sabato 13 febbraio 2016

Cure palliative

Parlo con un'amica di vecchia data e si discute, tra l'altro, di cure palliative. 
Lei, medico di provata esperienza, lamenta il fatto che questo prezioso servizio reso al malato e a coloro che lo assistono, sia offerto quasi esclusivamente dagli hospices mentre dovrebbe essere presente in ogni struttura ospedaliera, e mi spiega quanto il significato del termine "palliativo" sia stato travisato e impoverito nel tempo.
Afferma infatti che cure palliative non sono soltanto - come molti credono - le terapie che si praticano quando la situazione del malato è disperata, giusto per alleviare la sofferenza, ma con l'idea che in fondo siano rimedi sostitutivi e inefficaci ai fini di un reale miglioramento. Non si tratta neppure dell'uso di farmaci naturali al posto di quelli chimici, o comunque non semplicemente di questo.
"Palliativo" - mi spiega - deriva dal latino "pallium", mantello. E che cosa fa un mantello? Protegge e riscalda, copre e difende, avvolge e accompagna...
Cura palliativa è accogliere sotto un mantello di protezione chi sta soffrendo e i suoi familiari con lui: è sedare il dolore fisico, certamente!, ma anche prendersi cura di tutta la persona e di coloro che l'assistono condividendo la fatica del cammino.
E' difendere dalla paura, riscaldare col calore del dialogo, di un sorriso, di una parola; è avvolgere con i piccoli grandi gesti di un'accoglienza senza fronzoli, ma sincera. E' accompagnare su di un sentiero accidentato facendo pesare meno a chi lo percorre l'inevitabile senso di solitudine, perchè siamo tutti soli davanti alla morte e per certi aspetti anche davanti alla vita.

La cosa mi affascina.
Allora penso a quanto sarebbe importante che le cure palliative non fossero praticate solo nei casi estremi e unicamente in campo medico, ma diventassero l'ordinaria amministrazione dei rapporti tra persone, lo stile delle nostre relazioni quotidiane.
Bello essere avvolti dal calore dell'ascolto, coperti dal mantello della discrezione, difesi con la coltre del rispetto, accompagnati da comprensione e condivisione!
Certo, ciò accade già spontaneamente nell'amicizia e tra tutti coloro che si vogliono bene. Ma al di là di questo, nel tessuto di relazioni degradate com'è spesso quello attuale - dove l'altro è l'estraneo se non addirittura il nemico e la normalità dei rapporti, quando va bene, è improntata a una plumbea cortina d'indifferenza - sarebbe auspicabile che il nostro agire quotidiano fosse davvero "palliativo".
Nessuno ce lo impone, non ci sono norme che - al di là delle regole di una corretta educazione - prescrivano la condivisione, l'affetto o la luminosità di un sorriso. Eppure quanti fili possono essere riannodati da uno sguardo di benevolenza, un gesto garbato, un "grazie" meno affrettato o convenzionale. 
E se non riescono ad annullare il fardello di problemi che ciascuno di noi si porta dietro nella propria giornata, possono però alleggerirlo.
....Come una musica che all'improvviso ci apre l'anima, un fiore che buca la coltre di gelo invernale, una pozzanghera nella quale scoprire, inaspettato, il riflesso della luna. E per qualche momento anche il nostro cielo s'illumina.

Così oggi, ancora una volta ci rivolgiamo a Mozart per godere della sua terapeutica luminosità in un brano che ci regala un indicibile incanto. 
Si tratta del secondo movimento, "Adagio", dal "Quartetto n.1 in Re maggiore K.285", una delle creazioni per flauto più belle in assoluto.
E' un'aria alla quale la tonalità di si minore conferisce una riposante delicatezza che consente ai pensieri di spaziare liberamente sul ritmo scandito dai pizzicati che sostengono tutto il pezzo. Perfetta la sincronia tra il flauto solista e gli altri strumenti e dolcissima l'interpretazione di Emmanuel Pahud che ora fa risaltare con intensità la melodia limpida e malinconica ad un tempo, ora la sfuma piano, pianissimo...  
In taluni passaggi, come meravigliose rispondenze d'anima avvertiamo qua e là l'eco di altre arie mozartiane, ma ciò non fa che accrescere la suggestione di questo mirabile Adagio. E' un incanto che ci conduce fino al sorprendente finale dove il tema, invece di risolversi in una conclusione, s'interrompe restando in sospeso...in attesa del terzo movimento.
Un Mozart che ci accompagna davvero come un pacificante mantello di note sotto il quale trovare respiro e sorriso: una dolcissima terapia per punteggiare di luce le nostre giornate.

