domenica 13 febbraio 2011

"Hortus conclusus"

L' "hortus conclusus", il giardino recintato, nella tradizione medioevale era una zona verde in genere di piccole dimensioni, situata inizialmente nei monasteri dove si identificava con il chiostro o comunque con un orto chiuso da mura, nel quale si coltivavano erbe medicinali o piante da frutto.

Col passare del tempo, il luogo si è diffuso anche in ambito laico assumendo una funzione decorativa, ma senza perdere le sue varie simbologie : la forma quadrata rifletteva i quattro angoli dell'universo e il centro era costituito da un albero (riferimento all'albero della vita) o da un pozzo o da una fontana (segno di Cristo fonte di sapienza, e dei quattro fiumi del Paradiso terrestre).


Al loro interno, questi giardini segreti ospitavano fiori e frutti dai significati simbolici sia mitologici che religiosi, ma nel campo dell'arte sacra l'
"hortus conclusus" divenne ben presto il simbolo della verginità di Maria con riferimento al passo biblico del Cantico dei Cantici (4, 12): "Giardino chiuso tu sei, sorella mia, sposa, giardino chiuso, fontana sigillata".

Mi è venuta in mente questa immagine proprio oggi che in tutte le piazze d'Italia, ma anche all'estero, le donne hanno manifestato giustamente in difesa della loro dignità, perchè ho pensato che dignità è la salvaguardia di uno spazio anche interiore di bellezza, da custodire e proteggere così come si difende un giardino dall'invasione delle erbe infestanti.

Esiste infatti, a mio avviso, una verginità del cuore più che mai necessaria in questi tempi, per coltivare con cure da esperto giardiniere il terreno dei sentimenti e delle relazioni difendendolo dalle incursioni esterne.


Certo, è un discorso che vale per ogni persona, uomo o donna che sia, perchè tutti abbiamo da preservare in noi un luogo segreto e silenzioso che ci ricorda la nostra origine divina.
Tuttavia mi pare tipicamente femminile la vocazione a proiettare la propria attenzione dentro prima ancora che fuori, a coltivare la propria interiorità facendole spazio e imparando a leggerne ogni sfumatura con tenacia e insieme con dolcezza.


A commento di tali considerazioni, mi piace postare qui un brano del musicista che - forse più di ogni altro - parla col linguaggio dell'interiorità, colui che con la profondità e la delicatezza delle sue note si è addentrato più a fondo nel meraviglioso e variegato giardino del cuore:
Frédéric Chopin.

Dal "Concerto n.2 in fa min. op.21 per pianoforte e orchestra", il mirabile Larghetto eseguito in maniera altrettanto mirabile proprio da una donna.

Buon ascolto!


10 commenti:

Ambra ha detto...

Ancora una volta devo dire che anche in questo post, il tema e la musica da te scelta sono un binomio magistrale.

Caterina ha detto...

Ciao cara, é un'avventura molto piacevole accompagnarti nel "hortus conclusus" e leggere i tuoi pensieri profondi ed interessanti. Grazie anche per la musica di Chopin che dopo il mio giorno rumoroso mi ricrea. É una meraviglia la sensibilitá della pianista.
p.s.
La voce nel mio blog non é mia:)). É un programma che legge qualsiasi testo ad alta voce (si puó scegliere o voce donna o voce uomo).
Un caro saluto e baci












"

Annamaria ha detto...

Grazie Ambra per la tua attenzione!
Tra quelli di Chopin questo è il brano che preferisco in assoluto e la sensibilità della pianista mi è parsa adatta anche al tema.
A presto!

Annamaria ha detto...

Ciao Kati!
Che bello ritrovarti qui dopo una giornata di lavoro!
Sì questo Chopin è superlativo e ricrea l'anima!!!
Ti abbraccio!!!
E grazie della tua precisazione sulla voce nel tuo blog.

Martha ha detto...

Cara Annamaria,
oltre a elargirci sempre delle parole più che significative, sei capace di accompagnarle con dei brani musicali che si adattano loro alla perfezione!!! Io poi adoro questo movimento del concerto n°2 di Chopin: è delicato, sognante e sublime... grazie!!!

luigina salmaso ha detto...

ciao... bellissimo ..interessante e davvero accompagnato da una musica speciale...grazie..luigina

amicusplato ha detto...

In effetti l'hortus conclusus, il "giardino chiuso" del Cantico dei Cantici, è passato a indicare nell'arte e nella liturgia il mistero della Vergine Madre.

E anche il sacrario della nostra coscienza, come giustamente hai fatto notare :-)

Il Larghetto di Chopin è quanto mai adatto per farci riscoprire la bellezza dell'interiorità :-)

Un post bellissimo :-))

Complimenti e grazie, carissima Annamaria :-))

Annamaria ha detto...

Grazie Martha, anch'io adoro questo brano e qui è valorizzato da una splendida esecuzione.

Buona giornata e un abbraccio!

Annamaria ha detto...

Grazie a te Luigina di essere una lettrice così affezionata e attenta!

Annamaria ha detto...

Grazie ancora Antonio!
Parlando di interiorità, Chopin mi sembrava l'autore più adatto e questo delicatissimo brano in particolare.

Buona giornata!