_%20Pietro%20da%20Cortona%20National_Gallery.jpg%201.jpg" width="276" /></a></span></p><p><span style="font-family: verdana;">Ha un viso bellissimo la <i>"Santa Cecilia" </i>dipinta da <b>Pietro da Cortona</b> (1596 - 1669) nel quadro che vedete, conservato alla National Gallery di Londra.<br />È un viso ovale </span><span style="font-family: verdana;">dalla delicata leggiadria di un antico cammeo e dalle proporzioni perfette, incorniciato da un serto di fiori quasi fosse il </span><span style="font-family: verdana;">diadema di una regina. </span><br /><span style="font-family: verdana;">L'espressione seria, lievemente malinconica, è </span><span style="font-family: verdana;">quella di una fanciulla già consapevole, dolce e insieme </span><span style="font-family: verdana;">sicura di sè. <br />Spicca questo suo carattere nella luminosa semplicità dei lineamenti e dell'incarnato, in contrasto con </span><span style="font-family: verdana;">l'opulenza barocca del raffinato panneggio e con </span><span style="font-family: verdana;">l'oscurità dello sfondo.</span></p><p><span style="font-family: verdana;">Come nella tradizionale iconografia in uso dal</span><span style="font-family: verdana;">la fine del Medioevo in poi che vede Cecilia protettrice della musica e alla quale avevo fatto cenno <a href="https://annaclassica.blogspot.com/2022/11/un-benedictus-per-santa-cecilia.html">qui,</a> a sinistra troviamo un organo, nelle sue mani uno spartito e la palma del martirio che può ricordare uno stilo per scrivere. Compositrice, dunque? Chissà!...Comunque sia, trovo che questa </span><span style="font-family: verdana;">rappresentazione della Santa sia una delle più affascinanti per vari motivi.<br />Prima di tutto per il contrasto tra ombra e luce, tipico della pittura barocca di cui </span><span style="font-family: verdana;">Pietro da Cortona<b> </b>è significativo esponente.</span><span style="font-family: verdana;"> Da un lato infatti la luminosità del volto emerge - come scrivevo - dallo sfondo scuro, e dall'altro proprio quello sfondo si apre in una prospettiva più ampia nella quale scorgiamo delle architetture classicheggianti - probabilmente</span><span style="font-family: verdana;"> la Roma in cui Cecilia è vissuta - e uno sprazzo di cielo dalle tinte variegate.</span><br /><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzxjnOSO41Rzt480WHhTrzAj6U6Q_lAZaf2A8z4iqkQaM9VXnD950pLz9qkojwTsZ8IRJ0RkcEwn3kfIRGbrVMdZO8sOK0zKuV6YB5chHYUO4HENX2vAszWbCI2DnyL8uK4wxLMmLYff1YqAmIOs7fCOqd9ooSV8SueriDKH0_LZrlnV-lc5mrUDu0SNyD/s297/Santa_Cecilia_%20Pietro%20da%20Cortona%20National_Gallery.jpg%201.jpg%202.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="297" data-original-width="278" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzxjnOSO41Rzt480WHhTrzAj6U6Q_lAZaf2A8z4iqkQaM9VXnD950pLz9qkojwTsZ8IRJ0RkcEwn3kfIRGbrVMdZO8sOK0zKuV6YB5chHYUO4HENX2vAszWbCI2DnyL8uK4wxLMmLYff1YqAmIOs7fCOqd9ooSV8SueriDKH0_LZrlnV-lc5mrUDu0SNyD/w299-h320/Santa_Cecilia_%20Pietro%20da%20Cortona%20National_Gallery.jpg%201.jpg%202.jpg" width="299" /></a><span style="font-family: verdana;">Ma a colpirmi è soprattutto la posizione del capo della fanciulla che non guarda lo </span><span style="font-family: verdana;">spettatore come in tanta ritrattistica del passato, ma si volge da una parte, forse assorta in un suo pensiero, forse ad ascoltare l'angioletto che la ispira o fissando </span><span style="font-family: verdana;">fuori dal quadro qualcuno che non vediamo. <br />Si tratta di un carattere iconografico di </span><span style="font-family: verdana;">grande eleganza che conferisce intenso spessore psicologico al soggetto rappresentato e ci sollecita ad immaginarne la storia che non si esaurisce nel dipinto. Carattere che, oltre a imprimere movimento alla figura, ha il suo inizio in alcune opere di Leonardo a comiciare dalla celebre<i> "Dama con l'ermellino"</i> identificata in Cecilia Gallerani. Da Cecilia a Cecilia, dunque!</span></p><p><span style="font-family: verdana;">Così, nel giorno che la ricorda, ho deciso di festeggiarla con un brano di <b>Charles Gounod</b>, (1818 - 1893), compositore versatile e aperto a generi musicali diversi che talora si fondono tra loro, come nel pezzo sacro di oggi nel quale riecheggiano qua e là suggestioni operistiche. </span><span style="font-family: verdana;"><br />Mi riferisco infatti - come lo corso anno - alla <i>"Messe solennelle de Sainte Cécile CG</i></span><span style="font-family: verdana;"><i> 56", </i>opera che forse proprio per la sua versatilità, è stata subito </span><span style="font-family: verdana;">accolta con molto favore non solo dal pubblico francese, ma anche all'estero.<br /> Lo testimoniano le parole con cui, a suo tempo, Camille Saint-</span><span style="font-family: verdana;">Säens</span><span style="font-family: verdana;"> aveva descritto il crescendo di impressioni ricevute al suo</span><span style="font-family: verdana;"> ascolto:</span><span style="font-family: verdana;"> </span><span style="font-size: small;"><span style="font-family: verdana;"><i> </i></span></span></p><p><span style="font-size: small;"><span style="font-family: verdana;"><i>"Raggi
luminosi, come l'alba su di un nuovo mondo, emanavano dalla 'Messe de sainte Cécile'. Dapprima si rimaneva
abbagliati, poi incantati, poi sopraffatti." </i></span></span></p><p><span style="font-family: verdana;">Se in passato avevo pubblicato il <i>"Benedictus"</i>, ora ho scelto il<i> "Kyrie"</i>. Inizia pianissimo il brano e va poi progressivamente arricchendo la propria intensità, insieme </span><span style="font-family: verdana;">al coro a quattro voci</span><span style="font-family: verdana;"> che interviene alternandosi ai tre </span><span style="font-family: verdana;">solisti - soprano, tenore e baritono - qui diretti da George </span><span style="font-family: verdana;">Prêtre</span><span style="font-family: verdana;">. <br />Quella del <i>Kyrie</i> è una preghiera prima sussurrata e sommessa tanto da essere all'inizio quasi impercettibile, poi </span><span style="font-family: verdana;">gradatamente più forte fino a </span><span style="font-family: verdana;">farsi vero e proprio grido di implorazione per tornare di nuovo pacata </span><span style="font-family: verdana;">nel finale.</span><br /><span style="font-family: verdana;">Tuttavia, non c'è particolare tristezza in questa musica che, nonostante le varie </span><span style="font-family: verdana;">modulazioni in minore, si apre a toni di luminosa speranza attraverso un andamento </span><span style="font-family: verdana;">che, in taluni passaggi, sembra salire verso l'alto. <br />E mi sembra da parte di Gounod uno splendido omaggio alla Santa. </span></p><p><span style="font-family: verdana;">Buon ascolto!</span></p><p><span style="font-family: verdana;">(La foto è presa dal web)</span><br /></p><p></p><p></p><p></p><p></p><p></p><p></p><p></p><p></p><p><iframe frameborder="0" height="270" src="https://youtube.com/embed/rD1rcXmiYYU?si=d-lFT3anFW4GM5kF" style="background-image: url(https://i.ytimg.com/vi/rD1rcXmiYYU/hqdefault.jpg);" width="480"></iframe></p>Annamariahttp://www.blogger.com/profile/01938653774623124933noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-4608415311180590646.post-33713143013103022372023-11-14T20:00:00.000+01:002023-11-14T20:01:12.935+01:00Le mie città - 11<p><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgWkfnAzlxjH053gEIR9NMWE-HyY1oXEfABZwNVvOs6YP073O55FVOpCBJMjXd1Ha2rCaMbUkwOcnL1zve387_TkgvFyQy-ddXiS7r3VOXXMoL7722cDSfBFjOiKHEGiFA-xflLM3_eqSe5f0uHSLqKI7iy4l2_80rUyvl6suvbiaxhFSSpcmyVljo2E3Ij/s747/San%20Francesco%20Lodi.jpg%201.jpg%201.jpg%203.jpg%204.jpg%205.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="747" data-original-width="664" height="545" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgWkfnAzlxjH053gEIR9NMWE-HyY1oXEfABZwNVvOs6YP073O55FVOpCBJMjXd1Ha2rCaMbUkwOcnL1zve387_TkgvFyQy-ddXiS7r3VOXXMoL7722cDSfBFjOiKHEGiFA-xflLM3_eqSe5f0uHSLqKI7iy4l2_80rUyvl6suvbiaxhFSSpcmyVljo2E3Ij/w484-h545/San%20Francesco%20Lodi.jpg%201.jpg%201.jpg%203.jpg%204.jpg%205.jpg" width="484" /></a></p><br /><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;">Non è sempre facile parlare del proprio luogo di origine, non perchè manchino i ricordi, ma perchè talora sono anche troppi e ci coinvolgono a più livelli tanto </span><span style="font-family: verdana;">intenso è il vissuto che ci portiamo dentro. <br />Mille osservazioni potrei fare sullo splendore della mia città natale che sorge in un verde angolo </span><span style="font-family: verdana;">di pianura, tra il cotto delle pievi romaniche disseminate nella campagna circostante e l'atmosfera raccolta di piazze e chiese che dal Medioevo ci </span><span style="font-family: verdana;">conducono su fino al Rinascimento e oltre. <br />Sto parlando di Lodi, luogo ricco di storia e di un fascino </span><span style="font-family: verdana;">da scoprire piano, nell'ombra discreta dei suoi cortili e nella bellezza dei tanti edifici del passato.<br /></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj2hy3Nj5HtMQlrLLauhvfrjlZf4bW0Cox9A3TFTtGTyJ3N1Rz29_TTs8RX5xrzccDeTZFA45pRTOUPs96oOgluaZuYuWkgn3w9QKQE5w7h9cgTHzN2lgFznRZKqm6z-i4UFb6b_31Q10fHOP9A5V50hxAwCJed4nEx4Pxq7obMqcbL7n62I47S1BegnZiS/s960/Lodi%20Adda%20.jpg%202.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="582" data-original-width="960" height="167" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj2hy3Nj5HtMQlrLLauhvfrjlZf4bW0Cox9A3TFTtGTyJ3N1Rz29_TTs8RX5xrzccDeTZFA45pRTOUPs96oOgluaZuYuWkgn3w9QKQE5w7h9cgTHzN2lgFznRZKqm6z-i4UFb6b_31Q10fHOP9A5V50hxAwCJed4nEx4Pxq7obMqcbL7n62I47S1BegnZiS/w276-h167/Lodi%20Adda%20.jpg%202.jpg" width="276" /></a></div><p><span style="font-family: verdana;">Potrei ricordare i suoi più famosi gioielli artistici, dalla Chiesa dell'Incoronata fino alle </span><span style="font-family: verdana;">ceramiche conservate al Museo civico. <br />Ma anche la campagna che la circonda ha </span><span style="font-family: verdana;">un suo splendore, a iniziare dalla suggestione del fiume Adda, insieme ai filari di pioppi che ne delimitano le rive, e ai campi che in certe ore della giornata ne fanno un luogo di profonda pace.</span></p><p><span style="font-family: verdana;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhoO1Wewxt538pSfMAhZe6g53HXud2VojuuFf0Jtb8JEvRRdfM2bFAGl4CvXJhUsyqDbWhTb29IH_vq9xSoRmXwpfrTyvuKmrP3AlR4rMOfMkadobq2xUzV7NQQNRJiUYHBj5Zt_4Wz3ThLbM8Vw1y7G_sljxhyphenhyphen7MdeO9Kf1-jRJag8P9W_SFNMeVZmhEdb/s1600/lodi-hd.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1077" data-original-width="1600" height="185" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhoO1Wewxt538pSfMAhZe6g53HXud2VojuuFf0Jtb8JEvRRdfM2bFAGl4CvXJhUsyqDbWhTb29IH_vq9xSoRmXwpfrTyvuKmrP3AlR4rMOfMkadobq2xUzV7NQQNRJiUYHBj5Zt_4Wz3ThLbM8Vw1y7G_sljxhyphenhyphen7MdeO9Kf1-jRJag8P9W_SFNMeVZmhEdb/w276-h185/lodi-hd.jpg" width="276" /></a></span></div><p><span style="font-family: verdana;">Tuttavia, la <i>mia</i> Lodi non è solo questa, ma abita anche in altri spazi. Vi sono nata e vissuta fino a 31 anni, poi </span><span style="font-family: verdana;">mi sono trasferita altrove, non lontano per la </span><span style="font-family: verdana;">verità. <br />Ma talora basta una piccola distanza a </span><span style="font-family: verdana;">mettere tra noi e un luogo amato </span><span style="font-family: verdana;">quella nostalgia che allieta ogni ritorno e<i> m' illumina d'immenso </i>come ritrovassi una parte di me ogniqualvolta dalla stazione mi avvio piano verso i </span><span style="font-family: verdana;">giardini pubblici e il centro. <br /></span></p><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj9e-Z0QIb5nyDXPRNzAgiSzb4x7gCODrKxhgByiW4_2L4K2-PI74SMNq7bAfh2nHcPK_iP3MZDonEMUX0q9kLIE66NjeOfhSsp__BlFT-PU8q6yJSjtTUCE5PRHdnDZPetnaYuUkGuAkGVyYXquhneHsHT-qbz2YscUzfI7U2NU8adtwxYm-ouhY2rij0u/s768/Lodi-05-768x510.webp" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="510" data-original-width="768" height="187" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj9e-Z0QIb5nyDXPRNzAgiSzb4x7gCODrKxhgByiW4_2L4K2-PI74SMNq7bAfh2nHcPK_iP3MZDonEMUX0q9kLIE66NjeOfhSsp__BlFT-PU8q6yJSjtTUCE5PRHdnDZPetnaYuUkGuAkGVyYXquhneHsHT-qbz2YscUzfI7U2NU8adtwxYm-ouhY2rij0u/w281-h187/Lodi-05-768x510.webp" width="281" /></a><span style="font-family: verdana;">Parlo della viva sensazione di essere a </span><span style="font-family: verdana;">casa che tutti sperimentiamo quando un angolo di mondo ci entra nel cuore, perchè le sue pietre e i suoi tetti, i portici e le case, fino all'acciottolato sassoso di piazze e vie, diventano simili a una grammatica che portiamo scritta </span><span style="font-family: verdana;">dentro e che ben comprendiamo. Ed è proprio questa profonda sintonia, questo dialogo </span><span style="font-family: verdana;">segreto con la città</span><span style="font-family: verdana;"> a farla nostra per sempre.