domenica 3 luglio 2011

"Abbracciami" : se la musica è specchio dell'anima.

Vi è mai capitato di riconoscervi in una fotografia?
Certo che sì - mi direte - che domande!

Ma non sto parlando di riconoscimento esteriore, bensì interiore.
Intendo dire se vi è mai capitato di "ritrovarvi", di sentire che il vostro cuore è davvero rispecchiato da quello sguardo o da quella postura o dal gesto in cui siete ritratti.


Succede, a volte, ed è bellissimo.
Magari sono foto vecchie, di quando eravamo bambini, ma è meraviglioso riscoprire nel fondo degli occhi quella luce che ci anima anche adesso: è un sorridente ritrovarsi che ci riconduce ad unità o che talora ci fa scoprire di noi cose che non credevamo.


A me è capitato significativamente un paio di volte: la prima con una foto di quando ero bambina e la seconda con una più recente, due anni fa. Vale la pena raccontare qualcosa di quest'ultima.

Luglio 2009 : sono a un concerto con alcune amiche. La serata trascorre piacevolmente e prima di salutarci una di loro scatta una foto al nostro gruppetto. Dice però che la manderà più avanti, ora ha il computer guasto. Va bene.
Poi me ne dimentico.

Passa circa un mese e sono già in vacanza, ma è un periodo strano: qualcosa non gira, fatico a ritrovarmi, sono interiormente sfasata, colta da mille dubbi su tutto a cominciare da me.

Poi, una sera accendo il computer e arriva la foto. Toh!... l'avevo proprio scordata.
La guardo, siamo in quattro: due mie amiche, la splendida figlia di una di loro ed io. Mi guardo....io quella ???....Davvero ???
E resto sorpresa perchè, anche se l'immagine - che risale al 10 luglio e avevo appena finito gli esami di maturità - mi ritrae sbattuta, pallida, insomma....uno spaventapasseri, i miei occhi però sorridono e dalla mia espressione affiora un'incontenibile gioia!

Ma sono proprio io quella??? Mi osservo: vero...sarò pure uno spaventapasseri, ma raggiante di felicità!
E' come se una vocetta interiore mi dicesse: "Vedi?...Scopri chi sei nel profondo e non farti ingannare dalla tua parte oscura! Puoi attraversarla con tranquillità, senza lasciarti impaurire dalle sue ombre!".
Ed è un gioioso ritrovarmi, riscoprirmi capace di sorriso come se finalmente i lembi del mio tessuto interiore tornassero a combaciare. Potenza di una semplice immagine!

Ma ci sono anche altri mezzi che possono portare alla luce la nostra interiorità in maniera più o meno nitida, l'arte ce lo insegna e in particolare la musica.
Il brano di Allevi che posto qui oggi intitolato "Abbracciami", dal recentissimo "Alien", a mio avviso s'inserisce bene in questo discorso perchè - forse più ancora di ogni altro pezzo di questo cd - apre un varco verso l'anima del compositore, come se le note fossero proprio specchio della verità che portiamo nel profondo.
In questo profondo, infatti, il brano si addentra con crescente intensità e si accende d'impetuosa irruente passione, alternando momenti segnati da fortissimi vibranti bassi e concitati cambi di tonalità, ad altri di delicata
struggente dolcezza.

E se per un compositore "riconoscersi" significa scoprire di essere stato fedele alla propria ispirazione, penso che qui Allevi - riascoltando le sue note - potrebbe a buon diritto affermare di avere spalancato il cuore alla Musica.
In totale sconvolgente trasparenza.

Buon ascolto!

18 commenti:

Ninfa ha detto...

Un argomento davvero interessante questo delle foto. Ora che con le macchine digitali facciamo montagne di scatti, qual è il nostro rapporto con esse? Ci ritroviamo o non ci riconosciamo? Ho diverse foto, in vari periodi della vita, in cui mi riconosco, dall'immagine traspare la mia anima, insomma. E anche a me è capitato osservandone alcune quasi di stupirmi, perchè magari avevo uno sguardo sognante o un'espressione piena di felicità, emozioni che non ricordavo di aver provato in quei momenti. Questo brano di Allevi, e lo dico nella mia totale ignoranza, non so perchè ma al primo ascolto non mi ha "rapito"...forse riuscirò ad apprezzarlo di più al secondo, perchè di sicuro merita. Ciao!

