giovedì 14 dicembre 2017

"Riposo" vivaldiano

C. Monet: "Neve ad Argenteuil"
Mi accade ogni tanto - e credo di averlo detto già in passato - di provare nostalgia per quegli autori che magari, per un certo periodo di tempo, ascolto più raramente di altri o non pubblico qui.

Capita infatti che, per quanto l'ispirazione della maggioranza dei compositori si dispieghi in una molteplicità di sfaccettature, dopo una lunga frequentazione, ciascuno finisca per rivestire per noi un significato particolare, quasi le sue note si identificassero con qualche momento della nostra vita e con esse si creasse una sorta di familiarità e vicinanza d'anima. Ebbene, mi capita talora - e penso sia così un po' per tutti - di avere nostalgia proprio di tale vicinanza che la musica sa regalare tanto intensamente, come se ci si potesse immergere nelle emozioni o nelle atmosfere che essa evoca.
Per questo, dopo diversi mesi, desidero tornare oggi ad Antonio Vivaldi e al fascino delle sue creazioni con un brano brevissimo, ma a mio avviso molto suggestivo, tratto da uno dei vari pezzi scritti in occasione del Natale.

Tutti sappiamo che i concerti del compositore veneziano - per la loro attitudine descrittiva e per l'armonia imitativa che talora li contraddistingue - hanno spesso titoli quasi programmatici a cominciare dalle "Quattro stagioni". Ma se proseguiamo nella nostra ricerca troviamo anche "La caccia", "Il corneto da posta", "La tempesta di mare", "Il gardellino", "La notte", "Il Gran Mogul". E poi ancora "Il sospetto", "L'amoroso", "L'inquietudine" o "Il favorito", solo per citarne alcuni. Titoli che si riferiscono alla natura e insieme all'indole dell'uomo.
Ma quello che mi ha colpito in particolare - e da cui è tratto il brano di oggi - è il "Concerto in Mi maggiore RV 270 per violino e archi" intitolato "Il riposo" e - come si legge in alcuni testi - scritto "per il Santissimo Natale".

Mi piace molto che qui Vivaldi abbia associato il Natale all'idea del riposo, forse perchè questa ricorrenza - e soprattutto il periodo che la precede - è ormai caratterizzata da un fermento che, se da un lato può essere piacevole o elettrizzante, dall'altro ci allontana dal vero significato della festa e in fondo da noi stessi.
A mio avviso, non c'è niente come la musica che sappia riportarci al clima giusto, introducendoci al tempo natalizio con la distensione dell'ascolto e il riposo della contemplazione.
Allora quello che vi propongo è il secondo movimento del concerto, l' "Adagio".

Brevissimo, il brano è uno di quei magici pezzi di transizione tra l'Allegro iniziale e quello finale, in cui Vivaldi è maestro nel creare un'aura di meditazione o di nostalgia che resta volutamente in sospeso, come in attesa.
Non ci sono luci sfolgoranti o colorate, nessun tocco di vivacità, ma tinte smorzate e lievi, adatte ad un clima assorto come quello - per esempio - di chi si prepara a contemplare il sonno di Gesù Bambino nella mangiatoia.
Ma anche se il suo ritmo non è quello di una pastorale come i pezzi più celebri di Haendel e di Corelli, questo Adagio si addentra nel nostro cuore con uguale dolcezza e con un incedere lento il cui tema coincide con l'impianto armonico del brano. Sono pochi, intensi ed essenziali accordi quelli che ci avvolgono e che, con il loro riverbero, ci immergono in un'atmosfera di una rara intimità, simile a quella del dipinto di Monet nel riquadro. 
Insieme a queste note infatti, la suggestione della neve, che si fonde col grigiore del cielo e il silenzio della campagna, ci induce a vivere dentro e a cercare qualche momento di tranquilla solitudine.
Un riposo contemplativo che abita prima di tutto nell'anima e nel cuore della musica.

Buon ascolto!

6 commenti:

eglissima egle ha detto...

Il riposo contemplativo: lo stato in cui mi trovo meglio, a contatto con me stessa, i pensieri e il significato, momento per momento, di questa vita che scorre.
Molto malinconico e rilassante il bellissimo pezzo di Vivaldi che favorisce il contatto con con il proprio SE'.
Grazie, Annamaria cara.
Buona giornata e un caldo abbraccio (ce n'è bisogno!).
egle

Annamaria ha detto...

In effetti il brano è malinconico, ma oltre alla sua suggestione contemplativa, trovo che sia modernissima questa successione di semplici accordi, scanditi così lentamente che ne possiamo cogliere tutta la sonorità e - come scrivevo - il riverbero.
Grazie a te, cara Egle e un abbraccio pieno di calore!!!

frida ha detto...


Brano certamente contemplativo che mi riporta ad emozioni primarie e profonde. Accostarlo all'idea del Natale è tornare indietro - con la memoria - ad un tempo
in cui il silenzio e la gioia interiore avevano un significato importante e vitale nella nostra vita. Non per nulla si aspettava questo giorno per tutto l'anno. E per ragioni molto diverse da quelle di oggi.
Apprezzo questa scelta che denota grande sensibilità.

Annamaria ha detto...

Grazie, cara Frida! Il periodo natalizio dovrebbe essere un ritorno alla propria interiorità e oggi ha perso molto di tale significato.
Oltre a questo brano che, come hai giustamente scritto, riporta ad emozioni primarie, ho voluto aggiungere il dipinto di Monet per la sua intimità e il fascino della neve.
Un abbraccio di buona serata!!!

Stefyp. ha detto...

Carissima Annmaria ce l'ho fatta. Eccomi qui, come nei momenti più belli, ad assaporare l'atmosfera, l'armonia di questo momento che ci regali...i silenzi si riempiono di dolcezza e di piacevole rilassatezza e in questo stato l'attimo si fa intensità e coinvolgimento.
L'atmosfera di questo bellissimo e forse nostalgico brano ben si accosta al dipinto del grande Monet, come in esso sa creare attorno un'area di sospensione e di attesa, di magia direi.
Ciao carissima e grazie di queste bella proposta.
Stefania

Annamaria ha detto...

Grazie, cara Stefania! Tu sai meglio di me quanto la pittura di Monet - e in particolare i dipinti con la neve - siano ricchi di suggestione e di quell'atmosfera di sospensione cui alludi e che ben si adatta al brano di musica.
Ma con Vivaldi non ho ancora finito...sto ultimando un altro post con un altro Adagio ancora più luminoso di questo.
A presto, dunque, e un abbraccio!!!