</span><p><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgFoxl4AKyoQj3bb8F8cNMAp446Kg2Ghk9PjsY86LIQvXG9bSsRPKCzDvEWdkoLS1UqGIMzv14GhyEGnBAui1OOYBnwetHs9g-AJ74Y0V_iIIlNB9bvHSdFkNoI7iZxVUYvZr0SGPp1fRapZhe0V7KeoLbYzSwFMVMclXqC5jwEefw5VCRZnb7xJ1ujEO59/s1318/Lodi%20Chiesa_di_San_Lorenzo%20.jpg%201.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="917" data-original-width="1318" height="189" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgFoxl4AKyoQj3bb8F8cNMAp446Kg2Ghk9PjsY86LIQvXG9bSsRPKCzDvEWdkoLS1UqGIMzv14GhyEGnBAui1OOYBnwetHs9g-AJ74Y0V_iIIlNB9bvHSdFkNoI7iZxVUYvZr0SGPp1fRapZhe0V7KeoLbYzSwFMVMclXqC5jwEefw5VCRZnb7xJ1ujEO59/w272-h189/Lodi%20Chiesa_di_San_Lorenzo%20.jpg%201.jpg" width="272" /></a><span style="font-family: verdana;">Il mio dialogo con Lodi si è intrecciato quando ero bambina, ma nel tempo si è arricchito della lunga consuetudine con certi angoli per </span><span style="font-family: verdana;">me ricchi di particolare fascino. <br />Sono alcune vie del centro storico tra le più defilate e nascoste </span><span style="font-family: verdana;">che amavo talora percorrere in solitudine e che mi svelavano </span><span style="font-family: verdana;">segreti dettagli di bellezza: qui uno scorcio di verde in un cortile </span><span style="font-family: verdana;">appartato, là una cornice in cotto; o ancora una bifora a vento o la semplice eleganza delle facciate delle tante casette di un tempo. </span><span style="font-family: verdana;"><br /></span><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEPbJIaU5CkSdfAqWxdc_A_N-H5XLufWbPzc187DqyD3Ec3sHDCm5N1kG3yiuj485i8ubuzyOXI56oau26ZL65EsBygk-7tIHcvCy-9z4H9brrpN_nx-6hY-G3rAwErpeurB8-hnCj0KyuaAOHPNPx8YS1b6DBsqocLz3Oe3_xL8OtjLFKMiSnThvTvGAg/s3872/Lodi%20organo_incoronata%20.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2592" data-original-width="3872" height="184" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEPbJIaU5CkSdfAqWxdc_A_N-H5XLufWbPzc187DqyD3Ec3sHDCm5N1kG3yiuj485i8ubuzyOXI56oau26ZL65EsBygk-7tIHcvCy-9z4H9brrpN_nx-6hY-G3rAwErpeurB8-hnCj0KyuaAOHPNPx8YS1b6DBsqocLz3Oe3_xL8OtjLFKMiSnThvTvGAg/w276-h184/Lodi%20organo_incoronata%20.jpg" width="276" /></a><span style="font-family: verdana;">Ma era riposante anche </span><span style="font-family: verdana;">incantarsi davanti al prezioso organo rinascimentale del tempio dell'Incoronata o </span><span style="font-family: verdana;">rifugiarsi tra le prospettive aeree di certi soffitti </span><span style="font-family: verdana;">barocchi, come quello della chiesa di Santa Maria delle Grazie.</span></p><p><span style="font-family: verdana;">C'è un luogo, però, che amo al di sopra degli altri e che negli anni ha fatto di Lodi una città sempre più <i>mia</i>: è la splendida </span><span style="font-family: verdana;">chiesa di San </span><span style="font-family: verdana;">Francesco. <br />Edificio medioevale che nella struttura fonde stile romanico e gotico, è</span><span style="font-family: verdana;"> celebre perchè custodisce le tombe di alcuni lodigiani illustri - la</span><span style="font-family: verdana;"> </span><span style="font-family: verdana;">poetessa Ada Negri, il naturalista Agostino Bassi e il librettista Francesco De Lemene - ma anche per la facciata a vento e i numerosi </span><span style="font-family: verdana;">affreschi dell'interno.</span></p><p><span style="font-family: verdana;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjjnr6LvrY6H_aDyu9GM-xBnnxofhWdEXA7NudKAfGQaPSnuwsDbNsCwwaqZUF0kV_nfHVSUMNEHvP6a51cE4hW2qjlF0MIprQ6nmd8ZoctZuLj4bEEHz8ADH_lewH7S5s1WROO-znL4StA72Ld5n4Fu1wZQ_vwOvdSiA7JplBwOaZc_W7JA2g7zqEBp6QW/s489/Lodi%20Maestro%20di%20Ada%20Negri%20.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="489" data-original-width="325" height="365" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjjnr6LvrY6H_aDyu9GM-xBnnxofhWdEXA7NudKAfGQaPSnuwsDbNsCwwaqZUF0kV_nfHVSUMNEHvP6a51cE4hW2qjlF0MIprQ6nmd8ZoctZuLj4bEEHz8ADH_lewH7S5s1WROO-znL4StA72Ld5n4Fu1wZQ_vwOvdSiA7JplBwOaZc_W7JA2g7zqEBp6QW/w242-h365/Lodi%20Maestro%20di%20Ada%20Negri%20.jpg" width="242" /></a></span><span style="font-family: verdana;">Sono opere che ci guidano in un </span><span style="font-family: verdana;">itinerario pittorico che va dal Trecento al Settecento, talora frutto di mani sconosciute ma non per questo meno </span><span style="font-family: verdana;">pregevoli. Suggestivo entrare in chiesa nelle giornate di</span><span style="font-family: verdana;"> sole, quando la luce dorata
del pomeriggio gioca sui dipinti delle navate traendone i colori </span><span style="font-family: verdana;">dell'arcobaleno. <br />Parecchi meriterebbero attenzione, a </span><span style="font-family: verdana;">cominciare dalle varie raffigurazioni di Maria, tra le quali mi piace ricordare la Madonna col Bambino del cosiddetto Maestro di Ada Negri, </span><span style="font-family: verdana;">esempio di rara espressività e delicatezza che vedete qui a lato.</span></p><p></p><p><span style="font-family: verdana;">M</span><span style="font-family: verdana;">a quello che mi affascina da sempre, e che considero in qualche modo <i>mio</i> tale è </span><span style="font-family: verdana;">l'affetto che mi lega ad esso, è l'affresco che vedete nella foto grande in </span><span style="font-family: verdana;">alto e in un particolare qui sotto. <br />Raffigura lo <i>"Sposalizio mistico di </i>Santa </span><span style="font-family: verdana;"><i>Caterina",</i> opera della scuola di <b>Giovannino de' Grassi </b>(1350 - 1398), databile verso la fine del </span><span style="font-family: verdana;">Trecento.<br />Non lo si vede subito all'interno della chiesa: è infatti<span> </span></span><span style="font-family: verdana;">sotto l'arco ogivale della navata destra in corrispondenza della Cappella di San Bernardino </span><span style="font-family: verdana;">e bisogna cercarlo. Ma una volta trovato, si resta incantati dalla sua leggiadrìa.</span></p><p><span style="font-family: verdana;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiufZhShCME3jJEUalAK3I60N0zcet2ASN5w2vUfY0W8S-z7TuQvEk3i2EpQMDX9oIvPvM8j0X6OaC-T9XOmEPryAIN05Vn7XYI1z2v216DaeeH3j_xtGzbSLirTtTLDv-bxaNPJCxGxrVldOZZaWB_6DA3V9pjNpyDVCkF5SOJDByqh4XoEhmaPKgpvDLA/s337/San%20Francesco%20Lodi.jpg%201.jpg%201.jpg%202.jpg%206.jpg%207.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="245" data-original-width="337" height="237" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiufZhShCME3jJEUalAK3I60N0zcet2ASN5w2vUfY0W8S-z7TuQvEk3i2EpQMDX9oIvPvM8j0X6OaC-T9XOmEPryAIN05Vn7XYI1z2v216DaeeH3j_xtGzbSLirTtTLDv-bxaNPJCxGxrVldOZZaWB_6DA3V9pjNpyDVCkF5SOJDByqh4XoEhmaPKgpvDLA/w325-h237/San%20Francesco%20Lodi.jpg%201.jpg%201.jpg%202.jpg%206.jpg%207.jpg" width="325" /></a></span><span style="font-family: verdana;">Osservatelo: spiccano i suoi colori e la sua luminosità sul fondo scuro dal quale l'affresco prende risalto. E se anche la figura di Santa Caterina, a destra in basso, non risulta quasi più visibile e se ne scorge solo una mano che sta per essere inanellata da Gesù Bambino, è l'immagine di Maria in mezzo a un aereo </span><span style="font-family: verdana;">corteggio di angeli a </span><span style="font-family: verdana;">costituire la vera grazia del dipinto. <br />Si china infatti lievemente verso Caterina - ma </span><span style="font-family: verdana;">anche verso ciascuno di noi - e la leggera curvatura del suo corpo che segue quella del Bambino ha una delicatezza ineffabile. È una giovane, bionda fanciulla che offre il suo Figlio con un' espressione indefinibile che sembra aprirsi al sorriso, ma insieme velarsi di una punta di pensosa mestizia, come si osserva a volte anche in altre raffigurazioni. </span><span style="font-family: verdana;">E ne deriva un effetto di non comune soavità.</span></p><p><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiAbAVxqLcf-0PRCfmX95vK2wL0Fteb0gNepbuyEhT7tftPMSy74Hx6AlxIeEBuouiQJCbf1EZ7aMI1mq6uFPrMkTcBel1cwJOHrrZ6v_Rmf3fMjpDPSb2Tn2YDr3tpTrmx9NuDuLcGYzWn08yKfg5fUcAuaCoWELk97f0oU96-WVZLjNBHopRr2s1bVdlg/s606/Lodi_Piazza_Ospitale_01.JPG%201.JPG" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="567" data-original-width="606" height="260" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiAbAVxqLcf-0PRCfmX95vK2wL0Fteb0gNepbuyEhT7tftPMSy74Hx6AlxIeEBuouiQJCbf1EZ7aMI1mq6uFPrMkTcBel1cwJOHrrZ6v_Rmf3fMjpDPSb2Tn2YDr3tpTrmx9NuDuLcGYzWn08yKfg5fUcAuaCoWELk97f0oU96-WVZLjNBHopRr2s1bVdlg/w281-h260/Lodi_Piazza_Ospitale_01.JPG%201.JPG" width="281" /></a><span style="font-family: verdana;">Nell'opera, notiamo inoltre una raffinatezza e un'eleganza che non rimandano tanto alla monumentalità giottesca che aveva fatto scuola in quegli anni, ma agli </span><span style="font-family: verdana;">influssi del Gotico Internazionale già diffuso all'epoca anche nell'Italia del nord. Se da un lato infatti l'iconografia colloca la Madonna all'interno di una mandorla secondo moduli del passato, dall'altro la sottigliezza del tratto, le forme allungate insieme alla l</span><span style="font-family: verdana;">uminosità dei colori sono caratteri già nuovi che preludono - per esempio - allo stile di Masolino da Panicale, che lavorerà in Lombardia nella prima metà del Quattrocento.</span></p><p><span style="font-family: verdana;">E per esprimere in musica il senso di profonda gratitudine che provo per tutta la bellezza che la vita mi ha messo vicino, ho scelto oggi un brano di <b>Bach</b> che </span><span style="font-family: verdana;">chi frequenta questo blog ricorderà di certo. <br /></span><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgS75fAaO_XUjfvmQ60u4ybfU9WLIaKUy2hjfBEmzPOsSQQuLCFovjLdQDhm-OmrUM6V7RQYunZhTKt3TM0dZy17F9Z9SSwSrfzoU7E_jCdqSIDAfqyuboI0t-RH_rc4vVSrzR2rpLqp8BZXUh9uPkk0xcTjA45oD_l5y4K_-llhO2SfMqC1AV_zI7B_MqU/s683/Lodi_-_chiesa_di_San_Francesco_-_facciata.jpg%201.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="683" data-original-width="415" height="353" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgS75fAaO_XUjfvmQ60u4ybfU9WLIaKUy2hjfBEmzPOsSQQuLCFovjLdQDhm-OmrUM6V7RQYunZhTKt3TM0dZy17F9Z9SSwSrfzoU7E_jCdqSIDAfqyuboI0t-RH_rc4vVSrzR2rpLqp8BZXUh9uPkk0xcTjA45oD_l5y4K_-llhO2SfMqC1AV_zI7B_MqU/w214-h353/Lodi_-_chiesa_di_San_Francesco_-_facciata.jpg%201.jpg" width="214" /></a><span style="font-family: verdana;">Se infatti anni fa ho pubblicato <a href="https://annaclassica.blogspot.com/2011/12/fioriture-bachiane.html">qui</a> l'ultimo dei <i>Sei Corali </i></span><span style="font-family: verdana;"><i>Schübler </i></span><span style="font-family: verdana;">per organo, oggi </span><span style="font-family: verdana;">vado all'origine di quel pezzo postando il secondo movimento, <i>"Aria"</i>, della <i>"Cantata </i></span><span style="font-family: verdana;"><i>BWV 137 </i></span><span style="font-family: verdana;"><i>Lobe den Herren, den mächtigen König der Ehren</i></span><span style="font-family: verdana;">" (Loda il Signore, potente re di gloria) dalla quale il corale è stato tratto.</span></p><p><span style="font-family: verdana;">Da Bach a Bach quindi. Ma perchè?<br />Perchè mi è parso interessante vedere come le tre voci che l'organo sintetizza - due suonate sulle tastiere e il tema sulla pedaliera - nella<i> Cantata</i> siano nate invece per tre strumenti diversi. Il violino e il basso continuo infatti, fungono da accompagnamento, mentre la voce del </span><span style="font-family: verdana;">contralto (o talora del controtenore) fa da solista al quale è affidata la melodia.</span></p><p><span style="font-family: verdana;">Luminosissime e gioiose sono le note del brano nella</span><span style="font-family: verdana;"> tonalità di <i>Sol Maggiore</i> e nel loro ritmo un po' danzante, mentre - come già ricordavo in passato - nell'impianto accordale si annuncia già il tema di un'altra <i>Aria</i> più che mai celebre, quella della <i>"Suite n.3 per </i></span><span style="font-family: verdana;"><i>orchestra BWV 1068"</i> che Bach </span><span style="font-family: verdana;">comporrà qualche anno più tardi. <br />Ma a prendermi è stato anche il testo cantato: con riferimento ad alcuni Salmi, esso </span><span style="font-family: verdana;">esprime infatti una costante esortazione alla lode della grandezza divina che guida, sostiene e protegge l'uomo.<i><br /></i></span></p><p><span style="font-family: verdana;">Buon ascolto!</span></p><p><span style="font-family: verdana;">(Le
