sabato 20 novembre 2010

"Uomini di Dio"

E' da un mese ormai nelle sale cinematografiche "Uomini di Dio", il film del regista Xavier Beauvois che narra la vicenda dei sette monaci cistercensi francesi del monastero di Tibhirine, in Algeria, rapiti nel marzo del 1996 da un gruppo terrorista islamico e poi uccisi, anche se del massacro ancora oggi non sono totalmente chiare responsabilità e dinamica.

Ho letto del film recensioni contrastanti e confesso che non sono ancora andata a vederlo. Tuttavia, trovo interessante che sia riportata all'attenzione di tutti una vicenda che traccia una pagina di vita cristiana luminosissima e ricca di spessore.
A tale proposito, col titolo "Più forti dell'odio" le edizioni Qiqajon hanno recentemente ristampato un testo che riporta gli scritti del priore del monastero di Tibhirine, Frère Christian de Chergé, e dei suoi confratelli.
Ne emerge un ritratto di vita monastica incentrata sulla condivisione e sul reciproco aiuto tra comunità cristiana e popolazione locale musulmana. Emergono la fede e i dubbi, i contrasti e la dedizione al Vangelo di uomini semplici e appassionati che hanno deciso di donare se stessi nella concretezza di ogni giorno. Fino alla fine.

Ne è altissima testimonianza l'ormai famoso testamento di Frère Christian che, dopo aver analizzato con splendida lucidità il proprio cuore, conclude con le seguenti parole di amore e di perdono per il suo eventuale carnefice:
"E anche te, amico dell’ultimo minuto che non avrai saputo quel che facevi. Sì, anche per te voglio questo "grazie", e questo "ad-Dio" nel cui volto ti contemplo.
E che ci sia dato di ritrovarci, ladroni beati, in Paradiso, se piace a Dio, Padre nostro, di tutti e due.
Amen! Inch’Allah."
Desidero ricordare e celebrare la luce di una simile testimonianza non con note di lamento o di dolore, ma con il brano finale del Dettingen Te Deum di Haendel in cui un coro di mirabile dolcezza canta "Lord in Thee have i trusted": Signore, in Te ho fiducia.

Buon ascolto!


2 commenti:

amicusplato ha detto...

Prezioso e molto opportuno, cara Annamaria, il tuo richiamo alle tragiche vicende della comunità monastica algerina, sterminata nel 1996 per odio religioso.

Commovente la testimonianza che hai ricordato, di Frère Christian de Chergé, priore del monastero.

Il Te Deum, di fronte al martirio, è ciò che di più bello si può cantare.

Formidabile il finale da te postato, dell'haendeliano Te Deum di Dettingen.

Una bella e ricca riflessione, anche musicale.

Annamaria ha detto...

Grazie Antonio!

Il Dettingen Te Deum è una della pagine musicali che amo di più ed è legata - come tante altre del resto - a un particolare momento della mia vita.

Grazie anche dei tuoi bellissimi post che in questi giorni, tutta presa dai miei problemi informatici, non ho commentato.
Ciao!