giovedì 23 maggio 2013

Maggio : scena di famiglia in un esterno.

Come sempre, maggio m'induce ad orientarmi verso immagini aperte e ariose, magari nella cornice di un giardino verdeggiante.
Così, facendo seguito al post dello scorso anno a quest'epoca, nel quale avevo parlato di uno splendido quadro di Amedeo Bocchi, "La colazione del mattino", oggi mi piace proporre un'opera di argomento simile, ma nell'interpretazione di un altro affascinante artista.
Si tratta del dipinto intitolato "Colazione in giardino" di Giuseppe De Nittis (1846 - 1884), conservato alla Pinacoteca De Nittis di Barletta e attualmente pezzo forte, per così dire, dell'ampia mostra dedicata al pittore che si sta concludendo proprio in questi giorni a Padova.

Anche qui, come nel quadro di Bocchi, la cornice in cui è inserita la scena è un luminoso giardino dove le figure sono in controluce.
Ma decisamente differenti gli atteggiamenti dei personaggi, lo stile della pennellata, la definizione dei particolari e l'atmosfera complessiva della rappresentazione. Se infatti Bocchi, nel tocco diverso delle campiture di colore e in una certa sintesi compositiva, è già a pieno diritto artista del Novecento, in quest'opera De Nittis ricalca le orme di quell'Impressionismo che ha conosciuto e condiviso nel clima culturale francese e nelle sue frequentazioni parigine.

A colpirci in tutto il suo fascino è la perfetta fusione tra ogni elemento che il pittore raffigura - persone, animali e cose - colte in un'istantanea nella quale ogni gesto, ogni oggetto, ogni sguardo per così dire, è al proprio posto in un clima di eleganza che traspare sia dalla visione d'insieme che dai dettagli.

E' la colazione del mattino della famiglia dell'artista: al tavolo in giardino sono rappresentati la moglie e il figlioletto, mentre della presenza del pittore che probabilmente si è appena allontanato, restano la sedia scostata e quel tovagliolo lasciato lì.
Ma al suo posto, siamo proprio noi ad entrare nel dipinto e ad accostarci alla scena per osservarne la raffinatezza e la signorilità: dall'argento delle posate alla ceramica del servizio da caffè, dal vetro lavorato della zuppiera alla bottiglia di seltz che si confonde - forse volutamente - con i vasi di fiori. 
E il raggio di sole che illumina la tavola variegandola qua e là di ombre e suscitando bagliori, fa risaltare ancor di più lo splendore dell'insieme.
Ma raffinato anche l'accostamento di stoffe diverse, dal bianco quasi serico della tovaglia alla vaporosità dell'abito - voile o chiffon? - della signora. 
Una precisione da natura morta fiamminga fusa con il tocco luminoso delle pennellate a olio che ci ricordano Monet o Dégas, restituendoci l'impressione di un momento, la vibrazione di un istante.

Tuttavia, non si può dimenticare la piccola scena nella scena: lo stuolo di anatrelle che sembrano attirare tutta l'attenzione del bambino, mentre la madre lo guarda pacatamente assorta, in un atteggiamento che fa risaltare la profonda somiglianza dei loro profili.

Un dipinto che tuttavia, pur nel suo leggiadro splendore, forse racchiude in sè un triste presagio, se consideriamo che l'opera è stata realizzata tra il 1883 e il 1884, anno in cui l'artista morirà improvvisamente a soli trentotto anni.
Alla luce di questo evento, mi sembra di leggere nella struttura della rappresentazione un che di sottinteso, come se il pittore, in quel posto vuoto accanto alla moglie e al figlio, avesse in certo modo prefigurato la propria morte, simile a un allontanamento nello scorrere dell'ordinaria quotidianità. 

E mi pare che anche la luce, che si modula diversamente sulle figure, assuma un significato simbolico, accarezzandole in quella che è la loro realtà psicologica: il bambino attratto dalle anatrelle e in fondo dal gioco; la madre rivolta a lui con lo sguardo, ma in realtà tacita e pensosa, come peraltro è tradizione rappresentare la figura materna in tanta parte della storia dell'arte italiana. 
Interessante - a mio avviso - il fatto che al centro del quadro stia proprio il figlio, incorniciato dall'intensa luminosità del mattino, simbolo della sua giornata esistenziale appena iniziata. La madre invece - che De Nittis pone un po' in ombra sullo sfondo scuro degli alberi - nel suo sguardo e nel suo silenzio porta in sè  la consapevolezza della vita che scorre, tra la sedia vuota e il bambino, tra un tempo che sta per spegnersi e un futuro che attende il proprio compimento.

E a commento di questa immagine, un brano di Frédérick Chopin che non esito a definire sublime per la sua capacità di toccare ogni sfumatura del cuore. 
Si tratta del "Notturno in La bemolle maggiore op.32 n.2", pezzo ora malinconico, ora luminoso, ma sempre dolcemente appassionato. E gli accenti di grande intimità che fioriscono nelle battute più lente e si allargano sui numerosi abbellimenti, fanno di queste note uno dei più straordinari linguaggi dell'anima.
Una musica che, come una confidenza fatta sottovoce, con il suo incanto sembra rivelarci segretamente la ricchezza e l'intensità del non detto che il dipinto lascia solo intuire.

Buon ascolto!

10 commenti:

Sandra M. ha detto...

Ho visto una mostra di De Nittis tempo fa. Luci colori e situazioni romanticamente reali!
Chi meglio di Chopin può fare da cornice?

Annamaria ha detto...

Questo Chopin è meraviglioso. Sono contenta che l'abbinamento ti piaccia.
Buona giornata, Sandra!!!

Ambra ha detto...

Qui da te si possono gustare arte e musica insieme, armonicamente intrecciate. Spesso mi ricordi il corso di Storia dell'Arte fatto alla Rotonda della Besana durante gli anni del liceo.

Annamaria ha detto...

Sai Ambra, mettere mano al blog per me è stato far fiorire degli interessi che avevo da tempo. Ma più li coltivo e più mi accorgo che si moltiplicano...E penso sia così per tutti!
Grazie e buona giornata!!!

stefania ha detto...

Chopin è uno dei pianisti che preferisco e le tue "lezioni" di arte le trovo sempre interessanti. Grazie. Ti aspetto da me.

Annamaria ha detto...

Bentornata qui, cara Stefania, e grazie!
Guarda però che le mie non hanno la pretesa di essere "lezioni"....sono solo impressioni, emozioni che mi piace esprimere a caldo e molto liberamente, anche se - certo - mi derivano da una grande passione per l'arte.
A presto!!!

Anonimo ha detto...

Bellissima la tua scelta di due pittori che amo. Poi la colonna sonora ai colori e ai controluce dei dipinti non poteva che essere di Chopin!
Grazie, Annamaria.
Un abbraccio
egle

Pia ha detto...

Bellissimo questo post,
il tuo modo di raccontarci un'opera d'arte è delicato ed armonioso, proprio come la tua selezione musicale.
Un saluto cara Annamaria.

Annamaria ha detto...

Grazie, Egle!
Anch'io amo molto De Nittis, sia in questo che in altri dipinti. Alla mostra di Padova - che credo si sia conclusa proprio oggi - ce n'erano di splendidi!
Un abbraccio!!!

Annamaria ha detto...

Grazie S.Pia!
In questo post ho cercato di mettere insieme due artisti - De nittis e Chopin - di rara delicatezza.
E quel notturno per me è davvero sublime! Non faccio che riascoltarlo!
Buona settimana e a presto!!!