foto, prese dal web, rappresentano dall'alto in basso: 1) Sposalizio
mistico di Santa Caterina 2) Il fiume Adda a Lodi 3) Dettaglio di Piazza
della Vittoria 4) Dettaglio della facciata del Duomo 5) Dettaglio della
facciata della chiesa di San Lorenzo 6) Organo del tempio
dell'Incoronata 7) Madonna col Bambino del Maestro di Ada Negri 8)
Particolare dello Sposalizio mistico di Santa Caterina 9) Facciata della
chiesa di San Francesco 10) Bifora a vento della chiesa di San
Francesco.</span><br /></p><p> <iframe frameborder="0" height="270" src="https://youtube.com/embed/DrxU81_iZK4?si=O0TqTOp_1m0SoINa" width="480"></iframe></p>Annamariahttp://www.blogger.com/profile/01938653774623124933noreply@blogger.com8tag:blogger.com,1999:blog-4608415311180590646.post-3146241180159758402023-11-07T15:00:00.000+01:002023-11-07T15:02:24.192+01:00Come una rosa<div class="separator"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjeLqkU1HQEpsSHK9JKaKgYaGe-TQQgFWbWGu9xk1x8xxNPWucAUX3FOtsy6ir7E06-rSgnocjTg7ASTVq0RRACxWNy7tf39XCpywPakIf5LlLtAL9ZGHhrMNHlUZQPSZ3vX3rView4buJ0GAMhiWfUeh62cd2IO5tG0fwu4KELKW4crStAj8y_nKUEbmxf/s500/rosa%20iaqueline%20du%20pre%20c.jpg%201.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="362" data-original-width="500" height="217" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjeLqkU1HQEpsSHK9JKaKgYaGe-TQQgFWbWGu9xk1x8xxNPWucAUX3FOtsy6ir7E06-rSgnocjTg7ASTVq0RRACxWNy7tf39XCpywPakIf5LlLtAL9ZGHhrMNHlUZQPSZ3vX3rView4buJ0GAMhiWfUeh62cd2IO5tG0fwu4KELKW4crStAj8y_nKUEbmxf/w300-h217/rosa%20iaqueline%20du%20pre%20c.jpg%201.jpg" width="300" /></a></div><p></p><p></p><p><span style="font-family: verdana;">Sarà forse la suggestione del mese di novembre o ancora il pensiero della splendida Patricia </span><span style="font-family: verdana;">Janečková</span><span style="font-family: verdana;"> - come ricordavo giorni fa - c</span><span style="font-family: verdana;">osì prematuramente scomparsa, a condurmi oggi verso un'altra brillante interprete che da parecchio tempo non è più con noi. </span></p><p><span style="font-family: verdana;">Si tratta della violoncellista britannica <b>Jacqueline du Pré </b>(1945 - 1987), morta a soli 42 anni come si evince dalle date: artista celebre per lo splendore delle sue incisioni, per il sodalizio affettivo e musicale con Daniel Barenboim, ma anche per la sclerosi multipla che l'ha portata precocemente alla fine.<br /></span></p><p><span style="font-family: verdana;">Tuttavia, questo post non vuol essere una triste rievocazione, ma l'omaggio a un'interprete luminosa, come luminoso è il brano che vi propongo insieme alla foto che vedete. Una rosa? Sì, proprio quella che l'azienda florovivaistica inglese Harkness ha </span><span style="font-family: verdana;">dedicato alla violoncellista poco dopo la sua scomparsa, per farne </span><span style="font-family: verdana;">rivivere in questo modo la grazia e il grande talento. <br />Si legge infatti nelle varie didascalie:</span></p><p><i>"</i><span style="font-family: verdana;"><i>La rosa Jacqueline du Pré è </i></span><span style="font-family: verdana;"><i>un elegante fiore dalla bellezza eterea, semidoppio, a
coppa aperta, bianco crema con il retro dei petali rosa pallido. La
fragranza è </i></span><span style="font-family: verdana;"><i>molto delicata con sentore di muschio. I fiori sbocciano in mazzi di 3-11 ed appaiono traslucidi nelle giornate grigie e molto </i></span><span style="font-family: verdana;"><i>luminosi quando splende il sole. La fioritura è precoce e ripetuta. É stata selezionata da Harkness nel 1988 e viene reputata una delle sue migliori <span><span>rose"</span></span></i></span></p><p><span style="font-family: verdana;">Ma torniamo alla musica. Un'interprete luminosa dicevo, ma insieme appassionata e tenace: basti osservare la freschezza del suo sorriso anche quando era già aggredita dal male, e il suo fondersi con la musica nelle incisioni più celebri, a cominciare da quella del 1965 </span><span style="font-family: verdana;">del <i>"Concerto per violoncello in mi minore op.85"</i> di <b>Edward Elgar </b>(1857 - 1934).<br />Scritto dal compositore subito dopo la fine della prima guerra mondiale, con uno</span><span style="font-family: verdana;"> stile più contemplativo e meno altisonante di altre sue precedenti creazioni divenute subito popolari, il concerto inizialmente non è stato accolto con favore dal pubblico. Ma a rivalutarlo in seguito dandogli lustro e celebrità </span><span style="font-family: verdana;">è stata proprio Jacqueline du Pré</span><span style="font-family: verdana;"> con una performance superlativa rimasta nella storia. Proprio da questa incisione è tratto il pezzo di oggi che è il terzo movimento,<span><i> "Adagio"</i>.<br /></span></span></p><p><span style="font-family: verdana;">Si tratta di un brano ora soave, ora più vibrante nel fascino della tonalità di <i>Si bemolle Maggiore</i>: una musica ricca di squarci e di aperture luminose dove il delicatissimo tema va ripetendosi con progressiva intensità, insieme a passaggi </span><span style="font-family: verdana;">soffusi di malinconia, simili a sospiri. <br />Jacqueline du Prè si addentra in queste note facendole sue con passione e dolcezza per scoprir</span><span style="font-family: verdana;">ne ogni segreto palpito. </span><span style="font-family: verdana;">Ma
l'aspetto a mio avviso più pregevole della sua interpretazione è la
capacità di far emergere il grande stupore e il senso
di crescente attesa presenti nel brano fin dall'esordio, e reiterati poi in diversi punti come pure in
alcune pause.</span><br /><span style="font-family: verdana;">Sembra quasi che l'atmosfera in cui la musica ci introduce sia quella di una notte</span><span style="font-family: verdana;"> che si apre verso l'alba, con una delicatezza che può ricordare proprio una rosa quando i suoi petali si schiudono piano verso la luce.</span></p><p><span style="font-family: verdana;">Buon ascolto!</span></p><p><span style="font-family: verdana;">(La foto è presa dal web) </span><br /></p><p> <iframe frameborder="0" height="360" src="https://youtube.com/embed/Tx8XcE1YUa4?si=eutvtL8Gw5TlsY4q" width="480"></iframe></p>Annamariahttp://www.blogger.com/profile/01938653774623124933noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-4608415311180590646.post-72535448584348156762023-10-30T18:30:00.024+01:002023-10-30T18:49:45.171+01:00Molteplice fascino di una Toccata<p><span style="font-family: verdana;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrOvaot3eIfXOoIpLtTfeuaH8GRZ-Vq3EAq4nhzSeKxS29yXK_am1r5-P60VH7K1GPnXGfNAG8c0xlEprF3GI4_96bxLTR9oqwNALEL0HlKc1Wviy0s7z-gCH7hmHKqdmiZmlqBe2wdIPVzU1ha_RYWAzj4BZZbQWraClsoejz1ej8Si6mUmubVd5sIW6A/s700/cattedrale-chartres-rosone.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="656" data-original-width="700" height="281" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrOvaot3eIfXOoIpLtTfeuaH8GRZ-Vq3EAq4nhzSeKxS29yXK_am1r5-P60VH7K1GPnXGfNAG8c0xlEprF3GI4_96bxLTR9oqwNALEL0HlKc1Wviy0s7z-gCH7hmHKqdmiZmlqBe2wdIPVzU1ha_RYWAzj4BZZbQWraClsoejz1ej8Si6mUmubVd5sIW6A/w300-h281/cattedrale-chartres-rosone.jpg" width="300" /></a></span></div><span style="font-family: verdana;">Quando in campo musicale ricorre il termine <i>Toccata, </i>penso che - giustamente - tanti l'associno prima di tutto a Bach, a cominciare dalla sua <i>"Toccata e Fuga in re minore BWV 565", </i>certo la più famosa ma non l'unica creazione del compositore strutturata in tal modo.</span><span style="font-family: verdana;"><br />Ce ne sono infatti molte altre: provate ad asco</span><span style="font-family: verdana;">ltare, per esempio, la <i>BWV 540 in Fa Maggiore </i>o la <i>BWV 564 in Do Maggiore - </i>che, tra l'altro, ai due movimenti canonici inframmezza eccezionalmente un incantevole <i>Adagio - </i>e avrete un'idea della sua funzione. <br /></span><p></p><p><span style="font-family: verdana;">Con questo termine<i> </i>s'intende infatti un brano introduttivo, una composizione strumentale vivace e movimentata, una sorta di brillante pezzo di bravura costruito con</span><span style="font-family: verdana;"> scale e arpeggi </span><span style="font-family: verdana;">in cui gli esecutori possono dar prova della loro abilità e - appunto - della bellezza del loro tocco.</span><span style="font-family: verdana;"><br />Nata nel periodo rinascimentale prima per fiati e successivamente per liuto, la <i>Toccata</i> viene poi </span><span style="font-family: verdana;">scritta per clavicembalo e in seguito per organo. <br />Ma è l'epoca barocca a darle il maggiore risalto, sia per le numerose </span><span style="font-family: verdana;">creazioni bachiane, sia per il suo stile libero e quasi improvvisativo, simile a una sorta di antico e fantasioso <i>ricercare </i></span><span style="font-family: verdana;">che prelude alla <i>Fuga</i>, ma talora indipendente da </span><span style="font-family: verdana;">essa e più vicina a un tema con variazioni. <br />Ricordo, tra le altre, le <i>Toccate</i> di Buxtehude, di Alessandro Scarlatti ma </span><span style="font-family: verdana;">soprattutto - conosciutissima - quella di Paradisi, resa poi celebre del vecchio intervallo televisivo ed eseguita all'arpa.<br />Il periodo romantico vede invece un uso meno frequente di questa forma musicale, anche </span><span style="font-family: verdana;">se nel corso dell'Ottocento </span><span style="font-family: verdana;">non mancano esempi </span><span style="font-family: verdana;">tra i quali la <i>Toccata</i> dalla <i>"Sinfonia n.5</i> <i>in fa minore op.42"</i> di Charle-Marie Widor, brillante pezzo organistico eseguito spesso durante i matrimoni reali.<br /></span></p><p><span style="font-family: verdana;">Proprio della fine dell'Ottocento - precisamente del 1895 - è il brano di oggi col quale dò il benvenuto in questo blog al compositore e organista francese <b>Léon Boellmann </b>(1862 - 1897). Si tratta della <i>Toccata</i> che questa volta non apre, ma </span><span style="font-family: verdana;">conclude la sua <i>"Suite gothique op.25"</i>. <br />Perlomeno nella parte iniziale, non è un brano dalle sonorità luminose e festanti </span><span style="font-family: verdana;">come quello del contemporaneo Widor, anche se qualche punto di contatto non manca. Questo di Boellmann infatti si apre nella tonalità di <i>do minore </i>su di un tema semplice e un po' cupo che va ripetendosi, ora suonato dalla pedaliera mentre la </span><span style="font-family: verdana;">tastiera fa da accompagnamento, ora viceversa.