Buon ascolto!

 

25 commenti:

Ambra ha detto...

Davvero stupendo questo pezzo, di una melodia struggente.
Sarebbe bello applicare le cure palliative, così come le intendi, alle relazioni umane, ma i rapporti con l'altro sono così spesso degradati da non rispettare nemmeno i canoni di una normalissima educazione. E' molto triste, basta osservare gesti e scambi di epiteti che spesso si verificano tra automobilisti e non solo.

eglissima egle ha detto...

Le lacrime agli occhi ascoltando Mozart e pensando alle cure palliative che, a mio modo, pratico ad una cara amica quarantenne cui hanno diagnosticato la forma peggiore del peggiore dei mali (e ha una figlia di due anni!). Ogni giorno - lei lavora all'estero - le mando dei suggerimenti che fanno parte di certe tecniche psicoterapeutiche. Mi segue, mi sente vicina. Ed io spero tanto che possa guarire. Nelle terapie palliative mettiamo la vicinanza e l'amore. Aggiungerei anche la musica, proprio Mozart in particolare.
Grazie Annamaria.
Ti abbraccio forte.
egle

Annamaria ha detto...

Purtroppo è vero, Ambra, e spesso nei rapporti con gli altri a regnare sovrana è la maleducazione. Ma a volte - e dico a volte, non sempre - basta cominciare dal poco, da un'attenzione magari inaspettata perchè si crei un clima che aiuti le persone a star bene. Se poi c'è anche della buona musica....
Buona serata e grazie!!!

Annamaria ha detto...

Lo so, lo so bene, cara Egle, che le tue terapie hanno un supporto di amore e di affetto che diventa a volte ancora più importante della cura stessa. In fondo ciò che guarisce il corpo e l'anima è sì la medicina, ma prima di tutto l'Amore!!!
Grazie del tuo commento, davvero questo brano di Mozart è un incanto...
Penso con tutto il cuore a te e alla tua cara amica sofferente e vi mando un fortissimo abbraccio!!!

Stefyp. ha detto...

Dolcemente struggente questa melodia, Stupenda! Mi prende e mi culla teneramente l'anima...così come dovrebbero fare le cure pagliative nei rapporti umani...troppo spesso non si ha tempo di soffermarsi ad ascoltare e tutto si impoverisce e si deteriora tristemente. Credo che prima di tutto l'uomo abbia bisogno di amore più di ogni altra cosa, perchè è la migliore medicina che cura l'anima e di rimando il corpo.. Buona domenica e Buon San Valentino a te, grazie...per questo piacevole ascolto. Stefania

Annamaria ha detto...

Sì, cara Stefania, me lo sto proprio riascoltando anch'io questo Mozart. E non posso che condividere il tuo commento quando osservi che l'amore è la miglior medicina per l'anima e di conseguenza per il corpo.
Grazie a te e buon San Valentino!!!

Stefyp. ha detto...

Scusami Annmaria per il refuso sulla parola "palliative"...capita quando non si rilegge quello che si scrive...ti ringrazio per il commento e l'apprezzamento lasciato sul mio blog...rinnovo l'augurio, Stefania

Annamaria ha detto...

Tranquilla, Stefania! E' chiaro come il sole che il refuso è dovuto solo alla fretta con cui si scrive, capita anche a me!!!
Grazie ancora di tutto!!!

Mariella ha detto...

Purtroppo è difficile che l'uomo accolga le cure palliative come ricovero dell'anima.
La maggior parte degli esseri umani è più vicina alle bestie di quanto si immagini. Basta osservare, anche solo per poco, la variegata umanità nel suo andare quotidiano.
Non ho grandi speranze.
Eppure basterebbe la musica a salvarci.
Un abbraccio Annamaria.

Annamaria ha detto...

Il contesto in cui viviamo, cara Mariella, talora è davvero sconfortante e non ci autorizza a sperare, ma per fortura c'è la musica a salvarci!!!
Ricambio con affetto l'abbraccio e ti auguro buona serata!!!

fulvio ha detto...

Ciao Annamaria,questa è la mia prima visita e sono felice di aver conosciuto il tuo blog.
Bellissime le tue parole sulla melodia del grande Mozart che,da appassionato di musica,giudico il più grande.
Felice settimana,ciao fulvio

Annamaria ha detto...

Benvenuto qui, Fulvio! Grazie del tuo commento e della tua sensibilità musicale! Questo brano di Mozart mi riempie di stupore ad ogni nuovo ascolto...
Ciao e buona settimana a te!!!

Nella Crosiglia ha detto...

