giovedì 5 giugno 2014

Giovani di ieri e di oggi

Sappiamo tutti che una delle caratteristiche di chi può essere definito "genio" è la precocità, la capacità di rivelare già da giovane, se non addirittura da bambino, abilità e talento che sarebbero straordinari forse anche in un adulto. 
E mi ha sempre colpito il fatto che diversi autori - e qui parlo naturalmente di musicisti - abbiano composto veri e propri capolavori tra l'adolescenza e la giovinezza, intorno a quei vent'anni - ma talora anche prima - che sempre parlano di speranze, di passioni, di freschezza o di tempestosa irruenza.

Ciò non significa affatto che il cammino successivo verso l'età adulta non abbia valore e che l'esperienza acquisita poi nell'evoluzione  esistenziale e artistica non costituisca una ricca e sfaccettata risorsa interiore destinata ad alimentare l'ispirazione. Tant'è vero che, nel percorso di un artista, le opere della maturità sono spesso contrassegnate da profondo spessore o da nuove aperture.
Tuttavia, resta il fatto che svariati compositori hanno scritto ancora giovanissimi alcune delle loro più celebrate creazioni nelle quali hanno profuso una parte non indifferente del loro genio.
Basti pensare a Mozart e ai suoi cinque incantevoli Concerti per violino: K.207, K.211, K.216, K.218 e K.219, composti nel giro di pochi mesi nel 1775 e cioè quando l'autore aveva solo diciannove anni!
Ma talenti precoci furono anche Rossini, Paganini - solo per citarne alcuni - e numerosissimi altri grandi del mondo delle note. 

Certo, in molti casi si tratta di autori che hanno - per così dire - respirato musica già in famiglia, essendo nati da genitori musicisti e in mezzo a fratelli avviati a loro volta allo studio di uno strumento. Tuttavia, al di là di questo terreno decisamente favorevole, è fondamentale l'insopprimibile desiderio espressivo che li ha mossi spesso nell'impeto di un'età ancora adolescenziale.
Ci si rende conto di ciò se si considera, per esempio, che Bach scrisse il corale "O Gott du frommer Gott" poco più che quindicenne e, se parliamo di Chopin, scopriamo che debuttò come compositore a soli diciassette anni.

E arriviamo a Chopin, appunto. 
E' lui che oggi desidero proporre all'ascolto con il primo movimento, "Allegro maestoso", del "Concerto n.1 in mi minore op.11 per pianoforte e orchestra" qui diretto dal compositore Krzysztof Pendereckj insieme all'Orchestra Filarmonica di Varsavia.
Ho scelto proprio questa clip video perchè mi piace l'idea che sia un autore polacco a dirigere la musica di un altro autore polacco, ma anche che sia un giovane a interpretare un altro giovane.
E' infatti sulle mani del pianista che si concentra la mia attenzione: il russo Daniil Trifonov, classe 1991, esponente di quella splendida generazione di solisti che stanno emergendo come astri nascenti in taluni casi del pianoforte, in altri del violino e via dicendo.

In questo caso, il giovanissimo interprete si misura con il capolavoro di un compositore - in fondo - coetaneo, se si pensa che il concerto che propongo è stato registrato quando Trifonov stava per compiere vent'anni e Chopin ha scritto i suoi concerti per pianoforte più o meno alla stessa età.
E il genio del musicista polacco si esprime qui con freschezza e intensità senza pari, come quelle che solo la giovinezza sa regalare e che Trifonov fa sue con altrettanta passione, entrando nella partitura e rivivendola ora con decisa irruenza, ora con delicatezza e intimità.