</span></p><p><span style="font-family: verdana;">Gli aspetti che mi affascinano maggiormente sono quattro: prima di tutto</span><span style="font-family: verdana;"> la straordinaria energia sprigionata da queste note, poi il ritmo spesso variato. </span><span style="font-family: verdana;">Si potrebbe dire infatti che il brano non abbia particolare sviluppo, ma alterni momenti diversi con variazioni più che altro ritmiche.</span><span style="font-family: verdana;"> Ora infatti si dipana a somiglianza di una marcia cadenzata dove accordi e tema sono scanditi con regolarità sulla prima nota di ogni quartina; ora invece il tema s'innesta sulla terza nota delle varie quartine creando così una sorta di sfasatura ritmica che - a mio modesto avviso - è il bello di questa creazione</span><span style="font-family: verdana;">.<br />Il terzo elemento che mi ha colpito è la successione di cromatismi che modulano su altre tonalità a 2.16</span><span style="font-family: verdana;"> dall'inizio. Infine, la bellissima conclusione dove, dopo che la melodìa in minore viene ripresa a ottave sulla pedaliera, si passa progressivamente ad un brillante e fragoroso accordo di <i>Do Maggiore</i> che tutto illumina con la sua </span><span style="font-family: verdana;">energia!<br />Un pezzo affascinante e insieme impegnativo che, come la maggioranza delle </span><span style="font-family: verdana;">composizioni organistiche, non solo richiede il tocco giusto, ma anche perfetta sincronia tra tastiere e pedaliera.<i><br /></i></span></p><p><span style="font-family: verdana;">Buona visione e buon ascolto!</span></p><p><span style="font-family: verdana;">(La foto è presa dal web. Per chi volesse seguire il brano sullo spartito, questo è il link: <a href="https://www.youtube.com/watch?v=XzU5xbZ4QEA">https://www.youtube.com/watch?v=XzU5xbZ4QEA</a> )</span><br /></p><p> <iframe frameborder="0" height="270" src="https://youtube.com/embed/co63dD9ez4A?si=n370zK5jNwpQZA1M" width="480"></iframe></p>Annamariahttp://www.blogger.com/profile/01938653774623124933noreply@blogger.com10tag:blogger.com,1999:blog-4608415311180590646.post-36141336669121720242023-10-22T14:30:00.000+02:002023-10-22T14:34:38.445+02:00Con la voce di Patricia<p><span style="font-family: verdana;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjj9vjOtDBavsJNNbR_exdtCOVfwbF0022rIU_7mNuDY6c2-Nl5vGBbYMjB-FneTnUR0Oq8c3QucYJeYZqV5oB2jKNrjem7gd25vxOqz3ppLO0D5A-z0IyAXSmSV9vS1RdrfaP7RrZd6R9dM2xldJcUiI9QcNgi8gReMJHHK83BzIPgP4rDXewWeG_gLw7W/s1058/Antelami-Deposizione%20ipg.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="789" data-original-width="1058" height="220" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjj9vjOtDBavsJNNbR_exdtCOVfwbF0022rIU_7mNuDY6c2-Nl5vGBbYMjB-FneTnUR0Oq8c3QucYJeYZqV5oB2jKNrjem7gd25vxOqz3ppLO0D5A-z0IyAXSmSV9vS1RdrfaP7RrZd6R9dM2xldJcUiI9QcNgi8gReMJHHK83BzIPgP4rDXewWeG_gLw7W/w295-h220/Antelami-Deposizione%20ipg.jpg" width="295" /></a></span></div><span style="font-family: verdana;">Non troppe parole oggi, perchè non esistono espressioni sufficienti a deplorare la guerra tra Hamas e Israele, deflagrata giorni fa con un orrore senza pari, come se non bastassero i conflitti presenti nel mondo, dall'Ucraina a quelli di cui più </span><span style="font-family: verdana;">nessuno parla. Una sorta di <i>terza guerra mondiale combattuta a pezzi</i></span><span style="font-family: verdana;">, come l'ha definita Papa Francesco.</span><p></p><p><span style="font-family: verdana;">Nella situazione attuale, straziante, ma insieme confusa e contraddittoria, mentre l'obiettivo della pace si fa sempre più lontano, questo post vuol essere un piccolo ricordo dedicato alle vittime. Tutte, senza distinzione.</span><span style="font-family: verdana;"><br />E lo faccio attraverso un brano di <b>Andrew Lloyd Webber</b>, compositore britannico </span><span style="font-family: verdana;">classe 1948, conosciuto soprattutto per i suoi <i>musical</i> tra i quali <i>Jesus Christ Superstar</i>, <i>Cats</i> ed <i>Evita </i>solo </span><span style="font-family: verdana;">per citarne alcuni.</span></p><p><span style="font-family: verdana;">Il pezzo che ho scelto è l'invocazione di pietà che ci viene dal toccante <i>"Pie Jesu"</i> del su</span><span style="font-family: verdana;">o <i>"Requiem</i>"<i>, </i>seguito dall'<i> "Agnus Dei" </i>e cantato da una voce di eccezione spentasi proprio il primo ottobre scorso a soli 25 anni(!), a seguito di</span><span style="font-family: verdana;"> un tumore che non le ha dato scampo.<br />Si tratta della slovacca <b>Patricia Janečková</b>, splendida promessa della lirica che tempo fa </span><span style="font-family: verdana;">avete visto <a href="https://annaclassica.blogspot.com/2020/08/les-oiseaux-dans-la-charmille.html">qui</a> nella scintillante interpretazione di un pezzo di Offenbach. Una giovanissima ma già straordinaria cantante che mi auguro venga ascoltata a </span><span style="font-family: verdana;">lungo nelle varie registrazioni che ci ha lasciato.<br />Una voce che, </span><span style="font-family: verdana;">attraverso le </span><span style="font-family: verdana;">note di Lloyd Webber,</span><span style="font-family: verdana;"> mi pare significativa a ricordare</span><span style="font-family: verdana;"> i tanti che come lei - in modo diverso ma non meno lacerante - hanno attraversato la soglia della morte. <br /></span></p><p><span style="font-family: verdana;">Buon ascolto!</span></p><p><span style="font-family: verdana;">(Nella foto, presa dal web, particolare della <i>"Deposizione"</i> di Benedetto Antelami conservata nel Duomo di Parma.)</span><br /></p><p> <iframe frameborder="0" height="270" src="https://youtube.com/embed/luCw_6ns_Yc?si=rjEuRDenwnBl7TWD" style="background-image: url(https://i.ytimg.com/vi/luCw_6ns_Yc/hqdefault.jpg);" width="480"></iframe></p>Annamariahttp://www.blogger.com/profile/01938653774623124933noreply@blogger.com11tag:blogger.com,1999:blog-4608415311180590646.post-55065153855857255672023-10-15T10:30:00.002+02:002023-10-15T20:36:39.990+02:00Le mie città - 10<p></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEha5mvBTYS2JntDtJD85wkeRdbkxWKYRVdKqfUHIKhIDUOZr1gPY2T4lE3OBggKmmbLzDz0c2rIIife6xuMmfKSvLC51OeDpj17HMNElLj4pWMBgIhWmGmEqwa4uY_SNXGJzfpW5GTbHMFTV0hfY5mLXEEtDPrf2CkqDZ9dcnYOhO6iDNPq2sVOPlA9h9rp/s700/San%20Gimignano%20taddeodibartolosg1700.jpg%201.jpg%201.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="525" data-original-width="700" height="395" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEha5mvBTYS2JntDtJD85wkeRdbkxWKYRVdKqfUHIKhIDUOZr1gPY2T4lE3OBggKmmbLzDz0c2rIIife6xuMmfKSvLC51OeDpj17HMNElLj4pWMBgIhWmGmEqwa4uY_SNXGJzfpW5GTbHMFTV0hfY5mLXEEtDPrf2CkqDZ9dcnYOhO6iDNPq2sVOPlA9h9rp/w526-h395/San%20Gimignano%20taddeodibartolosg1700.jpg%201.jpg%201.jpg" width="526" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-family: times;">Taddeo di Bartolo:<i> "San Gimignano e storie della sua vita" </i>- Pinacoteca civica di San Gimignano</span><br /></td></tr></tbody></table><p><span style="font-family: verdana;">Non è la prima volta che parlo di San Gimignano su queste pagine. <br />Avevo pubblicato qualche anno fa un'immagine della sua campagna circostante in</span><span style="font-family: verdana;"> pieno inverno. </span><span style="font-family: verdana;">Era una foto del mio calendario di allora: </span><span style="font-family: verdana;">la neve in primo piano e l'inconfondibile profilo della città sullo sfondo. </span><span style="font-family: verdana;"><br />Ma se voglio parlare di luoghi che ho nel cuore per la loro bellezza insieme a un legame fatto di ricordi, non posso<span> trala</span></span><span style="font-family: verdana;">sciare San Gimignano e l'aura antica che vi ho respirato ogni volta che l'ho visitata, nell'azzurro di una giornata ventosa o avvolta nel grigio delle brume autunnali. </span><span style="font-family: verdana;"> <br /></span></p><p><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhZBk-4BZp3477cwkebP0td2QnZxTaAFQUjrtYO-n0lpA5feWBy5N4tv5lMtGGoDZWvCDHdbXzesbv-5DTnaXr8AATXevBAZ87WAuwELUHPbt5YwjWz5Kca81w669lrIxwCXfcyCKXPMbZSx1B17wJvWFblQ4-deg08O9HD-jHXhUvacWeqJUt4HeYhLOhz/s283/San%20Gimignano%20taddeodibartolosg1700.jpg%201.jpg%201.jpg%202.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="283" data-original-width="242" height="337" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhZBk-4BZp3477cwkebP0td2QnZxTaAFQUjrtYO-n0lpA5feWBy5N4tv5lMtGGoDZWvCDHdbXzesbv-5DTnaXr8AATXevBAZ87WAuwELUHPbt5YwjWz5Kca81w669lrIxwCXfcyCKXPMbZSx1B17wJvWFblQ4-deg08O9HD-jHXhUvacWeqJUt4HeYhLOhz/w287-h337/San%20Gimignano%20taddeodibartolosg1700.jpg%201.jpg%201.jpg%202.jpg" width="287" /></a><span style="font-family: verdana;">Le celebri torri e case-torri che la rendono un <i>unicum </i>nel suo genere tanto da averle meritato l'appellativo di <i>Manhattan del Medioevo, </i>mi hanno sempre colpito insieme al particolare impianto urbanistico che ricalca quello di </span><span style="font-family: verdana;">altri centri storici dell'epoca. <br />Il borgo si snoda con un andamento sinuoso che segue la </span><span style="font-family: verdana;">morfologia dei colli, con la cinta muraria, le strade strette e curve a spezzare l'urto del vento - o l'irrompere di un invasore </span><span style="font-family: verdana;">- e una pietra di colore uniforme. <br />Ma più di altri elementi, singolare è il suo </span><span style="font-family: verdana;">originalissimo profilo visibile da lontano. </span></p><p><span style="font-family: verdana;">Proprio questo aspetto mi ha sempre attirato più ancora di altri caratteri storico-artistici pure molto pregevoli come - solo per citarne alcuni - gli affreschi di Benozzo Gozzoli e del </span><span style="font-family: verdana;">Ghirlandaio che decorano la Collegiata. <br /></span><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi4Wgvw5GxawPYJUzNxnWFeh8J7bMJnPMv3ul05BoBbYLW2_X2nZIOXdtpmmSlSX0XjlLs49XkqdU6OKGP9wIzdoeajcaiQl0Tms0qBdUPPP24fbvrIU9XffQkYZaMn_ohd6IsO1h0kYNPBq-FtmRuZzCIbpRxADe29u7gC_pefZ1GteF5llLpUfr3Latug/s1287/San%20Gimignano%20C%20.jpg%201.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="724" data-original-width="1287" height="171" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi4Wgvw5GxawPYJUzNxnWFeh8J7bMJnPMv3ul05BoBbYLW2_X2nZIOXdtpmmSlSX0XjlLs49XkqdU6OKGP9wIzdoeajcaiQl0Tms0qBdUPPP24fbvrIU9XffQkYZaMn_ohd6IsO1h0kYNPBq-FtmRuZzCIbpRxADe29u7gC_pefZ1GteF5llLpUfr3Latug/w304-h171/San%20Gimignano%20C%20.jpg%201.jpg" width="304" /></a><span style="font-family: verdana;">C'è infatti una particolare interazione tra la cittadina e il panorama delle colline </span><span style="font-family: verdana;">circostanti, quasi le molteplici direzioni da cui vi si può giungere, cambiando il punto di vista da cui la si osserva e mutandone la fisionomia, ne </span><span style="font-family: verdana;">accrescano splendore ed eleganza.