Annamaria ha detto...

Grazie, Ninfa, del tuo commento.
Effettivamente, a volte le foto possono essere davvero rivelatrici e ci possono portare a delle sorprendenti scoperte.

Quanto alla musica, non preoccuparti se il brano non ti prende al primo colpo, è capitato anche a me parecchie volte con tanti pezzi....persino di Bach che adoro!
Non sempre l'amore per la musica è un colpo di fulmine, ma spesso è amore a fuoco lento fatto di tanto ascolto fino a che il fuoco divampa, quando meno te lo aspetti.
Grazie!

Caterina ha detto...

Ciao cara, mi incanti con il tuo racconto.Mi piacciono molto le tue storie vere. Sei bravissima di condurre i tuoi lettori- ascoltatori all'anima della musica.

Annamaria ha detto...

Sì, Caterina, sono proprio tutte storie vere, esperienze personali alle quali non ho mai aggiunto neanche una virgola.

Non sono io però che ti conduco all'anima della musica. E' la musica stessa che ti prende per mano, a volte immediatamente, altre volte piano piano e con gradualità.
Grazie!
Un abbraccio!

BocchiglieroOltre ha detto...

La musica, come ogni espressione artistica riempiono il cuore di chi ama l'arte
bello il tuo blog
Ciao Piero

Annamaria ha detto...

Grazie Piero e benvenuto qui!
Sì, l'arte riempie l'anima!
Ciao!

Ambra ha detto...

E' vero, nelle foto ci troviamo spesso somiglianti, ma non tutte rivelano la nostra anima, al punto da riconoscerci intimamente, una sorta di scoperta di sé a sé.

Annamaria ha detto...

Certo, Ambra, non tutte le foto rivelano la nostra anima, anzi, spesso sono rare.
Ma quando accade, è una sorta di piccolo miracolo.
Ciao!

Giulio ha detto...

Ormai da un pò di tempo seguo il tuo interessantissimo blog. Sono stato colpito soprattutto dalle Tue analisi delle composizioni del nostro geniale (ma snobbato dagli accademici) Allevi. E' raro trovare persone che amano la musica sul serio. Che significa sul serio? Significa in modo innocente, senza presunzione, accettando il lavoro di un compositore o di un esecutore per quello che è, senza dover per forza trovare qualcosa che non va, senza paragoni, senza vergognarsi di ammettere che quella musica suscita un'emozione anche se semplice o "banale". Purtroppo buona parte dell'ambiente accademico vorrebbe che la musica fosse monopolizzata, che diventasse un privilegio riservato a pochi "uomini eletti", e quindi si arriva alle critiche feroci, spesso (troppo spesso) offensive, e ancora più spesso senza alcuna cognizione di causa. Da studente di composizione mi è capitato abbastanza spesso di far fare delle figuracce a colleghi pianisti, anche estremamente bravi come esecutori, che esprimevano giudizi assolutamente risibili sulla musica di Allevi o di altri autori considerati "inferiori", senza conoscere la loro musica, ma generalmente ripetendo le parole del loro professore. Quindi quando si incontrano persone che come te rispettano seriamente la Musica non si può fare a meno di tirare un sospiro di sollievo e pensare che nonostante tutto la Musica, tutta la Musica, vince sempre.
PS: posso permettermi di consigliarti Ludovico Einaudi? Mi sembra che non sia presente nel tuo blog. Diciamo che lo stile è simile a quello di Allevi, ma le sue musiche sono molto raffinate ed eleganti, più riflessive rispetto a quelle esuberanti di Allevi.
Mi scuso se sono stato eccessivamente prolisso.
Cordialmente, Giulio.

Annamaria ha detto...

Ciao, Giulio, grazie del tuo commento e dei tuoi apprezzamenti!

Come avrai visto, le mie non sono analisi tecniche come le potrebbe fare uno studente di conservatorio sicuramente più esperto, ma sono osservazioni molto semplici che nascono da lungo ascolto e da una certa sensibilità acquisita nel tempo.