Ma si tratta di un concerto che ha segnato anche la mia giovinezza.
La scoperta di Chopin, infatti - all'alba, questa volta, dei miei vent'anni - più che attraverso altri pezzi, coincide proprio con l'ascolto dei due concerti per pianoforte. 
A dire il vero, all'inizio la mia passione è andata tutta per il secondo, quell'incantevole op.21 di cui - se lo desiderate - potete ritrovare il Larghetto qui.  Ne ero talmente attratta che - come spesso mi capitava - lo ascoltavo in continuazione. Ma il suo splendore mi ha poi ricondotto al primo che ho cominciato ad apprezzare proprio dal movimento iniziale.

Si tratta di un brano che alterna sonorità grandiose - è giustamente un Allegro maestoso - a melodie più dolcemente cantabili. 
L'esordio è costituito da una lunga introduzione orchestrale ricca d'intensità tesa a preparare l'entrata del solista che, a sua volta, riprende il tema esposto dall'orchestra declinandolo in registri di vigoroso virtuosismo, ma anche di incantevole dolcezza espressiva. 
Uno Chopin giovanissimo, ma già intenso e compiuto nella sua profondità capace di superare il tempo, e insieme nella sua ricerca di equilibrio tra serenità e malinconia, intimità e irruente passione, così come nel suo scandagliare e restituirci ogni sfumatura dell'anima.

Buon ascolto!
(La clip video riporta solo la prima parte del brano, qui ritrovate la seconda: www.youtube.com/watch?v=NyGW7Uq0GoY. )

8 commenti:

Carla, i colori...pensieri della mia mente. ha detto...

Sei sempre speciale AnnaMaria.
Questa volta anche sul mi blog che dedico ad artisti vari ho lo spazio per una brava flautista.
IO però non sono all'altezza di recensire nulla sulla musica,se non dire ciò che mi trasmette.
Se vuoi dare un'occhiata http://lavostraarte.blogspot.com
ciaooo e buona domenica

Annamaria ha detto...

Grazie carissima Carla!!!
Vado volentieri a sentire la tua flautista. Ma guarda che, quando dici ciò che la musica ti trasmette, hai fatto la cosa più importante!!!
Un abbraccio!!!

Pia ha detto...

Annamaria ciao!
La vita di un piccolo genio non è facile da spiegare, tu ci sei riuscita benissimo.
Mi hai fatto comprendere soprattutto la difficoltà che hanno durante la loro crescita, che essendo diversa da una persona comune, non è sempre capita.
Ho ascoltato con attenzione i due pezzi, hai ragione, l'esecutore avendo la stessa età del compositore, esprime molto bene l'emozione che dovrebbe suscitare il pezzo.
Bello davvero, un abbraccio.

Annamaria ha detto...

Ciao, Pia! Non ho inteso spiegare la vita di un piccolo genio che, per certi aspetti, è un mistero.
Ma hai colto bene la sintonia musicale tra il giovane Chopin e il giovane Daniil Trifonov.
Grazie e un abbraccio anche a te!!!

Nella Crosiglia ha detto...

Le tue spiegazioni cara amica mia, rendono ancora più viva e reale questa grande realtà che è la musica presa in senso generale..
Chopin come non lo si può amare, di un amore senza età , perchè , perdonami l'esempio poco felice, è come il colore grigio ...va su tutto!
Bacio specialissimo!

Annamaria ha detto...

Certo, cara NELLA, Chopin entra nel cuore di tutti, sa farsi interprete di ogni moto dell'anima indipendentemente dal tempo.
Abbraccio grande!!!!!

luigina salmaso ha detto...

ciao..mi piace molto il tutto... la musica e quello che hai scritto in particolare la descrizione finale
Uno Chopin giovanissimo, ma già intenso e compiuto nella sua profondità capace di superare il tempo, e insieme nella sua ricerca di equilibrio tra serenità e malinconia, intimità e irruente passione, così come nel suo scandagliare e restituirci ogni sfumatura dell'anima.
ciao...buona domenica..luigina

Annamaria ha detto...

Grazie, cara Luigina, della tua sensibilità. Quella frase finale è proproi un po' la sintesi di ciò che intendevo dire.
Un abbraccio di buona domenica!!!