<br />Bellissimo avvistarla da lontano, vederla </span><span style="font-family: verdana;">emergere dalle ondulazioni del paesaggio, mentre il profilo va man mano precisandosi e variando di curva in curva. Ora il centro appare raccolto intorno alle torri, ora si allunga sinuoso lungo il dorso della collina a comprendere antiche frazioni che, nel corso dei secoli, sono state inglobate nel tessuto urbano. Ed è bellezza che si aggiunge a bellezza. </span></p><p><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfYXvZ6gv7RD2jHxMQhjq9sgxBEemOOx4N5AIBEBhJD3ynPdy5668pCGEU0alfhWJm-MD2Whi6huqOve72fJnnwAxUnK_J4U2QfldjHyO6Ml3g1tVB9XS51JkbCGyJ5jDb9QJ56CZkRuigZV6LaO6GisGMW2hUI83i6UEn-mYaGbCS4BFoH_8f-Kv8Yc2W/s980/San%20Gimignano%20C%20%20.png" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="551" data-original-width="980" height="183" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfYXvZ6gv7RD2jHxMQhjq9sgxBEemOOx4N5AIBEBhJD3ynPdy5668pCGEU0alfhWJm-MD2Whi6huqOve72fJnnwAxUnK_J4U2QfldjHyO6Ml3g1tVB9XS51JkbCGyJ5jDb9QJ56CZkRuigZV6LaO6GisGMW2hUI83i6UEn-mYaGbCS4BFoH_8f-Kv8Yc2W/w325-h183/San%20Gimignano%20C%20%20.png" width="325" /></a><span style="font-family: verdana;">Così mi torna in mente un ricordo lontano, un viaggio di fine vacanze, quando le prime giornate di settembre avevano già brume mattutine che preludevano all'autunno. </span><br /><span style="font-family: verdana;">Altri tempi. <br />A conclusione di un itinerario che ci aveva</span><span style="font-family: verdana;"> portato dal Casentino al Chianti, dalle Crete senesi alla Val d'Elsa, l'ultimo giorno non avevamo trovato da dormire a San Gimignano, ma solo ad alcuni chilometri </span><span style="font-family: verdana;">di distanza. <br />A tarda sera eravamo arrivati a un casale rustico in piena campagna, a dire il vero piuttosto spartano, ma il panorama che ci </span><span style="font-family: verdana;">si era presentato dalla finestra </span><span style="font-family: verdana;">la mattina seguente </span><span style="font-family: verdana;">era a dir poco incantevole. Al diradarsi delle prime foschie, </span><span style="font-family: verdana;">erano comparse da lontano le torri come fossero sospese sopra una lieve coltre di nuvole e </span><span style="font-family: verdana;">ci siamo resi conto che eravamo di fronte al borgo nel suo profilo più affascinante, disegnato in fondo a una dolce distesa di vigneti. </span></p><p><span style="font-family: verdana;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXSuK-uFZjlcl4DXJeI9KK6vPpu4gkVjs9clTpfgAtX8yp-8Ct8sn-8DG0w8ljVZldDugexx5NM4qjMv5P2UmOAFMxEpu6aUi3mKCAMvSgX0XbWlM8MmmLUQDDvi1DwGESCj6Xabi5BIj6hnMG3uZb8JixUEYknRP3g5lQqSnQ89AV8hgKx2oZeoOWzEfC/s1950/San%20Gimignano%20C%20.jpg%208.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1667" data-original-width="1950" height="274" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXSuK-uFZjlcl4DXJeI9KK6vPpu4gkVjs9clTpfgAtX8yp-8Ct8sn-8DG0w8ljVZldDugexx5NM4qjMv5P2UmOAFMxEpu6aUi3mKCAMvSgX0XbWlM8MmmLUQDDvi1DwGESCj6Xabi5BIj6hnMG3uZb8JixUEYknRP3g5lQqSnQ89AV8hgKx2oZeoOWzEfC/s320/San%20Gimignano%20C%20.jpg%208.jpg" width="320" /></a></span></div><span style="font-family: verdana;">Mi sono chiesta spesso che significhi </span><span style="font-family: verdana;">abitare circondati da un tale splendore.<br />Cambia la vita uscire al mattino e </span><span style="font-family: verdana;">spaziare in mezzo alla morbidezza dei colli, tra appezzamenti di terreno che sembrano dipinti da Ambrogio Lorenzetti, lasciando vagare lo sguardo sulla pietra antica che riflette ora il grigio autunnale, ora la calda </span><span style="font-family: verdana;">luce del sole? <br />Certo che cambia, se non si cede a </span><span style="font-family: verdana;">quell'abitudine che talora ottunde lo stupore. E se resta vero che la bellezza può annidarsi ovunque, anche nel tumulto di una metropoli di pianura, vi sono tuttavia luoghi dove l'opera dell'uomo e le meraviglie della natura si fondono con incanto tutto particolare. </span><p></p><p><span style="font-family: verdana;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiAWOz6xgh1SPCVW1PlKjgdJDWX-KGTXe24z6d2Tm8xfg8639OYr7NyZlcsJAPQQDZbvLzaqIFJO6_XmT9xmSPEsAq8ut7AxvBEpW_8-eJr6DOSNvc4ssn1t-OZieXcPNmVFDdVRt7ATRCugELGwCVmi0PeFTRDd0vxloDyx59QAyBfMKiOcc9eO02KPwsU/s1300/San%20Gimignano%20C%20.jpg%205.jpg%201.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1300" data-original-width="666" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiAWOz6xgh1SPCVW1PlKjgdJDWX-KGTXe24z6d2Tm8xfg8639OYr7NyZlcsJAPQQDZbvLzaqIFJO6_XmT9xmSPEsAq8ut7AxvBEpW_8-eJr6DOSNvc4ssn1t-OZieXcPNmVFDdVRt7ATRCugELGwCVmi0PeFTRDd0vxloDyx59QAyBfMKiOcc9eO02KPwsU/s320/San%20Gimignano%20C%20.jpg%205.jpg%201.jpg" width="164" /></a></span><span style="font-family: verdana;">Un incanto che deve aver colpito i pittori medioevali come il senese <b>Taddeo di Bartolo </b>(1362 - 1422) del quale vedete, in alto e a lato, alcuni particolari del polittico che raffigura <i>"San </i></span><span style="font-family: verdana;"><i>Gimignano e storie della sua vita"</i>. <br />Qui il vescovo Geminiano tiene in mano un modellino della </span><span style="font-family: verdana;">città che da lui ha preso il nome e che l'artista ha dipinto nella sua originalissima fisionomia e negli incastri architettonici, con uno stile che fonde la grazia di Simone Martini con i caratteri tardogotici di Gentile da Fabriano.</span></p><p><span style="font-family: verdana;">E a un antico borgo di così grande fascino - come già in passato - dedico un brano di <b>Mozart</b>: stavolta è il secondo movimento, <i>"Andante",</i> dalla <i>Sinfonia n.35 in Re maggiore </i></span><span style="font-family: verdana;"><i>K.385</i> detta <i>"Haffner". </i> <br />La composizione si basa su di una </span><span style="font-family: verdana;">precedente e omonima <i>Serenata, </i>opportunamente riadattata in veste sinfonica con modifiche nei tempi e nell'orchestrazione. Un lavoro nel suo insieme scintillante e brioso il cui tempo lento - l'<i>Andante </i>appunto - può ricordare invece il carattere lirico e dolce della composizione </span><span style="font-family: verdana;">precedente, soprattutto nel dialogo tra gli archi e i fiati. <br />Il brano ci regala infatti la garbata e pensosa serenità di Mozart</span><span style="font-family: verdana;">. Bellissima la leggerezza dei vari passaggi in cui la melodia si snoda su di una base d</span><span style="font-family: verdana;">i note ribattute: un procedere lieve e delicato che induce allo stupore, un po' come le morbide ondulazioni delle colline toscane che ora celano, ora svelano il profilo di San Gimignano in un incanto che non finisce di sorprendere.</span><br /></p><p><span style="font-family: verdana;">La clip video riporta solo la prima metà dell'<i>Andante</i>. Nel seguente link potete trovare tutto il brano, sia pure in un'altra interpretazione:</span></p><p><span style="font-family: verdana;"><a href="https://www.youtube.com/watch?v=qEazhsdRMd0">https://www.youtube.com/watch?v=qEazhsdRMd0</a> </span></p><p><span style="font-family: verdana;">Buon ascolto!<br /></span></p><p><span style="font-family: verdana;">(Le foto sono prese dal web) </span><br /></p><p><iframe frameborder="0" height="270" src="https://youtube.com/embed/Mpvm7qKiDr0?si=PN8d26mtpCkEqYC-" width="480"></iframe></p><p></p>Annamariahttp://www.blogger.com/profile/01938653774623124933noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-4608415311180590646.post-55826257996754998352023-10-07T15:30:00.007+02:002023-10-07T15:36:12.888+02:00Viva il prof. Albrechtsberger !<p><span style="font-family: verdana;"></span></p><p><span style="font-family: verdana;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjIbHRgLs7-5fP75P356YCJDaaqR0WP3yawE_H2F-vR9RPwfdHnM43Pheu3H1at1DrG4YA_beHkXv2RnbAIZc9fsyaihaPH-NfUJvsBC0h08ySWMz91BFgE9QNkhtcDb8mrJDO7g3tqAWSW_afezM_HjlZhwZEjK5hODY4KfaWNSWxwOH7b3gs1icg9OI0G/s1612/Vermeer-%20The-Music-Lesson-.jpg%20%201.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1133" data-original-width="1612" height="218" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjIbHRgLs7-5fP75P356YCJDaaqR0WP3yawE_H2F-vR9RPwfdHnM43Pheu3H1at1DrG4YA_beHkXv2RnbAIZc9fsyaihaPH-NfUJvsBC0h08ySWMz91BFgE9QNkhtcDb8mrJDO7g3tqAWSW_afezM_HjlZhwZEjK5hODY4KfaWNSWxwOH7b3gs1icg9OI0G/w311-h218/Vermeer-%20The-Music-Lesson-.jpg%20%201.jpg" width="311" /></a></span></div><span style="font-family: verdana;">Si è celebrata nei giorni scorsi, precisamente il 5 ottobre, la <i>Giornata </i></span><span style="font-family: verdana;"><i>mondiale dell'insegnante.</i> <br />Confesso che - nonostante il mio passato </span><span style="font-family: verdana;">nella scuola, o forse proprio per questo - sono allergica a un certo genere di ricorrenze che, a mio modesto avviso, lasciano un po' il </span><span style="font-family: verdana;">tempo che trovano mentre, per valorizzare davvero la funzione docente, occorrerebbe ben altro. <br />Tuttavia, in questo piccolo angoletto di web </span><span style="font-family: verdana;">ho pensato di fare un'eccezione. Così oggi mi appresto a ricordare un musicista che, oltre che compositore, è stato proprio insegnante di una nutrita schiera di allievi tra i quali Beethoven e forse Mozart, nonchè autore di trattati di teoria musicale che hanno fatto scuola - appunto - a un gran numero di studenti.</span><p></p><p><span style="font-family: verdana;">Sto parlando dell'austriaco <b>Johann Georg Albrechtsberger </b>(1736 - 1809), garbatissimo musicista del quale tempo fa ho pubblicato un delizioso brano per arpa e orchestra e </span><span style="font-family: verdana;">che, come vedete subito dalle date, si muove tra Barocco e Classicismo. Autore - come ricordavo in passato - di numerosissime fughe, esperto di armonia e contrappunto, proprio di questi temi si è occupato nelle sue opere di carattere didattico sulla composizione.</span> </p><p></p><p><span style="font-family: verdana;">Bene. Allora, dedicato in particolare a tutti coloro che insegnano musica, di Albrechtsberger oggi ho scelto un brano che, come mi accade ormai spesso, mi ha colpito per alcuni riferimenti che certo anche a voi suoneranno familiari. Si tratta della </span><span style="font-family: verdana;"><i>"Fuga"
</i>per il <i>"Quartetto d'archi in Do maggiore", </i>pezzo che porta l'indicazione di <i>"Allegro
moderato", </i>nonostante i tanti passaggi che piegano verso tonalità ombrose arricchendone lo spessore. </span></p><p><span style="font-family: verdana;">Ma il motivo della mia scelta è che, appena l'ho ascoltato, il brano mi è risuonato
dentro come cosa non nuova, e ho continuato a risentirlo a mo' di tormentone per il desiderio di dare
una fisionomia precisa al mio ricordo. Quasi tredici anni di blog sono tanti ed è dura ripercorrere tutta la musica che ho
pubblicato nel tempo; d'altra parte di Albrechtsberger finora ho postato un solo pezzo...e
allora dove ho già sentito queste note?</span><span style="font-family: verdana;"><br /></span>
<span style="font-family: verdana;">Ascolta e riascolta...a un certo punto ho capito! <br />
A colpirmi non è stato solo il ritmo della fuga col successivo sovrapporsi
delle voci, il loro intreccio e i cromatismi che lo caratterizzano, ma alcuni passaggi - a partire da 1.28 dall'inizio - che mi ricordano il tema del <i>"Cum
Sancto Spiritu" </i>nel <i>"Gloria"</i> della<i> "Grande Messa in do minore K.427"</i>
di Mozart. Anche in questo caso il brano ha una struttura fugata molto simile e, se volete, potete trovarlo <a href="https://www.youtube.com/watch?v=EHDXXVueYxQ">qui</a>.<br />
<br />
Mozart, dunque! In effetti il riferimento non è fuori di luogo se pensiamo
che – come ricordavo in passato - i due musicisti non sono stati semplicemente contemporanei, </span><span style="font-family: verdana;">ma pare anche amici. <br />La <i>"Grande Messa K.427" </i>è del 1783 e, non conoscendo la data di composizione di </span><span style="font-family: verdana;">questa fuga, non so quale
dei due abbia preso ispirazione dall'altro. Ma potrebbe trattarsi di quel reciproco scambio e di quella condivisione che avviene talora, oltrepassato un certo livello, tra insegnante e allievo, o magari quando l'allievo supera il maestro. Del resto, non è l'unico pezzo di Albrechtsberger in cui risuona il tema mozartiano di quel<i> "Cum
Sancto Spiritu"</i>:<i> </i>lo si ritrova infatti anche in altre fughe, in brani per organo, simile a un filo che collega i due compositori
