venerdì 8 luglio 2011

Quando la musica riscatta l'uomo

Già in altra occasione, mi è capitato di osservare quanta importanza rivesta in un film la colonna sonora.
Parlavo della sua capacità di commentare scenari e sentimenti servendosi della comunicazione piena delle note e facendosi portavoce di ciò che parole e immagini non arrivano a dire.

A tale scopo, ci sono splendide musiche create proprio per il cinema - basti ricordare il grande Morricone - ma anche tanti pezzi classici opportunamente inseriti in parecchi film, talora nelle loro versioni originali o più spesso rielaborati in qualche arrangiamento.
Da Mahler a Brahms, da Bach a Haendel, da Mozart a Beethoven, molte pellicole si sono avvalse per la loro colonna sonora - o anche solo per alcune parti di essa - di brani classici, non ultimo "Il discorso del re" di cui ho parlato in un recente post.

E' a questo proposito che voglio ricordare "Platoon" ritrasmesso in tv sere fa, film famosissimo che ripercorre la vicenda americana in Vietnam e nel quale - sulla scorta della propria esperienza personale - il regista Oliver Stone sfronda l'illusione del "sogno americano" mostrandoci una realtà cruda, violenta, disincantata, durissima.
L'entusiasmo idealistico del protagonista, il volontario Chris Taylor, si scontra infatti con un contesto disumano, fatto di massacri, soprusi e dissidi anche all'interno dello stesso plotone fino al tragico epilogo.

Devo ammettere che non amo in particolare questo genere di film, ma rivedere "Platoon" stavolta mi ha consentito di apprezzarne meglio non solo la costruzione narrativa, ma anche alcune parti della colonna sonora.

E' lo splendido "Adagio for Strings" di Samuel Barber - compositore classico statunitense vissuto nell'arco del Novecento - che, a mio avviso, ha un peso significativo all'interno della pellicola e soprattutto nel finale, restituendo umanità ad un contesto esistenziale devastante.
La sua melodia sembra infatti uno sguardo di pietà che si stende su di una vicenda intrisa di orrore, come se l'abisso della miseria umana e dell'abiezione contenesse implicita un'invocazione di riscatto.
Si tratta di un brano intenso, che valorizza splendidamente il messaggio della sequenza conclusiva e ci fa sentire che dal nemico che "è dentro di noi" esiste davvero una via di salvezza, nel nome della bontà, della salvaguardia della propria anima e della ricerca di senso all'esistenza.

E mi pare significativo che questo Adagio sia stato successivamente rielaborato dall'autore inserendovi la parte corale e facendone un "Agnus Dei" di rara bellezza.
Proprio questo è il brano che oggi propongo qui in un video che lo riporta però solo parzialmente. Ma tra le varie interpretazioni offerte da youtube mi è parsa la più suggestiva.

Buon ascolto!

4 commenti:

Ambra ha detto...

Ciao Annamaria. Non ho visto il film, ma dalla trama che hai descritto posso quasi vederlo e la sacralità di questo Agnus Dei che sto ascoltando innalza l'anima in un'atmosfera incantata, perfetta, dove la realtà violenta degli uomini si è allontanata per lasciare spazio al sublime.

Annamaria ha detto...

Ciao Ambra!
Pensa che hanno ridato "Platoon" proprio ieri sera su Rai3.
L'ho voluto rivedere ancora e ancora posso ribadire: la sequenza finale, senza la colonna sonora dell' Adagio di Barber (la cui melodia è identica all'Agnus Dei) sarebbe priva di quella profondità di significato che la musica le conferisce.
Grazie di essere passata di qui!

Sandra M. ha detto...

Ciao Annamaria, benritrovata! Conosco Platoon, l'ho visto un paio di volte. Nemmeno io amo troppo quel genere ma Stone riesce a rendere con crudezza e relismo la tragicità di quegli eventi. La colonna sonora, come tu dici, è parte integrante di un buon film e questo non fa eccezione. In più, il video da te scelto mi ha portato a rivivere fortunate ed imprevedibili belle occasioni:l'entare in alcine chiese del nord Europa e sosprendere magnifici gruppi corali, che solo lì son così sentiti, intenti nelle prove ... sedersi e non voler più uscire!
Sandra

Annamaria ha detto...

Carissima Sandra, bentornata!
Anch'io ho provato più volte la stessa suggestione entrando in alcune cattedrali in Germania e ascoltando a sorpresa splendide corali!
O assistendo alle prove.
Ma questo mi è accaduto anche in Italia.
E' proprio così: sedersi e non voler più uscire!!!
Grazie e un abbraccione!