A proposito di giudizi, conosco bene le polemiche di cui purtroppo è stato oggetto Allevi e penso che raramente un compositore sia stato bersagliato da critiche così gratuite e violente.
Io trovo invece che Allevi sia straordinario, vero e profondamente rispettoso della tradizione pur nel suo desiderio di innovazione.

Ti ringrazio per il consiglio di postare Einaudi.
Di solito posto gli autori che amo di più e che conosco più a fondo.
Di Allevi per esempio conosco tutta la produzione, mentre di Einaudi ancora poco. Ma ti prometto che ne approfondirò la conoscenza.
Del resto la musica è un tale mare sconfinato che ogni giorno si scopre qualcosa di nuovo e ci sono tante altre musiche che - come ho scritto una volta in un post - aspettano dentro di me, "in gioiosa lista di attesa" di essere pubblicate qui.
Grazie di tutto!!!!!!

Annamaria

Giulio ha detto...

Proprio perché non sono analisi tecniche sono interessanti. Studiando i vari generi musicali noi analizziamo solo ed esclusivamente la forma, la struttura, le armonie e le regole contrappuntistiche presenti in un brano. Tutte cose belle e senz'altro fondamentali. Raramente ci preoccupiamo di guardare oltre la logica e la matematica che disciplinano una cascata di punti neri sopra un foglio bianco con delle righe tracciate sopra. Ma siamo sicuri che un brano, un notturno di Chopin ad esempio, sia tutto li? Secondo me no. La musica è soprattutto emozione, per questo analisi come le tue sono fondamentali. E fondamentale sarebbe approfondire questo argomento, nelle scuole e nei conservatori, invece di considerare infantili o incompetenti le persone capaci di commuoversi o gioire ascoltando un pezzo.
Grazie a te.
Saluti.

Annamaria ha detto...

Pienamente d'accordo con te, Giulio: occorre "guardare oltre la logica e la matematica che disciplinano una cascata di punti neri sopra un foglio bianco".
La musica è molto di più, se riesce a toccare corde così profonde nell'uomo.

Detto questo, però, senza nulla togliere all'importanza delle emozioni, devo confessare che, proprio perchè NON ho frequentato un conservatorio, a volte sento invece il bisogno di conoscenze tecniche e formali, di studi di armonia che mi permettano di inquadrare meglio la costruzione di un brano.

Come giustamente osservi, i due piani di analisi andrebbero integrati, studiando la musica non solo sul piano formale, ma anche in rapporto al misterioso mondo delle emozioni.
Grazie ancora!

aaaa ha detto...

Ciao Annamaria, ciao Giulio, Ciao a tutti. Entro anch' io nel dibattito. Sono autodidatta e da trent' anni tento di strimpellare piano e chitarra. L' amore per la musica mi ha spinto a provare a eseguire quello che solo percepivo e fruivo, e ne ho ricavato soddisfazioni immense. lo sforzo non è stato inutile con la pratica dell' esecuzione, incerta e lacunosa ho migliorato almeno di molto il godimento nell' ascolto di un brano musicale.Ho appreso che alcune canzoni e generi a prima vista complessi sono di una banalità sconcertante. Basti pensare al Blues, che si basa tutto su 3 accordi di 7a!!!! e che e' stato la colonna sonora degli anni 50!!!!!!! Questo esercizio nel migliorare la percezione mi ha aperto in parte la conoscenza di Bach, maestro insuperato e insuperabile, miniera inesauribile. Per ora riesco a percepire solo 2 voci coscientemente ma con l' esercizio.... chissa', e mi si apriranno ancora mondi sconosciuti.....Penso che ci sia relazione tra quei puntini neri sopra, fra e sotto le righe e quello che sapienti mani ne ricavano alla tastiera. Alcune volte sono tentato di prendere delle copie di spartiti bachiani e appenderle nell' anticamera di casa mia. Pura bellezza simmetrica ed estetica. Godimento per gli occhi.... prima che per le orecchie e per l' Anima.....
Scusate per queste riflessioni un po' alla rinfusa. Quello che mi ha dato e che mi regala la musica è indescrivibile. Grazie per lo spazio. Ciao a tutti.
Francesco

Giulio ha detto...