insieme al grande garbo che li accomuna. </span></p><p><span style="font-family: verdana;">Buon ascolto!</span></p><p><span style="font-family: verdana;">(Nella foto, presa dal web, particolare da <i>"La lezione di musica" </i>di Johannes Vermeer.)<i><br /></i></span></p><p> <iframe frameborder="0" height="360" src="https://youtube.com/embed/srhvuHoGY1M?si=jj8YlS5RawhzUvcY" style="background-image: url(https://i.ytimg.com/vi/srhvuHoGY1M/hqdefault.jpg);" width="480"></iframe></p>Annamariahttp://www.blogger.com/profile/01938653774623124933noreply@blogger.com10tag:blogger.com,1999:blog-4608415311180590646.post-90954101188049768722023-09-30T18:00:00.000+02:002023-09-30T18:06:37.609+02:00Un soavissimo Mendelssohn <p><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhPg_JFg0h87S8hKIrY6U6OdrguAa8ubItl0qXWM_becGVv1V-qjm0Pc4cyCN56zbja8n2pE0x_A8mzvyenENlPrBkIsvYIs6tUZKQe-hV-Kk4M1wBba0LfXANwUnecDXp9CDF_GLNl6hVpfu11OAFBTRRZXEUD9WTXfmGHhjmBaLn8d8EizC30lpGHmYAJ/s2000/Scozia%20.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1335" data-original-width="2000" height="183" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhPg_JFg0h87S8hKIrY6U6OdrguAa8ubItl0qXWM_becGVv1V-qjm0Pc4cyCN56zbja8n2pE0x_A8mzvyenENlPrBkIsvYIs6tUZKQe-hV-Kk4M1wBba0LfXANwUnecDXp9CDF_GLNl6hVpfu11OAFBTRRZXEUD9WTXfmGHhjmBaLn8d8EizC30lpGHmYAJ/w271-h183/Scozia%20.jpg" width="271" /></a><span style="font-size: small;"><span style="font-family: verdana;">Nel cercare su youtube alcuni brani di
atmosfera autunnale, nei giorni scorsi mi sono imbattuta in un pezzo di
<b>Felix Mendelssohn Bartholdy </b>(1809 - 1847) che ricordavo vagamente di aver ascoltato in un concerto di Rai 5, ma sul quale non mi ero mai soffermata. Invece, stavolta ha subito catturato il mio
interesse.</span></span></p><p><span style="font-size: small;"><span style="font-family: verdana;">Alla musica del compositore mi sono accostata per la prima volta a diciassette anni, ascoltando il <i>"Concerto per violino in mi minore op.64",</i> uno dei capolavori della letteratura violinistica dell'Ottocento, del quale mi sono subito innamorata. La composizione mi aveva parlato
soprattutto col suo <i>Andante, </i>pezzo di mirabile dolcezza, oggetto di svariati arrangiamenti il più celebre dei quali, che potete ritrovare <a href="https://annaclassica.blogspot.com/2011/02/dalla-classica-al-rock.html">qui</a>, </span></span><span style="font-size: small;"><span style="font-family: verdana;">è addirittura all'interno di un'opera rock. </span></span><br />
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: verdana;">Poi di Mendelssohn ho sempre ascoltato volentieri alcune <i>"Romanze senza parole" </i>tra le<i> </i>più ricche di efficacia pittorica, e qualche pezzo corale. </span></span><span style="font-size: small;"><span style="font-family: verdana;">Delle <i>Sinfonie</i> mi piace molto l'<i>Italiana</i>, con la sua luminosità mediterranea e il piglio vivace che riecheggia </span></span><span style="font-family: verdana;">qua e là certi ritmi della nostra tradizione popolare. <br />Ma raramente sono andata oltre.</span></p><p><span style="font-size: small;"><span style="font-family: verdana;">Giorni fa invece, a incantarmi è stato il terzo movimento - <i>Adagio -</i> della <i>"Sinfonia n.3 in la minore op.56"</i> detta <i>"Scozzese" </i>perchè nata dopo un </span></span><span style="font-family: verdana;">viaggio in Scozia dal quale il compositore ha preso ispirazione anche per l'ouverture <i>"Le Ebridi"</i>. <br />La <i>Scozzese</i>, frutto di lunga elaborazione, segue l'<i>Italiana</i> di nove anni e ci introduce in un clima molto diverso, </span><span style="font-size: small;"><span style="font-family: verdana;">originato</span></span><span style="font-size: small;"><span style="font-family: verdana;"> dalla suggestione del paesaggio </span></span><span style="font-family: verdana;">nordico, da una luce differente così come da differenti colori. <br />Quelle di Mendelssohn sono impressioni simili a diari di viaggio che il </span><span style="font-family: verdana;">compositore oltre che sulla tela - si dilettava infatti anche di pittura - fermava in note. Qui, tali impressioni si dipanano quasi senza </span><span style="font-size: small;"><span style="font-family: verdana;">soluzione di continuità nei quattro tempi della sinfonia: lo dimostra l'apertura di questo<i> Adagio </i>che somiglia al prosieguo di un discorso già iniziato e ci introduce piano al delicatissimo tema. </span></span></p><p><span style="font-family: verdana;">Prendetevi del tempo e ascoltatelo senza fretta, in un momento tranquillo. <br />C'è un' impagabile soavità in questa melodia, accompagnata al suo esordio </span><span style="font-size: small;"><span style="font-family: verdana;">dal pizzicato degli archi, mentre nelle
riprese successive è sostenuta da una più ricca e </span></span><span style="font-family: verdana;">articolata orchestrazione. <br />È un'aria di grande morbidezza e intensità, che ora declina verso sonorità dissonant</span><span style="font-size: small;"><span style="font-family: verdana;">i e crepuscolari, ora si apre alla luce </span></span><span style="font-size: small;"><span style="font-family: verdana;">a somiglianza di certe immagini della campagna scozzese con tinte sfumate e atmosfere nordiche, spazi immensi e solitudini sconfinate. </span></span><span style="font-size: small;"><span style="font-family: verdana;">Un'aria che si dipana dolcemente andando a culminare in alcuni splendidi intervalli di settima maggiore (<i>la - sol#</i>) - il primo dei quali a 1,48 dall'inizio -</span></span><span style="font-size: small;"><span style="font-family: verdana;"> ripresi poi nel corso del brano a ricreare riposanti aperture di paesaggio con un respiro musicale più ampio.<br /></span></span></p><p><span style="font-family: verdana;">Alternate alla dolcezza di questo primo tema, vi sono tuttavia alcune parti </span><span style="font-size: small;"><span style="font-family: verdana;">di atmosfera decisamente diversa, caratterizzata da toni cupi e funebri, insieme a ritmi molto più energici e cadenzati. Un contrasto di fronte al quale suona ancor più significativa, nella sua delicatezza, la melodia iniziale coniugata in mille sfumature espressive, come se Mendelssohn avesse inteso trasporre in note la morbidezza della sua abilità di acquerellista.</span><i><br /></i></span></p><p><span style="font-family: verdana;">Buon ascolto!</span></p><p><span style="font-family: verdana;">(La foto è presa dal web.)</span><br /></p><p></p><p></p><p></p><p></p><p></p><p></p><p></p><p></p><p></p><p></p><p></p><p><iframe frameborder="0" height="270" src="https://youtube.com/embed/e-XonVvPStY?si=DNZ3gPKJUy0F9WJC" width="480"></iframe></p>Annamariahttp://www.blogger.com/profile/01938653774623124933noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-4608415311180590646.post-22769980588259627512023-09-23T21:00:00.016+02:002023-09-23T21:10:52.434+02:00Ricordi autunnali<p></p><p><span style="font-family: verdana;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEihlBe5A6InYKAdSXj5siU8mUW7TQurIM0ij_wo_HDOLGDiv6OSNPkPy4AD7YYBP0PgYATIwH8dgaT1KXBbSqrLI92XPpuu6ihUTDTdwCIF6LN9LxrhNCPQb1kJcbVBcz4KhRfyfk3PjlH24j1setwKr9h1EPbi5P0_L8PvYkspRxYopVFuKuDY3ejR3WL1/s710/castagne.jpg%201.jpg%203.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="442" data-original-width="710" height="167" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEihlBe5A6InYKAdSXj5siU8mUW7TQurIM0ij_wo_HDOLGDiv6OSNPkPy4AD7YYBP0PgYATIwH8dgaT1KXBbSqrLI92XPpuu6ihUTDTdwCIF6LN9LxrhNCPQb1kJcbVBcz4KhRfyfk3PjlH24j1setwKr9h1EPbi5P0_L8PvYkspRxYopVFuKuDY3ejR3WL1/w268-h167/castagne.jpg%201.jpg%203.jpg" width="268" /></a></span></div><span style="font-family: verdana;">L'autunno si sta aprendo con la sua ricchezza di sfumature: colori caldi e brume mattutine, cieli variegati di nuvole e paesaggi più dolcemente assolati che mi affascinano anche perchè, talora, mi riportano all'</span><span style="font-family: verdana;">infanzia. <br />Mi rivedo nei miei pomeriggi di bambina a raccogliere castagne </span><span style="font-family: verdana;">lungo il viale che costeggia i giardini pubblici </span><span style="font-family: verdana;">nella città in cui abitavo:</span><span style="font-family: verdana;"> una fila di ippocastani da un lato e il rustico muretto di cinta delle serre di un fiorista dall'altro. Nel giro di alcuni anni, al posto delle serre sarebbero sorti dei condomini dove si è poi trasferita la mia famiglia: uno spazio aperto sul verde dei giardini, adornato proprio sotto casa da una fila di ciliegi giapponesi che a primavera mettevano grappoli di fiori rosa. Lì ho abitato per parecchio tempo con grande gioia.</span><p></p><p><span style="font-family: verdana;">Eppure, i pomeriggi di questo inizio d'autunno in cui il sole non ferisce più lo sguardo e il verde inizia a sfumare nel ruggine, mi ricordano il periodo </span><span style="font-family: verdana;">della mia infanzia in cui su quel viale le case non c'erano ancora. <br />Vi sono talora sensazioni che appartengono solo ai bambini: momenti di felicità </span><span style="font-family: verdana;">intatta, </span><span style="font-family: verdana;">a volte invece oscure ansie, o </span><span style="font-family: verdana;">percezioni in cui il mondo esterno per qualche istante parla con rara
intensità della vita a cui si affacciano. Percezioni che magari con
l'età crediamo di aver dimenticato, ma che restano sedimentate in
noi e talora riaffiorano portando alla luce il nucleo vivo della nostra identità.</span><span style="font-family: verdana;"> </span></p><p><span style="font-family: verdana;">Avrò avuto cinque o sei anni, forse ai giardinetti mi accompagnava mia mamma o qualche persona di famiglia. Ma a me è rimasto impresso quel viale fiancheggiato dal rustico muretto di cinta lungo il quale mi incamminavo nella luce dorata del pomeriggio con in mano un cestino, cercando le castagne che occhieggiavano a </span><span style="font-family: verdana;">terra dai ricci pungenti. <br />Avevo in cuore la gioia di scoprire la natura della quale coglievo - sia pure in modo </span><span style="font-family: verdana;">ancora elementare - la bellezza, intuendo al tempo stesso qualcosa di me e del mio aprirmi alla vita. Erano momenti di semplice quotidianità, eppure nella mia percezione di bambina mi sembrava di avvertire per un istante il palpito della vita nel suo farsi, ora con gioiosa pienezza, ora con una punta d'inesprimibile ansia. <br /></span></p><p><span style="font-family: verdana;">Oggi da anni non abito più lì, ma gli ippocastani ci sono ancora e quel ricordo mi </span><span style="font-family: verdana;">raggiunge con incomparabile dolcezza. <br />Da sempre, ogni volta che torno su quel viale in questa stagione, ho l'abitudine di </span><span style="font-family: verdana;">prendere da terra una castagna e conservarla. Camminando, studio prima con lo sguardo quale posso raccogliere: non una qualsiasi, ma una tra le più belle, magari appena uscita dal riccio, con la superficie di un bel marrone caldo, lucido, al tatto lievemente oleosa. Poi mi chino a prenderla con gesto un po' furtivo quasi la mia fosse una trasgressione, la metto in tasca e me ne vado in giro felice come se custodissi un talismano o un tesoro prezioso: non un semplice ricordo, ma una parte di me, un nucleo segreto, un'impronta indistruttibile nella quale ancora mi riconosco.</span></p><p><span style="font-family: verdana;">Così, per associare a questo ricordo una musica che ne rispecchi almeno in parte l'atmosfera, ho scelto un brano di <b>Robert Schumann </b>(1810 - 1856) intitolato <i>"Eintritt"</i>: primo dei nove pezzi per </span><span style="font-family: verdana;">pianoforte raccolti sotto il titolo di <i>"Waldszenen op.82"</i> (Scene dalla foresta). <br />Si tratta di una composizione che - a dire il vero - ho già pubblicato parecchi anni fa</span><span style="font-family: verdana;"> e sapete che non amo ripetermi. Ma questa volta il mio ricordo legato all'infanzia mi ha condotto ancora a Schumann che ha scritto parecchio per i più </span><span style="font-family: verdana;">piccoli a cominciare dal suo <i>Album per la gioventù </i>e le sue<i> Kinderszenen.</i> <br />Vero è che <i>"Eintritt"</i> si riferisce all'universo della natura, tuttavia lo </span><span style="font-family: verdana;">sguardo con cui il compositore ci restituisce in note il mondo della foresta è tutto interiore e delinea </span><span style="font-family: verdana;">quella visione incantata e talora un po' magica che hanno proprio i bambini.