domenica 5 maggio 2013

Il celeste delle farfalle

Nel post della scorsa settimana, parlavo di un dipinto di Monet facendo riferimento alla particolare atmosfera di vacanza che in esso si respira e che ci regala un senso di limpida leggerezza.

Penso, tuttavia, che a creare un clima capace di illuminare la nostra quotidianità donandole il sollievo che desideriamo non siano soltanto le rappresentazioni che l'arte ci offre. E' la vita stessa infatti a presentarci continuamente immagini che ci restano dentro, si sedimentano in noi e a volte tornano alla luce anche a distanza di tempo come piccoli sogni ad occhi aperti.
Si vorrebbe sempre attraversare le giornate con levità e sorriso, quasi a passo di danza, ma se - come tutti sappiamo - ciò accade raramente, allora possono essere i ricordi che conserviamo in cuore a riaffiorare consentendoci di levarci in volo e librarci nel cielo arioso e colorato dell'anima.

Sarà per questo che oggi mi sono venute in mente le farfalle della Valnontey, quelle che popolano alcuni anfratti di un dolcissimo sentiero che conduce ai piedi del Gran Paradiso.
Non sono appariscenti nè particolarmente variopinte, non amano i fiori più rari o i punti panoramici, ma si possono trovare negli angoli più bassi e quasi nascosti della pedonale dove il terreno - soprattutto nel pieno della calura estiva - si fa quasi polveroso.
Lì, contro il colore spento della terra battuta, in un ininterrotto tripudio di gioia come piccoli inafferrabili punti luce, si librano le farfalle celesti, splendide nella loro nota di azzurro intenso e vagamente cupo ad un tempo, piccolo prodigio della natura che veste in modo smagliante anche un minuscolo essere vivente.

Mi sono venute in mente in un brevissimo flash-back della mia scorsa estate, pronte a suggerirmi che la bellezza può sorprenderci ovunque, al di là dei limiti che talora le poniamo.
Chi si aspetterebbe, infatti, un nugolo di dolci, delicatissime farfalle proprio nel punto meno attraente di un pur bellissimo cammino?
Siamo talmente abituati a stabilire cos'è bello, cos'è brutto e a collocare  paletti, che talora rischiamo di non vedere più lo splendore che si annida - sempre - anche dove non ce lo aspetteremmo.
Per questo, il celeste delle farfalle mi regala un senso di leggerezza: non è solo il ricordo di una piacevole vacanza, ma soprattutto la percezione che la vita - e con essa la bellezza - è sempre sorprendente e smisuratamente più ampia delle nostre abitudini e del nostro sguardo.

Così, oggi desidero completare queste brevi considerazioni con un incantevole brano di Chopin. Si tratta dello "Studio in Do maggiore n.1 op.10", pezzo più che famoso per la sua meravigliosa sequenza di arpeggi che qui vediamo interpretato dalla bravissima Valentina Lisitsa.
Se la parte più appariscente - come il video ci mostra - è affidata alla mano destra che sembra volare sulla tastiera, ciò tuttavia non deve distogliere l'attenzione dalla sinistra che, nella successione dei vari accordi, costruisce un canto di suggestiva profondità il cui suono è esaltato dal particolare timbro del Bosendorfer.
Un brano che attraversa tutte le sfaccettature dell'armonia coniugando virtuosismo e leggerezza, uno studio movimentato e vibrante come un volo di farfalle.

Buona visione e buon ascolto!

13 commenti:

Chiara ha detto...

Credo che la tua farfalla celeste sia un mio minuto giallo.

Annamaria ha detto...

Sì, ho capito...è proprio così, Chiara!!!
Grazie!!!

Ambra ha detto...

Questo tuo racconto sulle farfalle azzurre è commovente e suggestivo. Non ho mai visto delle farfalle celesti. Ma è vero come tu dici, a volte la bellezza si trova là dove non te lo aspetti, quasi volesse nascondersi per non essere violata e per questo ti commuove.
Sai trarre note d'armonia anche con quello che scrivi.

Annamaria ha detto...

Grazie Ambra dei tuoi commenti sempre così ricchi di sintonia.
Sono contenta che il pezzo ti piaccia e... hai sentito che splendido Chopin???
Buona giornata!!!

Pia ha detto...

Ecco questo è quel che si dice splendida associazione, sembrava proprio, con Chopin, di veder volare queste farfalle blu.

Un saluto

Pia ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Annamaria ha detto...

Ciao, S.Pia!
Volano proprio le mani della Lisitsa su questo bellissimo brano.
Grazie!

Nella Crosiglia ha detto...

La natura cara , dolce Annamaria , è una delle cose più vibranti che alimenta il nostro animo, tutti i nostri sensi e i nostri occhi, in primis....
Che meraviglia, stagliate nella roccia questi deliziosi gioielli blu, più preziose di mille monili accompagnate dallo sfarfallio di mani e note meravigliose!
Gazie ancora una volta.....
Un caldo abbraccio!

Annamaria ha detto...

Sì, carissima NELLA, farfalle che sono proprio piccoli gioielli... e quelle mani meravigliose che volano sulla tastiera riempiono il cuore!
Grazie e un abbraccio!!!

PATRIZIA MALOMO ha detto...

Non potevi definire in maniera migliore il movimento virtuoso delle mani...un volo di farfalla. E' la cosa che penso ogni volta che ammiro l'incredibile tecnica dei grandi pianisti e che mi lascia nel dubbio che un tale dono sia soltanto umano.
Un grande abbraccio, Pat

Annamaria ha detto...

Patty, condivido il tuo pensiero: certi doni vengono dall' alto!!!
Grazie e un abbraccio di buona giornata!

Anonimo ha detto...

Chopin fa volare le tue farfalle azzurre a ricordarci che il bello può sorprenderci nei momenti e nei luoghi più impensati. Il mio pensiero stupito è che la loro vita è brevissima e forse anche la nostra, ma non vogliamo ricordarlo.
Grazie Annamaria!
Un abbraccio.
egle

Annamaria ha detto...

Grazie, cara Egle, di essere passata ad ascoltare quasto Chopin dalle magiche mani della Lisitsa, e grazie di aver aggiunto una nota di realismo sulla brevità della vita.
Un abbraccio!