sabato 4 febbraio 2012

"Tokyo station" : fascino di un non luogo

Arrivi e partenze, viaggi: eventi comuni e frequenti della nostra vita - essa stessa prima di tutto un viaggio - ciascuno col suo fardello di sogni, speranze, incontri, addii, come pure di tanta quotidianità fatta di fatica e pensieri.
Forse per questo treni e stazioni sono stati spesso oggetto di svariate espressioni artistiche.
Poeti e pittori - dal Carducci alla Szymborska, da Turner a Monet - ma talora anche musicisti ne hanno celebrato il fascino e l'atmosfera, le luci e i suoni, o vi hanno visto esempi clamorosi del
dinamismo della nuova società industriale del primo Novecento. Basti pensare al poema sinfonico di Honegger "Pacific 231" ispirato ad una locomotiva in movimento o al dipinto futurista di Carrà intitolato "La stazione di Milano".
Oggi però, soprattutto nelle grandi città, le stazioni - come pure aeroporti, metropolitane, centri commerciali, ecc. - sono diventate ormai dei cosiddetti "non luoghi" : spazi di transito magari forniti di tante comodità, ma in cui folle anonime si sfiorano ogni giorno in pressocchè totale estraneità senza realmente incontrarsi.
Tuttavia, se qualche volta le singole storie s'intrecciano come accade per esempio nel film di Spielberg "Terminal", e lo sguardo dell'artista sa andare nel profondo chiamando le cose ad esistere, allora anche un non luogo può assumere contorni più umani.

Si può inserire in questo quadro una delle recenti creazioni musicali di Giovanni Allevi, tratta dal cd "Alien". Si tratta di "Tokyo station", brano stilisticamente singolare nel panorama compositivo del musicista, a iniziare dalla durata più estesa rispetto ad altri pezzi e alla commistione di elementi della tradizione con quelli della contemporaneità.

E' la ritmica - martellante e fortemente scandita - la sua caratteristica principale, quasi Allevi attraverso di essa abbia voluto riprodurre il traffico animato della stazione di Tokyo: gente frettolosa, treni superveloci, la folla nella sua confusione ordinata tipicamente giapponese.
Eppure, proprio al centro di questo pezzo dai toni rock e da richiami jazz movimentati e coinvolgenti, c'è un nucleo caldo di dolcezza, un secondo tema intenso e melodico, prima delicato e via via più passionale come l'Allevi che già conosciamo.
S
embra infatti che, a un certo punto, il compositore abbia voluto fermarsi, oltrepassare la cortina delle apparenze, guardare nell'anima delle persone e cogliere l'umanità intensa e splendente che si cela anche dentro un quotidiano affannato e convulso.
Così, attraverso le sue note, il non luogo diventa luogo e la musica restituisce identità e poesia ad ogni cosa svelandoci il cuore di chi ci passa accanto.


Come in "Downtown", ancora una volta Allevi fa per così dire la "fotografia" a questa umanità in movimento, osservandola con occhi simili a quelli con cui si guarda intorno in "Notte ad Harlem" aggirandosi per i quartieri di New York, o in "L.A.Lullaby" per le vie di Los Angeles.
E nonostante lo stile di "Tokyo station" in rapporto a questi brani sia diverso, pure anche qui sembra che - a un tratto - dall'anima del compositore esca un moto di amore irrefrenabile che dà significato a tutto ciò su cui il suo sguardo si posa, e sia proprio questo amore a regalare vita chiamando ad esistere ciò che prima era solo anonimato.
Come un filo rosso che - pur nella varietà d'ispirazione e nella diversità sempre inedita del presente - attinge al mistero di un'unica Bellezza.

Buon ascolto!

12 commenti:

Anonimo ha detto...

wow, lo stacco tra la parte "martellante" e quella "dolce" è bellissimo.

Ambra ha detto...

Darjo ha definito bene con il suo "martellante" la prima parte. Assolutamente non ci si aspetta il passaggio alle note lievi e dolcissime fino ad un finale frizzante e pieno di allegria.

Annamaria ha detto...

Verissimo, Darjo!
Quei passaggi che dal rock sfumano verso toni più intimi sono stupendi!
Anche in Downtown è così!
Grazie del commento!

Annamaria ha detto...

Grazie Ambra!
E' davvero un brano sorprendente: energia e dolcezza insieme!!!
A presto!

Anonimo ha detto...

Bellissimo il tuo commento ispirato a "Tokio Station" di Allevi.
Mi piace sempre il tuo citare pittori come Turner (che adoro). Ricordo il suo dipinto del treno che sbuca da una galleria color terra di Siena che sembra aria. Così moderno seppur nato alla fine del '700!
Il nostro amato Maestro Allevi, secondo me, più che dipingere con le note dei non luoghi ("Downtown, "Tokio Station"...)interpreta dei luoghi dell'anima.
Non sono mai voluta andare in Giappone, ma a "Tokio Station" io mi ci ritrovo con tutti i suoi suoni, ritmi, interruzioni...
Grande Giovanni, capace di dipingere i sentimenti dell'anima con le sue vibranti note!
Mi fermo qui, ringraziandoti di questa bella opportunità di dialogo.
Un abbraccio caloroso (dato il freddo...)!
egle

Anonimo ha detto...

Mentre ascoltavo giovanni, immaginavo i miei lunghi viaggi da pendolare. Mentre la musica frenetica martellava il mio cuore pensavo a quando in metropolitana mi incontro/scontro con sagome sconosciute che hanno la mia stessa fretta...fiume di gente dalle mille diramazioni...quando la musica regalava dolcezza pensavo a quando in treno o in metro mi fermo ad osservare la gente. Microcosmi sconosciuti, ma colmi di storie/amore/amicizia...VITA.
Grazie Annamaria. Domenica

Annamaria ha detto...

Grazie, Egle, delle tue parole!
Anch'io amo i paesaggisti inglesi, a cominciare dal quadro che hai citato, davvero modernissimo!

Quanto alla musica, hai ragione: le note del Maestro Allevi dipingono luoghi dell'anima ed è proprio questo sguardo capace di scandagliare a fondo la quotidianità che le restituisce vita e spessore facendola uscire dall'anonimato.

Grazie ancora! Ricambio
l'abbraccio, calorosissimo!!!

Annamaria ha detto...

Ciao, Domenica!!!
Che bello ritrovarti qui e quanto sono vere e centrate le tue parole!!!
Anch'io ho provato tante volte la sensazione di cui parli, soprattutto in metropolitana: trovarsi in mezzo a "microcosmi sconosciuti ma colmi di storie/amore/amicizia...VITA".
Le note di "Tokyo station" trasmettono anche questo, ce lo fanno cogliere come esperienza viva.
Ti ringrazio e ti abbraccio!
A presto!!!

Perdin.Dirigente ha detto...

Ho ascoltato Allevi dal vivo... è un artista a tutto tondo che mi piace molto!

Annamaria ha detto...

Ciao Palmy, anch'io ho ascoltato Allevi dal vivo e condivido in pieno ciò che dici!
Grazie di essere passata di qui!

Sandra M. ha detto...

Sempre più sorprendente questo artista! E tu...quanto sei brava ad analizzare e rendere fruibili tutti i "misteri" della musica?!

Annamaria ha detto...

Ciao Sandra!
Grazie delle tue parole, ma il merito va tutto a queste note proprio sorprendenti.

A presto!