<br />Non è infatti la riproduzione puramente descrittiva o imitativa dei vari aspetti della</span><span style="font-family: verdana;"> natura come nel tempo hanno fatto altri musicisti, ma una sorta di viaggio visionario che Schumann fa in se stesso, non privo di suggestioni romantiche e ricco dello stupore di quel <i>fanciullino</i> che - dirà poi Pascoli - è in ciascuno di noi. Una musica fatta ora di ritmi più scanditi, ora invece di toni più sommessi e che - come ricordavo in passato - alterna </span><span style="font-family: verdana;">luci ed ombre in una splendida varietà di colori e sfumature.<br />Particolarmente apprezzabile - a tale riguardo - l'interpretazione di</span><span style="font-family: verdana;"> Mitsuko Uchida che del brano sottolinea le dinamiche, mettendo così in luce la delicatezza e la splendida eleganza del tema. Una musica non priva, qua e là, di tratti lievi e giocosi che a mio avviso possono adattarsi anche alla semplicità del piccolo ricordo della mia infanzia, </span><span style="font-family: verdana;">rifiorito nella morbidezza di questi primi giorni autunnali.</span></p><p><span style="font-family: verdana;">Buon ascolto!</span></p><p><span style="font-family: verdana;">(La foto è presa dal web)</span></p><p><span style="font-family: verdana;"> </span><iframe frameborder="0" height="360" src="https://youtube.com/embed/siLjT0_0-Vs?si=_yfddG2ifUG7wx5V" width="480"></iframe></p>Annamariahttp://www.blogger.com/profile/01938653774623124933noreply@blogger.com8tag:blogger.com,1999:blog-4608415311180590646.post-58839220110142611662023-09-15T21:00:00.000+02:002023-09-15T21:14:35.546+02:00Le mie città - 9<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEglx5mwO7cAhOGPAfz4RE3nm2ygfsUTKNyKlJ1LfmF6QKhhFx6onkXorUt_vig9_3u83YdQCYiaEDaIYFyiSY3q0r4pWDoRl4QZ8ZKJAD0mKYi__QSO9WsvanCAaeH50X8GICF6i2hvjGcwzYXKonYZAxBgrh7Chy9qWToxxY8Do3-U9FsRZkngRQnyZCu4/s1600/Michiel%20Schrijver%20T%20jpg.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="929" data-original-width="1600" height="305" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEglx5mwO7cAhOGPAfz4RE3nm2ygfsUTKNyKlJ1LfmF6QKhhFx6onkXorUt_vig9_3u83YdQCYiaEDaIYFyiSY3q0r4pWDoRl4QZ8ZKJAD0mKYi__QSO9WsvanCAaeH50X8GICF6i2hvjGcwzYXKonYZAxBgrh7Chy9qWToxxY8Do3-U9FsRZkngRQnyZCu4/w523-h305/Michiel%20Schrijver%20T%20jpg.jpg" width="523" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><br /></td></tr></tbody></table><p><span style="font-family: verdana;">Dopo
le singolari immagini della mia città-astronave pubblicate il
mese scorso, oggi proseguo con i dipinti di un artista che
trovo molto originale. Anche qui la fantasia dell'autore si è sbrigliata, ma con intenti ed effetti diversi, e anche se le sue opere raffigurano panorami che richiamano alla mente paesaggi reali e talora monumenti famosi, il modo in cui li assembla va decisamente oltre la realtà, verso </span><span style="font-family: verdana;">una sorta di accattivante e fiabesco surrealismo.<br />Si tratta di <b>Michiel Schrijver,</b> classe 1957, olandese formatosi in Inghilterra e poi</span><span style="font-family: verdana;"> tornato ad Amsterdam dove, dopo essersi occupato di grafica a sc</span><span style="font-family: verdana;">opo commerciale, si è dedicato alla pittura come artista autonomo.</span></p><p><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjm4rTkCn1SPmXFUMcbx0x5PdRQsYuVo23VDMjEv80RPRDGZ6oHpH4bGwG7uIuSzOX3NwuikhCmk0HD0C8W0cRM2_NCi5ghKIf28bPbgmN8ydDNhvA84ucnTY1AgIMW0B_W2iJqF4xSfA3_jgxWWendCSiawpyABGe8R8VLkMQADKjaK0hjV2jN3Dad_lb0/s450/MIchiel%20Scrijver%20jpg%20A%20welcome%20at%20broad%20daylight.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="450" data-original-width="411" height="315" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjm4rTkCn1SPmXFUMcbx0x5PdRQsYuVo23VDMjEv80RPRDGZ6oHpH4bGwG7uIuSzOX3NwuikhCmk0HD0C8W0cRM2_NCi5ghKIf28bPbgmN8ydDNhvA84ucnTY1AgIMW0B_W2iJqF4xSfA3_jgxWWendCSiawpyABGe8R8VLkMQADKjaK0hjV2jN3Dad_lb0/w288-h315/MIchiel%20Scrijver%20jpg%20A%20welcome%20at%20broad%20daylight.jpg" width="288" /></a><span style="font-family: verdana;">Le sue opere rappresentano in gran parte panorami: piccoli borghi arroccati su di </span><span style="font-family: verdana;">un colle o in riva al mare, affascinanti paesetti che possono ricordare </span><span style="font-family: verdana;">qualche antico villaggio toscano o </span><span style="font-family: verdana;">le città della Costiera amalfitana o la Liguria delle Cinque Terre, ma anche </span><span style="font-family: verdana;">scorci delle isole greche.<br />Schrijver ci conduce infatti in una sorta di </span><span style="font-family: verdana;">viaggio pittorico attraverso lo splendore di tanti luoghi che, se da un lato raffigura in un contesto reale, dall'altro però trasfigura con la propria fantasia.</span></p><p><span style="font-family: verdana;">Linee curve intrecciate a linee rette, geometrie solide e colori prevalentemente chiari, stesi con uniformità, derivano certo dal suo passato di grafico e illustratore. Tuttavia, lo stile così particolare dei suoi panorami, se si eccettua qualche aspetto un po' </span><span class="mw-page-title-main" style="font-family: verdana; font-weight: normal;"><span style="font-size: small;">naïf</span></span><span class="mw-page-title-main" style="font-family: verdana; font-weight: normal;"><span style="font-size: small;">, mi </span></span><span style="font-family: verdana;">sembra tutt'altro che ingenuo, ma un tantativo di andare oltre la realtà, sottintentendo valenze e significati al di </span><span style="font-family: verdana;">là della semplice apparenza.</span><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjofyH96HWL3Ej6q-UXt0XzSbgctFdQy7jqfKtqP7CRCdK8EPv0sDkMymsmEXCyFB7Qq6q58_8cQdLDDvAwbRYMvYh6_eWZU6tLuOw5Tp8kWWaI1-ZDlJA5j9XqgKdfs6DI2QpYoZrAW5bLvp2gTlFGNNFe60yYt33faM9qOjsBseSThwN957kWmhV8IcVO/s450/Michiel%20Schrijver%20Waiting%20for%20a%20new%20era.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="450" data-original-width="329" height="397" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjofyH96HWL3Ej6q-UXt0XzSbgctFdQy7jqfKtqP7CRCdK8EPv0sDkMymsmEXCyFB7Qq6q58_8cQdLDDvAwbRYMvYh6_eWZU6tLuOw5Tp8kWWaI1-ZDlJA5j9XqgKdfs6DI2QpYoZrAW5bLvp2gTlFGNNFe60yYt33faM9qOjsBseSThwN957kWmhV8IcVO/w291-h397/Michiel%20Schrijver%20Waiting%20for%20a%20new%20era.jpg" width="291" /></a></span></div><span style="font-family: verdana;">Lo colgo da certi motivi ricorrenti, dalla scelta del punto di vista, dalla</span><span style="font-family: verdana;"> citazione di vari monumenti storici, da qualche incongruenza e insieme da alcuni titoli non puramente descrittivi che aprono a interpretazioni di più ampio spessore. </span><p></p><p><span style="font-family: verdana;">È il mare il denominatore comune a molti dipinti e così pure sono le colline su cui si arroccano paesi dall'aspetto fiabesco che sembrano usciti da un libro illustrato per </span><span style="font-family: verdana;">bambini o da un gioco di costruzioni. <br />Proprio questo è uno degli aspetti che mi ha</span><span style="font-family: verdana;"> più affascinato la prima volta che mi sono imbattuta nelle opere di Schrijver, </span><span style="font-family: verdana;">e che ha risvegliato ricordi della mia infanzia </span><span style="font-family: verdana;">rendendo subito <i>mie </i>queste piccole città.</span></p><p><span style="font-family: verdana;">E insieme alla presenza dell'acqua, a ricorrere nei vari quadri sono barche, porticcioli, fari e a volte anche grandi navi. </span><span style="font-family: verdana;">Elemento comune a tanti panorami è poi una piccola linea ferroviaria, proprio da gioco di costruzioni, che attraversa i paesetti passando sotto e dentro le case o arrestandosi di botto quasi il viaggio fosse terminato. <br /></span></p><p><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmcOps5QRaaw_sfeQGhql5n-_v7T26P3FqLgF83mNZjBwSI7vi_6G0PxRgiu2ECFyVX2LRzDo7lyK_Nqz_U_uMBz5_vyh3f788wpO5tPCaSMYnNoiFf0oRd14b5OSyQpuw1Ho3KECOIhlxWaI8_THFwnMvDV9LTgThwOBOuPeuU3C719ajmM7tnIqkLo55/s1600/Michiel%20Schrijver%20%20%20%20jpg.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1162" data-original-width="1600" height="206" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmcOps5QRaaw_sfeQGhql5n-_v7T26P3FqLgF83mNZjBwSI7vi_6G0PxRgiu2ECFyVX2LRzDo7lyK_Nqz_U_uMBz5_vyh3f788wpO5tPCaSMYnNoiFf0oRd14b5OSyQpuw1Ho3KECOIhlxWaI8_THFwnMvDV9LTgThwOBOuPeuU3C719ajmM7tnIqkLo55/w286-h206/Michiel%20Schrijver%20%20%20%20jpg.jpg" width="286" /></a><span style="font-family: verdana;">Ma troviamo spesso anche altissimi ponti e viadotti dalle linee ricurve che vanno che collegare i vari borghi </span><span style="font-family: verdana;">in un contesto ora </span><span style="font-family: verdana;">luminoso, ora notturno e un po' inquietante. <br />In ogni caso, tutti dati di realtà. Eppure... </span></p><p><span style="font-family: verdana;">Eppure ad essa si intrecciano a volte aspetti fantasiosi ed enigmatici: nel dipinto qui a lato, un viadotto s'interrompe misteriosamente sul vuoto; </span><span style="font-family: verdana;"> le navi sono talora più grandi degli edifici e altrove</span><span style="font-family: verdana;"> le </span><span style="font-family: verdana;">barche fuoriescono dalla finestra o dal portone di casa.<br /></span><span style="font-family: verdana;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj7LSWlQDcG_TXFT4ZySc7NfkHosrRTtmeGsPhh4aJCofVyH6vfgQaCBDmCS5vNG9lDgBakNQ3WC_ew6HbWqB-NUsw29e9JGlbUdwHiY0Nfc_IZaFIyv6LYnVIRx3_oNV3-k2KcvqllKAf7BXDUmedEwzILDAITGpLd-ErRcCKCzBHz7y9yeGUixgDwEnEF/s450/Michiel%20Schrijver%20A%20day%20of%20harvesting.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="450" data-original-width="450" height="288" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj7LSWlQDcG_TXFT4ZySc7NfkHosrRTtmeGsPhh4aJCofVyH6vfgQaCBDmCS5vNG9lDgBakNQ3WC_ew6HbWqB-NUsw29e9JGlbUdwHiY0Nfc_IZaFIyv6LYnVIRx3_oNV3-k2KcvqllKAf7BXDUmedEwzILDAITGpLd-ErRcCKCzBHz7y9yeGUixgDwEnEF/w288-h288/Michiel%20Schrijver%20A%20day%20of%20harvesting.jpg" width="288" /></a></span><span style="font-family: verdana;">In alcune immagini compaiono le figure di un </span><span style="font-family: verdana;">saltimbanco o di un acrobata, collegabili alla presenza colorata di una giostra </span><span style="font-family: verdana;">o di una ruota panoramica visibili qua e là. <br />Così pure, ogni tanto si scorgono animali - </span><span style="font-family: verdana;">elefanti in </span><span style="font-family: verdana;">particolare, ma non solo - e a volte piccoli fogli bianchi che volano nell'aria portati dal vento. <br />Una compagine strana e straniante insomma, fatta di minimi ma ripetuti dettagli - una tempesta in arrivo, una costruzione lasciata a metà, un'evidente sproporzione di forme - che, a ben guardare, </span><span style="font-family: verdana;">contrastano con l'atmosfera di fiabesca intimità delle immagini più solari e luminose.</span></p><p><span style="font-family: verdana;">E come sono raffigurate le persone? Che parte hanno in tali rappresentazioni?<br /></span><span style="font-family: verdana;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj359N4-41aoVIA0NLruOxOeUZHhvAoYGeNqDiZU9Nck5l7FE-vUq5r0TKJ4lDfnriP8j26ZynQyP6kBDepi5QCZOcYNbUZx8K8N8nwrj3Kg_BHQuH0bR1E5d0VQWNs92fhhFmbM-6vKKg0RyoXfbXaNEuiNAHWIPALrJfMUn8btQRKx-JUie1prFPuXs6c/s450/Michiel%20Schrijver%20Greetings%20from%20ashore.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="450" data-original-width="450" height="286" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj359N4-41aoVIA0NLruOxOeUZHhvAoYGeNqDiZU9Nck5l7FE-vUq5r0TKJ4lDfnriP8j26ZynQyP6kBDepi5QCZOcYNbUZx8K8N8nwrj3Kg_BHQuH0bR1E5d0VQWNs92fhhFmbM-6vKKg0RyoXfbXaNEuiNAHWIPALrJfMUn8btQRKx-JUie1prFPuXs6c/w286-h286/Michiel%20Schrijver%20Greetings%20from%20ashore.jpg" width="286" /></a></span><span style="font-family: verdana;">Qui entra in gioco il punto di vista dal </span><span style="font-family: verdana;">quale
si pone il pittore e che è spesso uno sguardo sulle cose dall'alto o