Hai ragione, blues, così come il boogie è formato sempre da quei tre o quattro accordi, magari trasposti, ma sempre quelli sono. Ti dirò di più, spesso i pezzi classici di maggiore effetto sono i più "semplici" melodicamente o armonicamente; pensa a Beethoven: secondo me può essere considerato il precursore della musica minimal. Esempio: la quinta sinfonia. L'idea di base sono le prime quattro note: sol sol sol e mi bemolle. Con queste quattro note la tira avanti per i sette minuti e cinquanta (circa) del primo movimento e per quasi tutto il terzo. La nona sinfonia? Con il semplice motivetto dell'inno alla gioia ci scrive tutto il quarto movimento. Oppure la settima sinfonia: il famosissimo allegretto (secondo movimento), parte da un'idea ritmica banalissima, ma è probabilmente il pezzo più geniale di Beethoven (a questo proposito consiglio a tutti di dare un'occhiata alla trascrizione per pianoforte di Liszt. E' senza dubbio la migliore e non è neppure troppo complessa). Oppure la passacaglia per organo di Bach, è basata sempre sugli stessi accordi; il celeberrimo canone di Pachelbel, oppure le ciaccone sempre di Pachelbel, sono di una semplicità armonica disarmante. Ma sfido chiunque a dire che sono pezzi banali. I pezzi semplici sono sempre i più apprezzati.

Annamaria ha detto...

Vero!!!
C'è una grande differenza tra "semplicità" e "banalità".
Prendete Mozart per esempio: alcune melodie sono di estrema semplicità, ma assolutamente mai banali. E dove c'è la ripetizione è per approfondire il tema anche con piccole variazioni.
La semplicità ha spessore e sostanza, ma allo stesso tempo si esprime con una chiarezza e trasparenza di linguaggio.
Visto che stiamo commentando un brano di Allevi, la semplicità è stata definita dallo stesso Allevi "complessità risolta".

E se mi permettete un riferimento letterario, mi piace spiegare il termine semplicità con le parole che Ungaretti usava parlando di poesia: "la limpida meraviglia di un delirante fermento".
Ciao a tutti!

aaaa ha detto...

Amici, grazie per le risposte ai miei.....stimoli. Scusa Annamaria. Avrei dovuto usare il termine Semplicità anzichè banalità. Appunto, la semplicità è la quintessenza della complessità, la riduzione ai minimi termini. Tutto il percorso di Bach è esemplare nell' anelito alla semplicità, raggiunta nei suoi tardi capolavori. Offerta Musicale - Variazioni Goldberg - Arte della Fuga. Il suo genio aveva spaziato dai primi lavori di imitazione alla bellezza classica della Fuga in Re minore paragonabile al David di Michelangelo per arrivare ai "Prigioni" delle ultime tre opere, dove aveva capito che neppure la Musica può darci la risposta all' enigma dell' esistenza. Giulio: tutto vero, pensa anche alla "Fur Elise": mi mib e arpeggio su accordo di la minore e via. . . .ma quante emozioni in queste semplici ripetizioni.....
Ciao a Tutti. Complimenti ancora Annamaria per il Tuo splendido Blog
Francesco

aaaa ha detto...

Ritorno sul tema della semplicità:
il caleidoscopio: riflessione casuale di pezzi di vetro, il cristallo di neve, ripetizione di segmenti di rette. . . .la Araucaria semplici aculei disposti secondo la sequenza del Fibonacci, i tappeti persiani, ripetizione di "semplici disegni geometrici, i pizzi di Cantu' susseguirsi di semplici movimenti manuali ecc.
La natura ci addita infiniti esempi per raggiungerla.. . .la Semplicità.
Francesco

Annamaria ha detto...

Ciao, Francesco!
Bello il paragone tra Bach e Michelangelo, due grandissimi, e interessante l'accostamento delle ultime opere di Bach con la michelangiolesca tecnica del "non finito"!

Ma giustamente la semplicità è anche in natura - coniugata con la bellezza e la perfezione - e nella meravigliosa inventiva dell'uomo.

E per tornare alla musica, condivido in pieno i riferimenti di Giulio alla semplicità di Beethoven, soprattutto il meraviglioso Allegretto della Settima!!!!
Grazie a tutti!