sabato 5 maggio 2012

Ipoteche di speranza

Mi capita spesso di ripercorrere con la mente i brani postati da poco tempo non solo perchè - come scrivevo già in passato - mi restano dentro simili a una sorta di colonna sonora, ma perchè lasciano affiorare sempre altri aspetti della loro bellezza che in precedenza non avevo notato.
Come quando si rilegge un libro o si osserva ripetutamente un dipinto, anche i successivi ascolti di un brano musicale ci regalano sempre particolari nuovi, nuove suggestioni consentendoci di apprezzare melodie o passaggi che magari non erano stati ancora oggetto della nostra attenzione.

Mi è accaduto, in questi ultimi giorni, soprattutto con il pezzo di Rossini postato lo scorso Venerdì Santo e che - come sempre in certe festività - avevo lasciato senza alcun commento perchè fossero solo le note a parlare.
Si tratta della parte introduttiva dello
"Stabat Mater", una composizione che, per certi aspetti, ci svela un Rossini differente da quello più noto per le sue arie di tono vivace e brioso.
La contemplazione di Maria sotto la croce è segnata infatti da accenti tragici di rara bellezza, sia nel tema iniziale che si snoda lento quasi accompagnando il pianto della madre, sia in certe aperture affidate alla voce solista.
Si alternano infatti tonalità minori e maggiori a sottolineare ora i singhiozzi, ora la condivisione della sofferenza col Crocifisso, fino a culminare nel grandioso "dum pendebat Filius" che il coro canta con un'intensità che mette veramente i brividi.

Mi colpisce sempre la versatilità del musicista pesarese, capace di rallegrarci con i ritmi delle sue arie e delle sue ouvertures solari e scintillanti, ma anche così fortemente drammatico.
Certo non è il solo tra i compositori a presentare una duplicità di aspetti. Basti pensare a Mozart: c'è quello salottiero e galante di certe serenate e quello più intimo dell' Ave verum; c'è il Mozart cristallino di alcuni concerti e quello intensamente cupo del Requiem. E il discorso può valere anche per altri musicisti.
C'è comunque in Rossini una vivacità straordinaria che si esprime anche attraverso le scelte dell'organico orchestrale e insieme a questo una vena di teatralità irrefrenabile che talvolta affiora persino in opere di argomento più serio, basti pensare al "Cuius animam" sempre nello "Stabat Mater".

Oggi è proprio il Rossini più sereno quello con cui vorrei augurare buon weekend a chi passa di qui.
La "Sonata a quattro N.1 in Sol maggiore" nel suo primo movimento è infatti un brano scorrevole e sognante, un'apertura alla speranza
di cui tutti in qualche modo abbiamo bisogno. Il compositore infatti, attraverso la leggerezza del tema e il ritmo dei pizzicati, ci porta via sull'onda di una melodia sinuosa e lieve come un volo di farfalle che sembra quasi scritta per la danza.
Una sonata che risolleva il cuore e riempie di gioia come quando - per usare un paragone preso giusto dal mondo delle note - riusciamo a comprare il biglietto per il concerto del nostro musicista o cantante preferito. Magari la data del concerto è ancora lontana, magari non è neppure vicino a casa e non sappiamo nemmeno se riusciremo ad andarci, ma quel biglietto in tasca ci riconforta e ci fa sognare, diventa una proprietà tutta nostra come avessimo messo un'ipoteca di speranza sul nostro futuro.
E nell'attesa, siamo davvero più ricchi!


Buon ascolto!

14 commenti:

Gianna ha detto...

Grazie, Annamaria.

Buon fine settimana a te!

Annamaria ha detto...

Grazie a te Gianna di essere stata qui!
Buona domenica!

Anonimo ha detto...

Grazie, Annamaria, per la tua attenzione nel proporre determinati ascolti.
Personalmente preferisco un Rossini ancora più vivace.
Buona domenica.
egle

Anonimo ha detto...

Buona Domenica :)

luigina salmaso ha detto...

ciao...grazie..... bellissime le tue parole...e adesso mi rilasso ascoltando musica di pace...ciao..luigina

Annamaria ha detto...

Certo, Egle, Rossini ha brani ancor più vivaci. A me però piace questa sua leggerezza.
Grazie!!!

Annamaria ha detto...

Darjo grazie e, a questo punto, buona settimana!

Annamaria ha detto...

Luigina rilassati! Questa musica è fatta apposta!!!
Grazie!

Sandra M. ha detto...

Grazie Annamaria. Davvero la versatilità di Rossini si coglie in toto ascoltando il brano del venerdì santo e, subito dopo, questo! Cinque minuti gioiosi....sono in ritardissimo e il "buona domenica" non funziona più. Buona settimana, allora. Per quello che ne resta.
Da me e da Ambra ci sono le info sulla giornata dei bottoni!!

Annamaria ha detto...

Grazie a te Sandra! Hai sentito che versatilità Rossini???....

Quanto alla "giornata dei bottoni" dammi ancora un giorno e poi ti dirò.
Buona continuazione!

riri ha detto...

Girovagando sul web..che musica splendida!! Un cordiale saluto.

Annamaria ha detto...

Riri, benvenuta qui e grazie del tuo apprezzamento!
A presto!

Aldo ha detto...

Ascoltanto questo Rossini, ho dei ricordi precisi della mia infanzia quando ascoltavo la sua musica con il mangianastri incollato all'orecchio. Passeggiavo nel giardino di mia nonna da mattina a sera sempre con la stessa audio cassetta. Ogni tanto mia mamma mi ricordava l'ora del pranzo e della cena. Ed io arrabiatissimo doveva non solo spegnere il mangianastri ma anche l'incanto che Rossini mi donava.

Annamaria ha detto...

Aldo, come ti capisco!
Quando ero adolescente studiavo col Bach dei Brandeburghesi a tutto volume....con conseguente disperazione di mia mamma e dei vicini di casa....
Grazie del tuo commento e a presto!