dal basso, ma raramente al loro livello. In ogni caso, gli esseri umani che popolano queste piccole
città sono estremamente minuscoli in rapporto agli edifici e al mondo circostante, sia che vengano rappresentati a gruppetti e in gesti di reciproca accoglienza, sia che vengano colti in solitudine, magari
affacciati a una finestra o in attesa davanti a una porta come in
certi quadri di Hopper.</span></p><p></p><p><span style="font-family: verdana;">Al contrario, grandiose
sono spesso le architetture che - quando non si limitano alle semplici, deliziose
casette tutte simili e addossate le une alle altre - diventano
sproporzionate e </span><span style="font-family: verdana;">talora incombenti. <br /></span><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEieU1Hk586H1-ZFMU810XGJS3L9DoBgrpNmhNrZiOMjE84EvbwFckTj14G1VMkhDkEVFTg04zAA3t1Nn8MbPQf05U2nC15Zc6JRLtgVwcoEzltaTUl-06A5Sj5Bp8ghz6gCCSO4SoeHtJSPqiokSHCgkomxRgbKhseiPPcBya3exXD5q6hMK4D7TgSDPK1J/s450/Michiel%20Schrijver%20An%20unknown%20memory.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="450" data-original-width="357" height="359" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEieU1Hk586H1-ZFMU810XGJS3L9DoBgrpNmhNrZiOMjE84EvbwFckTj14G1VMkhDkEVFTg04zAA3t1Nn8MbPQf05U2nC15Zc6JRLtgVwcoEzltaTUl-06A5Sj5Bp8ghz6gCCSO4SoeHtJSPqiokSHCgkomxRgbKhseiPPcBya3exXD5q6hMK4D7TgSDPK1J/w285-h359/Michiel%20Schrijver%20An%20unknown%20memory.jpg" width="285" /></a><span style="font-family: verdana;">Ciò accade in particolare nei casi in cui Schrijver </span><span style="font-family: verdana;">raffigura le altissime arcate di certi viadotti o imita monumenti conosciuti, come in alcune opere che però non ho riportato, dove troviamo costruzioni che ricordano il Colosseo e il </span><span style="font-family: verdana;">Ponte di Brooklin. <br />Ma accade anche quando, ai colli sui quali </span><span style="font-family: verdana;">colloca i suoi paesetti, dà una struttura di spirale conica che può far pensare alla Moschea di Samarra e insieme ad alcune raffigurazioni della torre di Babele, come vedete nell'immagine qui a lato.</span></p><span style="font-family: verdana;">Ricordi di viaggio? Forse. <br />Ma al di là di ciò che è conosciuto, i paesaggi d</span><span style="font-family: verdana;">i Schrijver non sembrano inscriversi fino in fondo nella realtà del passato, e neppure nelle fantasie che guardano al futuro. </span><span style="font-family: verdana;">Ne deriva così la sensazione di trovarsi in una sorta di terra di mezzo, tra un mondo in qualche modo </span><span style="font-family: verdana;">perduto e l'attesa di un universo nuovo. </span><p><span style="font-family: verdana;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhItwhCxHi9rpSqCCFDg36qpnFkFjLue6MiTsj6TBSVPdwj6WIpy_xJP5I4ApGv3cXelrKC7b3Ml29qL2fL_1Z0RZ_ead7HTXO9i74KG43Iinwzvpy137-oMFiTvWWr0Xm_I44zCwBE03ctLuKP5UUsPccsAh2M-KahnqoM5EtGeGkCT2WXJ1jq-LcrP5wD/s400/Michiel%20Schrijver%20(1).jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="400" data-original-width="334" height="339" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhItwhCxHi9rpSqCCFDg36qpnFkFjLue6MiTsj6TBSVPdwj6WIpy_xJP5I4ApGv3cXelrKC7b3Ml29qL2fL_1Z0RZ_ead7HTXO9i74KG43Iinwzvpy137-oMFiTvWWr0Xm_I44zCwBE03ctLuKP5UUsPccsAh2M-KahnqoM5EtGeGkCT2WXJ1jq-LcrP5wD/w283-h339/Michiel%20Schrijver%20(1).jpg" width="283" /></a></span></div><span style="font-family: verdana;">Ce lo testimoniamo anche i titoli di alcune opere quali </span><span style="font-family: verdana;">per esempio: <i>"Waiting for a new era" </i>o <i>"Story of lost time" </i>o ancora <i>"An unknown memory", </i>a significare<i> </i>il ricordo di un mondo non più presente e l'attesa di una nuova dimensione ancora sconosciuta nel viaggio </span><span style="font-family: verdana;">dell'esistenza.<br />Forse è questa la funzione di certi elementi raffigurati </span><span style="font-family: verdana;">talora privi di logica apparente, volti probabilmente a sottintendere un senso recondito o - come Montale avrebbe detto - a <i>"</i></span><i><span style="font-family: verdana;"><span>scoprire uno sbaglio di Natura / il </span></span></i><span style="font-family: verdana;"><i>punto morto del mondo, l'anello che non tiene". </i> <br />In ogni caso, dettagli sempre ricchi del fascino accattivante del mistero e della dimensione </span><span style="font-family: verdana;">onirica, che fa emergere e associa ricordi come l'onda del subconscio suggerisce.</span><p></p><p><span style="font-family: verdana;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWnt5sU1r78irzCTIhO9ik6jcRZiPNfWvtnWaJ3LglcAVkePAHrYVWU5Np3bIqCvB5jOJryP9hoKglB38D9FUgp8FsnHoGlJqEHE1OUtsJ_qDuQscBxELPocO7MB3xGWCqNVUNt2roT9A8pFCPes2npMtrNwf-gRDbA73k0elxAbYnLoZgHbeVxWtX7BAt/s450/Michiel%20Schrijver%20Close%20to%20sea.jpg%201.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="450" data-original-width="450" height="201" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWnt5sU1r78irzCTIhO9ik6jcRZiPNfWvtnWaJ3LglcAVkePAHrYVWU5Np3bIqCvB5jOJryP9hoKglB38D9FUgp8FsnHoGlJqEHE1OUtsJ_qDuQscBxELPocO7MB3xGWCqNVUNt2roT9A8pFCPes2npMtrNwf-gRDbA73k0elxAbYnLoZgHbeVxWtX7BAt/w201-h201/Michiel%20Schrijver%20Close%20to%20sea.jpg%201.jpg" width="201" /></a></span></div><span style="font-family: verdana;">Proprio per esprimere sul piano musicale tale duplice aspetto delle opere di Schrijver, dopo lunga ricerca ho scelto un brano </span><span style="font-family: verdana;">di <b>Jean Sibelius</b> (1865 - 1957).<br />Dopo lunga ricerca, sì, perchè mi occorreva un pezzo che non fosse soltanto</span><span style="font-family: verdana;"> luminoso per riflettere la semplicità quasi infantile e fiabesca di certe rappresentazioni, ma che insieme rispecchiasse la sensazione di sgomento e la percezione di ignoto che comunicano alcune immagini piuttosto enigmatiche. </span><br /><p></p><p><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizbsfq6f1a1_fx4qHlQQmRFarjVUQoi-sxy7bhXuklN7CdpdR_J7Pg8G4dEc850yao586F6t_Y35duGBUN5T4jnVVtkvIcNrKjo_QS9XLRyaPEC7ZCVCVOSU5cQkD0c4eERqsK9nMp6dhsMUSaX-I-IcCauLeSMUZwc1JmIUXmLkoKTDkRENupXfTUv5ag/s1205/Michiel%20Schrijver%20Tutt'Art@%20(17).jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1205" data-original-width="736" height="335" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizbsfq6f1a1_fx4qHlQQmRFarjVUQoi-sxy7bhXuklN7CdpdR_J7Pg8G4dEc850yao586F6t_Y35duGBUN5T4jnVVtkvIcNrKjo_QS9XLRyaPEC7ZCVCVOSU5cQkD0c4eERqsK9nMp6dhsMUSaX-I-IcCauLeSMUZwc1JmIUXmLkoKTDkRENupXfTUv5ag/w204-h335/Michiel%20Schrijver%20Tutt'Art@%20(17).jpg" width="204" /></a><span style="font-family: verdana;">Così, sono approdata al compositore </span><span style="font-family: verdana;">finlandese del quale ho scelto il suggestivo <i>"Improvviso per archi op.5 n.5" </i>che anni fa avevo già pubblicato in una versione più </span><span style="font-family: verdana;">breve e molto arpeggiata per pianoforte solo.<br />D'impatto molto differente è la presente interpretazione.</span><span style="font-family: verdana;"> Il pezzo è costituito infatti da tre sezioni che </span><span style="font-family: verdana;">associano i due aspetti di cui parlavo sopra: la prima e la terza decisamente malinconiche sull'onda della tonalità di <i>mi minore</i>, mentre quella centrale caratterizzata dai timbri solari del <i>mi maggiore</i> insieme a un ritmo talora di danza</span><span style="font-family: verdana;">.<br />È proprio l'orchestra d'archi a creare, fin dalle prime battute, quel</span><span style="font-family: verdana;"> clima straniante che - a mio avviso - può legarsi all'atmosfera di certi dipinti, ai loro affascinanti interrogativi e al senso di mistero da cui </span><span style="font-family: verdana;">talora sono pervasi. Poi la melodia s'illumina e si rasserena in passaggi più</span><span style="font-family: verdana;"> gioiosi per tornare, nella parte finale, a farsi di nuovo meditativa e aperta a sonorità indefinite.<br /></span></p><p><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYHanO2wujuRlX4CrLEGdWfWMtn_vvlBTi0QWXiu6gt5EvkHcUrKTbI-WbOyrx2o4pfdTUeuxR8t_O_s40jaitJCG7I3vOOpOVUcL7ZaD5hpOaTAskx2mtXi8Yeyb4Gmmyi1WwNNrgFY3fEaXgW7smcAfmWZtXWMuGE6Dcf2lYRpavIIItPKGN5EpRIqkP/s450/Michiel%20Schrijver%20%20And%20the%20wind%20takes%20everything.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="450" data-original-width="369" height="246" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYHanO2wujuRlX4CrLEGdWfWMtn_vvlBTi0QWXiu6gt5EvkHcUrKTbI-WbOyrx2o4pfdTUeuxR8t_O_s40jaitJCG7I3vOOpOVUcL7ZaD5hpOaTAskx2mtXi8Yeyb4Gmmyi1WwNNrgFY3fEaXgW7smcAfmWZtXWMuGE6Dcf2lYRpavIIItPKGN5EpRIqkP/w202-h246/Michiel%20Schrijver%20%20And%20the%20wind%20takes%20everything.jpg" width="202" /></a></p><p><span style="font-family: verdana;">I titoli dei 12 dipinti riportati in foto - titoli che però non sempre ho potuto trovare - sono i seguenti nell'ordine con cui compaiono nel post : </span><br /><br /><i><span style="font-family: verdana;">"End of a beatiful day" <br /></span></i></p><p><i><span style="font-family: verdana;">"A welcome at broad daylight" <br /></span></i></p><p><i><span style="font-family: verdana;">"Waiting for a new era" <br /></span></i></p><p><i><span style="font-family: verdana;"> </span></i><span style="font-family: verdana;">Titolo non trovato</span><i><span style="font-family: verdana;"> </span></i><span style="font-family: verdana;"><i><br /></i></span></p><p><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjtSkfcy4YhJUaX3e6hb5e8pr53s1cN-La6PkECMD3UU93FEVE6lZXP4din-P6OkQLFWv5-W21Flk6f9G410A0YaCqmWfKBwPN2vy7oBrJEJODoom9wcJDEtXt4taTn259TEA6PRHVnMsqY-9maMlgYdC2AtZkIaB01f8tQx47oeDGHWAX56T3hj_HAA7Hw/s450/Michiel%20Schrijver%20Home%20before%20the%20storm.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"></a><i><span style="font-family: verdana;">"A day of harvesting" </span></i></p><p><i><span style="font-family: verdana;"> "</span></i><i><span style="font-family: verdana;">Greetings from ashore" <br /></span></i></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><i><span style="font-family: verdana;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-cfrKjLxSdApPynbbBCbFvwQyFunXbOIFuRQk2p7KHyd8B9eR1ooz-o9d6jjphFzqkdl6-8SP0L9_TqIeJWNbW8LJjqSfRquIvU6mC_jVPJVaGM_WxYrkV5dtjKG5kCenG4cnrL5t8LmPkCetYHaMjoSYAUBSe8vR7kgR-1teu-6Ow_3jrIpUAEFBfJog/s450/Michiel%20Schrijver%20Home%20before%20the%20storm.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="450" data-original-width="327" height="285" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-cfrKjLxSdApPynbbBCbFvwQyFunXbOIFuRQk2p7KHyd8B9eR1ooz-o9d6jjphFzqkdl6-8SP0L9_TqIeJWNbW8LJjqSfRquIvU6mC_jVPJVaGM_WxYrkV5dtjKG5kCenG4cnrL5t8LmPkCetYHaMjoSYAUBSe8vR7kgR-1teu-6Ow_3jrIpUAEFBfJog/w208-h285/Michiel%20Schrijver%20Home%20before%20the%20storm.jpg" width="208" /></a></span></i></div><i><span style="font-family: verdana;">"An unknown memory</span></i><span style="font-family: verdana;"><i>" </i></span><span style="font-family: verdana;"><i> </i></span><br /><p></p><p></p><i><span style="font-family: verdana;">"Story of lost time" <br /></span></i><p><i><span style="font-family: verdana;">"Close to sea" </span></i><span style="font-family: verdana;"><br /></span></p><p><span style="font-family: verdana;"> Titolo non trovato </span><i><span style="font-family: verdana;"> <br /></span></i></p><p><i><span style="font-family: verdana;">"And the wind takes everything" <br /></span></i></p><p><span style="font-family: verdana;"><i>"Home before the storm"</i>.<i> </i></span><i><span style="font-family: verdana;"></span></i></p><p><i><span style="font-family: verdana;"><br /></span></i></p><p><span style="font-family: verdana;">Buon ascolto!</span><br /><br /><span style="font-family: verdana;">(Le foto sono prese dal web) </span></p><p><iframe frameborder="0" height="270" src="https://youtube.com/embed/3x0r69SuW0Y?si=NS76eV6vgRSNOHRw" width="480"></iframe></p>Annamariahttp://www.blogger.com/profile/01938653774623124933noreply@blogger.com8