Bella questa tua enfasi nel descriverci il pezzo musicale , ma quanto ho apprezzato l'idea del palliativo considerato una cosa superflua, mentre in America ci sono cliniche specializzate solo per questo.
E non parliamo dei rapporti interpersonali, dove il tutto è quasi assente, dove l'indifferenza regna sovrana, dove la parola " aiuto" non viene ascoltata. E allora si trascura anche la bellezza della natura o le piccole cose che potrebbero rendere meno drastico questo cammino terreno.
Abbraccio da stritolo mia cara!

Annamaria ha detto...

Grazie, cara NELLA! È vero: trascurare l'attenzione terapeutica nei rapporti personali conduce alla fine a trascurare anche le piccole cose che rendono migliore la vita, a non vederle più.
Ti abbraccio forte e ti auguro buona serata sulle note di questo Mozart!!!

Rita B ha detto...

Ciao Annamaria, condivido le tue osservazioni in pieno! Ma io credo che, per raggiungere questo aspetto di "massimo livello di intelligenza emotiva umana" serva iniziare da piccoli! La scuola è utile solo per diventare bravi in qualcosa, anche eccellenti in qualcosa d'altro ma purtroppo non tiene conto che l'uomo non ha solo intelligenza attitudinale ma anche emotiva "umana" Se dall'asilo invece di arrabbiarsi se un bambino non sta seduto o non ricorda quando cavolo Colombo ha scoperto l'America, si insegnasse principalmente ai piccoli:l'altruismo,la condivisione, la tolleranza, l'amore per la vita, il rispetto per la natura, e ci arrabbiasse ma tanto se questo non viene imparato allora forse l'intelligenza umana si svilupperebbe accanto a quella attitudinale!

Lo so dovevo fare il ministro della pubblica istruzione ma mi son persa con la pittura!:)))).... e anche la musica! Bacioni a presto!

Annamaria ha detto...

Concordo con te, cara Rita: l'educazione all'affettività è fondamentale fin da piccoli ed è importante che lo sviluppo dell'intelligenza attitudinale vada di pari passo con quella emotiva e i due aspetti non siano squilibrati.
Grazie del tuo bellissimo commento, finale compreso!!!!
Bacioni a te!!!

amicusplato ha detto...

Pienamente d'accordo con il post! La cura palliativa non è certo un ... palliativo ;-) ma un rendere la vita del malato grave e delle persone che lo accudiscono degna di essere vissuta.
Molto suggestivo il transfer alla vita quotidiana. In effetti la qualità della vita migliorerebbe di molto, se un po' di "cure palliative" umane venissero usate nei confronti delle persone con cui trattiamo ;-)

La musica di Mozart è un ottimo "farmaco" adatto allo scopo.. :-D

Un grande abbraccio, carissima Annamaria :-)

Annamaria ha detto...

Sì, Antonio, trovo anch'io che Mozart sia un ottimo "farmaco", una splendida musicoterapia soprattutto in certi adagi, e non solo!
Grazie del tuo commento e un abbraccio di buona giornata!!!

Silvana Planeta ha detto...

Con questo post hai superato te stessa in fatto di sensibilità e profonda analisi dell'attuale 'modus vivendi'. Come direbbero gli adolescenti con il loro linguaggio per acronimi, TVB!

Annamaria ha detto...

Cara Silvana grazie!!! E usando lo stesso linguaggio per acronimi degli adolescenti ti dico che TVTB!!!
Buon fine settimana e un abbraccio!!!

Annamaria ha detto...

Grazie cara Mirta!!! Ricambio questo augurio di pace con tanto affetto e ti auguro buon fine settimana!!!

anna ha detto...

Palliativo" - mi spiega - deriva dal latino "pallium", mantello. E che cosa fa un mantello? Protegge e riscalda, copre e difende, accompagna..
e mi è piaciuto tutto quello che e lo sento particolarmente al recenti ricoveri per controllo di uno dei miei problemi( sono tornata ieri )

Annamaria ha detto...

Prima di tutto bentornata a casa, cara Anna! Poi grazie di essere passata qui e di averci lasciato tue notizie.
Ti abbraccio forte nella speranza che il futuro ci porti la primavera!!!

Carmine ha detto...

C' è una nuova medicina che si chiama medicina dolce che può aiutare molto, il palliativo è molto importante perchè stimola una parte di noi non solo fisica ma affettiva ed emozionale, che comincia proprio dal migliorare i rapporti umani, dalla gentilezza, dall'educazione. un bel post

Annamaria ha detto...

Grazie del tuo contributo, Carmine! Molto bello quanto scrivi.
Buona settimana!!!!